DAVID RAY GRIFFIN: PERCHE' LA VERSIONE UFFICIALE SUL CROLLO DELLE TORRI E' FALSA

(Tratto da www.luogocomune.net)


 

Getti orizzontali

Alcuni testimoni hanno parlato di getti orizzontali. Il Comandante Frank Cruthers ha detto: "C'è stata quella che sembrava... un'esplosione. E' apparsa in cima, simultaneamente da tutti i quattro lati, i materiali sono stati sparati fuori orizzontalmente. Poi sembrò ci fosse un ritardo momentaneo prima di poter vedere l'inizio del crollo" (NYT, Cruthers, p.4).

Questa testimonianza è importante, perché la teoria ufficiale sostiene che i getti furono prodotti dal crollo dei pavimenti. Ascoltiamo allora il vigile del fuoco James Curran, che ha detto: "Ho guardato indietro e ... ho sentito come se ogni piano si fosse schiantato. Ho guardato indietro e tutto era stato sparato fuori dai piani per la pressione prima che si verificasse effettivamente il crollo" (NYT, Curran, pp. 10-11).

Il comandante Brian Dixon ha affermato: "sembrava che qualcuno avesse piazzato degli esplosivi tutto intorno al piano più basso dell'incendio nella torre sud... tutto è stato sparato fuori da quel piano" (NYT, Dixon, p. 15). [44]


Esplosioni sincronizzate

Alcuni testimoni hanno detto che le esplosioni sembravano essere state sincronizzate. Per esempio, il vigile del fuoco Kenneth Rogers ha detto: "c'è stata un'esplosione nella torre sud... ho continuato a guardare. Piano dopo piano dopo piano. Un piano sotto l'altro dopo l'altro... sembrava una cosa deliberatamente sincronizzata" (NYT, Rogers, pp. 3-4). [45]


Perché il pubblico non conosce questi resoconti?

Se tutti questi vigili del fuoco e soccorritori medici hanno osservato tutti questi fenomeni che possono condurre ad una demolizione controllata, ci si potrebbe chiedere per quale motivo il pubblico non ne è a conoscenza. Parte della risposta è fornita dal Luogotenente Ausiliario dei vigili del fuoco Paul Isaac. Dopo aver affermato che "c'erano sicuramente bombe in quegli
edifici", Isaac ha aggiunto che "molti altri pompieri sapevano che c'erano bombe negli edifici, ma temono di perdere il loro lavoro ammettendolo, dato che "ordini dall'alto" hanno proibito di discuterne" (Lavello, n.d.). Un'altra parte della risposta sta nel fatto che, quando alcune persone come Isaac e William Rodriguez hanno parlato, la stampa mainstream non ha riportato le loro affermazioni.


3. Implicazioni

Ho suggerito che la teoria ufficiale sul crollo delle torri è resa estremamente implausibile da due fatti fondamentali. Primo, a parte la presunta eccezione dell'11 settembre, edifici alti con struttura in acciaio non sono mai crollati a causa del fuoco; tutti i crolli di questo tipo di edifici sono stati prodotti tramite esplosivi piazzati accuratamente. Secondo, i crolli delle Torri Gemelle hanno mostrato almeno 11 caratteristiche tipiche delle demolizioni controllate. La probabilità che una qualunque di queste caratteristiche si sia verificata in assenza di esplosivi è estremamente bassa. La probabilità che tutte e 11 si siano verificate è praticamente zero. [46]

Possiamo dire, quindi, che la teoria ufficiale riguardo le torri è priva di fondamenti provanti, mentre tutte le prove possono essere spiegate dalla teoria alternativa, secondo la quale le torri sono state tirate giù con esplosivi. La teoria ufficiale è, di conseguenza, una teoria oltraggiosa, mentre la teoria alternativa è, da un punto di vista scientifico, l’unica ragionevole teoria disponibile. [47]


4. Altri fatti sospetti

Inoltre, anche se abbiamo già considerato sufficienti prove in favore della teoria secondo la quale le torri sono state tirate giù con gli esplosivi, c’è dell’altro.

Rimozione dell’acciaio: per prima cosa, l’acciaio degli edifici è stato rapidamente rimosso prima che potesse essere adeguatamente esaminato, [48] venduto praticamente tutto a venditori di rottami, che ne inviano la maggior parte in Asia. [49] In generale, la rimozione di prove dalla scena del delitto è un reato federale. Ma in questo caso, il personale federale ha facilitato la rimozione. [50]

Questa rimozione ha suscitato proteste. Il giorno di Natale del 2001, il New York Times scriveva: "La decisione di riciclare rapidamente l’acciaio del WTC nei giorni immediatamente successivi al 9/11 significa che potremmo non conoscere mai le risposte definitive". [51] La settimana successiva, la rivista Fire Engineering scriveva: "Stiamo letteralmente trattando l’acciaio
rimosso dal sito come spazzatura, non come prove cruciali della scena di un incendio (Brannigan, Corbett, and Dunn, 2002) … la distruzione e la rimozione delle prove deve cessare immediatamente" (Manning, 2002).

