La
caduta libera del WTC-7 l'11 settembre. Di
David Chandler. Originale tratto da AE911Truth.org.
Traduzione di Schottolo,
Teba,
Alberto
e mia.
Galileo
fu il primo a descrivere lo straordinario fenomeno per cui, tranne che per la resistenza dell’aria, tutti gli
oggetti cadono alla stessa “rapidità”.
Se non l’avete mai sperimentato, provate a far cadere una
grossa pietra e un ciottolo una a fianco all’altro. Con
"rapidità" qui non ci si riferisce alla
“velocità”, perché questa,
per un corpo in caduta libera, aumenta continuamente. Qui ci si
riferisce al tasso di aumento della velocità,
cioè all’accelerazione.
L’accelerazione di qualunque corpo in caduta libera, tranne
che per effetto della resistenza dell’aria, è
chiamata accelerazione
di gravità.
La forza di
gravità comporta una accelerazione, per i corpi in caduta
libera, è di circa 9,8 metri al secondo per ogni secondo. Un
oggetto lasciato cadere ha una velocità iniziale nulla, che
però comincia subito ad aumentare. Dopo un secondo la sua
velocità sarà di 9,8 metri al secondo, dopo due
secondi 19,6, e così via. Si dice pertanto accelerazione di
gravità pari a 9,8 metri al secondo quadrato, leggermente
variabile a seconda di dove viene misurata: a New York è
9,776 m/s2.
Isaac Newton
dimostrò che l’accelerazione di un corpo dipende
dalla sua massa e dalla forza che agisce su quel corpo (se
più forze operano contemporaneamente si considera la forza
risultante). Se l’accelerazione verso il basso di un corpo
che cade è pari all’accelerazione di
gravità, allora la forza risultante agente su quel corpo
è la sola forza gravitazionale, ed ogni altra eventuale
forza dà somma zero.
Cosa succede se un corpo
pesante cade attraverso altri corpi, rompendoli nel passaggio? La terza
legge di Newton dice che quando due oggetti interagiscono fra di loro
esercitano sempre reazioni uguali e contrarie fra di loro. Pertanto,
mentre un oggetto cade, se esercita una forza su un altro oggetto lungo
il suo percorso, questi oggetti esercitano una forza contraria, rallentandone la caduta.
Se si verifica la caduta
libera, significa che nulla lungo il percorso esercita una forza che lo
rallenta, e, per la terza legge di Newton,
l’oggetto che cade non si sta scontrando con niente lungo il
suo percorso.
Quando la parte
superiore di un edificio cade ci si aspetta che impatti la sezione
inferiore con grande forza, come un’incudine sul piede. Una
tipica demolizione controllata sfrutta questo: la forza dirompente dei
piani superiori contribuisce alla demolizione, e diminuisce la
quantità di esplosivi necessari. Questo, tuttavia, non
è quello che è successo nella caduta del WTC-7
l’11 Settembre 2001.
Sappiamo che la parte in
caduta di quest'ultimo non ha schiacciato i livelli inferiori
dell’edificio stesso perché è caduta alla
velocità di caduta libera. Non è
caduta soltanto ad una velocità simile a quella di
caduta libera. È caduta per circa 2,25 secondi a una
velocità perfettamente
di caduta libera, come ha ammesso anche il rapporto
definitivo NCSTAR-1A del NIST sul WTC-7:
Traduzione della
parte evidenziata in rosso: "una
caduta libera di approssimativamente otto piani ad accelerazione di
gravità per approssimativamente 2,25 secondi".
Se la parte in
caduta
dell’edificio si fosse scontrata con la parte inferiore,
quest’ultima avrebbe opposto una resistenza uguale e
contraria. Ma questo
avrebbe rallentato la caduta. Dal momento che la
caduta non è stata per niente rallentata, ne possiamo
dedurre che non c’è stata alcuna interazione,
né da una parte né dall’altra.
Ma
com’è possibile?
Le esplosioni nell'edificio 7
furono udite
da numerose persone quel giorno. Una di queste è stata
registrata su un video reperibile su You Tube nel quale alcuni vigili
del fuoco, attorno a un telefono pubblico, telefonano a casa per
rassicurare le proprie famiglie di stare bene. Sono poi spaventati
improvvisamente da un fortissimo rumore, un'inconfondibile esplosione.
Questa è una di quelle che si verificarono molto tempo prima
il crollo dell'edificio 7:
Poco prima del collasso
definitivo, l'attico est e le colonne sottostanti cedettero
improvvisamente. Il NIST (l'agenzia governativa assegnata ad indagare
il
crollo di questo edificio) attribuisce il cedimento dell'attico est al
cedimento di una singola
colonna, la numero 79, in un complesso scenario
che
coinvolge la dilatazione termica delle travi di sostegno della colonna.
