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DOMANDE SUI CROLLI DELLE TORRI GEMELLE A CHI SOSTIENE LA VERSIONE
UFFICIALE
Risponde
Danilo Coppe, esperto di esplosivistica e di demolizioni controllate
(che ha scritto un articolo a riguardo anche sul numero di febbraio
2007 della rivista "Focus").
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Le seguenti 20 domande cercano di sintetizzare i
motivi più importanti per cui moltissimi nel mondo
contestano la versione ufficiale dei fatti, secondo la quale le Torri
Gemelle sarebbero crollate a causa dei soli incendi e impatti degli
aerei, e il WTC-7
a causa del solo incendio, accompagnato da danni collaterali
più o meno gravi.
In questo caso ci ha voluto rispondere Danilo Coppe, che
è senza dubbio il più noto "esplosivista"
attualmente operativo in Italia. Con oltre 500 demolizioni controllate
alle spalle, Danilo Coppe affianca alla sua normale attività
quella di esperto di criminologia, e collabora regolarmente con diverse
Procure e con le Forze dell'Ordine nei più disparati casi
che riguardino in qualche modo la presenza di esplosivi.
Rispetto
alla distruzione del World Trade Center, Coppe si è
dichiarato d'accordo con la versione ufficiale, come risulta da questa
intervista da lui concessa in precedenza alla pubblicazione "Zero-7":
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Danilo
Coppe
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Incuriosito
da certe affermazioni di Coppe [più che
discutibili: 1.800° C all'interno delle Torri?! Questa
è nuova], ho voluto parlargli di
persona, per cercare di approfondire la faccenda. Danilo Coppe si
è dimostrato una persona estremamente gentile e disponibile,
e dopo una prima intervista telefonica, intesa alla diffusione in rete
e via radio, è iniziato un vero e proprio scambio a tutto
campo sull'argomento World Trade Center, che può essere
validamente sintetizzato dalla seguente serie di domande e risposte.
Le stesse domande con risposta, ma senza le repliche, compariranno
nella II edizione del
libro Inganno Globale, attualmente in stampa, nel capitolo
"La parola a chi sostiene la versione ufficiale".
La "sfida", sportivamente accettata da Coppe, era quella di assumere
una posizione neutrale, cercando di dare la miglior risposta possibile
a ciascuno dei quesiti più importanti che riguardano il
crollo delle Torri, escludendo ovviamente l'ipotesi di una demolizione
controllata.
Ecco le domande, con le risposte di Coppe, e relative repliche. Danilo
Coppe ha preso visione delle repliche, e si riserva
eventualmente di controreplicare in un secondo momento.
Massimo Mazzucco.
[Gli occasionali commenti tra parentesi quadre non sono
di Mazzucco, sono mie osservazioni.]
DOMANDA
N° 1:
Secondo lei che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per la potente gittata in orizzontale
e addirittura verso l'alto di materiali solidi (cemento e acciaio)
registrata durante i crolli delle Torri Gemelle, e che si protrae per
l'intero arco della caduta, replicandosi quasi fino a terra?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Un insieme di diversi fattori: una
parte di aviobenzina (e suoi vapori) che si infiammano in
corrispondenza del cedimento delle poche strutture portanti rimaste
dopo l’impatto. Il collasso della parte superiore alla zona
di impatto che sbatte su quella inferiore con un abbrivio di circa 3
piani. |
REPLICA ALLA RISPOSTA:
Si potrebbe anche ipotizzare qualche sacca
isolata di vapori/kerosene ancora incombusti al momento dei crolli, ma
l'effetto "fontana di cemento" si è verificato
simmetricamente, su tutto il perimetro e lungo tutto l'arco di caduta,
dal primo piano crollato fino al piano terra, e per ambedue le torri.
Non sembra certo sufficiente un abbrivio "di circa tre piani" (una
dozzina di metri al massimo) per produrre una forza laterale di
intensità e gittata simili a quelle mostrate dalle foto. La parte
superiore infatti non riuscirebbe comunque a comprimere l'aria sotto di
sè in maniera significativa, per il motivo che
segue.
