DAVID RAY GRIFFIN: PERCHE' LA VERSIONE UFFICIALE SUL CROLLO DELLE TORRI E' FALSA
(Tratto da www.luogocomune.net)
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Getti orizzontali
Alcuni testimoni hanno parlato di getti orizzontali. Il Comandante Frank
Cruthers ha detto: "C'è
stata quella che sembrava... un'esplosione. E' apparsa in cima, simultaneamente
da tutti i
quattro lati, i materiali sono stati sparati fuori orizzontalmente. Poi sembrò
ci fosse un
ritardo momentaneo prima di poter vedere l'inizio del crollo" (NYT, Cruthers,
p.4).
Questa testimonianza è importante, perché la teoria ufficiale sostiene che i
getti furono
prodotti dal crollo dei pavimenti. Ascoltiamo allora il vigile del fuoco James
Curran, che ha
detto: "Ho guardato indietro e ... ho sentito come se ogni piano si fosse
schiantato. Ho guardato
indietro e tutto era stato sparato fuori dai piani per la pressione prima che si
verificasse
effettivamente il crollo" (NYT, Curran, pp. 10-11).
Il comandante Brian Dixon ha affermato: "sembrava che qualcuno avesse piazzato
degli esplosivi
tutto intorno al piano più basso dell'incendio nella torre sud... tutto è stato
sparato fuori da
quel piano" (NYT, Dixon, p. 15). [44]
Esplosioni sincronizzate
Alcuni testimoni hanno detto che le esplosioni sembravano essere state
sincronizzate. Per
esempio, il vigile del fuoco Kenneth Rogers ha detto: "c'è stata un'esplosione
nella torre sud...
ho continuato a guardare. Piano dopo piano dopo piano. Un piano sotto l'altro
dopo l'altro...
sembrava una cosa deliberatamente sincronizzata" (NYT, Rogers, pp. 3-4). [45]
Perché il pubblico non conosce questi resoconti?
Se tutti questi vigili del fuoco e soccorritori medici hanno osservato tutti
questi fenomeni che
possono condurre ad una demolizione controllata, ci si potrebbe chiedere per
quale motivo il
pubblico non ne è a conoscenza. Parte della risposta è fornita dal Luogotenente
Ausiliario dei
vigili del fuoco Paul Isaac. Dopo aver affermato che "c'erano sicuramente bombe
in quegli
edifici", Isaac ha aggiunto che "molti altri pompieri sapevano che c'erano bombe
negli edifici,
ma temono di perdere il loro lavoro ammettendolo, dato che "ordini dall'alto"
hanno proibito di
discuterne" (Lavello, n.d.). Un'altra parte della risposta sta nel fatto che,
quando alcune
persone come Isaac e William Rodriguez hanno parlato, la stampa mainstream non
ha riportato le
loro affermazioni.
3. Implicazioni
Ho suggerito che la teoria ufficiale sul crollo delle torri è resa estremamente
implausibile da
due fatti fondamentali. Primo, a parte la presunta eccezione dell'11 settembre,
edifici alti con
struttura in acciaio non sono mai crollati a causa del fuoco; tutti i crolli di
questo tipo di
edifici sono stati prodotti tramite esplosivi piazzati accuratamente. Secondo, i
crolli delle
Torri Gemelle hanno mostrato almeno 11 caratteristiche tipiche delle demolizioni
controllate. La
probabilità che una qualunque di queste caratteristiche si sia verificata in
assenza di esplosivi
è estremamente bassa. La probabilità che tutte e 11 si siano verificate è
praticamente zero. [46]
Possiamo dire, quindi, che la teoria ufficiale riguardo le torri è priva di
fondamenti provanti,
mentre tutte le prove possono essere spiegate dalla teoria alternativa, secondo
la quale le torri
sono state tirate giù con esplosivi. La teoria ufficiale è, di conseguenza, una
teoria
oltraggiosa, mentre la teoria alternativa è, da un punto di vista scientifico,
l’unica
ragionevole teoria disponibile. [47]
4. Altri fatti sospetti
Inoltre, anche se abbiamo già considerato sufficienti prove in favore della
teoria secondo la
quale le torri sono state tirate giù con gli esplosivi, c’è dell’altro.
Rimozione dell’acciaio: per prima cosa, l’acciaio degli edifici è stato
rapidamente rimosso prima
che potesse essere adeguatamente esaminato, [48] venduto praticamente tutto a
venditori di
rottami, che ne inviano la maggior parte in Asia. [49] In generale, la rimozione
di prove dalla
scena del delitto è un reato federale. Ma in questo caso, il personale federale
ha facilitato la
rimozione. [50]
Questa rimozione ha suscitato proteste. Il giorno di Natale del 2001, il New
York Times scriveva:
"La decisione di riciclare rapidamente l’acciaio del WTC nei giorni
immediatamente successivi al
9/11 significa che potremmo non conoscere mai le risposte definitive". [51] La
settimana
successiva, la rivista Fire Engineering scriveva: "Stiamo letteralmente
trattando l’acciaio
rimosso dal sito come spazzatura, non come prove cruciali della scena di un
incendio (Brannigan,
Corbett, and Dunn, 2002) … la distruzione e la rimozione delle prove deve
cessare immediatamente"
(Manning, 2002).