Ma
è più probabile che almeno due, o forse tre
colonne fossero state "tirate via" simultaneamente. Tre colonne a
sostegno dell'attico est. (Nell'immagine sottostante, le colonne di
sostegno del WTC-7 - la n° 79 è cerchiata in rosso.)
Uno dei nostri colleghi tedeschi ha
sottolineato il fatto che l'attico est fosse sceso attraverso l'intero
palazzo ad una velocità vicina a quella di caduta libera,
evidenziata dall'increspatura del riflesso delle finestre visibile
durante il crollo. Eppure l'esterno dell'edificio ha mantenuto la sua
integrità.
Il NIST sostiene che il
cedimento delle loro colonna chiave ha portato ad un crollo progressivo
dell'interno palazzo, lasciando solo un "guscio vuoto". Il collasso
dell'edificio, visto in numerosi video, è descritto dal NIST
come il collasso della "facciata", (il guscio vuoto). Essi non hanno
nessuna provaa sostegno
di questo scenario, tuttavia, ve ne sono
numerose che lo
contraddicono. Dopo il cedimento
dell'attico est non ci sono distorsioni visibili dei muri, ed in quel
momento si sono rotte solo poche finestre. Se il fallimento delle
colonne interne si fosse propagato per l'intero edificio, come
asserito dal NIST, di sicuro si sarebbe propagato alle pareti esterne
fino a farle deformare o cedere. (deformando maggiormente i muri
esterni, tra l'altro, è esattamente ciò che
è stato indicato nella animazioni prodotte mediante la
simulazione al computer - NIST - del crollo.)
In realtà, i
video (come quello qui sotto) mostrano che l'esterno dell'edificio
durante questo primo periodo
è rimasto rigido. All'inizio del crollo si
può
vedere che l'edificio si
affloscia improvvisamente. La fiacchezza
della
struttura in caduta libera è evidenziata dal contrasto con
la rigidità che aveva inizialmente.
Inoltre, ci
sono enorminubi piroclastiche
di polvere, simili a una eruzione vulcanica, che
si riversarono nelle strade a seguito del crollo definitivo
dell'edificio. Se quello che abbiamo visto è stato solo il
crollo della facciata, perché la nube di polveri non
arrivò prima,
ossia quando il NIST afferma che siano crollati i molto più
voluminosi interni? E perchè
l'attico ovest è crollato solo dopo, insieme all'esterno
dell'edificio?
La
struttura portante
è chiaramente rimasta fino alla fine, ed è stata
rimossa, insieme al resto del supporto dell'edificio, tutta in una
volta. Il NIST fa fatica a
trovare uno scenario plausibile, che gli permetta di sfuggire alle
conseguenze di ciò che è chiaramente visibile.
Per la maggior parte
della gente, guardare semplicemente il crollo è tutto
ciò che serve. La maggior parte della gente non è
stupida. La maggior parte della gente è in grado di
riconoscere la differenza tra una demolizione ed il cedimento naturale
di un edificio, senza che ci sia nient'altro da aggiungere. Se non
avete mai visto il crollo dell'edificio 7 è possibile anche
fermarsi a chiedersi del perché i media mainstream non lo
abbiano ripetutamente mostrato (come hanno fatto con le Torri Gemelle).
Dopo il crollo
dell'attico est, trascorsi alcuni secondi, dopo che quello a ovest ha
cominciato a crollare, quasi nello stesso tempo la linea del tetto del
palazzo si incurva vicino al centro, poi tutto il sostegno per tutta la
larghezza del palazzo è rimosso improvvisamente, un certo
numero di finestre poste in verticale sotto l'attico ovest si rompono
contemporaneamente, l'edificio si accascia su se stesso, e in una
frazione di secondo passa dal pieno supporto della caduta libera.
Non sto usando il
termine "caduta libera" alla leggera, qui. Ho usato uno
strumento di analisi video per misurare accuratamente la
rapidità dell'edificio in caduta, usando fotogrammi della
CBS provenienti da una telecamera fissa che inquadrava quasi
perfettamente la parete nord. Un filmato che mostra queste misurazioni
è il seguente (disponibile anche qui):
Ho
calibrato le mie
misurazioni usando le altezze di due punti dell'edificio fornite nel
rapporto NIST sul WTC 7 pubblicato nell'Agosto del 2008, quindi so che
la proporzione dell'immagine ("picture scale") è buona. Le mie misurazioni
indicano che con un
inizio del crollo improvviso, l'edificio
è caduto letteralmente in caduta libera per circa 2,25
secondi. Questo equivale approssimativamente a una caduta
di 8 piani
durante la quale la parte di edificio in caduta non ha incontrato
alcuna resistenza. Poi per ulteriori 8 piani ha incontrato
una
resistenza minima, durante la quale ha continuato ad accelerare, ma ad
una velocità inferiore rispetto alla caduta libera. Solo
dopo questi 16 piani di caduta la parte dell'edificio che stava
precipitando ha interagito significativamente con la parte di edificio
sottostante e ne è stata rallentata.
