PERCHE' LA VERSIONE UFFICIALE SUL CROLLO DELLE TORRI GEMELLE E' FALSA
(Vedi anche: "Tutte le bugie Rapporto Ufficiale", e "Rapporto sull'11 settembre: Omissioni e Distorsioni".)
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Il crollo del World Trade Center: perchè la versione
ufficiale non può essere vera.
Tratto da
www.luogocomune.net
Questa è la traduzione integrale del testo originale (autorizzato) del Dr. David Ray Griffin intitolato: "The Destruction of the World Trade Center: Why the Official Account Cannot Be True" pubblicato per il www.911truth.org il 29 gennaio 2006.
Nel libro "La nuova Pearl Harbor: domande scomode
sull'Amministrazione Bush e l'11 settembre"
(2004) ho riassunto dozzine di fatti e verbali che proiettano ombre sulla
versione ufficiale
dell'11 settembre. Poi, nel successivo "Rapporto della commissione 9/11: errori
ed omissioni"
(2005 a), ho parlato del modo in cui questi elementi sono stati esaminati dalla
Commissione, cioè
distorcendoli o semplicemente omettendoli. Ho poi optato per un discorso generale, esaminando l'argomento in tutte le sue sfaccettature, nei miei precedenti scritti e discorsi sull'11 settembre (Griffin, 2005 b e 2005 e b).[1] Questa impostazione, che espone ogni aspetto problematico della versione ufficiale, è la più efficace per metterla in discussione. Tuttavia questo modo di presentare i fatti ha un grosso limite, specialmente in discorsi ed articoli. Ciò implica che l'esposizione di ogni singola questione debba essere piuttosto concisa, quindi superficiale. Di conseguenza la gente può pensare che un trattamento più approfondito di ogni singolo aspetto potrebbe far sembrare la versione ufficiale plausibile, dopo tutto. In questo scritto, mi concentro su una sola questione: perché le torri gemelle e l'edificio 7 del World Trade Center siano crollate. Il vantaggio nell'adottare questo metodo, oltre la possibilità di scendere
piuttosto nel
dettaglio, è che la distruzione del World Trade Center rappresenta una delle
migliori opportunità
per comprendere la verità sull'11 settembre. |
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1. Il crollo delle torri gemelle
Poco dopo l'11 settembre, il presidente Bush ha avvisato la popolazione che non
avrebbe tollerato
"Oltraggiose teorie della cospirazione riguardanti e gli attacchi dell'11
settembre" (Bush,
2001).[2] Philip Zelikow, che ha presieduto il lavoro della commissione 9/11,
allo stesso modo ha
messo in guardia contro le "Oltraggiose teorie della cospirazione" (Hansen,
2005). Cosa vogliono
dire queste persone utilizzando tale espressione? Non possono voler dire che
dobbiamo rigettare
tutte le teorie della cospirazione sull'11 settembre, perché anche la versione
del governo è una
teoria della cospirazione, dove i cospiratori sono tutti membri di Al Qaeda.
Loro intendono solo
che dovremmo rigettare le teorie oltraggiose.
Ma cosa distingue una teoria oltraggiosa da una non oltraggiosa? Questa è una
dei temi
fondamentali nella filosofia della scienza. Quando vengono confrontati da teorie
rivali - ad
esempio l'evoluzione neo- darwiniana e l'Intelligent Design - gli scienziati e i
filosofi della
scienza si chiedono quale teoria sia la migliore e perché. Ciò che
contraddistingue una buona
teoria è che essa può spiegare in modo coerente, tutti o perlomeno la maggior
parte dei fatti
rilevanti senza essere contraddetta da nessuno di essi. Una teoria è scadente
quando viene
contraddetta da alcuni dei fatti rilevanti. Una teoria oltraggiosa potrebbe
essere una che venga
contraddetta da praticamente tutti fatti rilevanti.
Tenendo a mente questa definizione, diamo un'occhiata alla teoria ufficiale
riguardo le torri
gemelle, che sostiene che esse siano crollate a causa dell'effetto combinato
dell'impatto degli
aeroplani e dei conseguenti incendi. Il rapporto stilato dalla FEMA sosteneva:
"Il danno
strutturale ad ogni torre causato dall'impatto, insieme al successivo incendio,
ha determinato il
crollo di ogni edificio" (FEMA, 2002).[3] Questa teoria fa chiaramente parte di
quelle
oltraggiose, poiché viene contraddetta da praticamente tutti i fatti principali.
Anche se questa
conclusione può sembrare estrema, spiegherò perché in realtà non lo è.
Nessun crollo in precedenza determinato da incendi
La versione ufficiale è resa implausibile da due problemi principali. Il primo è
il semplice
fatto che il fuoco non ha mai - prima o dopo l'11 settembre - causato il crollo
di grattacieli
con un'intelaiatura in acciaio. I difensori della versione ufficiale menzionano
raramente, se mai
lo fanno, questo semplice fatto. In verità, quello che si suppone sia il
definitivo rapporto del
NIST - il National Institute of Standard and Technology (2005) - sottintende
addirittura che i
crolli di edifici in acciaio causati dal fuoco siano eventi normali (Hoffman,
2005). [4] Lontano
dall'essere normali, comunque, simili crolli non sono mai accaduti, esclusi
quelli presunti
dell'11 settembre.