Perchè non regge la
tesi del cosiddetto "effetto pancake": a chi sostenesse
che è stata la "pressione" dei pavimenti che cadono l'uno
sull'altro a generare la "fontana di cemento" e/o gli " squibs",
ricordiamo che i pavimenti (P - foto sotto) erano costituiti da
pannelli prefabbricati indipendenti,
larghi qualche metro soltanto (ne abbiamo
colorato uno in giallo, per dare l'idea delle sue dimensioni), che
venivano giustapposti e poi agganciati fra la struttura esterna (M) e
quella interna (C):
Ecco come venivano montati i
"pavimenti" di ogni piani delle Torri:
E
questo è lo schema di ciascun pannello:
Essendo
indipendenti l'uno
dall'altro, questi pannelli non possono essere caduti tutti
contemporaneamente, creando quella specie di "stantuffo" che sarebbe necessario per
ipotizzare l'effetto "esplosivo" di cui si cerca la causa.
Come è quindi possibile spiegare un tale accumulo di
pressione da ottenere un effetto come quello ritratto da queste
immagini?
Non si spiega inoltre come tale
forza possa comunque replicarsi fino a terra, invece di venire
assorbita, ad un certo punto del crollo, dalla struttura stessa.
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DOMANDA
N° 2:
Secondo
lei che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per i classici squibs, ovvero gli sbuffi
visibili in molte foto e inquadrature TV, che compaiono lungo la
facciata delle Torri, decine di piani più sotto del livello
in cui sta avvenendo il crollo (cioè, al di sotto della
"fontana di cemento" che man mano scende verso il basso)?
|
(Vi sono dozzine di
immagini simili, con sbuffi a tutte le altezze, lungo l'intero arco
della caduta, e per ambedue le Torri crollate).
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Laterizi sparati in tutte le direzioni precedentemente a contatto con
pilastri caricati di punta. Incanalati verso spazi liberi e quindi
visibili all’esterno o confinati dalle geometrie delle
orditure. Esempio: riempimento di laterizio nelle travi e pilastri a
doppio C. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Le uniche parti in cemento di una certa
consistenza, nelle Torri, erano costituite dalla gettata di cemento dei
pavimenti, realizzata sull'acciaio "ondulato" dei pannelli
prefabbricati, mentre non
risulta che i pilastri di supporto, sia centrali che perimetrali,
fossero riempiti di laterizio, o di qualunque altro
materiale:
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DOMANDA N° 3:
All'inizio del crollo, i blocco superiore della Torre Sud si
è inclinato su un lato, restando inizialmente
compatto. Secondo lei a cosa sono dovute le ampie
convoluzioni di polvere e detriti (negli ovali), che vengono espulse
con forza sul lato opposto, e a cosa è dovuta la serie di
potenti sbuffi, indicata dalla freccia, che si verifica nello stesso
momento, ma circa una decina di piani più sotto?
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RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Il cedimento interessa tutta l’area in pianta del fabbricato.
Chiaramente le polveri di frizione e i laterizi tritati vanno in tutte
le direzioni libere da ostacoli. Il varco di impatto si richiude per
effetto del collasso, quindi si notano le nuvole sul retro. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Il blocco superiore, che si è
appena inclinato, appare relativamente intatto. Non si comprende quindi
che cosa possa aver "tritato i laterizi", visto inoltre che le "polveri
di frizione" indicate dalla freccia si trovano ad almeno una decina di
piani più sotto. Quelle sul retro inoltre sembrano uscire
dall'edificio con una forza davvero notevole per della semplici
"nuvole" (intese, si immagina, come polvere in sospensione). |
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(La domanda si trova
più sotto):
Quella che segue è la lettera mandata da
un dipendente della "Underwriter Laboratories" al NIST (Istituto
Nazionale Scienza e Tecnica), in seguito alla pubblicazione del loro
rapporto nel 2004, nel quale si sosteneva che i crolli erano stati
causati da un cedimento della struttura d'accaio.
Traduzione:
1
- La società per cui lavoro ha certificato i componenti in
acciaio usato per la costruzione del World Trade Center.
2
- [...] una cosa su cui siamo sempre stati d'accordo è che i
componenti usati soddisfassero i requisiti richiesti.
3
- La mia società ha effettuato dei test di laboratorio, che
però hanno confermato che gli edifici
dovrebbero aver sopportato facilmente lo stress termico causato dalle
varie sacche di carburante che bruciava.