La caduta
libera
è imbarazzante per la versione ufficiale perché
è impossibile che si verifichi in un edificio che crolli in
modo naturale. In un crollo naturale ci sarebbe
interazione tra la
parte in caduta e quella stabile dell'edificio. Tale interazione
causerebbe la distruzione di entrambe le parti e rallenterebbe la
sezione in caduta. Ho effettuato misurazioni su varie demolizioni
controllate, usando strumenti informatici simili, e ho scoperto che
crollano tipicamente con
un'accelerazione notevolmente inferiore alla
caduta libera. L'edificio 7 non solo è stato
demolito, ma
è stato distrutto usando una quantità di energia
tremendamente esagerata.
La caduta libera era
così imbarazzante per il NIST che nella versione preliminare
del loro rapporto finale rilasciata nell'Agosto del 2008 allo scopo di
rispondere pubblicamente a eventuali commenti, il fatto che fosse
avvenuta una caduta libera è stato negato e rozzamente
nascosto con l'affermazione secondo cui il crollo ha
richiesto il 40%
del tempo in più rispetto a quello che avrebbe impiegato in
caduta libera. Hanno affermato che il crollo reale fino al 29esimo
piano ha impiegato 5,4 secondi, mentre la caduta libera avrebbe
richiesto solo 3,9 secondi. Sono arrivati a questi risultati usando
solo due dati: il tempo che il tetto ha impiegato a raggiungere il
livello del 29esimo piano, e un
inizio del crollo artificialmente
anticipato di diversi secondi rispetto all'improvviso ed
evidente
inizio reale della caduta libera. Hanno fatto partire il cronometro tra
il collasso dell'attico est e quello ovest, quando l'edificio ancora
non si stava muovendo. Hanno detto di aver visto un
cambiamento di un
unico pixel che avrebbe innescato quello che secondo loro è
l'inizio del crollo, ma chiunque abbia lavorato con quei filmati
riconoscerebbe che le imperfezioni nell'immagine dell'edificio rendono
un ragionamento simile irrealistico. Inoltre, anche se ci fosse stato
un leggerissimo movimento dell'edificio in quell'istante, esso
è poi rimasto
immobile per diversi secondi prima
dell'improvviso inizio del crollo in caduta libera.
La copertura del NIST
è sottolineata dal fatto che la formula che hanno usato come
base per i loro calcoli sulla caduta libera è valida solo in
condizioni di accelerazione costante. Loro invece hanno
applicato quell'equazione a una situazione molto lontana dall'essere di
accelerazione uniforme. In realtà, l'edificio è
rimasto fondamentalmente immobile per vari secondi, poi è
precipitato in caduta libera, poi ha continuato a cadere con
un'accelerazione inferiore. Le loro analisi rivelano
o grave incompetenza o un maldestro tentativo di occultamento della
verità. (E' importante fare occasionalmente un
passo
indietro e considerare il contesto di questi eventi. Questa non
è stata solo una copertura di fatti imbarazzanti. E' stata
una copertura di fatti relativi all'uccisione di 3.000 persone e che
sono stati parte della giustificazione per una guerra che ne ha uccisi
ben più di un milione.)
Ho avuto
l’occasione di confrontarmi con il NIST circa la caduta
libera, facilmente dimostrata, ad un briefing tecnico il 26 Agosto
2008. Io e diversi altri scienziati e ingegneri abbiamo inoltre
depositato delle “richieste di correzione”
ufficiali nei giorni che seguirono. Quando loro rilasciarono il
rapporto finale nel Novembre del 2008, con grande stupore da parte
della comunità per la verità sull’11
Settembre, corressero le
loro misurazioni della caduta
dell’edificio, e ammisero anche che si era
verificata una caduta
libera per 2,25 secondi. In ogni caso, hanno inserito il
periodo di
caduta libera in un quadro di una ipotetica “sequenza di
crollo trifase” che ancora occupa 5,4 secondi.
