LA CIA -QUASI- IN RIVOLTA

(Tratto da www.effedieffe.com)



LA CIA (QUASI) IN RIVOLTA
Di Maurizio Blondet.

“Una rivolta nella Cia”, ha scritto il Wall Street Journal. Anche se l’insorto è solo uno, e si è dimesso da pochi giorni.
Si tratta di Mike Scheuer, per 22 anni alto dirigente dell’Agenzia, e già capo della squadra che dava la caccia a Bin Laden nel dipartimento Contro-terrorismo. Scheuer ha violato il patto che le spie stringono coi loro capi: tenere in ogni caso la bocca chiusa.
Al contrario, Scheuer ha alzato la voce: per dire che l’Amministrazione se ne infischia di catturare Bin Laden e smantellare Al Qaeda; e che ha preferito lanciare “una guerra premeditata, non provocata e condotta avaramente verso un nemico che non rappresentava alcuna minaccia imminente” (Saddam Hussein) “ma la cui sconfitta offriva la prospettiva di vantaggi economici”.
Da due anni Scheuer alza la voce in questo modo. L’ha fatto firmando come “Anonimo” due libri (“Through Enemy Eyes” e “Imperial Hubris”) ferocemente critici del modo in cui la Casa Bianca sta guidando la guerra al terrorismo; e dato il successo dei libri, sta lasciando interviste a tutti i media. Fatto istruttivo: la Cia non può impedirgli di scrivere e di parlare, perché Scheuer si avvale del diritto di espressione sancito dal Primo Emendamento della Costituzione americana.

Ai giornalisti di regime, che gli rimproverano la rottura della lealtà doverosa per una superspia, Scheuer risponde: “ho esaurito tutti i gradi interni per far conoscere quel che non va nell’Agenzia; ho anche testimoniato davanti alla Commissione sull’11 Settembre. Ora penso all’americano medio, è importante che sia informato”.
Charles Battaglia, già direttore dello staff della Commissione Intelligence del Senato, dice: “per molti Scheuer è pazzo a parlare così. Ma altri pensano che agisce con coraggio in base alle sue convinzioni”.

Il punto è che Scheuer, probabilmente, dà voce a sentimenti di rabbia e frustrazione assai diffusi nella Cia. Il capo della Cia George Tenet e il suo vice James Pavitt si sono dimessi l’estate scorsa, quando era chiaro che l’asse Bush-Cheney-Rice- Rumsfeld stava per gettare sull’agenzia tutte le colpe per le negligenze dell’Amministrazione prima e dopo l’11 Settembre.
Donald Rumsfeld si è sempre dichiarato insoddisfatto dei rapporti della Cia sull’Irak, che avevano la colpa di non essere abbastanza allarmisti sulle armi di distruzione di massa di Saddam, e i neo-cons del Pentagono costituirono un loro privato servizio d’intelligence, che scavalcò la Cia e fornì i dati “pepati” e falsi sulle inesistenti armi di Saddam, con cui Colin Powell si coprì di ridicolo all’Onu. Ora, l’Amministrazione Bush sta per creare la figura mai prima esistita di superdirettore dell’intelligence, che sovrintenderà a tutti i servizi informativi e di spionaggio degli Usa: è chiara l’intenzione di mettere la Cia sotto tutela politica dei neocons.
 

Maurizio Blondet.

 

 

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