4
- Sappiamo che i componenti avevano avuto la certificazione ASTM E119, per la
quale si richiede che i componenti vengano esposti ad una temperatura
di 1100° C per
svariate ore. E siamo tutti d'accordo sul fatto che
l'acciaio utilizzato soddisfasse questi requisiti.
5
- Le vostre stesse osservazioni suggeriscono che l'acciaio sia stato
esposto a temperature
massime di 250° C, che è quello che ci
si potrebbe aspettare da una analisi termodinamica della situazione.
Per ammorbidire l'acciaio, quando lo si forgia, si debbono raggiungere
temperature di almeno 1100° C.
6
- I vostri stessi riscontri stabiliscono chiaramente che la maggior
parte delle colonne perimetrali, 157
su 160, non sia mai stata esposta ad un calore superiore
ai 250° C.
7
. Se l'acciaio di quegli edifici si è fuso o si è
ammorbidito, sono certo che concorderemo tutti che non possa essere stato dovuto
all'incendio di carburante da aereo, e tanto meno da quei
brevi incendi sviluppatisi in quegli edifici.
8 -
Altrimenti, sostenere che quell'acciaio si sia ammorbidito con
temperature di 250° C suggerisce che la maggior parte delle
vittime di quel giorno sarebbe stata dovuta ad una carenza di misure di
sicurezza, la qual cosa dovrebbe causare enormi preoccupazioni alla mia
società.
9 - Per
favore fate tutto il possibile per eliminare in fretta questo malinteso
sul fatto che il carburante di aereo sia in grado di ammorbidire o di
fondere l'acciaio.
|
In altre
parole, al punto 8 Ryan sostiene che se le Torri fossero crollate a
causa del fuoco, chi ne
aveva inizialmente certificato la resistenza, ben oltre i
limiti delle condizioni di quel giorno (ca. 250° C. effettivi
per meno di un'ora, contro 1.100° C per svariate ore del
collaudo) sarebbe
direttamente responsabile per la morte di tutti coloro che erano
sopravvissuti all'impatto iniziale. Invece nessuno ha mai
aperto bocca in quel senso.
Parimenti, l'architetto responsabile della solidità
strutturale delle Torri, Robertson,
ha confermato in un'intervista che "le
Torri fossero state progettate per resistere all'impatto di
un grosso aereo commerciale dell'epoca (il B-707, che era molto simile
per peso, dimensioni e carico di carburante ad un odiernoB-767), che
avesse colpito la Torre in qualunque punto." Il concetto
di redistribuzione del carico veniva ampiamente spiegato nella stessa
intervista. La stessa cosa è
stata confermata
da Frank DeMartini, il manager del progetto di
costruzione, che è poi morto nel crollo della Torre Sud.
Arriviamo ora alla
DOMANDA
N° 4:
Visto che lei collabora spesso con le autorità giudiziarie,
in qualità di perito esplosivista, non le pare logico che
per le Torri Gemelle avremmo dovuto assistere ad una serie infinita di
processi, di accuse, di diatribe e di scaricabarile sulle
responsabilità fra tutti coloro che ebbero parte alla
progettazione e alla costruzione delle Torri Gemelle? Non trova stupefacente che
invece non vi sia stata nessuna causa, e che addirittura non si sia mai
nemmeno parlato pubblicamente di questo aspetto? (Alle
famiglie delle vittime sono stati offerti fino a 8 milioni di dollari
come risarcimento, a patto che rinunciassero irrevocabilmente a fare
causa a qualunque entità, statale o privata, coinvolta nei
fatti di quel giorno).
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Sì. Reputo strano che non siano state intentate cause per
varie anomalie nella vicenda. Posso però anche affermare che
per quanto il progettista assicuri di aver realizzato opere a prova di
schianto di Boeing 767, dubito che l’abbia messo nero su
bianco. Non esiste la possibilità di creare modelli
matematici preventivi (tanto meno allora) che possano permettere di
considerare tutte le variabili di un impatto come quello effettivamente
verificatosi. Quindi se l’avesse comunque certificato sarebbe
in palese dolo.
Il fornitore di acciaio non è responsabile per il cedimento.