Comunque, il sindaco Bloomberg, difendendo la decisione di disfarsi dell’acciaio, ha dichiarato: "Se volete dare un’occhiata ai metodi di costruzione e al design, oggi ci sono i computer. [52] Un semplice sguardo ad un pezzo di metallo in genere non dice niente." [53] Ma questo non è vero. Un esame dell’acciaio avrebbe potuto rivelare tracce di esplosivi.

La rimozione di una quantità di materiale senza precedenti dalla scena di un crimine indica che un crimine senza precedenti è stato coperto. [54]

La prova che questo cover-up è stato portato avanti dal NIST è fornita dal suo trattamento di una interessante scoperta da parte della FEMA, secondo la quale alcune tipologie dell’acciaio sono state "rapidamente corrose da solfitazione" (FEMA 2002, Appendice C). Questo fatto è significativo, perché la solfitazione è un fenomeno conseguente agli esplosivi. La FEMA
giustamente ha chiesto ulteriori ricerche su questa scoperta, che secondo il New York Times sarebbe "forse il più profondo mistero aperto dall’indagine" (Killough-Miller, 2002). Un problema strettamente correlato, espresso all’indomani dell’undici settembre dal Dr. Jonathan Barnett, Professore del Fire Protection Engineering al Worcester Polytechnic Institute è il seguente: "Gli incendi e i danni strutturali … non spiegherebbero frammenti di acciaio tra i detriti che sembrano essere stati parzialmente vaporizzati (Glanz, 2001). Ma la relazione del NIST, nel capitolo intitolato "Learning from the Recovered Steel", manca completamente di menzionare sia la vaporizzazione sia la solfitazione. [55] Per quale motivo gli scienziati del NIST sembrano condividere lo sdegno del sindaco Bloomberg per gli studi empirici sull’acciaio recuperato?

Caduta dell’Antenna della Torre Nord: un altro problema notato dalla FEMA è che i video mostrano, secondo le parole del rapporto FEMA, che "la torre di trasmissione sulla cima della [torre nord] iniziò a muoversi verso il basso e leggermente su un lato prima che il movimento del muro esterno fosse evidente. Questo indica che il crollo è iniziato con uno o più cedimenti del nucleo centrale dell’edificio"(FEMA 2002, cap. 2).[56] Questa caduta è stata citata in un articolo sul New York Times di James Glanz and Eric Lipton, secondo i quali: "I filmati del crollo della torre nord mostrano che l’antenna tv ha iniziato a cadere una frazione di secondo prima del resto dell’edificio. Le osservazioni indicano che in qualche modo il nucleo di acciaio dell’edificio è
ceduto per primo" (Glanz and Lipton, 2002). Nel presunto definitivo rapporto del NIST, comunque, non abbiamo trovato menzione di questo fatto. Questa è una ulteriore conveniente omissione, dal momento che la spiegazione più plausibile, e forse l’unica possibile, è che le colonne centrali sarebbero state tranciate con esplosivi – una spiegazione che sarebbe in accordo con i racconti di numerosi testimoni oculari.

Inclinazione e disintegrazione della Torre Sud: Se la caduta dell'antenna della torre nord era anomala (secondo la prospettiva della teoria ufficiale), il crollo della torre sud contiene una anomalia ancora più insolita. I piani più alti – sopra l’area colpita dall’aereo – hanno iniziato ad inclinarsi verso l’angolo più danneggiato dall’impatto. Secondo le leggi della conservazione della quantità di moto e del momento angolare, questo blocco di circa 34 piani sarebbe dovuto cadere a terra molto lontano dalle fondamenta dell’edificio. "Ciononostante," osservano Paul e Hoffman, "mentre la parte superiore iniziava a cadere, la rotazione decelerava. Poi ha invertito la direzione, anche se la legge di conservazione del momento angolare stabilisce che un oggetto
solido in rotazione continua a ruotare alla medesima velocità a meno che non venga applicata una forza rotatoria (opposta, ndt) (Paul and Hoffman, 2004, p. 34).