Comunque, il sindaco Bloomberg, difendendo la decisione di disfarsi
dell’acciaio, ha dichiarato:
"Se volete dare un’occhiata ai metodi di costruzione e al design, oggi ci sono i
computer. [52]
Un semplice sguardo ad un pezzo di metallo in genere non dice niente." [53] Ma
questo non è vero.
Un esame dell’acciaio avrebbe potuto rivelare tracce di esplosivi.
La rimozione di una quantità di materiale senza precedenti dalla scena di un
crimine indica che
un crimine senza precedenti è stato coperto. [54]
La prova che questo cover-up è stato portato avanti dal NIST è fornita dal suo
trattamento di una
interessante scoperta da parte della FEMA, secondo la quale alcune tipologie
dell’acciaio sono
state "rapidamente corrose da solfitazione" (FEMA 2002, Appendice C). Questo
fatto è
significativo, perché la solfitazione è un fenomeno conseguente agli esplosivi.
La FEMA
giustamente ha chiesto ulteriori ricerche su questa scoperta, che secondo il New
York Times
sarebbe "forse il più profondo mistero aperto dall’indagine" (Killough-Miller,
2002). Un problema
strettamente correlato, espresso all’indomani dell’undici settembre dal Dr.
Jonathan Barnett,
Professore del Fire Protection Engineering al Worcester Polytechnic Institute è
il seguente: "Gli
incendi e i danni strutturali … non spiegherebbero frammenti di acciaio tra i
detriti che
sembrano essere stati parzialmente vaporizzati (Glanz, 2001). Ma la relazione
del NIST, nel
capitolo intitolato "Learning from the Recovered Steel", manca completamente di
menzionare sia la
vaporizzazione sia la solfitazione. [55] Per quale motivo gli scienziati del
NIST sembrano
condividere lo sdegno del sindaco Bloomberg per gli studi empirici sull’acciaio
recuperato?
Caduta dell’Antenna della Torre Nord: un altro problema notato dalla FEMA è che
i video mostrano,
secondo le parole del rapporto FEMA, che "la torre di trasmissione sulla cima
della [torre nord]
iniziò a muoversi verso il basso e leggermente su un lato prima che il movimento
del muro esterno
fosse evidente. Questo indica che il crollo è iniziato con uno o più cedimenti
del nucleo
centrale dell’edificio"(FEMA 2002, cap. 2).[56] Questa caduta è stata citata in
un articolo sul
New York Times di James Glanz and Eric Lipton, secondo i quali: "I filmati del
crollo della torre
nord mostrano che l’antenna tv ha iniziato a cadere una frazione di secondo
prima del resto
dell’edificio. Le osservazioni indicano che in qualche modo il nucleo di acciaio
dell’edificio è
ceduto per primo" (Glanz and Lipton, 2002). Nel presunto definitivo rapporto del
NIST, comunque,
non abbiamo trovato menzione di questo fatto. Questa è una ulteriore conveniente
omissione, dal
momento che la spiegazione più plausibile, e forse l’unica possibile, è che le
colonne centrali
sarebbero state tranciate con esplosivi – una spiegazione che sarebbe in accordo
con i racconti
di numerosi testimoni oculari.
Inclinazione e disintegrazione della Torre Sud: Se la caduta dell'antenna della
torre nord era
anomala (secondo la prospettiva della teoria ufficiale), il crollo della torre
sud contiene una
anomalia ancora più insolita. I piani più alti – sopra l’area colpita dall’aereo
– hanno iniziato
ad inclinarsi verso l’angolo più danneggiato dall’impatto. Secondo le leggi
della conservazione
della quantità di moto e del momento angolare, questo blocco di circa 34 piani
sarebbe dovuto
cadere a terra molto lontano dalle fondamenta dell’edificio. "Ciononostante,"
osservano Paul e
Hoffman, "mentre la parte superiore iniziava a cadere, la rotazione decelerava.
Poi ha invertito
la direzione, anche se la legge di conservazione del momento angolare stabilisce
che un oggetto
solido in rotazione continua a ruotare alla medesima velocità a meno che non
venga applicata una
forza rotatoria (opposta, ndt) (Paul and Hoffman, 2004, p. 34).