Chi difende la versione ufficiale, naturalmente, sostiene che i crolli non sono
stati causati
unicamente dagli incendi, ma da questi ultimi combinati col danno causato dagli
aerei. Le torri,
comunque, sono state progettate per sopportare l'impatto di aerei della
dimensione circa di un
Boeing 767. [5] Hyman Brown, il responsabile progettuale delle torri gemelle,
dichiarò: "Le torri
sono state progettate, e con un certo margine, per sopportare praticamente ogni
cosa, inclusi
uragani,... bombardamenti, e l'impatto di un aereo" (Bollyn, 2001).
Ed anche Thomas Eager, un professore di ingegneria dei materiali del MIT che
supporta la versione
ufficiale, sostiene che l'impatto degli aerei non sarebbe stato significativo,
poiché "Non è
stato perso un grande numero di colonne dopo l'impatto iniziale e i carichi sono
stati
redistribuiti alle colonne rimanenti in questa struttura altamente ridondante "(Eager
e Musso,
2001, pp. 8-11).
Similmente, il rapporto del NIST, trattando di quanto l'impatto degli aerei
abbia contribuito al
crollo, si focalizza soprattutto sul fatto che gli aerei abbiano rimosso buona
parte del
rivestimento anti-incendio dall'acciaio. [6]
La versione ufficiale del crollo, quindi, si basa essenzialmente sul fuoco,
quindi non può essere
enfatizzato troppo il fatto che il fuoco non abbia mai causato il crollo di
grandi edifici in
acciaio - mai, sia prima il 9/11, che dopo il 9/11, o in qualunque parte del
mondo l'11
settembre, eccetto che presumibilmente a New York - mai.
Si potrebbe sostenere, naturalmente, che c'è una prima volta per tutto, e che un
incendio davvero
straordinario possa portare ad un crollo. Esaminiamo questa idea. Come dovrebbe
essere un
incendio straordinario? Date le proprietà dell'acciaio, le fiamme dovrebbero
essere molto
violente, estese, e durature. Ma gli incendi nelle torri non hanno manifestato
nessuna di queste
caratteristiche.
C'è chi ha sostenuto, per essere precisi, che le fiamme raggiunsero un'altissima
temperatura.
Alcuni speciali in televisione hanno affermato che le torri sono crollate poichè
le fiamme erano
cosi alte da aver fuso l'acciaio. Per esempio, uno speciale della BBC News
riportò questa
dichiarazione di Hyman Brown: "L'acciaio fonde, e 24.000 galloni di carburante
aereo hanno fuso
l'acciaio". Un'altra persona, presentata come ingegnere strutturale, dichiarò:
"E' stato il fuoco
ad affossare gli edifici. Non c'è niente sulla faccia della terra che possa
sopportare quelle
temperature con quella quantità di carburante... le colonne si fonderebbero" (Barter,
2001). [7]
Queste dichiarazioni, in ogni modo, sono assurde. L'acciaio non fonde finché non
raggiunge i
2800° Fahreneit. [8] Inoltre, un incendio alimentato da idrocarburi, come il
kerosene – vale a
dire il carburante degli aerei - può al massimo arrivare a 1700°F, cioè 1100
gradi al di sotto
del punto di fusione dell'acciaio. [9] Possiamo, di conseguenza, mettere da
parte la pretesa che
le torri siano crollate in seguito alla fusione delle colonne di acciaio. [10]
La maggior parte dei sostenitori della versione ufficiale, in realtà, non
affermano questa
assurdità. Sostengono semplicemente che le fiamme abbiano riscaldato l'acciaio
fino al punto in
cui avrebbe perso così tanta della sua capacità di resistenza da essersi
deformato. [11] Per
esempio, Thomas Eager, dicendo che l'acciaio a 1300° perde l'80% della sua
resistenza, conclude
che questo debba essere quello che è successo. Ma perché ciò sia plausibile, le
fiamme sarebbero
dovute essere ancora molto violente.
Ma non lo erano. Alcuni hanno parlato, come abbiamo visto, del kerosene.
Tuttavia la maggior
parte è bruciato molto velocemente nelle enormi palle di fuoco che si sono
sprigionate dopo
l'impatto degli aerei con gli edifici, ed il resto è esaurito nel giro di dieci
minuti [12], dopo
di che le fiamme diminuirono. Fotografie delle torri 15 minuti dopo gli impatti
mostrano incendi
isolati e molto fumo nero, segno della scarsità di ossigeno. Thomas Eager, a
questo proposito, ha
detto che le fiamme raggiungevano "Probabilmente solo i 1200° o i 1300° F" (Eager,
2002).
Ci sono motivi per credere, per di più, che le fiamme non fossero neanche così
intense. Come
mostrano le fotografie, le fiamme non hanno rotto le finestre e non si sono
nemmeno propagate
molto oltre i punti dove sono cominciate (Hufschmid, 2002, p.40). Questa
documentazione
fotografica è supportata dagli studi scientifici condotti dal NIST, che ha
scoperto che delle 16
colonne perimetrali esaminate, "Solamente tre colonne hanno provato che
l'acciaio raggiunse
temperature superiori ai 250°C [482°F],"e nessuna prova che alcuna colonna del
nucleo centrale
avesse raggiunto anche solo quelle temperature (2005, p.88).