Successivamente, secondo le parole di Steven Jones, professore di fisica al BYU, "il blocco si trasforma per lo più in polvere a mezz’aria!" Questa disintegrazione ha interrotto l’inclinazione e ha consentito ai piani più elevati di cadere quasi completamente all’interno dello spazio occupato dall’edificio. Come Jones ci fa notare, questo comportamento estremamente anomalo è stato uno dei numerosi elementi che il NIST è stato capace di ignorare in virtù del fatto che la sua analisi "non include il comportamento strutturale della torre dopo il raggiungimento delle condizioni necessarie al crollo" (NIST 2005, p. 80, n. 12). Ciò risulta loro conveniente perché significa che il NIST non deve rispondere alla domanda di Jones: "Come lo spieghiamo, senza gli
esplosivi, questo strano comportamento?" (Jones, 2006).

Questo comportamento, comunque, non sembra insolito agli esperti di demolizioni controllate. Mark Loizeaux, capo della Controlled Demolition, Inc., ha dichiarato:

Con il controllo differenziale della velocità dei cedimenti nelle diverse parti della struttura, la si può far camminare, ruotare, ballare… possiamo far finire a nord-ovest strutture che guardano verso nord.

Di nuovo, qualcosa che è inspiegabile secondo la teoria ufficiale diventa chiaro se si adotta la teoria delle demolizioni controllate.

Sicurezza del WTC: La possibilità che possano essere stati impiegati esplosivi solleva la domanda di come sia stato possibile che chiunque abbia voluto piazzare esplosivi nelle torri sia riuscito ad oltrepassare i controlli della sicurezza. La domanda ci porta ad un fatto probabilmente rilevante su una azienda – che attualmente si chiama Stratesec ma allora si chiamava Securacom – che aveva l’incarico della sicurezza del World Trade Center. Dal 1993 al 2000, anni durante i quali la Securacom ha installato un nuovo sistema di sicurezza, Marvin Bush, fratello del presidente, era uno dei direttori dell’azienda. E dal 1999 al gennaio 2002 il loro cugino Wirt Walzer III era il CEO (Burns, 2003).[57] In teoria questi fatti sarebbero dovuti finire in prima
pagina – o almeno nel rapporto finale della Commissione 9/11.

Questi fatti, in ogni caso, potrebbero essere rilevanti sulla base di testimonianze fornite da persone che hanno lavorato al World Trade Center. Alcuni di loro hanno ripetutamente dichiarato che, anche se nelle settimane precedenti al 9/11 ci furono segnali di allerta per i quali furono usati cani addestrati a fiutare l’esplosivo, tali segnali furono rimossi cinque giorni prima del 9/11 (Taylor e Gardiner, 2001).

Inoltre, una persona di nome Scott Forbes, dipendente di Fiduciary Trust – l’azienda per la quale lavorava il marito di Kristen Breitweiser – ha scritto:

Il weekend del [8-9 settembre 2001] fu staccata la corrente nella torre sud. A causa della mancanza di energia, non ci fu corrente elettrica per circa 36 ore dal 50° piano in su… Il motivo del distacco, secondo il WTC, era la manutenzione degli impianti di cablatura… Ovviamente senza corrente non erano attive le telecamere di sorveglianza nè le serrature di sicurezza, [mentre] molti, molti "ingegneri" entravano e uscivano dalla torre. [58]

Per di più, un uomo di nome Ben Fountain, analista finanziario per il Fireman’s Fund nella torre sud, è stato citato nella rivista People, affermando che nelle settimane precedenti al 9/11 le torri furono evacuate "un certo numero di volte"(People Magazine, 2001).

Previsione del crollo: Un altro fatto rilevante è che Rudy Giuliani, intervistato da ABC News riguardo il suo centro di emergenza temporaneo in Barkley Street al 75, ha dichiarato:

Eravamo operativi là fuori quando ci fu detto che il World Trade Center stava per crollare, ed è crollato prima che potessimo uscire dall’edificio. [59]

Questa è un'affermazione sorprendente. Prima del 9/11, nessun incendio aveva mai causato il crollo di un grattacielo in cemento armato. I pompieri che hanno raggiunto il 78° piano della torre sud certamente non credevano che stesse per crollare. Persino la Commissione 9/11 ha riportato che, a sua conoscenza, "nessuno dei capi [dei pompieri] presenti credeva che fosse
possibile il crollo totale di alcuna delle torri"(Kean e Hamilton, 2004, p. 302). Pertanto per quale motivo qualcuno avrebbe detto a Giuliani che almeno una delle due torri stava per crollare?