La ricorrenza di questi
5,4 secondi, anche in un’analisi completamente corretta,
è sconcertante sino al momento in cui se ne capisce il
contesto. Shyam Sunder,
a capo dell’investigazione del NIST,
nel briefing tecnico del 26 Agosto 2008 disse all’udienza che
il loro modello di collasso al computer aveva previsto che il crollo
arrivasse sino al 29° piano in 5,4 secondi, ben oltre i 3,9
secondi richiesti in caduta libera. Dai quegli eventi del briefing
tecnico sembrava che un team, guidato dall’ingegnere
strutturale John Gross, avesse appositamente inventato
un’osservazione di 5,4 secondi per poi poter far coincidere
esattamente le previsioni. Chiunque abbia esperienza in misurazioni di
laboratorio si sarebbe aspettato una certa presenza di inaccuratezza
tra la previsione e la misurazione. Loro ne sarebbero usciti veramente
alla grande con un modello al computer che avesse previsto il tempo di
collasso con un margine inferiore al 10%. Invece no, la loro
analisi combaciò precisamente con la previsione, al decimo
di
secondo.
Tenete presente che il loro modello al computer era stato
costruito in assenza del vero acciaio, che era stato da tempo portato
via e distrutto. Stando ai registri del NIST, non rimane più
nulla dell’acciaio dell’edificio n°7.
(Fermatevi a ponderare questo fatto per un momento.
Qualsiasi persona
che abbia visto CSI sa di quale importanza sia preservare le prove
fisiche in una scena del crimine. Distruggere una scena del crimine
è a sua volta un crimine, eppure è ciò
che è successo nel post 11 Settembre, ed è
avvenuto durante le forti proteste dei vigili del fuoco e altri che
avevano realmente a cuore la scopertà della
verità.)
Tornando alla nostra storia. Il modello
computerizzato del NIST aveva previsto che servissero 5,4 secondi
perché l’edificio crollasse sino al 29°
piano. John Gross e il suo team analizzarono in che momento la linea
del tetto raggiungeva il 29° piano, poi stabilirono un inizio
di crollo esattamente 5,4 secondi prima per poter dare una
misurazione
che combaciasse con il modello al decimo di secondo. Presero il loro
tempo d’inizio diversi secondi in anticipo, quando ancora non
stava succedendo niente, rispetto al vero inizio della
caduta libera.
L’edificio è rimasto semplicemente lì, fermo,
con il
cronometro già partito, per diversi secondi. Poi
è
collassato improvvisamente e ha continuato in caduta libera per 2,25
secondi.
Quindi, il NIST ora
ammette il fatto che c’è stata caduta libera. Come
la spiegano? Non lo fanno. Semplicemente affermano, senza
un’elaborazione, che la loro analisi del collasso a tre fasi
è in linea con la loro ipotesi del collasso causato da
incendi. L’unica cosa dell’analisi a tre fasi che
è coerente con la loro ipotesi di collasso è la
durata totale di 5,4 secondi, che
è stata misurata ingannevolmente a partire da
un momento arbitrariamente scelto da loro.
In altri termini, loro
non fanno nessun
tentativo di spiegare i 2,25 secondi di caduta libera.
Se ne sono stati alla larga senza darne ulteriori spiegazioni.
Rimane
il dato di fatto che la caduta libera non è compatibile con
nessun scenario naturale che coinvolga indebolimento,
destabilizzazione
o collasso, perché in ognuna di queste situazioni ci
sarebbero grandi forze di interazione con la struttura sottostante che
avrebbero rallentato
la caduta.
Tenendo presente che nemmeno
le
normali demolizioni controllate distruggono materiale a
sufficienza da
permettere una perfetta caduta libera, come può un processo
naturale causato da incendi essere maggiormente distruttivo? Aggiungete
a questo il sincronismo nella distruzione del supporto per tutta la
lunghezza dell’edificio, evidenziata dalla posizione
orizzontale della linea del tetto durante la caduta, l’inizio
improvviso del collasso e il passaggio immediato da una situazione di
piena stabilità a una caduta libera.
Non può
essere possibile un collasso naturale con caduta libera.
Non
è quello che è successo. Non poteva succcedere.
Nonostante ciò, la caduta libera è avvenuta.
Ciò significa che non si trattava di collasso naturale.
Ulteriori forze oltre al peso della parte superiore della struttura
hanno improvvisamente distrutto e rimosso le colonne portanti in almeno
otto piani in tutta la lunghezza e profondità
dell’edificio, nel giro di una frazione di secondo.
La caduta libera
dell’edificio 7 è una delle più
lampanti “pistole fumanti” che dimostra la presenza
di esplosivi piazzati negli edifici del World Trade Center prima
dell’11 settembre 2001.
Vedi anche le FAQ sul crollo del WTC-7 per maggiori prove della falsità della versione ufficiale.