IL MISTERIOSO QUARTO AEREO: IL VOLO UA-93
 



(Immagine eloquente che sintetizza l'intera questione all'osso.)


Uno dei punti più oscuri (e più sconosciuti) della versione ufficiale sull'11 settembre riguarda il volo UA-93 (il quarto aereo dirottato che forse avrebbe dovuto schiantarsi sulla Casa Bianca e che invece ufficialmente è precipitato in Pennsylvania), e che cosa gli sia davvero accaduto.

Ci hanno raccontato che il volo è partito alle 8:01 da Newark, è stato dirottato sopra Cleveland alle 9:40, ed è poi precipitato in Pennsylvania alle 10:10 o alle 10 in punto (le fonti sono discordanti sull'ora precisa) ad opera dei coraggiosi passeggeri insorti contro i dirottatori.

Appare innanzitutto assurdo, se si guarda il percorso compiuto dall'aereo, che, con tutta l'America che ormai aveva capito di essere sotto attacco alle 9:00 e le Torri che già erano state colpite, i dirottatori abbiano deciso di non dirottare subito l'aereo, ma di aspettare altri 40 minuti e di farsi intanto un giretto di 1500 Km fuori rotta, arrivando fino in Ohio, invece di puntare dritti verso Washington e sperare di fare in tempo prima di venire intercettati.

Ed appare ancora più assurdo che la difesa aerea non sia stato in grado di intercettare l'aereo, pur essendo in stato di massima allerta in vista di possibili altri attentati. E dire che in quella zona è pieno di basi dell'aeronautica militare.

Ci hanno detto, inoltre, che i passeggeri hanno telefonato a casa per informare i parenti del fatto che erano stati dirottati, hanno detto loro che avevano intenzione di far precipitare l'aereo per evitare di fare altre vittime, e si sono poi ribellati ai dirottatori, li hanno sopraffatti, e hanno fatto schiantare l'aereo in una zona disabitata della Pennsylvania.

In tutta questa storia, i punti oscuri, illogici o proprio impossibili sono molti. Vediamoli.
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1) LE IMPOSSIBILI TELEFONATE DALL'AEREO.

2) LE STRANEZZE NELLE TELEFONATE.

3) GLI IMPROBABILI RITROVAMENTI.

4) PRECIPITATO AL SUOLO O ABBATTUTO IN VOLO? LE STRANEZZE DELLA BUCA E LA SCARSITA' DI ROTTAMI.

5) L'ASSETTO E L'ANGOLAZIONE CHE L'AEREO AVEVA SECONDO I DATI UFFICIALI NON COINCIDONO CON I DANNI AL SUOLO.

6) AGGIORNAMENTO: SPUNTANO DELLE FOTO DI ROTTAMI RICONOSCIBILI, MA ALMENO UNO E' UN FALSO.

7) AGGIORNAMENTO: ANCHE ALMENO UNO DEI DOCUMENTI RITROVATI NELLA BUCA E' UN FALSO.

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1) LE IMPOSSIBILI TELEFONATE DALL'AEREO.

La versione ufficiale vuole che i dirottatori abbiano ordinato ai passeggeri di telefonare a casa per informare i parenti del fatto che erano stati dirottati. Tralasciando l'assurdità della cosa (perchè mai i dirottatori avrebbero dovuto farlo?) e le varie incongruenze nelle telefonate che vedremo in seguito, questo è semplicemente impossibile per semplici e indiscutibili ragioni tecniche (la spiegazione seguente è tratta da www.luogocomune.net).

Il problema non sta tanto nell'altezza, ma nella velocità dell'aereo. Anche volendo pensare che un telefonino abbia la potenza sufficiente per trasmettere da 8.000 metri di quota - ed alcuni in effetti ce l'hanno - rimane il problema della distribuzione sul territorio delle antenne riceventi.

A differenza dell'Europa, che usa un sistema di ricezione molto più omogeneo, nelle grandi città americane le varie compagnie telefoniche, in concorrenza spietata fra loro, dispongono ciascuna di un sistema indipendente di antenne riceventi, disposte in modo da coprire l'intero perimetro cittadino.

Ma quando si passa alle grandi zone rurali - e l'America "è" grande - non ci si può certo permettere, per ciascuna compagnia, un sistema che possa seguire l'utente dovunque voglia andare. Nella maggioranza delle zone rurali, inoltre, vi sono raramente due antenne che siano in grado di raccogliere contemporaneamente il segnale di uno stesso utente.