La risposta più ragionevole, specialmente alla luce delle nuove prove, è che qualcuno sapeva che erano stati piazzati esplosivi nella torre sud e stavano per essere fatti saltare. E’ persino possibile che gli esplosivi possano essere stati fatti esplodere prima di quanto originariamente progettato, perché gli incendi nella torre sud si stavano spegnendo più rapidamente di quanto ci si aspettasse, dato che il carburante del jet era in larga parte bruciato in una palla di fuoco all’esterno dell’edificio. [60] Questo potrebbe spiegare perchè la seconda torre sia crollata per prima – dopo soli 56 minuti – anche se fu colpita per seconda, e ci furono incendi minori. Ovvero, se la storia ufficiale fosse stata che gli incendi avevano causato il crollo, l’edificio avrebbe dovuto essere demolito prima che gli incendi si fossero estinti completamente. [61]

Scopriamo ora, da testimonianze a voce, che Giuliani non era il solo a sapere che il crollo era imminente. Almeno quattro testimoni indicano che poco prima del crollo della torre sud, l’Office of Emergency Management (ufficio per la gestione delle emergenze: OEM, ndt) aveva predetto il crollo di almeno una delle due torri. Il direttore dell’OEM riferiva direttamente a Giuliani.
[63] Di conseguenza sono stati i suoi uomini a dirglielo, anche se Giuliani ha dichiarato che a lui e ad altri "fu detto" che le torri stavano per crollare.

Come ha fatto notare il reporter del New York Times Jim Dwyer, la Commissione 9/11 ebbe effettivamente accesso alle testimonianze a voce. [64] Avrebbe dovuto discutere di questi fatti, ma non lo fece.

La negligenza manifestata dalla Commissione 9/11 sulla maggior parte dei fatti rilevanti riguardo ai crolli è stata seguita dal rapporto NIST, che dichiara, sorprendentemente:

L’indagine è stata focalizzata sulla sequenza degli eventi dal momento dell’impatto dell’aereo all’inizio del crollo di ciascuna torre. Per brevità, ci si riferisce a tale sequenza come la "probabile sequenza del crollo", anche se non include effettivamente il comportamento strutturale delle torri dopo che le condizioni per il crollo furono raggiunte… [la nostra simulazione tratta solo] del deterioramento strutturale di ogni torre dal momento dell’impatto dell’aereo al momento in cui l’edificio…era sul punto di per crollare (80n, 140).

Steven Jones commenta adeguatamente:

Che dire del conseguente crollo simmetrico, rapido e completo degli edifici? …Che dire della caduta per prima dell’antenna nella Torre Nord? Che dire del metallo liquefatto osservato nella zona delle fondamenta? Non c’è da preoccuparsi: il NIST non ha discusso di alcun dato successivo al momento in cui le torri stavano per crollare. Bene, alcuni di noi vogliono dare un’occhiata a tutti i dati, senza le simulazioni al computer "sistemate" per farle concordare con il risultato desiderato. (Jones, 2006)

Riassumendo: quando aggiungiamo questi altri cinque fatti sospetti alle undici caratteristiche che il crollo delle Torri Gemelle ha in comune con le demolizioni controllate, abbiamo un totale di sedici fatti riguardanti il crollo di questi edifici. Mentre il crollo è inspiegabile secondo la teoria ufficiale, diventa completamente comprensibile secondo la teoria che la distruzione delle torri sia stata un "inside job" (un’operazione interna, ovvero americana, ndt).


5. Il crollo del World Trade Center 7

Abbiamo visto che la Commissione 9/11 ha semplicemente ignorato i fatti discussi sopra. Una ulteriore questione non discussa dalla Commissione è stato il crollo dell’edificio 7. E anche la ricostruzione ufficiale a riguardo è ancora più problematica di quella delle torri – come indicato dal titolo di un articolo del New York Times: "Engineers Are Baffled over the Collapse
of 7 WTC" (Glanz, 2001).[65]


Ancora più difficile da spiegare

Il crollo dell’edificio 7 (per approfondimenti vedi qui) è ancora più difficile da spiegare del crollo delle torri, prima di tutto perchè non è stato colpito da nessun aereo, quindi non può essere usata nessuna delle teorie che parlano di come gli impatti degli aerei contribuirono al crollo delle torri.

Inoltre, tutta la documentazione fotografica indica che gli incendi nell’edificio erano circoscritti, non eccessivamente caldi e limitati a pochi piani. Fotografie scattate alla facciata nord mostrano incendi solo al settimo e al dodicesimo piano su 47 piani in tutto. Dunque se la facciata sud, che guardava le torri, avesse avuto così tanti altri incendi come sostengono i difensori della versione ufficiale, questi non erano sufficientemente grandi da essere visti dall’altra parte dell’edificio. [66]

Non ci sarebbe da sorprendersi, ovviamente, che gli incendi in questo edifico fossero stati ancora più piccoli di quelli delle torri, perché mancava il carburante aereo per alimentare un grande incendio. Alcuni dei difensori della storia ufficiale hanno dichiarato, ad onor del vero, che serbatoi di diesel stoccati nell’edificio in qualche modo presero fuoco e provocarono un incendio interno di vaste dimensioni. Tuttavia, se l’edificio 7 si è riempito di fiamme in quel modo, perché nessuno dei fotografi e delle squadre televisive presenti sul posto ha avuto modo di inquadrare la scena?

