CI PROVARONO ANCHE NEL 1993



Già nel 1993 ci fu un attentato alle Torri Gemelle progettato dall'FBI e di cui venne incolpato un arabo, ma allora il piano andò male e venne tutto insabbiato. Ci hanno riprovato otto anni dopo, l'11 settembre 2001. Qui di seguito una breve panoramica (tratta da www.luogocomune.net) della vicenda.

1993 - BOMBA AL WORLD TRADE CENTER.  UN EPISODIO-CHIAVE.

Il 23 Febbraio 1993 esplosero circa 500 chili di tritolo, contenuti in un furgoncino parcheggiato all'interno della Torre Nord del World Trade Center. Allora morirono sei persone, e ne restarono ferite più di trecento. Per questo attentato sarebbe stato arrestato, e poi condannato all'ergastolo, un arabo di nome Ramzy Yousef, che aveva ricevuto l'incarico di piazzare l'esplosivo da un ex-militare egiziano in pensione, tale Salem.

Si sarebbe poi venuto a sapere che in realtà Salem era stato assoldato e fornito dell'esplosivo direttamente dall' FBI, che gli aveva detto trattarsi di una carica minima, intesa solo a collaudare le procedure di emergenza della Torre. Esiste infatti la registrazione di una telefonata, fatta segretamente dallo stesso Salem, nella quale egli protesta vivamente con il capo dell'FBI di New York, una volta resosi conto della potenza effettiva dell'esplosivo.

Pare però che durante la telefonata Salem venga "convinto" a procedere comunque
, anche se per fortuna Youssef parcheggiò poi il camioncino lontano dalle colonne centrali di supporto - come avrebbe voluto il piano originale - provocando  un danno molto minore del previsto. Salem fece poi avere il nastro della sua telefonata al New York Times e al Chicago Tribune, che ne parlarono un paio di volte, finchè il tutto ricadde nel più profondo silenzio mediatico. »

Che cosa pensare di una vicenda così incredibilmente simile a quella avvenuta poi 8 anni dopo, l'11 settembre 2001? Sembra quasi che stessero provando a costruirsi un pretesto tramite un auto-attentato già da allora, ma che gli sia andata male solo per via dell'interferenza di Salem, che è contravvenuto al piano originale posizionando l'ordigno in modo da ridurre i danni al minimo e salvando probabilmente la vita a migliaia di persone.

Sembra che dopo aver immediatamente insabbiato questo fallimento abbiano deciso di far calmare un po' le acque per qualche anno, pianificando nel frattempo un attentato molto peggiore e più devastante del primo, e che ci abbiano poi riprovato otto anni dopo, questa volta purtroppo riuscendoci. Ma io penso sempre male.
 

Per approfondimenti, ecco un articolo del Corriere della Sera tratto da qui:
 

Il terrore colpisce al cuore Manhattan.
Una tremenda esplosione sotto le Torri gemelle del World Trade Center. Almeno 5 morti, 300 tra feriti e intossicati.

NEW YORK, 23 febbraio 1993 - Panico, urla e scene apocalittiche, nella punta estrema dell'isola di Manhattan. Una gigantesca esplosione, avvenuta intorno alle 12 e un quarto sotto le leggendarie "Twin Towers", ha improvvisamente trasformato il World Trade Center in una sinistra replica del celebre film di John Guillermin "L'inferno di cristallo". Il bilancio, ieri sera, era di 5 morti e di trecento tra feriti e intossicati (tra cui tre uomini dei servizi segreti). Alcuni di loro sono in condizioni molto gravi. Per tutta la giornata sono rimasti paralizzati il traffico e gli affari della limitrofa Wall Street e del resto dell'isola di Manhattan.

Le oltre centomila persone che lavorano all'interno dei due grattacieli più alti di New York sono rimaste intrappolate per ore, senza luce elettrica. Tutti i 250 ascensori si sono bloccati. All'inizio si era pensato all'esplosione di un generatore difettoso nella Path Station, la stazione della metropolitana (sotto le due torri gemelle) che collega l'isola di Manhattan al New Jersey. Ma con il passare delle ore si è fatta sempre più concreta l'ipotesi di una potentissima auto bomba piazzata al secondo livello del parcheggio sotterraneo (utilizzato anche dai servizi segreti che vi tenevano la macchina del presidente Clinton).

Alcuni tecnici addetti ai trasformatori del World Trade Center hanno detto di aver visto una macchina esplodere nel garage. "È stato come un fuoco d'artificio . ha spiegato uno di loro . poi i muri sono crollati". Alla polizia sono giunte diverse telefonate di rivendicazione. Una da parte di un non meglio identificato "Movimento di liberazione serba": "Questo è soltanto un segnale alla vigilia delle trattative all'Onu sul destino dell'ex Jugoslavia", avrebbe detto lo sconosciuto al telefono.

Una successiva chiamata, invece, rivendicava l'"azione"in nome della causa croata. L'Fbi ha subito avviato un'indagine e a Washington è stato rafforzato l'apparato di sicurezza intorno alla Casa Bianca, al Congresso e a tutti g li edifici governativi. I soffitti della stazione sotterranea delle Twin Towers sono crollati, insieme a tre livelli della metropolitana e centinaia di persone sono rimaste intrappolate.

Meno drammatica, ma fitta di terrore, la sorte della gente ne i due grattacieli. "Stavo lavorando al computer e ho sentito due esplosioni fragorose . ha dichiarato alla Cbs Richard Runes, un avvocato che lavora al 53esimo piano del numero uno ., i vetri hanno preso a tremare: sembrava che tutto l'edifici o stesse crollando". Oltre alla Cnn, che va in onda via cavo, la Cbs è stata l'unico network non colpito dal black out.

Tutte le stazioni televisive di New York, tranne appunto la Cbs, hanno i rispettivi trasmettitori ed antenne in cima al World Trade Center e quindi sono state messe fuori servizio dall'esplosione. La Cbs ne ha approfittato subito e ancora una volta è stata una Tv a svolgere un ruolo centrale e di guida nella tragedia. Dozzine di persone intrappolate ai piani alti hanno inonda to la televisione di telefonate per chiedere consiglio e aiuti. "Rompere subito i vetri delle finestre per respirare aria fresca" ha ordinato loro Frank Field, responsabile scientifico del network.

Ma dopo cinque minuti è entrato in azione Richard Brown, presidente del sindacato pompieri: "Fermi tutti, non toccate i vetri . ha ribattuto seccatissimo ., rischiate di accoppare chi cammina sotto per strada e di risucchiare il fumo dai corridoi a dove siete". Intanto, sempre in diretta, giungevano le prime immagini dei sopravvissuti. Centinaia di persone dal volto nero come la pece uscivano per strada tossendo e contorcendosi: "Ho impiegato un ora e mezzo per scendere 105 gradini al buio . ha detto un contabile ., le scale di emergenza son o intasate di fumo, sembrava di camminare dentro un camino acceso". "I più malridotti erano alcuni asmatici e donne incinte . l'ha incalzato un altro ., eravamo pigiati come sardine, gli occhi che bruciavano, il naso bloccato: una vera camera a gas ".

Più tardi, sempre grazie alla Tv, pompieri e soccorritori arrivavano per telefono alla gente dei piani più alti: "Abbiamo istituito un numero di emergenza speciale: eccolo". Il Merchantile exchange, la Borsa delle merci i cui uffici sono nelle torri gemelle, è stato costretto a bloccare le contrattazioni.

Alessandra Farkas.

 


 

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