Successivamente, secondo le parole di Steven Jones, professore di fisica al BYU,
"il blocco si
trasforma per lo più in polvere a mezz’aria!" Questa disintegrazione ha
interrotto l’inclinazione
e ha consentito ai piani più elevati di cadere quasi completamente all’interno
dello spazio
occupato dall’edificio. Come Jones ci fa notare, questo comportamento
estremamente anomalo è
stato uno dei numerosi elementi che il NIST è stato capace di ignorare in virtù
del fatto che la
sua analisi "non include il comportamento strutturale della torre dopo il
raggiungimento delle
condizioni necessarie al crollo" (NIST 2005, p. 80, n. 12). Ciò risulta loro
conveniente perché
significa che il NIST non deve rispondere alla domanda di Jones: "Come lo
spieghiamo, senza gli
esplosivi, questo strano comportamento?" (Jones, 2006).
Questo comportamento, comunque, non sembra insolito agli esperti di demolizioni
controllate. Mark
Loizeaux, capo della Controlled Demolition, Inc., ha dichiarato:
Con il controllo differenziale della velocità dei cedimenti nelle diverse parti
della struttura,
la si può far camminare, ruotare, ballare… possiamo far finire a nord-ovest
strutture che
guardano verso nord.
Di nuovo, qualcosa che è inspiegabile secondo la teoria ufficiale diventa chiaro
se si adotta la
teoria delle demolizioni controllate.
Sicurezza del WTC: La possibilità che possano essere stati impiegati esplosivi
solleva la domanda
di come sia stato possibile che chiunque abbia voluto piazzare esplosivi nelle
torri sia riuscito
ad oltrepassare i controlli della sicurezza. La domanda ci porta ad un fatto
probabilmente
rilevante su una azienda – che attualmente si chiama Stratesec ma allora si
chiamava Securacom –
che aveva l’incarico della sicurezza del World Trade Center. Dal 1993 al 2000,
anni durante i
quali la Securacom ha installato un nuovo sistema di sicurezza, Marvin Bush,
fratello del
presidente, era uno dei direttori dell’azienda. E dal 1999 al gennaio 2002 il
loro cugino Wirt
Walzer III era il CEO (Burns, 2003).[57] In teoria questi fatti sarebbero dovuti
finire in prima
pagina – o almeno nel rapporto finale della Commissione 9/11.
Questi fatti, in ogni caso, potrebbero essere rilevanti sulla base di
testimonianze fornite da
persone che hanno lavorato al World Trade Center. Alcuni di loro hanno
ripetutamente dichiarato
che, anche se nelle settimane precedenti al 9/11 ci furono segnali di allerta
per i quali furono
usati cani addestrati a fiutare l’esplosivo, tali segnali furono rimossi cinque
giorni prima del
9/11 (Taylor e Gardiner, 2001).
Inoltre, una persona di nome Scott Forbes, dipendente di Fiduciary Trust –
l’azienda per la quale
lavorava il marito di Kristen Breitweiser – ha scritto:
Il weekend del [8-9 settembre 2001] fu staccata la corrente nella torre sud. A
causa della
mancanza di energia, non ci fu corrente elettrica per circa 36 ore dal 50° piano
in su… Il motivo
del distacco, secondo il WTC, era la manutenzione degli impianti di cablatura…
Ovviamente senza
corrente non erano attive le telecamere di sorveglianza nè le serrature di
sicurezza, [mentre]
molti, molti "ingegneri" entravano e uscivano dalla torre. [58]
Per di più, un uomo di nome Ben Fountain, analista finanziario per il Fireman’s
Fund nella torre
sud, è stato citato nella rivista People, affermando che nelle settimane
precedenti al 9/11 le
torri furono evacuate "un certo numero di volte"(People Magazine, 2001).
Previsione del crollo: Un altro fatto rilevante è che Rudy Giuliani,
intervistato da ABC News
riguardo il suo centro di emergenza temporaneo in Barkley Street al 75, ha
dichiarato:
Eravamo operativi là fuori quando ci fu detto che il World Trade Center stava
per crollare, ed è
crollato prima che potessimo uscire dall’edificio. [59]
Questa è un'affermazione sorprendente. Prima del 9/11, nessun incendio aveva mai
causato il
crollo di un grattacielo in cemento armato. I pompieri che hanno raggiunto il
78° piano della
torre sud certamente non credevano che stesse per crollare. Persino la
Commissione 9/11 ha
riportato che, a sua conoscenza, "nessuno dei capi [dei pompieri] presenti
credeva che fosse
possibile il crollo totale di alcuna delle torri"(Kean e Hamilton, 2004, p.
302). Pertanto per
quale motivo qualcuno avrebbe detto a Giuliani che almeno una delle due torri
stava per crollare?