L’estrema difficoltà di spiegare il crollo del WTC7 – assumendo che non è permesso nominare le demolizioni controllate – è stata riconosciuta dagli organi ufficiali. Il rapporto preparato sotto la supervisione della FEMA ha proposto uno scenario che coinvolge i serbatoi di diesel, ma successivamente ammette che questo scenario ha "solo una bassa probabilità di essersi verificato." [67] Persino questa affermazione è generosa, perché la probabilità che sia vera una qualche versione della storia ufficiale dell’edificio 7 è la stessa che per le torri, cioè zero, perché sarebbero violate numerose leggi fisiche. Ad ogni modo, la Commissione 9/11, forse a causa della ammissione della FEMA, ha evitato il problema semplicemente non menzionando il fatto che l’edificio è crollato.

Questa è stata una delle più stupefacenti omissioni della Commissione. Secondo la teoria ufficiale, contrariamente alla convinzione universale precedente al 9/11, l’edificio 7 dimostra che grandi edifici in cemento armato possono crollare a causa dei soli incendi, perfino senza essere colpiti da un aereo. Questa dimostrazione dovrebbe far cambiare le tecniche di costruzione ed i premi di assicurazione per tutti gli edifici di cemento armato del mondo. Ciononostante, la Commissione 9/11, stilando il suo rapporto di 571 pagine, non ha dedicato una sola frase a questo evento storico.


Ancora più simile alle demolizioni controllate

Un altro motivo per cui il crollo dell’edificio 7 è particolarmente problematico è il seguente: il crollo assomiglia molto di più ai migliori esempi di demolizione convenzionale – in altre parole, una implosione, che inizia dal basso (mentre il crollo delle torri è iniziato dall’alto, nell’area colpita dagli aerei). Come scritto da Eric Hufschmid:

L’edificio 7 è crollato su sè stesso… L’interno è caduto per primo… Il risultato è stato una piccola catasta di macerie, con l’esterno dell’edificio che è crollato sulla cima. [68]

ImplosionWorld.com, un sito del settore delle demolizioni, dichiara che una implosione è "di gran lunga il più complesso tipo di progetto esplosivo, ed esiste solo una manciata di aziende al mondo che possiede sufficiente esperienza…per realizzare vere implosioni di edifici". [69] Chi può credere veramente che gli incendi siano riusciti a realizzare per caso il tipo di crollo che può essere realizzato da solo una manciata di aziende al mondo? L’edificio aveva 24 colonne principali e 57 perimetrali. Dire che l’incendio ha provocato il crollo dell’edificio sulla sua verticale significa credere che gli incendi hanno fatto cadere tutte e 81 le colonne esattamente nello stesso momento. Accettare la storia ufficiale significa, in altre parole, accettare un miracolo. Il fisico Steven Jones concorda, affermando che:

La probabilità che il crollo quasi simmetrico del WTC7 sia dovuto ad incendi casuali (la teoria "ufficiale") è infinitesimale – richiede che molte colonne di supporto cedano in modo praticamente simultaneo. Ne concludo che le prove per l’uso di esplosivi pre-posizionati nel WTC7 (anche nelle torri 1 e 2 ) il 9/11 sono manifestamente fondate.


Predizioni ancora più ampie

Un'altra ragione per cui il crollo dell'edificio 7 crea particolari problemi riguarda la predizione del crollo. Sappiamo che solo poche persone sapevano con anticipo che le torri stavano per crollare, e le informazioni in nostro possesso sarebbero coerenti con la supposizione che questa consapevolezza è stata acquisita solo pochi minuti prima del crollo della torre sud. Ci si potrebbe immaginare, dunque, che qualcuno abbia visto qualcosa che faceva intuire che l'edificio sarebbe crollato. Ma la previsione del crollo dell'edificio 7 è stata ben più ampia e di maggior durata. Questo era noto da tempo, almeno per i lettori di riviste (di settore, ndt) dei vigili del fuoco. [71] Tuttavia ora le testimonianze a voce offrono un disegno più completo.

