LICENZIATI, CENSURATI ED IMPRIGIONATI COLORO CHE SOLLEVANO DUBBI SULLA VERSIONE UFFICIALE DEL 9/11
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E’ proprio il Quarto Reich.
Tratto da
www.effedieffe.com.
STATI UNITI - Il professor Steven Jones è stato sospeso dalla docenza alla
Brigham Young University (dove insegnava fisica), per
aver sostenuto che le due Torri, l'11
settembre, caddero perché minate, non perché attaccate da terroristi islamici
con aerei.
Steven Jones è il fisico che ritiene di aver identificato la sostanza usata
nella «demolizione controllata»: sarebbe termite, miscuglio finemente mescolato
di polvere d'alluminio e ossido di ferro che, una volta innescato, sviluppa una
reazione chimica irreversibile che raggiunge i 2.800 gradi di temperatura: quel
che occorre per liquefare i 47 pilastri interni alle Towers.
Vari lettori ci segnalano la punizione del professor Jones.
Ma i professori minacciati di sospensione sono almeno tre, tutti, come
Jones, membri dell'associazione
«Scholars for 911 truth» (studiosi per la verità sull'11 settembre).
I minacciati di licenziamento sono il professor Kevin Barrett, dell'università
del Wisconsin, e Bill Woodward, docente di psicologia all'università del New
Hampshire.
Nella "libera" America d'oggi si può perdere il posto per delitto
d'opinione.
E può accadere di peggio.
La giornalista Susan Lindauer è stata appena liberata da un «edificio
correzionale di New York dov'è stata trattenuta per 'valutazione psichiatrica'
per quasi un anno».
La sua colpa?
Nel marzo 2001 la Lindauer scrisse ad Andrew Card, già capo dello staff della
Casa Bianca e suo cugino, avvertendo che una delegazione irachena l'aveva
contattata per invitare gli USA ad inviare ispettori esperti di armamento in
Iraq, dove avrebbero potuto raccogliere le prove che Saddam non
aveva armi di distruzione di massa.
Immediatamente, sulla poveretta di sono rovesciate un mare di accuse, fra cui
quella di essere un agente iracheno pagato.
Il 14 agosto Chris Bollyn, giornalista di American Free Press, è stato
malmenato davanti a casa sua da agenti dell'FBI, che lo hanno anche
colpito con un «taser» (una pistola elettrica che dà violente scosse): Bollyn,
coraggioso amico, sta indagando sulle strane telefonate di «pre-avvertimento»
ricevute da selezionati privilegiati poche ore prima dell'11 settembre, fra cui
il messaggio ricevuto dalla Odigo, un'agenzia (israeliana) di istant messaging
che aveva sede proprio nella zona del World Trade Center.
Un altro giornalista, Greg Palast, è sotto inchiesta del ministero
per la Sicurezza Interna (Homeland Security).
Il suo delitto: nel girare un documentario su New Orleans distrutta dall'uragano
Katrina e dalla criminale incompetenza dell'amministrazione Bush, Palast ha
ripreso un sito «protetto per ragioni di sicurezza nazionale»: si tratta di un
edificio della Exxon Mobil.
Palast ha chiesto, sarcastico, se la Louisiana sia ancora parte degli Stati
Uniti o se sia stata annessa a qualche redivivo impero sovietico, dove la
fotografia di «installazioni sensibili» era vietata.
La risposta dell'Homeland Security è stata positiva: la Louisiana è ancora parte
degli USA.
Ma sono gli Stati Uniti ad essere cambiati.
Dall'11 settembre, la «libera America» è stata mutata in un sistema
totalitario di tipo nuovo, che in mancanza di meglio deve essere definito
«Quarto Reich».
A stabilire l'inquietante parallelo non è un'associazione islamica bensì un
giurista americano di nome Jacob G. Homberger. (1)
Il quadro legale delle libertà americane, dice Homberger, è stato rovesciato
dalla legge speciale anti-terrorismo chiamata «Patriot Act». La quale appare
ricalcata fin nei particolari sulla legge speciale d'emergenza che il
cancelliere Adolf Hitler pretese nel 1934, e che trasformò il suo potere di
governante legalmente eletto in quello di dittatore.
L'11 settembre tedesco fu, come si sa, l'incendio del Parlamento (il Reichstag).
Il giorno dell'attentato, Bush era in Florida in una scuola elementare a leggere
ai bambini un libro che parlava di caprette saltellanti.
A Berlino, il 27 febbraio, il noto Cancelliere era placidamente a pranzo con
Goebbels, quando ricevé la telefonata dell'avvenuto attentato alla democrazia
germanica.
Nell'America del 2001, il potere ha subito diffuso le «prove» che il colpevole
era «Al Qaeda» e in più generale il «terrorismo islamico»: video di Osama e
lista completa degli attentatori.