Il NIST (2005) sostiene che "Non ne ha dedotto considerazioni su scala generale,
dato che le
colonne esaminate rappresentavano solo il 3% delle colonne perimetrali e l'1%
delle colonne del
nucleo centrale provenienti dai piani interessati dagli incendi ". Che solamente
una minuscola
frazione delle colonne fosse disponibile è stato dovuto, naturalmente, al fatto
che ufficiali
governativi hanno venduto e spedito via immediatamente la maggior parte
dell'acciaio. In ogni
caso, le scoperte del NIST sulla base di questa piccolissima percentuale delle
colonne non sono
irrilevanti. Esse significano che qualunque speculazione che alcune delle
colonne del nucleo
centrale abbiano raggiunto temperature molto più alte sarebbe soltanto, per
l'appunto, pura
speculazione non corroborata da alcuna dimostrazione empirica.
Per di più, anche se gli incendi avessero raggiunto i 1300°F, come Eager
suppone, ciò non implica
che l'acciaio avesse raggiunto quella stessa temperatura. L'acciaio è un
eccellente conduttore di
calore. Mettete a contatto un fuoco con l'estremità di una lunga sbarra di
acciaio e il calore si
diffonderà rapidamente alle altre parti, e ad altri eventuali prezzi di acciaio
ad essa
interconnessi. [13]
Perché le fiamme avessero potuto portare alcune delle colonne d'acciaio ad una
temperatura vicina
a quella da esse stesse sprigionata, sarebbero dovute essere molto estese, in
relazione alla
dimensione degli edifici e alla quantità di acciaio in essi contenuto. Le torri,
naturalmente,
erano gigantesche e contenevano una enorme quantità di acciaio. Un piccolo e
localizzato incendio
di 1300° non avrebbe mai potuto portare nessuna delle colonne di acciaio nemmeno
vicina a quella
temperatura, poiché il calore si sarebbe propagato velocemente per il resto
dell'edificio.
Alcuni difensori della teoria ufficiale hanno sostenuto che le fiamme erano
indubbiamente molto
grandi, e avevano trasformato gli edifici in "Giganteschi incendi". Ma tutte le
prove contrastano
questa affermazione, specialmente se facciamo riferimento alla torre sud, che
crollò per prima.
Questa torre è stata colpita tra i piani 78 e 84, perciò è in quella regione che
sarebbero dovuti
esserci gli incendi maggiori. Brian Clark, un sopravvissuto, ha dichiarato che
quando scese fino
all'80° piano:" Potevi vedere tra i muri e le fessure alcune fiamme... che li
lambivano appena,
non stava divampando un grande incendio ma solo qualche fuoco, che produceva un
po' di fumo che
fuoriusciva dai muri." [14] Allo stesso modo, uno dei capo pompieri che
raggiunse il 78° piano
notò solamente "Due focolai isolati." [15]
La torre nord, per la precisione, ha avuto degli incendi abbastanza estesi e
violenti da far si
che molte persone scelsero di lanciarsi verso la morte. Ma come sa perfettamente
chiunque
possegga un camino od una stufa, anche un fuoco che non danneggia l'acciaio o il
ferro può
bruciare la carne umana. Inoltre in molti casi può essere stato il fumo,
piuttosto che il calore,
a spingere le persone a buttarsi.
In ogni caso, gli incendi, per indebolire le colonne di acciaio, sarebbero
dovuti essere non solo
molto estesi e violenti ma anche molto duraturi. [16] Alle persone è stato
raccontato che le
torri sopportarono incendi di questo tipo, ad esempio la CNN ha sostenuto che
"Incendi molto
intensi abbiano bruciato per molto tempo". Ma ciò non è accaduto. La torre nord
è crollata dopo
un'ora e 42 minuti dall'impatto; la torre sud è crollata dopo soli 56 minuti.
Per comprendere quanto sia ridicola la teoria che i brevi incendi nelle torri
abbiano potuto
portarle al crollo strutturale, possiamo confrontarle con degli altri esempi.
Nel 1988, un
incendio nel First Interstate Bank Building a Los Angeles è divampato per 3.5
ore ed ha distrutto
5 dei 62 piani dell'edificio, ma non sono stati registrati significativi danni
strutturali (FEMA,
1988). Nel 1991, un enorme incendio al Philadelphia's One Meridian Plaza è
durato 18 ore ed ha
distrutto 8 dei 38 piani dell'edificio, ma, secondo il rapporto della FEMA,
anche se "travi e
putrelle si piegarono e torsero ... a causa della pesante esposizione al
fuoco... , le colonne
continuarono a supportare il loro carico senza danni evidenti " (FEMA,1991). A
Caracas, nel 2004,
un incendio in un edificio di 50 piani è durato 17 ore, devastandone
completamente i 20 piani
della parte superiore, tuttavia non è crollato (Nieto, 2004). E noi dovremmo
credere che un
incendio durato 56 minuti abbia portato al crollo della torre sud.
A differenza degli incendi nelle torri, inoltre, quelli a Los Angeles,
Philadelphia e Caracas
sono stati abbastanza violenti da aver distrutto le finestre.
Un altro importante paragone è rappresentato da una serie di esperimenti fatti
in Inghilterra a
metà degli anni '90, per determinare quale tipo di danno potesse essere causato
ad edifici in
acciaio sottoposti ad incendi estremamente violenti, estesi e durati molte ore.