Ampiamente informati: Almeno 25 pompieri e personale medico affermano che, in qualche momento della giornata, son venuti a sapere che l'edifico 7 stava per crollare. I pompieri che stavano spegnendo gli incendi nell'edificio hanno ricevuto l'ordine di uscire, dopodichè è stata marcata una zona per il crollo. Come ha dichiarato il paramedico Decosta Wright: "hanno misurato a che distanza sarebbe caduto l'edificio, così noi sapevamo esattamente dove stare", cioè "a 5 isolati di distanza" (NYT, Wright, pp. 11-12).

Informazioni anticipate: Le testimonianze non sono concordanti su quale sia stato il momento preciso in cui si è saputo che l'edificio sarebbe crollato. Ma la maggior parte delle prove indica che 4 o 5 ore prima è stato comunicato che l'edificio sarebbe crollato. [72]

L'improbabile motivo per il quale aspettarsi il crollo: Ma per quale motivo sarebbero sorte queste certezze? Secondo la documentazione fotografica, gli incendi nell'edificio 7 erano pochi e contenuti. Dunque per quale motivo i decisori del diparimento avrebbero deciso di tirar fuori i pompieri dall'edifico 7, lasciandoli fuori ad attenderne il crollo?

I comandanti hanno fornito una doppia spiegazione: il danno in concomitanza con il fuoco. Frank Fellini disse: "Quando [la torre nord] crollò, strappò l’acciaio tra il terzo ed il sesto piano lungo la facciata su Vesey Street. Temevamo che il fuoco esteso in diversi piani e l’acciaio mancante avrebbero portato al crollo dell’edificio." (NYT, Fellini, p.3)

Ci sono almeno due problemi con entrambe le parti di questa spiegazione. Il primo problema con i resoconti dei danni strutturali è che variano di molto tra loro. Secondo la testimonianza di Fellini, c’era un varco di quattro piani tra il terzo ed il sesto piano. Nel racconto del Capitano Chris Boyle, invece, il varco era "alto 20 piani" (2002). Sembrerebbe che Shyam Sunder, l’investigatore capo per il NIST, abbia stabilito una sorta di compromesso tra queste due versioni, dichiarando alla rivista "Popular Mechanics" che "Circa un terzo della facciata dal centro e dalla base – circa 10 piani – circa il 25 percento dell’edificio risultava scavato" (Popular Mechanics, March 2005).

I diversi resoconti sulla questione della facciata meridionale dell’edificio non sono, comunque, limitati al problema della dimensione del varco. Secondo il Deputato Peter Hayden, il problema non era assolutamente un buco ma una sporgenza, ed era "tra il decimo ed il tredicesimo piano" (Hayden, 2002).

Il secondo problema con questi resoconti sul danno è che dal momento in cui vi era un varco alto 10 o 20 piani, oppure un varco (o una sporgenza) alta 4 piani, come mai questo fatto non è stato colto da nessuno dei fotografi e degli operatori presenti sul luogo quel giorno?

Considerando le dichiarazioni a proposito del fuoco, i resoconti variano nuovamente di molto. L’ufficiale Daniel Nigro parlò di "fuochi molto estesi su diversi piani" (NYT, Nigro, p. 10). Secondo Harry Meyers, un assistente ufficiale, "Quando l’edificio venne giù era completamente avvolto nelle fiamme, tutti e quarantasette i piani" (citato in Smith, 2002, p.160). Questa palese esagerazione fu riportata anche da un pompiere che disse "[il Building 7] era completamente avvolto… Potevate vedere le fiamme estendersi da un lato dell’edificio all’altro" (NYT, Cassidy, p. 22).

Molti dei testimoni, comunque, non sostengono la versione ufficiale. Ad esempio, il tecnico medico Decosta Wright disse: "Penso che nel quarto piano ci fosse un incendio… Il nostro atteggiamento era del tipo: ragazzi, lo spegnete questo fuoco?" (NYT, McCarthy, pp. 10-11). L’ ufficiale Thomas McCarthy disse : "Stavano aspettando che il WTC7 venisse giù … Avevano… del fuoco su tre piani separati…, che bruciava allegramente. E’ stato alquanto sorprendente, sapete, è pomeriggio nella lower Manhattan, uno dei maggiori palazzi sta bruciando e loro dicono 'lo sappiamo' " (NYT, McCarthy, pp. 10-11).

Il secondo problema con questa versione ufficiale è che se ci fosse stato "un fuoco molto intenso in molti piani" perché questo fatto non venne catturato in nessun filmato? La fotografia che abbiamo della parte nord dell’edificio conferma la versione dell’ufficiale McCarhty secondo la quale c’era un incendio su tre piani. Anche se ci fosse stato del fuoco su altri piani nella parte meridionale dell’edificio, non c’è una prova fotografica che confermi che "le fiamme [negli altri piani si estendevano] da un lato all’altro dell’edificio.