Ecco allora che scatta il "roaming" (letteralmente, "scorrazzare"), un servizio a supplemento col quale tu trasmetti un segnale che è ora ricevibile da qualunque antenna di qualunque compagnia locale sotto il cui ombrello tu ti trovi. Sarà quella compagnia, quando riceve il segnale, a decodificare la tua, per poterle poi mandare il conto della telefonata che sta per farti fare, col dovuto supplemento.

Ecco (in alto a sinistra) una mappa della copertura che offre la Verizon, una delle compagnie più importanti, sul territorio nazionale.
Quelli in bianco sono definiti "roaming markets", cioè zone in cui è necessario usufruire del roaming per poter chiamare da un cellulare della loro compagnia.

Sembrerebbe, a prima vista, una copertura ottima. Ma in realtà ecco (a destra) come appare, più da vicino, la mappa dettagliata della zona che sopra è cerchiata in rosso, al confine fra California e Nevada.

(Ovviamente altre compagnie, non indicate dalla mappa della Verizon, si occuperanno di coprire le zone bianche).

Sotto vedete ancora due mappe di copertura del territorio americano
di due diverse società, la TMobile e la Voicestream.

Nonostante la complessità, il sistema sembra funzionare abbastanza bene, anche se presenta, per le eventuali chiamate dall'aereo, un problema quasi insormontabile: vista la procedura di decodifica necessaria, il tempo che passa tra quando si  preme "chiama" a quando si inizia a parlare con l'altra persona è di circa 30 secondi. Niente di grave, in realtà, non fosse per il fatto che si sta viaggiando a 800 Km all'ora, e in quei 30 secondi si è fatto in tempo ad uscire dall'ombrello di una antenna per entrare in quello della successiva. Che però non è più della stessa compagnia, e quindi non è in grado di rilevare la telefonata già in corso. Bisognerebbe allora rifare il numero da quella posizione, attendere la nuova procedura di decodifica, e ricominciare a parlare. Ma nel frattempo sei entrato nella zona di un'altra compagnia ancora e devi rifare tutto da capo, e così via.

L'unico modo per riuscire a parlare con qualcuno, da un aereo che voli su quelle zone, è di andare dal capitano e chiedergli se per favore può girare un po' in tondo, prima di riprendere la rotta.

Inoltre, nel periodo in cui sarebbero avvenute le telefonate dal cielo (quasi tutte fra le 9.20 e le 10.10), tutta l'America era letteralmente attaccata al telefono, di qualunque tipo fosse. Tutti cercavano tutti, tutti volevano sapere qualcosa di tutti. La congestione del sistema era iniziata già alle 9 del mattino, dopo l'impatto nella seconda Torre, ed è durata almeno fino a dopo mezzogiorno. Trovare quindi ripetutamente le linee libere, con le difficoltà tecniche già descritte, e proprio nel momento di massima congestione del traffico telefonico, sarebbe stato veramente difficile per chiunque.


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2) LE STRANEZZE NELLE TELEFONATE.

Ma ammettiamo pure che quel giorno un miracolo divino abbia permesso ai passeggeri di telefonare dall'aereo a casa. Restano comunque alcune incongruenze inspiegabili nei resoconti ufficiali delle telefonate.

Come la telefonata di una passeggera che racconta alla madre che i terroristi hanno ordinato a tutti di chiamare a casa, per poi chiudere in fretta e furia la chiamata perchè "stava per essere scoperta mentre parlava al telefono".

C'è poi il caso di un tale di nome Mark Bingham che telefona alla madre e le dice, testuali parole: "Pronto, mamma? Sono Mark Bingham". Quando mai ci si presenta alla propria madre con nome e cognome? A meno che la madre non abbia due o tre figli tutti di nome "Mark" e ognuno con un cognome diverso, è una cosa assurda. Chiunque direbbe: "Pronto, mamma? Sono io", oppure al limite: "Pronto, mamma? Sono Mark", ma di sicuro nessuno si qualificherebbe con la propria madre usando nome e cognome. Mancava solo che dicesse il numero di matricola.

E' anche strano, inoltre, il fatto che tutti i passeggeri si siano messi d'accordo (come ci sono riusciti, poi, con i dirottatori che li sorvegliavano è un mistero) per suicidarsi tutti insieme, come hanno raccontato molti alle proprie famiglie per telefono, invece di tentare di attuare un atterraggio d'emergenza o fare qualunque altro tentativo di salvarsi la pelle. Verrebbe spontaneo pensare che in situazioni di emergenza come questa, dove la morte è l'unica alternativa, almeno si provi a salvarsi, magari telefonando all'aeronautica (visto che sono riusciti a telefonare a casa) e facendosi dire per telefono quali tasti premere e quali leve tirare per far atterrare l'aereo, impostare il pilota automatico, o dirigersi verso il mare per limitare i danni. Ma loro no. Hanno deciso di morire in un atto di eroismo portando con loro i dirottatori, senza cercare in nessun modo di sopravvivere, e guai a chi li ferma.