La FEMA,
nell'esaminare questi esperimenti, osservò: "Nonostante la temperatura dei
supporti di acciaio
avesse raggiunto gli 800 -900° C (1500-1700° F) in tre dei test... non si è
verificato un crollo
in nessuno dei sei esperimenti" (1988, Appendix A).
Questi paragoni smascherano l'assurdità della teoria del NIST che le torri siano
crollate poiché
gli aerei avrebbero danneggiato i rivestimenti antincendio delle colonne
d'acciaio. Queste
protezioni assicurano la protezione dall'incendio solo per poche ore, quindi
l'acciaio negli
edifici di Philadelphia e Caracas sarebbe stato esposto direttamente alle fiamme
divampanti per
almeno 14 ore, ed anche in quel caso l'acciaio non si è piegato. il NIST
sostiene, nondimeno, che
l'acciaio nella Torre Sud si sia deformato perchè è stato esposto direttamente
alle fiamme per 56
minuti. [18]
Alcuni difensori della versione ufficiale hanno speculato che ci fosse qualcosa,
relativamente
alle Torri, che le rendesse vulnerabili in maniera particolare al fuoco.
Tuttavia, queste
dichiarazioni non sono corroborate da nessuna prova. Inoltre, come Norman Glover
ha fatto notare:
"Praticamente tutti i grandi edifici sopporteranno un serio incendio nell'arco
della loro
esistenza. Nessun grande edificio, alto molti piani, è mai crollato a causa del
fuoco. Il World
Trade Center stesso ne ha sopportato uno nel 1975; tuttavia, l'edificio
riscontrò danni minori ed
fu riparato e restituito alla piena funzionalità" (Glover, 2002).
Indizi molteplici di una demolizione
controllata
C'è una verità capovolta a proposito del fatto che, a parte per i supposti casi
dell'11
settembre, il fuoco non abbia mai causato il crollo di grandi edifici in
acciaio.
Questa verità è che ogni precedente crollo globale sia stato causato dalla
procedura nota come
"demolizione controllata", in cui esplosivi capaci di tagliare l'acciaio vengono
piazzati in
punti strategici nell'edificio, e detonati secondo una sequenza ben precisa.
Anche sapendo
solamente che le torri sono crollate, di conseguenza, sarebbe naturale presumere
che lo abbiano
fatto a causa di esplosivi.
Questa conclusione a priori, inoltre, è supportata da un'analisi empirica della
particolare
natura dei crolli. Qui arriviamo al secondo maggiore problema della teoria
ufficiale, e
precisamente, che i crolli hanno avuto almeno undici caratteristiche che si
sarebbero potute
aspettare se, e solamente se, fossero stati utilizzati esplosivi. Le riassumerò
brevemente.
Crollo improvviso: In una demolizione controllata, l'inizio del crollo è
repentino. Un momento
prima l'edificio è perfettamente immobile, poi comincia improvvisamente a
crollare. Ma l'acciaio,
quando viene scaldato, non cede ne' si piega improvvisamente. Dunque in crolli
provocati dal
fuoco – se ne avessimo degli esempi – il crollo sarebbe graduale. Le travi e le
putrelle
inizierebbero a deformarsi; le colonne, se soggette a forti sollecitazioni,
comincerebbero a
piegarsi. Ma come mostrano i filmati delle torri, [19] non si sono manifestati
questi segnali,
neanche nei piani immediatamente sopra il danno causato dall'impatto degli
aerei. Gli edifici
erano completamente immobili fino all'inizio dei crolli.
Crollo verticale: La questione principale nella demolizione controllata di un
edificio alto,
confinante con altri palazzi, è che venga giu' dritto fino a collassare sulla
sua stessa base, o
perlomeno vicino, cosi da non provocare danni agli altri palazzi. L'arte della
scienza delle
demolizioni controllate è incentrata soprattutto su questo obiettivo. Come ha
spiegato Mark
Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc. : "Per demolire [un
edificio] come
vogliamo, cosi... che non venga danneggiata nessuna altra struttura" la
demolizione deve essere
"approfonditamente pianificata", usando "gli esplosivi adatti e la giusta
sequenza nel detonarli"
(Else, 2004). [20] Se le torri, alte 110 piani, fossero cadute di lato,
avrebbero causato enormi
danni a molti degli edifici degli isolati vicini. Ma le torri sono venute giù in
verticale. Di
conseguenza, la teoria ufficiale, implicando che il fuoco abbia perfettamente
imitato i crolli
che altrove sono stati prodotti solo da esplosivi sapientemente piazzati,
richiede un miracolo.
La velocità vicina alla caduta libera: Gli edifici abbattuti dalle demolizioni
controllate
collassano in un tempo vicino alla caduta libera. Ciò accade poiché vengono meno
i supporti ai
piani inferiori, cosi che quando i piani superiori crollano non incontrano
alcuna resistenza. Il
fatto che i crolli delle Torri abbiano ricalcato questa caratteristica delle
demolizioni
controllate è stato menzionato indirettamente nel Rapporto della Commissione
9/11, che ha
dichiarato che "La torre Sud è venuta giù in 10 secondi" (Kean e Hamilton, 2004,
p.305) [22]. Gli
autori del rapporto, evidentemente, non hanno pensato che la rapidità del crollo
potesse
contrastare con la versione ufficiale, conosciuta come "effetto pancake".
