PER SCATENARE LA GUERRA CON L'IRAQ, BUSH AVEVA PROGETTATO UN FALSO ATTACCO





Per scatenare la guerra, Bush voleva ingannare Saddam con un finto velivolo Onu.
Tratto da PeaceReporter.net.

Era convinto che Saddam Hussein non avesse rispettato le risoluzioni dell’Onu che imponevano il disarmo dell’Iraq e l’accesso libero agli ispettori. Ma le prove per convincere il Consiglio di sicurezza mancavano. Ne serviva una entro poco tempo, per giustificare un’invasione la cui data era già decisa.

Così, George W. Bush ebbe un’idea: far volare sopra l’Iraq un aereo spia americano “travestito” con i colori dell’Onu. Se Saddam avesse sparato a un velivolo Onu, allora sì che ci sarebbero state le prove di una violazione delle risoluzioni. E la guerra sarebbe stata legale.


Un’idea rimasta sulla carta. Ma che fu discussa con il primo ministro britannico Tony Blair, con il quale il presidente statunitense si incontrò il 31 gennaio del 2003. Di quell’incontro è emerso ora un documento segreto, rivelato in un libro appena uscito in Inghilterra (Lawless World, mondo senza legge) a opera di Philippe Sands, professore di giurisprudenza all’University College di Londra. All’incontro, presenti anche altri funzionari dei due Paesi tra cui l’allora consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice, Bush illustrò a Blair l’opzione dell’aereo mascherato e aggiunse che era anche possibile “trovare un disertore che esponga pubblicamente (mentendo) i piani di Saddam sulle armi di distruzione di massa”, oppure “che Saddam sia assassinato”.

Blair confermò di “stare dalla parte del presidente” e di “essere pronto a qualunque cosa per disarmare Saddam”. Ma fece notare che una seconda risoluzione del Consiglio di sicurezza avrebbe costituito una polizza d’assicurazione, nonché una solida copertura internazionale che soddisfacesse anche i Paesi arabi. Bush spiegò che gli Stati Uniti avrebbero messo “tutto il loro peso negli sforzi per ottenere un’altra risoluzione, ‘torcendo le braccia’ e ‘persino minacciando’ il dittatore iracheno. Ma aggiunse che anche se tutti questi tentativi fossero falliti, “si sarebbe comunque passati all’intervento militare”, specificando anche che la data dell’invasione era stata programmata per il 10 marzo. Dato che la guerra cominciò poi effettivamente il 20 marzo, l’incontro è un’ulteriore conferma per chi pensa che la guerra all’Iraq era già stata decisa a tavolino dall’amministrazione americana.
 
“Credo che nessuno si possa stupire del fatto che ci fosse l’ipotesi di usare aerei spia per controllare la situazione”, ha detto l’autore del libro, Philippe Sands, “ma ciò che sorprende è l’idea di dipingere l’aereo con i colori dell’Onu per provocare un attacco che avrebbe giustificato una violazione delle risoluzioni. Sembra chiaramente un inganno che solleva dubbi di legalità, sia dal punto di vista della legge nazionale sia da quello del diritto internazionale”.

All’incontro Bush e Blair discussero anche dei possibili scenari che si sarebbero aperti una volta uscito di scena il raìs iracheno. Secondo il presidente statunitense, era “improbabile che scoppiasse una guerriglia tra i diversi gruppi etnici e religiosi” dell’Iraq. Vista la situazione attuale, a meno che non siano anche questi gruppi travestiti da qualcos’altro, sembrerebbe un’altra valutazione dell’intelligence che non si è dimostrata corretta.


[Insomma, questo piano del finto velivolo ONU era una sorta di Piano B, da utilizzare in caso l'11 settembre non fosse stato sufficiente a convincere l'opinione pubblica americana a sostenere una guerra contro l'Iraq. Poi invece non ci fu nessun bisogno di utilizzarlo perché gli americani erano già per la maggior parte a favore dell'invasione, e quindi il Piano A (l'11 settembre) è bastato ad ottenere lo scopo.)





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