Nel 1934, il governo di Berlino «scoprì» molto rapidamente che ad incendiare il
Reichstag erano stati «terroristi comunisti».
«E' l'inizio della rivoluzione bolscevica!», gridò Goering al colmo
dell'indignazione davanti alle fiamme.
Come lo sapeva?
Sapeva.
Il governo aveva scoperto «materiale di stampa clandestina» comunista che
dettagliava l'intero piano delittuoso.
Era programmato l'incendio «di edifici statali, musei, residenze e impianti
strategici […] donne e bambini sarebbero stati messi davanti ai gruppi di
terroristi [come scudi umani]».
L'incendio del Reichstag non era che «il segnale di un'insurrezione e della
guerra civile».
«E' stato accertato», assicurava il governo legale di Berlino, «che il giorno
stesso si sarebbero dovuti verificare in tutta la Germania atti terroristici
contro individui, proprietà private, la vita e l'incolumità di gente innocente
per dare inizio alla guerra civile».
Il giorno stesso il cancelliere strappò al capo dello Stato (Hindenburg) un
decreto presidenziale intitolato «Per la protezione del popolo e dello Stato»,
che sospendeva le garanzie costituzionali.
Nel 2001, Bush ha chiesto ad un Senato terrorizzato (dalle lettere all'antrace,
ricevute da soli senatori democratici, ossia dell'opposizione) la legge
d'emergenza che gli dà pieni poteri contro la «guerra al terrorismo globale»: il
Patriot Act, appunto.
Il decreto di Hindenburg sanciva la «restrizione della libertà personale e del
diritto alla libera espressione delle opinioni, libertà di stampa compresa; la
facoltà per il governo di violare la corrispondenza privata, sia postale,
telegrafica o telefonica; il permesso per perquisizioni in abitazioni, confisca
e restrizioni della proprietà».
Il Patriot Act, come hanno sperimentato il professor Jones e i
giornalisti e docenti sopra citati, fornisce queste stesse facoltà al potere
costituito americano.
Due settimane dopo, Hitler chiese al parlamento di delegare a lui tutti i poteri
anche legislativi, in modo che potesse, con piena autorità, affrontare
l'eccezionale pericolo incombente sulla patria. Ci fu qualche tentativo di
opposizione.
Il cancelliere mise in riga i deputati riottosi gridando: «La Germania sarà
libera, ma senza di voi!». Bush ha detto cose molto simili: «O con noi o contro
di noi», «Odiano la nostra libertà», eccetera.
Alla fine Hitler ottenne il decreto che gli dava pieni poteri
(«Ermächtigungsgesetz») con 441 voti contro 84.
La misura, disse il cancelliere, era temporanea: e infatti la sottopose anno
dopo anno al parlamento per la riconferma, che non mancò mai.
In questo, Hitler fu persino più democratico di Bush, ironizza
Hornberger.
Perché Bush ha ottenuto dal Congresso il decreto di «autorizzazione alla forza»
che gli conferisce poteri insindacabili e totali per combattere «il
terrorismo globale».
Tale decreto non ha bisogno di essere confermato, perché vige finchè dura «la
guerra al terrorismo».
E quando mai finisce una guerra al terrorismo globale?
«E' impossibile conoscere con qualche sicurezza quando l'ultimo terrorista sarà
sterminato o neutralizzato», dice il giurista, «sicchè, dal punto di vista
pratico, la 'guerra al terrore' è guerra perpetua, e i poteri di Bush, il
comandante in capo, altrettanto perpetui».
E' precisamente la guerra senza fine che Orwell descrive nel suo «1984»,
e che giustifica il sistema totalitario vigente, con le sue penurie e il suo
terrore.
Hitler risparmiò al popolo le penurie, almeno fino a guerra inoltrata.
Nel 1934, si trovò il comunista terrorista colpevole dell'incendio del
Reichstag: tale Martin van der Lubbe, un olandese.
Gli storici, questi complottisti, ritengono oggi che van der Lubbe sia
stato usato come strumento dai nazisti; non lo sapremo mai, perché il terrorista
fu prontamente giustiziato.
Ma altri capi terroristi comunisti processati con lo sciagurato furono
rilasciati dai tribunali tedeschi, per assenza o esiguità di prove: è accaduto
anche in USA, dove terroristi accertati dai media sono stati poi rilasciati.
Il cancelliere coi baffetti corse ai ripari: le cause per tradimento furono
trasferite dalla Corte Suprema a un tribunale speciale di otto membri, di cui
cinque erano tesserati del Partito.
Uno degli accusati liberati dai giudici ordinari fu rimesso in «custodia
preventiva», e morì in carcere durante la guerra; esattamente come nell'America
di oggi, dove un numero inaccertabile di persone sono detenute da anni senza
processo e senza accusa precisa, e dunque senza possibilità di difesa - anche si
sospetta cittadini americani - in qualità di «enemy combatants».