Secondo questa teoria, i piani sopra quelli che sono stato indeboliti
dall'impatto dell'aereo,
sono crollati sui piani inferiori, innescando una reazione a catena, e
determinando lo
schiacciamento di tutti i piani.
Ma se questo fosse ciò che è accaduto, i piani inferiori, col loro carico di
acciaio e cemento,
avrebbero offerto resistenza. I piani superiori non sarebbero potuti crollare
attraverso quelli
inferiori come se fossero in caduta libera. Comunque, i filmati dei crolli
mostrano che le
macerie in linea col profilo dell'edificio crollavano alla stessa velocità di
quelle all'esterno
[23] (Jones, 2006). Come spiega l'architetto e fisico Dave Heller (2005) :
I piani non possono essersi schiacciati. Gli edifici sono crollati troppo
velocemente. I solai
avrebbero dovuto cedere simultaneamente, per arrivare a terra in un tempo cosi
ridotto. Ma in che
modo? In quello [conosciuto come la demolizione controllata], ogni piano di un
edificio viene
distrutto appena prima che il piano sopra lo stia per colpire. Dunque, i piani
cedono allo stesso
tempo, virtualmente in caduta libera. (Garlic and Glass 6)
Crollo globale: La versione ufficiale è ancora più vistosamente contraddetta dal
fatto che i
crolli sono stati totali: queste torri di 110 piani si sono trasformate in
ammassi di detriti
alti giusto pochi piani. Com'è stato possibile? Il nucleo centrale di ogni torre
era costituito
da una struttura reticolare con 47 imponenti colonne portanti in acciaio. [24]
Secondo l'"effetto pancake", sono venute a mancare le colonne orizzontali di acciaio di
supporto alle
colonne verticali. Ma se è successo questo, le 47 colonne verticali del nucleo
centrale
starebbero ancora in piedi. La Commissione 9/11 se ne è uscita con un'ardita
soluzione a questo
problema. Ha semplicemente negato l'esistenza delle 47 colonne d'acciaio,
dicendo: "Il nucleo
centrale degli edifici era un pozzo d'acciaio cavo, che conteneva gli ascensori
e le scale" (Kean
and Hamilton, 2004, 541 note 1). Voila'! Senza le 47 colonne del nucleo
centrale, il problema
principale scompare.
Il Rapporto del NIST ha provato a spiegare questa che è la questione piu'
pesante, sostenendo che
quando i piani sono crollati, hanno fatto pressione sulle colonne, portando
all'instabilità delle
colonne perimetrali. Ciò ha poi aumentato il carico gravitazionale sulle colonne
del nucleo
centrale, che erano state indebolite in precedenza da fiamme terribilmente alte,
che, secondo il
NIST, hanno raggiunto i 1832°, e questa combinazione di fattori in qualche modo
ha portato al
"crollo globale" (NIST, 2005, pp.28, 143).
Questa teoria deve affrontare due problemi. Primo, l'affermazione del NIST
riguardante la
presenza di incendi molto caldi nel nucleo della struttura manca completamente
di prove. Come
abbiamo già visto, i loro studi non presentano prove riguardo al fatto che le
colonne esterne
avessero raggiunto temperature anche solo di 482°F (250°C), quindi la loro
teoria richiede
un'aggiunta puramente speculativa di più di 1350°F.[25] Secondo, anche se questi
eventi fossero
avvenuti, il NIST non spiega per quale motivo essi avrebbero dovuto provocare un
crollo totale.
Il rapporto del NIST asserisce che il cedimento strutturale si sia verificato
tanto nelle colonne
del nucleo interno, quanto in quelle del perimetro esterno, ma questa rimane una
pura asserzione.
Non c'è alcuna spiegazione plausibile del motivo per cui le colonne, anche se
avessero raggiunto
tali temperature, dovrebbero essersi spezzate o anche solo deformate tanto da
causare un crollo
totale ad una velocità quasi pari a quella di caduta libera.[26]
Acciaio tagliato: nelle demolizioni controllate di edifici a struttura in
acciaio gli esplosivi
sono usati per tagliare a pezzi colonne e travi di questo metallo. Un
rappresentante della
Controlled Demolition, Inc. ha affermato che lo RDX, uno degli esplosivi usati
normalmente,
taglia l'acciaio "come un rasoio taglia un pomodoro". Oltretutto, l'acciaio non
è semplicemente
tagliato, ma è tagliato in pezzi sufficientemente corti da poter essere gestiti
facilmente. Come
la Controlled Demolition, Inc. afferma nella sua pubblicità: "I nostri sistemi
DREXSTM
segmentano i componenti in acciaio in pezzi di un peso tale da poter essere
sollevato dagli
strumenti disponibili".[27]
Questa peculiarità delle demolizioni controllate sembra essere stata presente in
qualche modo
anche nei crolli delle Torri Gemelle. Dopo aver studiato varie fotografie della
scena del crollo,
Jim Hoffman (2004) ha affermato che molto dell'acciaio sembrava "tagliato in
pezzi facilmente
caricabili dai macchinari usati per ripulire Ground Zero.[28]
Polverizzazione del cemento e di altri materiali: un'altra caratteristica delle
demolizioni
controllate è la produzione di grandi quantità di polvere, dato che gli
esplosivi abbastanza
potenti da tagliare l'acciaio polverizzano il cemento e la maggior parte degli
altri materiali
non metallici in piccole particelle. Hoffman (2003) riporta che "quasi tutti i
componenti non
metallici delle torri sono stati polverizzati in polveri fini." [29] Questa
osservazione è stata
fatta anche dal Colonnello John O'Dowd della U.S. Army Corps of Engineers. "Al
WTC", ha detto su
History Channel, "sembrava che tutto si fosse polverizzato" (History Channel,
2002).