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3) GLI IMPROBABILI RITROVAMENTI.

Ecco gli oggetti che (ufficialmente) sarebbero sopravvissuti allo schianto e all'esplosione del volo UA-93 al suolo, e che sarebbero stati poi ritrovati sul luogo dell'impatto:

Documento ritrovato sul luogo dello schianto. (Fonte) Fototessera di un dirottatore ancora riconoscibile. (Fonte) Effetti personali della hostess CeeCee Lyles. (Fonte)


Bandana di un dirottatore ritrovata sul luogo dell'impatto. (Fonte) Pagina di un manuale di volo. (Fonte) Patente del passeggero John Talignani. (Fonte)

Altri ritrovamenti miracolosi sono visibili qui.

Ora, questi oggetti (tutti di materiali fragili e infiammabili come plastica, stoffa e addirittura carta), vi sembrano passati attraverso uno schianto aereo e l'esplosione di 20 tonnellate di kerosene?
Siamo seri. Un accendino li avrebbe danneggiati di più.

Ecco inoltre le lettere che incriminano i 19 dirottatori (suicidi ma non troppo), trovate nell'auto presa a noleggio dai dirottatori, nella valigia del capo dei terroristi Mohamed Atta (a proposito della valigia di Atta, leggete qui), e infine sul luogo dello schianto del volo UA-93 (Fonte: FBI):

Ecco tutte e 4 le lettere messe a confronto (cliccate per ingrandire):

        

Sapreste dire quale lettera è quella ritrovata sul luogo dello schianto del volo UA-93?

Coraggio, non dovrebbe essere difficile. Gli schianti aerei e le esplosioni di decine di tonnellate di carburante tendono a lasciare il segno su semplici fogli di carta.
La lettera dovrebbe infatti essere carbonizzata, o perlomeno annerita e bruciacchiata.
E invece è in condizioni perfette, nemmeno spiegazzata, pronta per essere usata come prova della colpevolezza dei dirottatori.
Che fortuna.
(Si tratta di quella più a destra, comunque.)

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4) PRECIPITATO AL SUOLO O ABBATTUTO IN VOLO? LE STRANEZZE DELLA BUCA E LA SCARSITA' DI ROTTAMI.

Un'altra stranezza che ha sollevato molti dubbi riguardo questa vicenda è poi il fatto che sono stati trovati rottami dell'aereo e resti umani sparsi in un raggio di 8 miglia (13 Km) dal punto dove, secondo la versione ufficiale, sarebbe precipitato.

Come è possibile che un aereo che si schianta al suolo spedisca rottami a 13 Km di distanza?

Le testimonianze di abitanti vicino al luogo dell'impatto, inoltre, sembrano escludere completamente l'ipotesi che un aereo da 100 tonnellate si sia schiantato al suolo dove dicono che sarebbe successo.

Innanzitutto, nel punto d'impatto c'è solo una buca annerita larga pochi metri (una ventina al massimo, anche volendo considerare i presunti segni delle ali), al cui interno sono stati trovati pochissimi rottami della misura di 20, 30 cm al massimo che potrebbero tranquillamente provenire da un motorino o da un frigorifero.

Vediamo alcune testimonianze immediatamente successive allo schianto sulle dimensioni della buca (ecco un convertitore piedi-centimetri per confermare le dimensioni citate):

- “The apparent point of impact was a dark gash, not more than 30 feet wide, at the base of a gentle slope just before a line of trees.” (Pittsburgh Post Gazette, 9/12/01)
"L'apparente punto d'impatto era uno squarcio scuro, non più largo di 30 piedi (circa 9,1 metri), alla base di un leggero pendio subito prima di una fila di alberi."

- “The plane left a crater 20 feet wide and 15 feet deep.”
(Plain Dealer, 9/12/01)
"L'aereo ha lasciato un cratere largo 20 piedi (circa 6 metri) e profondo 15 piedi (circa 4,5 metri)."

- "The crash impact left a crater estimated to be 10-feet deep and 20-feet wide."
(Cox News Service, 9/12/01)
"L'impatto ha lasciato un cratere che si stima sia profondo 10 piedi (3 metri) e largo 20 piedi (6 metri)."