Inoltre, anche nel caso in cui la versione ufficiale sul crollo dell’edificio 7 non fosse contraddetta dall’evidenza fisica e da alcune delle testimonianze orali, non spiegherebbe comunque la ragione per la quale l’edificio crollò, poiché nessuna quantità di fuoco e nessuna entità di danni alla struttura, eccetto quelle provocate con esplosivi, ha mai portato al totale crollo di un edificio con la struttura portante di acciaio.[73]. E di certo non spiegherebbe la particolare natura del crollo, - poiché l’edificio implose e cadde in verticale piuttosto che inclinarsi, come atteso da coloro che diedero l’ordine di liberare una vasta zona che poteva essere interessata dal crollo. Il capo divisione John Norman, ad esempio, disse: "Ci aspettavamo che cadesse verso Sud" (Norman 2002). E la teoria dell’incendio in concomitanza con il danno strutturale non spiega nemmeno il crollo dell’edificio in un tempo corrispondente ad una caduta libera e nemmeno la creazione di una enorme quantità di polveri – ulteriori caratteristiche del crollo che sono costantemente ignorati dai difensori della versione ufficiale.

La grande difficoltà che presenta la teoria ufficiale riguardo il WTC sul crollo dell’edificio 7 è illustrata in un recente libro, "102 Minutes: The Untold Story of the Fight to Survive Inside the Twin Towers" (102 minuti, la storia non raccontata della lotta per la sopravvivenza dentro le Twin Towers) , uno degli autori del quale è il corrispondente del New York Times Jim Dwyer, che riportò sul Times i racconti delle dichiarazioni orali dell’11 Settembre. A proposito delle Twin Towers, Dwyer e il suo coautore, Kevin Flynn, sostengono la teoria espressa dal NIST, secondo la quale le torri crollarono a causa degli aerei che colpirono il sistema antincendio delle colonne d’acciaio, rendendole vulnerabili al "calore intenso" del conseguente incendio.[74] Quando arrivano all’edificio 7, comunque, Dwyer e Flynn non si chiedono perché crollò, dato che non fu colpito da nessun aereo. Dicono semplicemente :"I pompieri decisero che il fuoco si consumasse da solo." (Dwyer and Flynn, 2005, p. 258). Ma questo, ovviamente, non accadde. Invece, poco dopo le 17.20 di quel giorno, l’edificio 7 collassò, essenzialmente nello stesso modo in cui crollarono le Twin Towers.

Non avrebbe dovuto questo fatto portare Dryer e Flinn ad interrogarsi sulla teoria del NIST secondo la quale le Twin Towers crollarono a causa del sistema antincendio danneggiato? Io penso in particolar modo che Dwyer, che riportò le testimonianze orali dell’11 Settembre, dovrebbe rivedere le teorie del NIST alla luce delle abbondanti prove di esplosioni portate da queste testimonianze.

Una spiegazione alternativa: Esiste, in ogni caso, una sola teoria che spiega sia la natura del crollo dell’edificio 7 che l’attesa del crollo: Furono piazzati degli esplosivi, e qualcuno che lo sapeva diffuse la voce ai comandanti dei pompieri.

In maniera alquanto sorprendente, una versione di questa teoria fu sostenuta pubblicamente da un insider, Larry Silverstein, che era il proprietario dell’edificio 7. in un documentario della PBS andato in onda nel Settembre 2002, Silverstein, parlando dell’edificio 7, disse:

Ricordo che mi chiamò il comando dei pompieri, per dirmi che non erano sicuri di poter contenere l'incendio. E io ho detto, "Abbiamo già avuto questa terribile perdita di vite umane, a questo punto tanto vale demolirlo." [76] E hanno preso la decisione di demolirlo, e così lo abbiamo visto andare giù. (PBS, 2002) [77]

E’ davvero sorprendente che Silverstein, che stava per ricevere miliardi di dollari (5 miliardi e 600 milioni di dollari, per la precisione) come pagamento dall’assicurazione per l’edificio 7 e il restante complesso del World Trade Center, nel caso in cui fossero stai distrutti da atti terroristici, abbia fatto tale dichiarazione in pubblico, specialmente a telecamere accese. Ma questa dichiarazione secondo la quale l’edifico 7 sarebbe stato demolito tramite esplosivi, a prescindere dalle motivazioni che vi stanno dietro, spiega il perché e il come sia crollato.

