L'FBI non ha prove che Bin Laden è l’autore dell’11
settembre.
Di Maurizio Blondet. Tratto da
www.effedieffe.com
L'FBI ricerca Bin Laden per terra e per mare.
Lo dimostra la lista e il manifesto, posto anche sulla rete dall'FBI, dei "Ten
Most Wanted Fugitive".
Ma il giornalista Ed Haas, che gestisce il sito Muckraker Report, ha fatto una
scoperta illuminante: nel manifesto, l'FBI non menziona Osama come autore o
mandante del mega-attentato dell'11 settembre (1).
Osama è ricercato, dichiara il manifesto, solo per gli attentati dinamitardi contro
l'ambasciata USA a Dar es Salaam in Tanzania e a Nairobi in Kenia, in cui -era
il 7 agosto 1998- morirono 200 persone. Inoltre, lo si "sospetta" di "altri
attentati terroristici nel mondo", non meglio specificati (scarica
il manifesto .pdf dal sito dell'FBI).
Non una riga sull'11 settembre.
Com'è possibile?
Haas ha telefonato alla sede dell'FBI ed ha parlato con Rex Tomb, il capo della
"Investigative Publicity", ossia il funzionario FBI responsabile della redazione
dei manifesti e delle liste dei ricercati.
«Bin Laden», ha spiegato Tomb, «non è stato formalmente incriminato per i
fatti dell'11 settembre». Ed ha illustrato la procedura legale relativa:
«l'FBI raccoglie le prove o indizi a carico. Una volta raccolti, gli indizi sono
sottoposti al Dipartimento della Giustizia, che valuta se i dati sono
sufficienti per presentarli a una giuria federale (grand jury). Per gli
attentati del '98, Osama Bin Laden è stato formalmente indiziato ed incriminato
da un gran giurì federale. Non è stato formalmente accusato per l'11 settembre,
perché l'FBI non ha prove sicure (hard evidence) che colleghino Bin Laden a
quell'attentato (anche perchè egli stesso ha
sempre negato ogni partecipazione)».
Il punto è che la Casa Bianca ha invaso Afghanistan e Iraq con la motivazione di
voler catturare Bin Laden in quanto mandante dell'attentato alle Twin Towers;
e la propaganda governativa americana ha ripetuto fino alla nausea che Bin Laden
era il nemico pubblico numero uno, colpevole della morte di oltre 3 mila
persone, che era stata tutta opera sua, ecc. ecc.
Infinite dichiarazioni di Bush, Cheney e Rumsfeld sono in questo senso
inequivocabili.
E invece, ora si scopre che l'FBI in realtà non ha prove sicure sulla colpevolezza di Osama: e ciò cinque
anni dopo i fatti, visto che la telefonata di Haas all'FBI è del 5 giugno 2006.
Si è sempre creduto che gli USA avessero la "prova" decisiva in un
video-confessione esibito dalle stesse autorità americane il 13 dicembre 2001, e
che hanno detto aver trovato per puro caso (Dove? Come? Non si sa) dopo l'invasione
dell'Afghanistan.
E' quel video, forse lo ricorderete, dove Bin Laden - o più precisamente un Bin
Laden notevolmente più anziano, più massiccio e più olivastro di quello che
appare in tutti gli altri video - riceveva alcuni dignitari islamici in
un'abitazione isolata in un paesaggio roccioso, rideva e ringraziava Allah per i
fatti dell'11 settembre (si può vedere il confronto fra i due Bin Laden
qui).
La TV tedesca Canale 1, fatto eseguire un esame
del video, ne trovò la traduzione fornita dagli USA "imprecisa e
manipolatoria".
Nel video, il grasso, vecchio e scurissimo Osama lodava per nome i suoi
cosiddetti "martiri", fra cui, guarda caso, Wail M. Alshehri e Salem Alhazmi: due innocenti che
avevano già reso noto pubblicamente di essere
ancora
vivi ed innocenti.
Insomma, quel video è un falso, e nemmeno
l'unico.
Ma non era un falso per Bush, che guarda caso lo proclamò "una devastante dichiarazione di
colpa".
Né lo era per Rumsfeld, che nell'occasione sancì: "non c'erano dubbi sulla colpevolezza
di Bin Laden per i fatti dell'11 settembre anche prima della scoperta del
video". (Viene da chiedersi da dove gli arrivi tutta questa sicurezza in
assenza di prove).
Il senatore repubblicano Richard Shelby dichiarò allora: "questo video è
essenziale per quella gente del mondo esterno (sic!) che non crede che Bin Laden
sia coinvolto nell'11 settembre".
Ma evidentemente, nemmeno l'FBI ci crede.
Non ha esibito il video come "hard evidence" al dipartimento della giustizia,
per ottenere una incriminazione formale dal gran giurì. Per controllo, Haas ha
provato a verificare se esista una qualche autenticazione del video da parte di
qualche organo del governo.
Risultato: zero.
Insomma, benchè la Casa Bianca, il Pentagono, il
Congresso, i "grandi media" e
l'opinione pubblica generale siano sicurissimi che Osama Bin Laden sia
l'architetto dell'11 settembre, benchè questa illazione senza fondamento (perchè
questo è) ci sia stata ripetuta fino alla nausea per anni come se fosse un dato
di fatto, egli non ne è accusato ufficialmente dai
soli organi che contano in senso legale.
Maurizio Blondet.
Note e fonti:
1) Ed Haas, «FBI says, no hard evidence connecting Bin Laden to 9/11»,
muckraker Report, 6 giugno 2006.