Questo fatto crea un problema alla teoria ufficiale, secondo la quale l'unica
energia presente
era quella gravitazionale. Quest'energia sarebbe stata sufficiente a rompere la
maggior parte del
cemento in pezzi piuttosto piccoli, ma non si sarebbe neanche avvicinata alla
quantità necessaria
a trasformare il cemento e quasi tutti i componenti non metallici degli edifici
in minuscole
particelle di polvere.
Nuvole di polvere: un'altra caratteristica comune nelle demolizioni controllate
è la produzione
delle nuvole che si vedono quando le esplosioni gettano le polveri fuori
dall'edificio con grande
energia. I crolli delle torri, come si può notare confrontando i vari filmati
presenti sul web,
hanno prodotto nuvole molto simili a quelle prodotte dalle demolizioni
controllate di altre
strutture, come ad esempio il Seattle's Kingdome. L'unica differenza è che le
nuvole prodotte
durante il crollo delle torri erano in proporzione molto più grandi. [30]
Il problema dell'origine dell'energia necessaria si presenta nuovamente. Hoffman
(2003),
basandosi sull'espansione della nuvola di polvere della Torre Nord, calcola che
l'energia
richiesta anche solo da quest'espansione, ignorando quella necessaria a tagliare
l'acciaio e
polverizzare il cemento ed altri materiali, eccedeva di almeno 10 volte
l'energia gravitazionale
disponibile.
Il resoconto ufficiale, quindi, implica una grave violazione delle leggi della
fisica, una
violazione che diventa anche più grave se includiamo l'energia necessaria a
polverizzare il
cemento (senza contare quella richiesta per tagliare l'acciaio).
Oltre all'enorme quantità di energia necessaria, un altro problema della teoria
ufficiale è che
l'energia gravitazionale non basta a spiegare la produzione di queste nuvole di
polvere. Questo è
evidente soprattutto nei primi secondi dell'evento. Hoffman afferma: "Sono
visibili dense nuvole
di cemento polverizzato emesse nei primi 2 secondi, quando il moto relativo
della cima della
torre rispetto alla porzione intatta era solo di pochi piedi al secondo". [31]
Jeff King (2003) similmente dichiara: "[Una grande quantità di] finissima
polvere di cemento è
stata emessa dalla cima dell'edificio nei primi istanti del crollo... [quando]
le lastre di
cemento [si stavano] scontrando una con l'altra a [solo] 20-30 mph".
L'importanza della dichiarazione di King può essere apprezzata contrapponendola
all'affermazione
di Shyam Sunder, investigatore capo del NIST, secondo la quale nonostante le
nuvole di polvere
prodotte durante i crolli delle Torri Gemelle possano dare l'impressione di una
demolizione
controllata, "è l'effetto "pancaking" dei piani che dà quest'impressione" (Popular
Mechanics,
2005). Il "pancaking", secondo la teoria ufficiale difesa da Sunder, cominciò in
corrispondenza
del piano sottostante i fori provocati dall'impatto degli aerei di linea. Come
fa notare King,
questa teoria non può sostenere il fatto che, come rivelato dalle fotografie e
dai video, le
nuvole di polvere siano state prodotte molto più in alto delle zone di impatto.
Getti orizzontali: un'altra caratteristica comune nelle demolizioni controllate
è l'espulsione
orizzontale di altri materiali, oltre alla polvere, in corrispondenza delle zone
dell'edificio
nelle quali sono stati attivati gli esplosivi. Nel caso delle Torri Gemelle, le
foto e i video
mostrano che "pesanti pezzi d'acciaio sono stati lanciati in tutte le direzioni
a distanze di 500
piedi, mentre i rivestimenti di alluminio sono stati sparati fino a 700 piedi
dalle torri" (Paul
e Hoffman, 2004, p.7). Tuttavia l'energia gravitazionale è, ovviamente,
verticale, quindi non può
neanche cominciare a spiegare questi getti orizzontali.
Anelli di demolizione: ancora un'altra caratteristica delle demolizioni
controllate indotte da
esplosioni sono gli anelli di demolizione, ossia una serie di piccole esplosioni
che corrono
rapidamente attorno all'edificio. Anche questa peculiarità si è manifestata nel
crollo delle
torri. [32]
Rumori prodotti dalle esplosioni: l'uso degli esplosivi per provocare crolli
ovviamente produce
rumori. Come tutte le caratteristiche precedenti, a parte l'acciaio tagliato,
anche questa è
stata notata da testimoni. Infatti, come vedremo più avanti, ci sono molte
testimonianze
dell'esistenza di tali esplosioni prima e durante il crollo delle torri.