- “The crash left a V-shaped gouge in a grassy field surrounded by thick woods. The gouge was 8 to 10 feet deep and 15 to 20 feet long, said Capt. Frank Monaco of the Pennsylvania State Police.“ (AP, 9/12/01)
"Lo schianto ha lasciato una buca a forma di V in un prato circondato da fitta foresta. La buca era profonda dagli 8 ai 10 piedi (dai 2,4 ai 3 metri) e lunga dai 15 ai 20 piedi (dai 4,5 ai 6 metri)."

- “Pittsburgh's WTAE-TV reporter Michelle Wright toured the crash scene and said that a crater of about 30 to 40 feet long, 15 to 20 feet wide and 18 feet deep was created by the crash.” (Cleveland Newschannel, 9/11/01)
"La reporter di Pittsburgh per la WTAE-TV Michelle Wright ha ispezionato la scena dello schianto e ha riferito che un cratere lungo dai 30 ai 40 piedi (dai 9,1 ai 12,2 metri), largo dai 15 ai 20 piedi (dai 4,5 ai 6 metri), e profondo 18 piedi (5 metri e mezzo) è stato creato dall'impatto."


Queste erano le testimonianze raccolte immediatamente dopo l'evento.
Nonostante non siano precise (com'è ovvio, trattandosi di stime approssimative), sono tutte concordi nell'affermare le scarsissime dimensioni della buca.
Decisamente troppo scarse per essere state causate da un aereo lungo 47 metri e largo 38.

Nonostante ciò, alcuni siti di debunking hanno affermato che la buca in realtà fosse enorme, ben 48 metri per 18, quindi compatibile con le dimensioni del 757, ma dovrebbero spiegarci allora queste persone fotografate vicino alla buca quanti metri sarebbero alte. Sei? Sette? 

 

Cliccate per ingrandire.

Riguardo i resti dell'aereo, Ernie Stuhl, il sindaco della città di Shanksville vicinissima al punto d'impatto, è stato uno dei primissimi ad arrivare sul luogo dello schianto, ed ha testimoniato che "Non c'è nessun aereo. Nessun aereo".
Dichiarazione che poi ha avuto cura di rimangiarsi, una volta accortosi di aver fondamentalmente dato del bugiardo al proprio governo, ma che fortunatamente rimane inequivocabile e consultabile nelle registrazioni. "There is no airplane. No airplane", significa solo una cosa, c'è poco da fraintendere.

Dennis Rodney, il direttore del giornale locale, ha confermato che non c'era nessuna traccia di qualcosa di vagamente simile ad un aereo da 100 tonnellate lungo 47 metri.

Ecco un'animazione in flash presa da un servizio giornalistico in elicottero che mostra la buca al suolo. Si vede chiaramente che non c'è traccia di nessun aereo, nè grande nè piccolo. Nemmeno un frammento, niente:


Purtroppo esistono pochissime foto del luogo dell'impatto, perchè i giornalisti, nonostante siano arrivati in pochissimi minuti, hanno trovato tutta la zona già recintata dai nastri dell'FBI (che rapidità! come se fossero stati pronti già in anticipo..) e non è stato loro permesso avvicinarsi più di tanto.
Ecco le foto migliori a nostra disposizione (cliccate sulle foto per ingrandirle):

          


QUESTA QUI SOTTO E' UNA FOTO SCATTATA DALL'ALTO AD ALTA RISOLUZIONE (392 KB) DELLA BUCA.
LA ZONA SI VEDE PIU' CHE NITIDAMENTE (c'è anche una persona in basso, che fa capire le dimensioni della buca), 
EPPURE NON C'E' TRACCIA DI ROTTAMI DEGNI DI TALE NOME. CONTROLLATE VOI STESSI. 
CLICCANDO SULLA FOTO LA SI PUO' VEDERE A DIMENSIONI REALI.

Riuscite a trovare, in una qualsiasi di queste foto, un frammento riconoscibile del volo UA-93? Un rottame qualsiasi che sia più grande di 30 centimetri? Un frammento qualunque delle 80 tonnellate di ali, coda, carrello, fusoliera, finestrini, cavi, tubature, motori, sedili, bagagli o passeggeri?
Io no.
(Eppure gli aerei che hanno colpito le Torri hanno lasciato resti enormi e più che riconoscibili di carrelli, motori e fusoliera, nonostante siano stati travolti e schiacciati dai crolli dei grattacieli.)

Tengo a precisare che queste foto sono state scattate subito dopo l'impatto, e quindi non c'è stato il tempo di sgombrare la zona dai rottami. Addirittura in alcune foto c'è ancora il fumo che si solleva dalla buca, ma di rottami neanche l'ombra.