La risposta più ragionevole, specialmente alla luce delle nuove prove, è che
qualcuno sapeva che
erano stati piazzati esplosivi nella torre sud e stavano per essere fatti
saltare. E’ persino
possibile che gli esplosivi possano essere stati fatti esplodere prima di quanto
originariamente
progettato, perché gli incendi nella torre sud si stavano spegnendo più
rapidamente di quanto ci
si aspettasse, dato che il carburante del jet era in larga parte bruciato in una
palla di fuoco
all’esterno dell’edificio. [60] Questo potrebbe spiegare perchè la seconda torre
sia crollata per
prima – dopo soli 56 minuti – anche se fu colpita per seconda, e ci furono
incendi minori.
Ovvero, se la storia ufficiale fosse stata che gli incendi avevano causato il
crollo, l’edificio
avrebbe dovuto essere demolito prima che gli incendi si fossero estinti
completamente. [61]
Scopriamo ora, da testimonianze a voce, che Giuliani non era il solo a sapere
che il crollo era
imminente. Almeno quattro testimoni indicano che poco prima del crollo della
torre sud, l’Office
of Emergency Management (ufficio per la gestione delle emergenze: OEM, ndt)
aveva predetto il
crollo di almeno una delle due torri. Il direttore dell’OEM riferiva
direttamente a Giuliani.
[63] Di conseguenza sono stati i suoi uomini a dirglielo, anche se Giuliani ha
dichiarato che a
lui e ad altri "fu detto" che le torri stavano per crollare.
Come ha fatto notare il reporter del New York Times Jim Dwyer, la Commissione
9/11 ebbe
effettivamente accesso alle testimonianze a voce. [64] Avrebbe dovuto discutere
di questi fatti,
ma non lo fece.
La negligenza manifestata dalla Commissione 9/11 sulla maggior parte dei fatti
rilevanti riguardo
ai crolli è stata seguita dal rapporto NIST, che dichiara, sorprendentemente:
L’indagine è stata focalizzata sulla sequenza degli eventi dal momento
dell’impatto dell’aereo
all’inizio del crollo di ciascuna torre. Per brevità, ci si riferisce a tale
sequenza come la
"probabile sequenza del crollo", anche se non include effettivamente il
comportamento strutturale
delle torri dopo che le condizioni per il crollo furono raggiunte… [la nostra
simulazione tratta
solo] del deterioramento strutturale di ogni torre dal momento dell’impatto
dell’aereo al momento
in cui l’edificio…era sul punto di per crollare (80n, 140).
Steven Jones commenta adeguatamente:
Che dire del conseguente crollo simmetrico, rapido e completo degli edifici?
…Che dire della
caduta per prima dell’antenna nella Torre Nord? Che dire del metallo liquefatto
osservato nella
zona delle fondamenta? Non c’è da preoccuparsi: il NIST non ha discusso di alcun
dato successivo
al momento in cui le torri stavano per crollare. Bene, alcuni di noi vogliono
dare un’occhiata a
tutti i dati, senza le simulazioni al computer "sistemate" per farle concordare
con il risultato
desiderato. (Jones, 2006)
Riassumendo: quando aggiungiamo questi altri cinque fatti sospetti alle undici
caratteristiche
che il crollo delle Torri Gemelle ha in comune con le demolizioni controllate,
abbiamo un totale
di sedici fatti riguardanti il crollo di questi edifici. Mentre il crollo è
inspiegabile secondo
la teoria ufficiale, diventa completamente comprensibile secondo la teoria che
la distruzione
delle torri sia stata un "inside job" (un’operazione interna, ovvero americana,
ndt).
5. Il crollo del World Trade Center 7
Abbiamo visto che la Commissione 9/11 ha semplicemente ignorato i fatti discussi
sopra. Una
ulteriore questione non discussa dalla Commissione è stato il crollo
dell’edificio 7. E anche la
ricostruzione ufficiale a riguardo è ancora più problematica di quella delle
torri – come
indicato dal titolo di un articolo del New York Times: "Engineers Are Baffled
over the Collapse
of 7 WTC" (Glanz, 2001).[65]
Ancora più difficile da spiegare
Il crollo dell’edificio 7 (per
approfondimenti vedi qui) è ancora più difficile
da spiegare del crollo delle torri, prima di
tutto perchè non è stato colpito da nessun aereo, quindi non può essere usata
nessuna delle
teorie che parlano di come gli impatti degli aerei contribuirono al crollo delle
torri.
Inoltre, tutta la documentazione fotografica indica che gli incendi
nell’edificio erano
circoscritti, non eccessivamente caldi e limitati a pochi piani. Fotografie
scattate alla
facciata nord mostrano incendi solo al settimo e al dodicesimo piano su 47 piani
in tutto. Dunque
se la facciata sud, che guardava le torri, avesse avuto così tanti altri incendi
come sostengono
i difensori della versione ufficiale, questi non erano sufficientemente grandi
da essere visti
dall’altra parte dell’edificio. [66]
Non ci sarebbe da sorprendersi, ovviamente, che gli incendi in questo edifico
fossero stati
ancora più piccoli di quelli delle torri, perché mancava il carburante aereo per
alimentare un
grande incendio. Alcuni dei difensori della storia ufficiale hanno dichiarato,
ad onor del vero,
che serbatoi di diesel stoccati nell’edificio in qualche modo presero fuoco e
provocarono un
incendio interno di vaste dimensioni. Tuttavia, se l’edificio 7 si è riempito di
fiamme in quel
modo, perché nessuno dei fotografi e delle squadre televisive presenti sul posto
ha avuto modo di
inquadrare la scena?