Acciaio fuso: l'undicesima caratteristica che sarebbe lecito aspettarsi solo se
degli esplosivi
fossero stati utilizzati per tagliare le colonne d'acciaio sarebbe l'acciaio
fuso; la sua
presenza sul sito del crollo del WTC è stata riportata da molti testimoni,
incluse le due figure
principali implicate nella procedura di asportazione delle macerie, Peter Tully,
presidente della
Tully Construction, e Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition,
Inc.
Tully ha detto di aver visto pozze di "acciaio letteralmente fuso" al sito del
crollo. Loizeaux
ha affermato che molte settimane dopo l'11 settembre, quando si stavano
rimuovendo le macerie,
sono stati trovati "hot spots di acciaio fuso in corrispondenza del fondo dei
vani degli
ascensori delle torri principali fino al settimo piano interrato" (entrambe le
affermazioni sono
riportate in Bollyn, 2004). [33]
Inoltre Leslie Robertson, ingegnere strutturale capo per le Torri Gemelle, ha
affermato: "21
giorni dopo l'attacco, gli incendi stavano ancora bruciando e l'acciaio fuso
scorreva ancora"
(Williams, 2001). La giornalista del Knight-Ridder Jennifer Lin, citando Joe "Toolie"
O'Toole, un
vigile del fuoco del Bronx che ha lavorato per molti mesi prestando soccorso e
rimuovendo le
macerie, ha scritto: "Gli incendi sotterranei hanno imperversato per mesi. O'Toole
ricorda di
aver visto, in febbraio, una gru sollevare verticalmente una trave d'acciaio
dalle profondità
delle catacombe di Ground Zero. 'Gocciolava acciaio fuso' ha detto" (Lin, 2002).
Greg Fuchek,
vice presidente del settore vendite della LinksPoint, Inc., che ha fornito parte
delle
attrezzature informatiche usate per identificare i resti umani ritrovati, ha
descritto le
condizioni lavorative come "infernali", in parte perchè per sei mesi la
temperatura del suolo
variava tra 600 e più di 1500 gradi Fahrenheit. Fuchek ha aggiunto che "a volte,
quando un
lavoratore estraeva una trave d'acciaio dalle macerie, dall'estremità gocciolava
acciaio fuso."
[34]
Questa testimonianza è molto importante, dato che sarebbe difficile immaginare
che cosa, oltre
agli esplosivi ad alto potenziale, avrebbe potuto causare lo scioglimento
dell'acciaio.
L'importanza della natura dei crolli, come è stata delineata da queste 11
caratteristiche, è
dimostrata dal fatto che i tentativi di difendere la teoria ufficiale
tipicamente ne ignorano la
maggior parte. Per esempio un articolo su "Popular Mechanics" (2005), tentando
di smontare quelli
che definisce alcuni dei miti più diffusi sull'11 settembre creati dai "teorici
cospirazionisti",
ignora completamente la rapidità, la verticalità e il carattere improvviso e
totale dei crolli,
evitando anche di menzionare le testimonianze riguardanti l'acciaio fuso, gli
anelli di
demolizione e i suoni delle esplosioni. [35]
2. Testimonianze riguardanti le esplosioni e
relativi fenomeni nei resoconti orali sull'11
settembre
La maggior parte di queste 11 caratteristiche – tutte tranne il taglio delle
colonne centrali e
l'acciaio fuso nelle fondamenta – sono tali che, se verificatesi prima o durante
i crolli delle
torri, possono essere state osservate dalle persone presenti nell'area. Infatti
sono state
raccolte testimonianze riguardanti questi fenomeni fin da subito dopo l'11
settembre da
giornalisti, [36] pompieri, [37] ufficiali di polizia, [38] persone che hanno
lavorato nelle
torri, [39] e un importante esperto di esplosivi, Van Romero, [40] che ha
affermato il giorno
stesso, dopo aver visto i video, che i crolli non solo ricordavano quelli
prodotti da implosioni
controllate, ma dovevano essere stati causati da "alcuni congegni esplosivi
all'interno degli
edifici" perché erano "troppo metodici" per essere risultati casuali degli
impatti degli aerei
(Uyttebrouck, 2001). [41] Alcune di queste testimonianze erano di grande
rilevanza, anche se
poche e sparse. Nessun sostanzioso gruppo di testimonianze è stato reso
prontamente accessibile.
Tuttavia questa situazione è cambiata in modo drastico. Poco dopo l'11 settembre
il New York Fire
Department ha registrato oltre 500 resoconti orali nei quali i vigili del fuoco
e i tecnici per
le emergenze mediche hanno riportato le esperienze vissute quel giorno. [Gli
Emergency Medical
Services sono diventati una divisione interna al Fire Department (Dwyer,
2005a).]
L'amministrazione del sindaco Bloomberg rifiutò però di renderle pubbliche.
Tuttavia il New York
Times, insieme a molti famigliari delle vittime dell'11 settembre, fece causa e,
dopo un lungo
processo, la Corte d'Appello di New York ordinò alla città di rilasciare questi
resoconti orali,
cosa che fece nell'agosto 2005 [42] (Dwyer, 2005b). Il Times li ha poi resi
pubblicamente
disponibili (NYT, 2005). [43]
Questi resoconti orali contengono moltissime testimonianze che raccontano di
esplosioni e
relativi fenomeni tipici delle demolizioni controllate. Riporto di seguito
qualche esempio.