Le temperature hanno avuto un ruolo marginale nel collasso. Le torri
sarebbero comunque crollate. Il calore ha solo aggravato la situazione
e accelerato il processo di cedimento dei pilastri superstiti. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Ecco un "nero su bianco" a firma di Jeff
Skilling, uno dei principali progettisti delle Torri Gemelle. Nel
riquadro a centro-pagina (punto 3) si legge:
"E' stata fatta una ricerca, e gli edifici risultano essere sicuri nel
caso dell'impatto di un un grosso aereo di linea, come il Boeing 707 o
il DC-8, che viaggiasse a
600 Mph. Le analisi hanno indicato che questo impatto
comporterebbe solo dei danni nella zona colpita, ma non
potrebbe causare il crollo dell'edificio, nè un suo danno
sostanziale, e non metterebbe a repentaglio la vita di coloro che non
si fossero trovati nelle vicinanze del punto di impatto".
Al punto 5 inoltre si conferma una robustezza di circa sedici volte
rispetto ad un normale edificio con struttura convenzionale.
Le
variabili di un impatto del genere inoltre sono tutt'altro che infinite,
visto che peso, dimensioni, velocità massima, numero di
motori, carico di carburante ecc. di un 707/ DC-8 sono tutte misure
note, e visto che la Torre era progettata - come afferma Lesley
Robertson - "per
resistere ad un aereo che l'avesse colpita a QUALUNQUE altezza".
Se quindi doveva poter reggere ad un aereo che ipoteticamente l'avesse
sventrata alla base, diventa ancora più difficile credere
che sia crollata per il peso relativamente molto più
limitato che si è trovata a sopportare dopo essere stata
colpita all' 82°, oppure addirittura al 94°.
Underwriters
Laboratories infine non è stato il "fornitore" dell'acciaio,
ma chi ne ha certificato la resistenza al calore. In quel senso Ryan
sostiene che, una volta confermata dal NIST la temperatura massima di
250° raggiunta dalle colonne perimetrali, loro "dovrebbero
essere tutti in galera".
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DOMANDA N° 5:
Non
trova altrettanto stupefacente, sempre da un punto di vista
criminologico, che il sindaco di New York Giuliani
A) abbia
impedito all'FBI di prendere controllo di Ground Zero,
B) non abbia
mai fatto fare - o comunque non abbia mai reso pubblica - una sola
perizia tecnico-legale sui resti dell'acciaio
delle Torri, mentre
C) se ne è completamente liberato nell'arco di soli tre
mesi, rivendendolo
quasi tutto in Estremo Oriente affinchè venisse riciclato?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Sì. È stupefacente che non siano stati fatti
almeno degli accantonamenti a campione delle carpenterie e messi in
condizioni di essere adeguatamente analizzati anche in eventuale
“contraddittorio”. Una serie di tamponi avrebbero
potuto fugare ogni dubbio sulla presenza di materie esplosive. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Nessun commento. |
DOMANDA N° 6:
Secondo
lei, che spiegazione si può dare, al di fuori di una
demolizione controllata, per la presenza di svariate pozze di metallo incandescente,
trovate dai soccorritori fra le macerie alla base di tutte e tre le
Torri, ad oltre sei settimane dai crolli stessi?
Sotto,
una termografia scattata dal satellite della NASA il 16 di settembre,
cinque giorni dopo i crolli. Nella colonna bordata in rosso compaiono
le temperature dei diversi punti indicati nell'immagine. Eccetto il
punto "E", gli altri si trovano tutti alla base delle tre Torri
crollate.
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Non ho elementi sufficienti per rispondere sul caso specifico. Penso
che le macerie compattate in quel modo facciano spessori di notevole
capacità refrattaria. Certo che sei settimane mi sembrano
comunque eccessive. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Nessuno pare averli, questi elementi. E anche
spiegando in qualche modo la "persistenza"
del fenomeno termico, resta da spiegare prima di tutto la fonte di un
tale calore. |
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DOMANDA
N° 7:
Secondo lei, che spiegazione si
può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la
polverizzazione
praticamente totale di tutti e tre gli edifici,
sia per quel che riguarda la struttura che per quel che riguarda il
contenuto?
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RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Le forze asimmetriche e complesse che si sviluppano in un qualsiasi
tipo di crollo, determinano in ogni caso la disintegrazione delle
masserizie oltre che delle strutture stesse. Alcuni cadaveri del crollo
spontaneo di Foggia non sono mai stati trovati. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Nei crolli spontanei, o passivi, si direbbe
invece che le forze - certamente asimmetriche - che si sviluppano,
producano proprio gli effetti opposti:
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DOMANDA N° 8:
Secondo lei, che spiegazione si
può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per
una velocità
di crollo praticamente pari a quella di un corpo in caduta libera,
quale è stata riscontrata per tutti e tre gli edifici?