L’estrema difficoltà di spiegare il crollo del WTC7 – assumendo che non è
permesso nominare le
demolizioni controllate – è stata riconosciuta dagli organi ufficiali. Il
rapporto preparato
sotto la supervisione della FEMA ha proposto uno scenario che coinvolge i
serbatoi di diesel, ma
successivamente ammette che questo scenario ha "solo una bassa probabilità di
essersi
verificato." [67] Persino questa affermazione è generosa, perché la probabilità
che sia vera una
qualche versione della storia ufficiale dell’edificio 7 è la stessa che per le
torri, cioè zero,
perché sarebbero violate numerose leggi fisiche. Ad ogni modo, la Commissione
9/11, forse a causa
della ammissione della FEMA, ha evitato il problema semplicemente non
menzionando il fatto che
l’edificio è crollato.
Questa è stata una delle più stupefacenti omissioni della Commissione. Secondo
la teoria
ufficiale, contrariamente alla convinzione universale precedente al 9/11,
l’edificio 7 dimostra
che grandi edifici in cemento armato possono crollare a causa dei soli incendi,
perfino senza
essere colpiti da un aereo. Questa dimostrazione dovrebbe far cambiare le
tecniche di costruzione
ed i premi di assicurazione per tutti gli edifici di cemento armato del mondo.
Ciononostante, la
Commissione 9/11, stilando il suo rapporto di 571 pagine, non ha dedicato una
sola frase a questo
evento storico.
Ancora più simile alle demolizioni controllate
Un altro motivo per cui il crollo dell’edificio 7 è particolarmente problematico
è il seguente:
il crollo assomiglia molto di più ai migliori esempi di demolizione
convenzionale – in altre
parole, una implosione, che inizia dal basso (mentre il crollo delle torri è
iniziato dall’alto,
nell’area colpita dagli aerei). Come scritto da Eric Hufschmid:
L’edificio 7 è crollato su sè stesso… L’interno è caduto per primo… Il risultato
è stato una
piccola catasta di macerie, con l’esterno dell’edificio che è crollato sulla
cima. [68]
ImplosionWorld.com, un sito del settore delle demolizioni, dichiara che una
implosione è "di gran
lunga il più complesso tipo di progetto esplosivo, ed esiste solo una manciata
di aziende al
mondo che possiede sufficiente esperienza…per realizzare vere implosioni di
edifici". [69] Chi
può credere veramente che gli incendi siano riusciti a realizzare per caso il
tipo di crollo che
può essere realizzato da solo una manciata di aziende al mondo? L’edificio aveva
24 colonne
principali e 57 perimetrali. Dire che l’incendio ha provocato il crollo
dell’edificio sulla sua
verticale significa credere che gli incendi hanno fatto cadere tutte e 81 le
colonne esattamente
nello stesso momento. Accettare la storia ufficiale significa, in altre parole,
accettare un
miracolo. Il fisico Steven Jones concorda, affermando che:
La probabilità che il crollo quasi simmetrico del WTC7 sia dovuto ad incendi
casuali (la teoria
"ufficiale") è infinitesimale – richiede che molte colonne di supporto cedano in
modo
praticamente simultaneo. Ne concludo che le prove per l’uso di esplosivi
pre-posizionati nel WTC7
(anche nelle torri 1 e 2 ) il 9/11 sono manifestamente fondate.
Predizioni ancora più ampie
Un'altra ragione per cui il crollo dell'edificio 7 crea particolari problemi
riguarda la
predizione del crollo. Sappiamo che solo poche persone sapevano con anticipo che
le torri stavano
per crollare, e le informazioni in nostro possesso sarebbero coerenti con la
supposizione che
questa consapevolezza è stata acquisita solo pochi minuti prima del crollo della
torre sud. Ci si
potrebbe immaginare, dunque, che qualcuno abbia visto qualcosa che faceva
intuire che l'edificio
sarebbe crollato. Ma la previsione del crollo dell'edificio 7 è stata ben più
ampia e di maggior
durata. Questo era noto da tempo, almeno per i lettori di riviste (di settore,
ndt) dei vigili
del fuoco. [71] Tuttavia ora le testimonianze a voce offrono un disegno più
completo.