Infatti anche Bush, il comandante in capo, dice Hornberger, «ha il potere di
arrestare cittadini americani e negare ad essi un giusto processo, assistenza
legale e l'accesso alle corti federali ordinarie. Può detenere persone e
mandarle in Stati stranieri per esservi torturate. Può intercettare telefonate
senza mandato. In altre parole, il nuovo regime americano può condurre la sua
'guerra al terrore' negli Stati Uniti con gli stessi poteri che si è dato in
Iraq».
Ciò è logico nei sistemi totalitari: che mentre perseguono il nemico esterno,
incessantemente perseguono e smascherano i «nemici interni».
Le perquisizioni o irruzioni notturne, le detenzioni senza termine, la tortura
praticate in Iraq sono per ora risparmiate agli americani: ma si tratta di
un'esenzione di fatto, non di diritto.
E infatti vari membri della Corte Suprema vorrebbero legalizzare la tortura
per estorcere informazioni.
Una volta legalizzato, questo metodo di interrogatorio non avrà motivo di non
essere usato all'interno del Paese più libero del mondo.
Ciò induce il giurista a temere che persino con un presidente migliore di Bush,
nel 2009, il sistema di totalitarismo democratico messo in atto possa durare:
perché è appunto un sistema, ormai un coerente insieme di istituzioni, troppo
comode per il potere perché esso vi rinunci volontariamente (pensate ai
giudici che potessero portare come prove contro l'imputato le confessioni
ottenute sotto tortura: quanta fatica risparmiata nelle indagini).
Intanto, giornalisti vengono malmenati e detenuti, professori perdono il posto:
Quarto Reich America.
E le guerre continuano, come nel Terzo, giustificando all'infinito le misure
«speciali».
Se un giorno sopravviveremo a tutto questo, potremo sviluppare sensate
riflessioni sulla democrazia e le sue illusioni.
La prima di tutte: la convinzione che il sistema democratico abbia in sé chissà
quali misteriosi anticorpi contro la dittatura.
Che la separazione dei poteri, la proprietà privata, la libera stampa e il
potere legislativo eletto dai cittadini siano lì a vegliare, occhiuti ed
energici, contro ogni lesione dei diritti e delle libertà, politiche e
d'opinione.
Questa illusione, in cui ci culliamo, è priva di fondamento.
Il Quarto Reich è il prodotto di un colpo di Stato nuovo e sofisticato; ma non
più sofisticato dei metodi con cui il Terzo tramutò una democrazia pluralista,
nel Paese più avanzato d'Europa, in dittatura.
Basta spaventare la gente contro un nemico invisibile, aizzarne l'odio e le
paura.
Basta una stampa servile che tace la verità, perché non fa comodo ai padroni.
Basta poco, e gli oppositori al sistema saranno ridotti al silenzio come
«anti-americani», anti-semiti, cospirazionisti…
Ultime notizie dal Quarto Reich, da leggere finchè siete in tempo:
- Una decina di giornalisti della Florida, fra cui noti personaggi televisivi e
opinionisti del Miami Herald, sono risultati pagati dalla Casa Bianca (fino a
175 mila dollari l'uno) per diffondere notizie false su Fidel Castro.
- Donald Rumsfeld, parlando all'American Legion, ha detto che la libertà
americana è minacciata non solo da una complessa «rete di terroristi» ma da
«occidentali moralmente corrotti» che si rendono complici del terrorismo, e
strateghi militari critici del suo operato (di Rumsfeld), che indeboliscono le
difese del Paese. «Provocare la confusione morale o intellettuale su chi o che
cosa è giusto o sbagliato mina la volontà e la perseveranza delle società
libere», ha detto von Rumsfeld. (2)
- Il comune di New York imporrà a 1400 suoi insegnanti di seguire un corso su
Israele. Il corso, elaborato dal consolato israeliano a New York, è inteso -
così ha detto il console Aryel Mekel, «a formare attraverso gli insegnanti una
generazione di leader educati a mantenere la relazione speciale tra Stati Uniti
e Israele». (3)
Questa almeno è una novità: il Terzo Reich non si sarebbe fatto dettare i
programmi scolastici da un console di uno Stato estero.
Maurizio Blondet.
Note:
1) Jacob G. Hornberger, «A democratic dictatorship», The Future of Freedom
Foundation, 25 agosto 2006.
2) Address at the 88th Annual American Legion National Convention «Delivered by
Secretary of Defense Donald H. Rumsfeld, Salt Lake City, Utah», August 29, 2006.
3) Yaniv Halili, «New Yorkers to study about Israel», Y net-new, 8 settembre
2006.