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RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Che sia collasso spontaneo o demolizione, le velocità di
caduta sono pressoché le stesse. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Questa è un'affermazione davvero
sorprendente, oltre che apparentemente in contrasto con una delle
più note leggi della Fisica. |
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DOMANDA N° 9:
Nel caso, come è possibile che lo stesso
fenomeno si sia verificato in edifici completamente diversi per forma e
struttura, come il WTC-7 e le due Torri Gemelle, visto soprattutto che
il primo non era stato nemmeno colpito da un aereo?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Conosco meno le dinamiche del crollo del WTC-7 poiché meno
interessato dai filmati amatoriali e non trasmessi. Tuttavia
l’architettura del WTC-7 è abbastanza idonea a
crollare con pochi danni (se concentrati su un lato lungo) o con poche
cariche esplosive piazzate sapientemente sullo stesso lato. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Il problema è che dovrebbe essere
crollato senza l'aiuto di cariche esplosive, mentre non risultano certo
dei danni sufficienti su nessuno dei suoi lati per vederlo
scomparire per intero, simmetricamente, e in sei secondi circa. |
DOMANDA N° 10:
Secondo lei, che spiegazione si può
dare, al di fuori di una demolizione controllata, per le decine di
testimonianze, tutte assolutamente omogenee, che parlano di "potenti
esplosioni", udite o vissute sia durante che prima dei crolli stessi?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
I rumori di solai (o parti di essi) che impattano, il cedimento
repentino di un’orditura possono essere scambiati per
esplosioni. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Il cedimento repentino di
un’orditura potrà anche essere scambiato, in
circostanze particolari, per un'esplosione, ma non spiega certamente
episodi come questo:
Non
dimentichiamo inoltre che stiamo parlando di decine di testimonianze
simili, e che molte di queste si riferiscono ad esplosioni avvenute PRIMA
dei crolli.
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DOMANDA N° 11:
Secondo lei, che spiegazione si
può dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la
presenza riscontrata fra le macerie di enormi grovigli di acciaio (dei
piloni portanti) fuso insieme alla roccia delle fondamenta?
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RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Ho riscontrato grovigli come quello in figura dopo crolli spontanei,
demolizioni meccaniche e blasting demolition. Le pressioni cui vengono
sottoposte le materie costruttive sono inimmaginabili. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Pur non volendo dubitare della sua esperienza
passata, si
fatica davvero ad immaginare da quale fonte possa giungere un calore
sufficiente a fondere insieme acciaio e roccia in quella maniera sia in
un crollo spontaneo che in una demolizione di tipo meccanico (senza
l'uso di esplosivi). |
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DOMANDA
N° 12:
Secondo lei, che spiegazione si può
dare, al di fuori di una demolizione controllata, per la completa e
perfetta piegatura a "ferro di cavallo" (180°) di un segmento
di pilone lungo qualche metro soltanto, sulla cui superficie non
compare nessuna crepa visibile?
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RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Ho troppo pochi elementi per questa valutazione. Bisognerebbe perlomeno
avere una foto ad alta definizione e fare degli ingrandimenti. Meglio
ancora vedere l’oggetto. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Resta il fatto che il kerosene non
è certo in grado di generare il calore necessario per
deformare l'acciaio in questo modo. |
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DOMANDA N° 13:
Che spiegazione si può dare, riguardo
alla presenza fra le macerie di svariati piloni di supporto, che
risultano tagliati in diagonale, esattamente come prevede l'azione di
una carica cava delle demolizioni controllate? (La freccia piccola
indica una incavatura molto simile a quelle che vengono praticate nel
pilone da demolire per inserire la cosiddetta "carica stupida", o
secondaria.)
Sotto,
un pilone ad "H", che mostra la "ali" distorte verso l'esterno, e lo
stesso tipo di incavatura al centro della sezione.
Sotto: un'altra coppia di
piloni tagliati in diagonale, con accanto un trave d'acciaio (indicato
dalla freccia) che sembra piegato dal calore.