Esplosioni
Molte persone hanno raccontato di esser state testimoni di un'esplosione di poco
antecedente il
crollo di una delle torri. John Sudnik, comandante dei vigili del fuoco, ha
affermato: "abbiamo
sentito... qualcosa che dal rumore sembrava un'esplosione molto rumorosa, quindi
ho guardato
verso l'alto e ho visto la torre due che cominciava a crollare" (NYT, Sudnick, p.4).
Molte persone hanno raccontato di esplosioni multiple. Il paramedico Kevin
Darnowski ha detto:
"Ho sentito tre esplosioni, poi... la torre due ha iniziato a venir giù" (NYT,
Darnowski, p.8).
Il vigile del fuoco Thomas Turilli ha detto: "sembrava quasi il rumore di bombe
che esplodevano,
tipo boom, boom, boom, circa sette o otto" (NYT, Turilli, p.4).
Craig Carlsen ha affermato che lui e altri vigili del fuoco sentirono
"esplosioni provenienti
da... la torre sud. ... Ci sono state circa dieci esplosioni. ... Abbiamo quindi
capito che
l'edificio aveva iniziato a crollare" (NYT, Carlsen, pp.5-6).
Il vigile del fuoco Joseph Meola ha detto: "sembrava che l'edificio stesse
esplodendo su tutti e
quattro i lati. Abbiamo proprio sentito gli scoppi" (NYT, Meola, p.5).
Anche il paramedico Daniel Rivera ha menzionato gli "scoppi". Quando gli è stato
chiesto come
avesse saputo che la torre sud stava crollando, ha detto:
"Era un rumore del diavolo. All'inizio ho pensato che fosse – avete mai visto le
demolizioni
controllate, dove piazzano delle cariche su certi piani e poi sentite "Pop, pop,
pop, pop, pop"?
... Pensavo fosse quello." (NYT, Rivera, p.9)
Inizio del crollo al di sotto della zona d'impatto e degli incendi
Secondo il resoconto ufficiale, l'effetto "pancaking" è iniziato quando i piani
sovrastanti il
buco causato dall'aereo sono caduti sui piani sottostanti. Alcuni testimoni
hanno invece
riportato che il crollo della torre sud è iniziato più in basso.
Timothy Burke ha detto che "l'edificio è scoppiato, più in basso
dell'incendio... Ho pensato 'o
mio dio, c'è un congegno secondario' per il modo in cui l'edificio è esploso. Ho
pensato che
fosse un'esplosione" (NYT, Burke, pp. 8-9).
Il vigile del fuoco Edward Cachia ha affermato: "Ha ceduto ad un piano più
basso, non in
corrispondenza del piano dove ha l'aereo ha colpito... All'inizio abbiamo
pensato che ci fosse
qualcosa tipo una detonazione interna, perché c'è stata una successione, boom,
boom, boom, boom,
poi la torre è venuta giù" (NYT, Cachia, p.5).
L'importanza di queste osservazioni è rafforzata dal fatto che gli autori del
rapporto del NIST,
dopo averne rilasciato una bozza al pubblico, sentirono il bisogno di aggiungere
la seguente
frase al Sommario Esecutivo:
"Il NIST non ha trovato alcuna prova che possa corroborare ipotesi alternative
che sostengano che
le torri del WTC siano state fatte crollare tramite demolizione controllata
usando esplosivi
piazzati prima dell'11 settembre 2001. ... Al contrario, foto e video da molte
angolazioni
mostrano chiaramente che il crollo è iniziato ai piani degli incendi e degli
impatti e che è
progredito dai piani iniziali verso il basso".
Lampi e anelli di demolizione
Alcuni dei testimoni hanno parlato di lampi e di altri fenomeni riconducibili ad
anelli di
demolizione. L'Assistente Commissario Stephen Gregory ha affermato: "Pensavo...
prima... che la
n°2 crollasse, di aver visto dei lampi nella parte inferiore ... Ho... visto
come un flash,
flash, flash ... in corrispondenza dei livelli bassi dell'edificio. Sapete, come
quando
demoliscono un edificio." (NYT, Gregory, pp. 14-16).
Il Capitano Karin Deshore ha detto: "Circa nella zona centrale... c'è stato
questo lampo rosso e
arancione. Inizialmente era solo uno. Poi questo lampo ha iniziato a scoppiare
lungo tutto il
perimetro dell'edificio, che ha cominciato ad esplodere... Ad ogni scoppio era
associato un
lampo, prima arancione e poi rosso, che usciva dall'edificio e ne percorreva il
bordo in entrambi
i sensi, per quanto potevo vedere. Questi scoppi e le esplosioni diventavano
sempre più grandi e
si muovevano sia verso l'alto che verso il basso, poi tutto intorno
all'edificio" (NYT, Deshore,
p.15).
Il vigile del fuoco Richard Banaciski ha affermato: "C'è stata un'esplosione.
Sembrava come alla
televisione, [quando] fanno saltare gli edifici. Sembrava che si muovesse tutto
intorno come una
cintura, tutte quelle esplosioni" (NYT, Banaciski, pp. 3-4).
Il vice commissario Thomas Fitzpatrick ha dichiarato: "Sembrava ci fossero dei
lampi intorno ad
certo livello dell'edificio... La mia prima reazione fu di paragonarla a quelle
implosioni che si
vedono in TV" (NYT, Fitzpatrick, pp. 13-14).
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