Abbiamo ancora in sospeso, comunque, la domanda sul perché il dipartimento dei vigili del fuoco si aspettasse il crollo dell’edificio. Sarebbe sicuramente interessante se questa informazione venisse dall’ Office of Emergency Management, che in precedenza aveva informato il dipartimento che una delle torri stava per crollare. E abbiamo una fonte autorevole che lo conferma. Il capitano Michael Currid, presidente dell’ Uniformed Fire Officers Association, disse che poco dopo il crollo delle Twin Towers, "Qualcuno dall’ Office of Emergency Management" gli disse che l’edificio 7 fosse "fondamentalmente una causa persa e non dovremmo perdere nessun altro nel tentativo di salvarlo", dopodichè ai pompieri nell’edificio fu detto di abbandonarlo (Murphy, 2002, pp. 175-76).[78]

Ma questa risposta, supponendo che sia corretta, ci lascia con ulteriori domande, a cominciare da: Chi nell’ Office of Emergency Management sapeva in anticipo che le torri e l’edificio 7 stavano per crollare? Come lo sapevano? E così via. A questi interrogativi si può rispondere solo dopo una vera indagine, che deve ancora iniziare.


6. Conclusioni

E’ in ogni caso possibile stabilire, oltre ogni ragionevole dubbio, una cosa molto importante: la distruzione del World Trade Center fu una operazione interna, orchestrata da terroristi "interni". Terroristi stranieri non avrebbero potuto avere accesso agli edifici per piazzare le cariche esplosive. Probabilmente non avrebbero manifestato la cortesia di fare in modo che le torri crollassero in modo verticale, piuttosto che crollare sugli edifici circostanti. E non avrebbero potuto orchestrare un insabbiamento, dal rapido smaltimento dell’acciaio al rapporto della FEMA al rapporto della commissione sull’11 Settembre al rapporto del NIST. Tutte queste cose possono essere state orchestrate solo da forze interne al nostro governo.

L’evidenza di questa conclusione è stata ignorata largamente dalla stampa mainstream, probabilmente celandosi dietro la maschera dell’obbedienza al consiglio del Presidente Bush di non tollerare le "scandalose teorie della cospirazione". Abbiamo visto, comunque, che è la teoria della cospirazione del Presidente Bush ad essere scandalosa, poiché è contraddetta enormemente da numerosi fatti, incluse le basilari leggi della fisica.

Esiste, ovviamente, un’altra ragione per cui la stampa mainstream non ha messo in evidenza queste contraddizioni. Come segnalato in una recente lettera al Los Angeles Times:

Il numero delle contraddizioni nella versione ufficiale dell’11 Settembre è talmente schiacciante che si fa fatica a crederci. D’altra parte la versione ufficiale non può essere abbandonata perché le implicazioni del suo rifiuto risulterebbero inquietanti: ovvero che noi siamo soggetti ad una cospirazione governativa dalle proporzioni degne di "X-Files".

Le implicazioni sono in effetti inquietanti. Molta gente che conosce o almeno sospetta la verità sull’11 Settembre probabilmente ritiene che rivelarla sarebbe altrettanto inquietante per la psiche americana, la forma americana di governo e la stabilità globale che risulta preferibile far finta di credere alla versione ufficiale. Vorrei suggerire, comunque, che la validità che questo ragionamento potrebbe aver avuto in passato è stato superato dall’emozione suscitata dai più recenti avvenimenti. Molto più devastante per la psiche americana, per la forma americana di governo, e per il mondo nella sua interezza sarà il comando di coloro che ci diedero l’11 Settembre, poiché i valori riflessi in quel terribile evento si riflettono nelle bugie dell’amministrazione Bush per giustificare la guerra in Iraq, nella sua mancanza di considerazione per le tematiche ambientali e per la Costituzione, nella sua negligenza criminale sia prima che dopo Katrina, ed ora nel suo piano bellico che non si limita a militarizzare lo spazio ma anche ad autorizzare l’uso di armi nucleari in un attacco preventivo.

Alla luce di questa situazione e dei fatti discussi in questo articolo – così come nelle dozzine di incongruenze della versione ufficiale dell’11 Settembre discussi nei miei libri – ho contattato il New York Times affinché assumesse l’iniziativa di esporre finalmente al popolo americano e al mondo intero la verità sull’11 Settembre. Assumere tale iniziativa in una storia del genere comporta ovviamente enormi rischi. Ma se esiste una testata giornalistica con la forza, il prestigio, e la credibilità per rendere nota questa storia, questa è il New York Times. Ha avuto un ruolo fondamentale nel pubblicare le testimonianze orali dell’11 Settembre. Ma adesso il bene della nostra repubblica e probabilmente la sopravvivenza della nostra civiltà dipendono dal rivelare la verità sull’11 Settembre. Faccio un appello al New York Times affinché colga questa occasione.

David Ray Griffin.

 

 

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