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Ho troppo pochi elementi per questa valutazione. Bisognerebbe perlomeno
avere una foto ad alta definizione e fare degli ingrandimenti. Meglio
ancora vedere l’oggetto. In ogni caso bisognerebbe
intervistare chi ha operato nello sgombero delle macerie e chiedere se
sono stati effettuati tagli a cannello di quel tipo. Confesso che
questo elemento è quanto di più curioso dal punto
di vista tecnico, visto che effettivamente è una lavorazione
molto simile a quella che si ottiene con le cariche di taglio. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Nessun commento. |
DOMANDA N° 14:
Lei
conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in cui un
edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, sia interamente crollato dopo aver
subito l'impatto di un aereo con conseguente incendio?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Non mi risulta esistano precedenti analoghi come tipo di evento. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Nessun commento. |
DOMANDA N° 15:
Lei
conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in cui un
edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, sia interamente crollato a causa di
un semplice incendio?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Genericamente no. Ma non si tratta di un evento analogo, con
asportazione di orditure e incendio in contemporanea. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Come già detto, non esiste nessuna
documentazione riguardo all'asportazione di orditure che lei ipotizza.
Anzi, come si vede chiaramente da questa immagine, il WCT7 era
addirittura "coperto" dal
WTC6, per cui molto difficilmente i detriti possono averlo raggiunto
alla base, in maniera diretta. A sua volta, lo stesso WTC6 mostra di
aver retto relativamente bene alla pioggia di detriti della Torre 1,
mentre si fatica casomai a comprendere il grande foro che presenta
proprio al centro:
Queste
sono immagini che ritraggono il WTC4 e il WTC5. Come si vede, pur
trovandosi direttamente sotto alle Torri crollate, una volta distrutto
quanto è andato distrutto, le loro strutture hanno retto
relativamente bene alla pioggia di materiali che arrivava da un'altezza
ben superiore ai "tre piani di abbrivio" da lei citati:
|
DOMANDA N° 16:
Lei
conosce qualche esempio nella storia dell'ingegneria civile in cui un
edificio in acciaio, di qualunque altezza forma o sezione, si sia
completamente
distrutto crollando su se stesso,
indipendentemente dalle cause di quel crollo?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Personalmente no. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Nessun commento. |
DOMANDA N° 17:
In
caso di risposta negativa all'ultima domanda, quante stima possano
essere le probabilità che questo sia accaduto per tre volte nella stessa
giornata e nello stesso luogo, a tre diversi
edifici che hanno subito traumi meccanici/termici completamente diversi
l'uno dall'altro?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
In definitiva 2 edifici hanno subito la stessa tipologia di trauma. Il
terzo era relativamente molto vicino [AD ALMENO 150 METRI...
VICINISSIMO...]. Tanto da poter presumibilmente subire danni
rilevanti. In ogni caso con i pesi ed i cinematismi in atto la completa
distruzione è possibile. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
La tipologia del trauma e la sua dinamica sono
due cose ben diverse, e dovrebbe essere dalla seconda che dipende la
modalità del conseguente crollo, non dalla prima. Come
già detto inoltre, il WTC-7 non risulta aver subito nessun
danno rilevante.
[E' assurdo, ridicolo, dal punto di vista tecnico,
sostenere che un danno al centro esatto dell'edificio (Torre Nord) e un
danno allo spigolo dell'edificio (Torre Sud) siano uguali e portino le
stesse conseguenze, causando per puro caso due crolli verticali
identici per simmetria e totalità. Ridicolo.] |
DOMANDA N° 18:
Quando si progetta una demolizione, si presume che
uno degli aspetti a cui si dedica maggiore attenzione sia quello di
evitare di colpire gli altri edifici che si trovino entro il raggio di
caduta. Quante stima che siano, approssimativamente, le
probabilità per un edificio alto 400 metri di crollare, da
solo, interamente sulla propria pianta, o comunque di non andare a
colpire in maniera sostanziale nessun edificio circostante, pur
avendone alcuni di molto vicini? (Il blocco superiore della Torre Sud
ha iniziato a ruotare compatto verso l'esterno, crollando, ma
fortunatamente deve essersi autodistrutto lungo il percorso, visto che
a terra non è arrivato nulla di sostanziale).
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
I manufatti pesanti tendono sempre a cadere lungo la propria verticale.