Ampiamente informati: Almeno 25 pompieri e personale medico affermano che, in
qualche momento
della giornata, son venuti a sapere che l'edifico 7 stava per crollare. I
pompieri che stavano
spegnendo gli incendi nell'edificio hanno ricevuto l'ordine di uscire, dopodichè
è stata marcata
una zona per il crollo. Come ha dichiarato il paramedico Decosta Wright: "hanno
misurato a che
distanza sarebbe caduto l'edificio, così noi sapevamo esattamente dove stare",
cioè "a 5 isolati
di distanza" (NYT, Wright, pp. 11-12).
Informazioni anticipate: Le testimonianze non sono concordanti su quale sia
stato il momento
preciso in cui si è saputo che l'edificio sarebbe crollato. Ma la maggior parte
delle prove
indica che 4 o 5 ore prima è stato comunicato che l'edificio sarebbe crollato.
[72]
L'improbabile motivo per il quale aspettarsi il crollo: Ma per quale motivo
sarebbero sorte
queste certezze? Secondo la documentazione fotografica, gli incendi
nell'edificio 7 erano pochi e
contenuti. Dunque per quale motivo i decisori del diparimento avrebbero deciso
di tirar fuori i
pompieri dall'edifico 7, lasciandoli fuori ad attenderne il crollo?
I comandanti hanno fornito una doppia spiegazione: il danno in concomitanza con
il fuoco. Frank
Fellini disse: "Quando [la torre nord] crollò, strappò l’acciaio tra il terzo ed
il sesto piano
lungo la facciata su Vesey Street. Temevamo che il fuoco esteso in diversi piani
e l’acciaio
mancante avrebbero portato al crollo dell’edificio." (NYT, Fellini, p.3)
Ci sono almeno due problemi con entrambe le parti di questa spiegazione. Il
primo problema con i
resoconti dei danni strutturali è che variano di molto tra loro. Secondo la
testimonianza di
Fellini, c’era un varco di quattro piani tra il terzo ed il sesto piano. Nel
racconto del
Capitano Chris Boyle, invece, il varco era "alto 20 piani" (2002). Sembrerebbe
che Shyam Sunder,
l’investigatore capo per il NIST, abbia stabilito una sorta di compromesso tra
queste due
versioni, dichiarando alla rivista "Popular Mechanics" che "Circa un terzo della
facciata dal
centro e dalla base – circa 10 piani – circa il 25 percento dell’edificio
risultava scavato"
(Popular Mechanics, March 2005).
I diversi resoconti sulla questione della facciata meridionale dell’edificio non
sono, comunque,
limitati al problema della dimensione del varco. Secondo il Deputato Peter
Hayden, il problema
non era assolutamente un buco ma una sporgenza, ed era "tra il decimo ed il
tredicesimo piano"
(Hayden, 2002).
Il secondo problema con questi resoconti sul danno è che dal momento in cui vi
era un varco alto
10 o 20 piani, oppure un varco (o una sporgenza) alta 4 piani, come mai questo
fatto non è stato
colto da nessuno dei fotografi e degli operatori presenti sul luogo quel giorno?
Considerando le dichiarazioni a proposito del fuoco, i resoconti variano
nuovamente di molto. L’ufficiale Daniel Nigro parlò di "fuochi molto estesi su diversi piani" (NYT,
Nigro, p. 10).
Secondo Harry Meyers, un assistente ufficiale, "Quando l’edificio venne giù era
completamente
avvolto nelle fiamme, tutti e quarantasette i piani" (citato in Smith, 2002, p.160).
Questa
palese esagerazione fu riportata anche da un pompiere che disse "[il Building 7]
era
completamente avvolto… Potevate vedere le fiamme estendersi da un lato
dell’edificio all’altro"
(NYT, Cassidy, p. 22).
Molti dei testimoni, comunque, non sostengono la versione ufficiale. Ad esempio,
il tecnico
medico Decosta Wright disse: "Penso che nel quarto piano ci fosse un incendio…
Il nostro
atteggiamento era del tipo: ragazzi, lo spegnete questo fuoco?" (NYT, McCarthy,
pp. 10-11). L’
ufficiale Thomas McCarthy disse : "Stavano aspettando che il WTC7 venisse giù …
Avevano… del
fuoco su tre piani separati…, che bruciava allegramente. E’ stato alquanto
sorprendente, sapete,
è pomeriggio nella lower Manhattan, uno dei maggiori palazzi sta bruciando e
loro dicono 'lo
sappiamo' " (NYT, McCarthy, pp. 10-11).
Il secondo problema con questa versione ufficiale è che se ci fosse stato "un
fuoco molto intenso
in molti piani" perché questo fatto non venne catturato in nessun filmato? La
fotografia che
abbiamo della parte nord dell’edificio conferma la versione dell’ufficiale
McCarhty secondo la
quale c’era un incendio su tre piani. Anche se ci fosse stato del fuoco su altri
piani nella
parte meridionale dell’edificio, non c’è una prova fotografica che confermi che
"le fiamme [negli
altri piani si estendevano] da un lato all’altro dell’edificio.
Inoltre, anche nel caso in cui la versione ufficiale sul crollo dell’edificio 7
non fosse
contraddetta dall’evidenza fisica e da alcune delle testimonianze orali, non
spiegherebbe
comunque la ragione per la quale l’edificio crollò, poiché nessuna quantità di
fuoco e nessuna
entità di danni alla struttura, eccetto quelle provocate con esplosivi, ha mai
portato al totale
crollo di un edificio con la struttura portante di acciaio.[73]. E di certo non
spiegherebbe la
particolare natura del crollo, - poiché l’edificio implose e cadde in verticale
piuttosto che
inclinarsi, come atteso da coloro che diedero l’ordine di liberare una vasta
zona che poteva
essere interessata dal crollo. Il capo divisione John Norman, ad esempio, disse:
"Ci aspettavamo
che cadesse verso Sud" (Norman 2002). E la teoria dell’incendio in concomitanza
con il danno
strutturale non spiega nemmeno il crollo dell’edificio in un tempo
corrispondente ad una caduta
libera e nemmeno la creazione di una enorme quantità di polveri – ulteriori
caratteristiche del
crollo che sono costantemente ignorati dai difensori della versione ufficiale.
La grande difficoltà che presenta la teoria ufficiale riguardo il WTC sul crollo
dell’edificio 7
è illustrata in un recente libro, "102 Minutes: The Untold Story of the Fight to
Survive Inside
the Twin Towers" (102 minuti, la storia non raccontata della lotta per la
sopravvivenza dentro le
Twin Towers) , uno degli autori del quale è il corrispondente del New York Times
Jim Dwyer, che
riportò sul Times i racconti delle dichiarazioni orali dell’11 Settembre. A
proposito delle Twin
Towers, Dwyer e il suo coautore, Kevin Flynn, sostengono la teoria espressa dal
NIST, secondo la
quale le torri crollarono a causa degli aerei che colpirono il sistema
antincendio delle colonne
d’acciaio, rendendole vulnerabili al "calore intenso" del conseguente
incendio.[74] Quando
arrivano all’edificio 7, comunque, Dwyer e Flynn non si chiedono perché crollò,
dato che non fu
colpito da nessun aereo. Dicono semplicemente :"I pompieri decisero che il fuoco
si consumasse da
solo." (Dwyer and Flynn, 2005, p. 258). Ma questo, ovviamente, non accadde.
Invece, poco dopo le
17.20 di quel giorno, l’edificio 7 collassò, essenzialmente nello stesso modo in
cui crollarono
le Twin Towers.
Non avrebbe dovuto questo fatto portare Dryer e Flinn ad interrogarsi sulla
teoria del NIST
secondo la quale le Twin Towers crollarono a causa del sistema antincendio
danneggiato? Io penso
in particolar modo che Dwyer, che riportò le testimonianze orali dell’11
Settembre, dovrebbe
rivedere le teorie del NIST alla luce delle abbondanti prove di esplosioni
portate da queste
testimonianze.
Una spiegazione alternativa: Esiste, in ogni caso, una sola teoria che spiega
sia la natura del
crollo dell’edificio 7 che l’attesa del crollo: Furono piazzati degli esplosivi,
e qualcuno che
lo sapeva diffuse la voce ai comandanti dei pompieri.
In maniera alquanto sorprendente, una versione di questa teoria fu sostenuta
pubblicamente da un
insider, Larry Silverstein, che era il proprietario dell’edificio 7. in un
documentario della PBS
andato in onda nel Settembre 2002, Silverstein, parlando dell’edificio 7,
disse:
Ricordo che mi chiamò il comando dei pompieri, per dirmi che non erano sicuri di
poter contenere
l'incendio. E io ho detto, "Abbiamo già avuto questa terribile perdita di vite
umane, a questo
punto tanto vale demolirlo." [76] E hanno preso la decisione di demolirlo, e
così lo abbiamo
visto andare giù. (PBS, 2002) [77]
E’ davvero sorprendente che Silverstein, che stava per ricevere miliardi di
dollari (5 miliardi e 600 milioni di dollari, per la precisione) come
pagamento dall’assicurazione per l’edificio 7 e il restante complesso del World
Trade Center, nel
caso in cui fossero stai distrutti da atti terroristici, abbia fatto tale
dichiarazione in
pubblico, specialmente a telecamere accese. Ma questa dichiarazione secondo la
quale l’edifico 7
sarebbe stato demolito tramite esplosivi, a prescindere dalle motivazioni che vi
stanno dietro,
spiega il perché e il come sia crollato.