Quindi nessuna meraviglia su questo. Il fatto che i fabbricati vicini
non abbiano subito danni rilevanti non è esatto almeno a
giudicare da certe immagini trasmesse. Il WTC-7 potrebbe esserne la
prova. |
|
REPLICA ALLA RISPOSTA:
Le leggi di gravità non sono mai
state in discussione. Il problema sta nel fatto che la parte superiore
di un edificio che crolla normalmente tende a cadere verso il lato dove
è avvenuto il cedimento - e qui stiamo parlando degli
edifici più alti del mondo - mentre per cadere in perfetta
verticale bisogna che si verifichi il cedimento CONTEMPORANEO di TUTTE
le colonne portanti. Non solo questa è una
coincidenza davvero improbabile, ma se per caso si verificasse davvero,
il troncone superiore dovrebbe "sedersi" su se stesso, dopo aver
distrutto al massimo qualche piano, ma non certo POLVERIZZANDO tutta la
struttura restante come è invece accaduto. |
DOMANDA N° 19:
In
particolare, tenendo presente che il WTC-7 non aveva una struttura
"tubolare" come le Torri Gemelle (e che quindi, almeno in questo caso,
si possa escludere categoricamente il cosiddetto "effetto pancake", da
alcuni ipotizzato per giustificare la completa autodistruzione delle
Torri Gemelle), secondo lei quante sono, approssimativamente, le probabilità che
questo crollo avvenga perfettamente "in pianta",
senza che nessun edificio circostante ne resti colpito in maniera
sostanziale?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
In realtà da quel poco che ho visto sul WTC-7 (che ripeto,
mi consente troppo pochi elementi di valutazione) ha subito quella che
in gergo si chiama pseudoimplosione o ribaltamento forzato su un lato.
La percezione finale è simile, ma in questo caso entrano in
gioco le uscite di baricentro delle singole orditure verticali. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Come specificato nella domanda stessa,
l'edificio non è caduto "su un lato", ma perfettamente in
pianta. Non risulta inoltre - come già detto in precedenza -
che fosse stata danneggiata in modo sostanziale nessuna orditura, e di
certo non per tutta la lunghezza di un lato qualunque dell'edificio.
[L'"esperto" continua a ignorare di proposito il piccolo dettaglio che
la struttura portante del WTC-7 era pressochè intatta, e che
solo la copertura esterna era rimasta danneggiata da qualche detrito
proveniente dalla Torre Nord.] |
|
DOMANDA N° 20:
In
particolare esiste una ripresa del crollo del WTC7 che mostra
chiaramente come su di un lato, agli ultimi piani, si verifichi una
serie di "sbuffi" verso l'esterno nel momento stesso in cui inizia il
crollo. Secondo lei è possibile spiegare questo fenomeno al
di fuori di una demolizione controllata?
(L'immagine sottostante dovrebbe essere animata.
Nel caso, abilitare "animazione gif" nei settaggi del browser).
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RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Non ho elementi sufficienti per valutare questi fenomeni. |
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REPLICA ALLA RISPOSTA:
Questo il commento di un collega di Coppe,
l'olandese Danny Jowenko, ripreso mentre gli viene mostrato per la
prima volta il crollo del WTC7.
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DOMANDA AGGIUNTIVA:
Se
qualcuno volesse finanziare una sua perizia, completa e approfondita,
sui crolli delle Torri Gemelle,
A) ritiene che vi siano sufficienti riscontri video/fotografici e
testimoniali per procedere, e
B) nel caso, sarebbe disponibile a prestare la sua opera in quel senso?
RISPOSTA DI DANILO COPPE:
Non chiederei di meglio, visto che adoro le sfide difficili. Certamente
una perizia del genere richiederebbe qualcosa di più della
sola valutazione delle immagini. Bisognerebbe analizzare testimonianze
attendibili, sismogrammi, sezioni geologiche, ecc. Comunque una perizia
super partes sarebbe possibile e auspicabile. |
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Mazzucco / Macroedizioni
(Questa intervista è liberamente
riproducibile in rete, a condizione che venga riportata per intero,
completa di immagini, e con citazione della fonte e dell'autore. E' esclusa invece
ogni riproduzione su carta stampata o con altri mezzi di diffusione,
senza il previo consenso dell'autore). Ha contribuito Michele Cestari.
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