Abbiamo ancora in sospeso, comunque, la domanda sul perché il dipartimento dei
vigili del fuoco
si aspettasse il crollo dell’edificio. Sarebbe sicuramente interessante se
questa informazione
venisse dall’ Office of Emergency Management, che in precedenza aveva informato
il dipartimento
che una delle torri stava per crollare. E abbiamo una fonte autorevole che lo
conferma. Il
capitano Michael Currid, presidente dell’ Uniformed Fire Officers Association,
disse che poco
dopo il crollo delle Twin Towers, "Qualcuno dall’ Office of Emergency
Management" gli disse che
l’edificio 7 fosse "fondamentalmente una causa persa e non dovremmo perdere
nessun altro nel
tentativo di salvarlo", dopodichè ai pompieri nell’edificio fu detto di
abbandonarlo (Murphy,
2002, pp. 175-76).[78]
Ma questa risposta, supponendo che sia corretta, ci lascia con ulteriori
domande, a cominciare
da: Chi nell’ Office of Emergency Management sapeva in anticipo che le torri e
l’edificio 7
stavano per crollare? Come lo sapevano? E così via. A questi interrogativi si
può rispondere solo
dopo una vera indagine, che deve ancora iniziare.
6. Conclusioni
E’ in ogni caso possibile stabilire, oltre ogni ragionevole dubbio, una cosa
molto importante: la
distruzione del World Trade Center fu una operazione interna, orchestrata da
terroristi
"interni". Terroristi stranieri non avrebbero potuto avere accesso agli edifici
per piazzare le
cariche esplosive. Probabilmente non avrebbero manifestato la cortesia di fare
in modo che le
torri crollassero in modo verticale, piuttosto che crollare sugli edifici
circostanti. E non
avrebbero potuto orchestrare un insabbiamento, dal rapido smaltimento
dell’acciaio al rapporto
della FEMA al rapporto della commissione sull’11 Settembre al rapporto del NIST.
Tutte queste
cose possono essere state orchestrate solo da forze interne al nostro governo.
L’evidenza di questa conclusione è stata ignorata largamente dalla stampa
mainstream,
probabilmente celandosi dietro la maschera dell’obbedienza al consiglio del
Presidente Bush di
non tollerare le "scandalose teorie della cospirazione". Abbiamo visto,
comunque, che è la teoria
della cospirazione del Presidente Bush ad essere scandalosa, poiché è
contraddetta enormemente da
numerosi fatti, incluse le basilari leggi della fisica.
Esiste, ovviamente, un’altra ragione per cui la stampa mainstream non ha messo
in evidenza queste
contraddizioni. Come segnalato in una recente lettera al Los Angeles Times:
Il numero delle contraddizioni nella versione ufficiale dell’11 Settembre è
talmente schiacciante
che si fa fatica a crederci. D’altra parte la versione ufficiale non può essere
abbandonata
perché le implicazioni del suo rifiuto risulterebbero inquietanti: ovvero che
noi siamo soggetti
ad una cospirazione governativa dalle proporzioni degne di "X-Files".
Le implicazioni sono in effetti inquietanti. Molta gente che conosce o almeno
sospetta la verità
sull’11 Settembre probabilmente ritiene che rivelarla sarebbe altrettanto
inquietante per la
psiche americana, la forma americana di governo e la stabilità globale che
risulta preferibile
far finta di credere alla versione ufficiale. Vorrei suggerire, comunque, che la
validità che
questo ragionamento potrebbe aver avuto in passato è stato superato
dall’emozione suscitata dai
più recenti avvenimenti. Molto più devastante per la psiche americana, per la
forma americana di
governo, e per il mondo nella sua interezza sarà il comando di coloro che ci
diedero l’11
Settembre, poiché i valori riflessi in quel terribile evento si riflettono nelle
bugie dell’amministrazione Bush per giustificare la guerra in Iraq, nella sua mancanza di
considerazione per
le tematiche ambientali e per la Costituzione, nella sua negligenza criminale
sia prima che dopo
Katrina, ed ora nel suo piano bellico che non si limita a militarizzare lo
spazio ma anche ad
autorizzare l’uso di armi nucleari in un attacco preventivo.
Alla luce di questa situazione e dei fatti discussi in questo articolo – così
come nelle dozzine
di incongruenze della versione ufficiale dell’11 Settembre discussi nei miei
libri – ho
contattato il New York Times affinché assumesse l’iniziativa di esporre
finalmente al popolo
americano e al mondo intero la verità sull’11 Settembre. Assumere tale
iniziativa in una storia
del genere comporta ovviamente enormi rischi. Ma se esiste una testata
giornalistica con la
forza, il prestigio, e la credibilità per rendere nota questa storia, questa è
il New York Times.
Ha avuto un ruolo fondamentale nel pubblicare le testimonianze orali dell’11
Settembre. Ma adesso
il bene della nostra repubblica e probabilmente la sopravvivenza della nostra
civiltà dipendono
dal rivelare la verità sull’11 Settembre. Faccio un appello al New York Times
affinché colga
questa occasione.
David Ray Griffin.
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