La domanda è sempre quella: dove diavolo è finito l'aereo? Insomma, non è un telefonino, è un velivolo di 47 x 38 metri pesante più di 100 tonnellate (con il pieno di carburante). Ci si aspetterebbero dei rottami visibili. E invece niente.

Fortunatamente, nonostante il blocco federale, un giornalista è riuscito ad aggirare la recinzione e ad avvicinarsi alla zona attraversando la boscaglia dietro la buca. Ecco la sua testimonianza (tutte le testimonianze le potete trovare nel video documentario sul volo UA-93, visibile più in basso o scaricabile qui): «Da lontano non ci sono segni di rottami, ma solo una grossa buca nel terreno. Ma nel bosco dietro alla buca si trovano piccole testimonianze di un grande, orribile evento. Cosa c'è là? Guarda qui (indicando un rottame di pochi centimetri). Un pezzo di isolante a nido d'ape... (indicando un altro rottame) Un pezzo di alluminio di 30 cm con attaccata una vite a croce, una pagina strappata di una rivista, i frammenti sono dappertutto... a prima vista non sembrano nemmeno pezzi di un aereo... sono così piccoli... e non sono riconoscibili. Non si capisce se sono di una fusoliera, di un sedile, non si capisce cosa siano. Ma siamo letteralmente circondati da questi frammenti, e c'è un odore molto forte, di... terra bruciata. E' l'unico modo che mi viene in mente per descriverlo. Non c'è l'odore (molto particolare e riconoscibile) di carburante per aerei, c'è odore di... Ken (rivolgendosi al suo compagno), tu come lo chiameresti? Terra bruciata (risponde Ken)? Terra bruciata (conclude il giornalista). C'è odore di terra bruciata.»

L'odore di kerosene è, come sa benissimo chi lavora in un aeroporto, un odore molto forte, molto particolare e non confondibile con nessun altro. Ma sulla scena dell'impatto, dove ufficialmente circa 20 tonnellate di kerosene sono esplose, c'è solo una buca nel terreno di una ventina di metri al massimo e nessun odore di kerosene.

Inoltre, l'unica foto dell'impatto dell'aereo (qui sotto), scattata da un vicino abitante, ha catturato l'immagine di un fungo di fumo.

Questa forma del fumo è il risultato tipico di un'esplosione.
Quando un aereo precipita al suolo carico di carburante, invece, solleva una lunga colonna di fumo nero che continua a bruciare a lungo, e non si consuma subito, come nel caso di un'esplosione, creando il cosiddetto "fungo".
La differenza, come potete vedere qui sotto, è notevole.

Lo schianto del volo UA-93. Un tipico schianto aereo.




Un bombardamento in Iraq. Un altro tipico schianto aereo.

A cosa assomiglia di più la foto dello schianto del volo UA-93? A un incidente aereo, o all'esplosione di una bomba?
Osservate bene le foto.

Tutto fa credere che sia stata fatta detonare una carica esplosiva di media potenza piena di ferraglia qualunque, per cercare di simulare un impatto aereo al suolo, quando invece l'aereo è stato abbattuto in volo.

La testimonianza di un minatore che ha visto la scena sembra confermare questa ipotesi: «Abbiamo visto l'aereo (il volo UA-93) praticamente capovolto. Veniva giù quasi dritto. Si vedeva che stava cadendo. E un attimo dopo, sopra Rossners, c'è stata questa enorme palla di fuoco. L'aereo sarà stato almeno a 100, 150 metri di altezza.»

C'è inoltre la testimonianza di un'automobilista, Susan McIlwain, che afferma di aver visto un "piccolo aereo" allontanarsi dalla scena dell'esplosione del volo UA-93: «Quando ero arrivata qui, poco prima dello STOP, un piccolo aereo, mi sembrava bianco, mi è passato sopra... era così silenzioso, e ha planato qui sopra (indicando la strada) esattamente così (mimando con le mani il modo in cui è planato). Quando poi abbiamo visto la TV, continuavano a parlare di un grosso aereo, tipo un 757, e io mi dicevo: "No, quello che ho visto io non era un jet". Quello mi avrebbe spazzato via, passandomi sopra così vicino. Alla sera, è venuta l'FBI. Volevano sapere quanto era grande l'aereo che avevo visto. Gli ho detto che era piccolo, non molto più grosso del mio furgone, e mi è passato sopra. E lui mi dice: "Lei non lo sa come è fatto un 757". E io gli ho risposto: "Mi eviti la paternale. Se non mi vuole credere non mi creda, ma io quello che ho visto lo devo denunciare. Voi dovete sapere che c'era qualcos'altro che volava in cielo in quel momento." A quel punto si è fatto più gentile e mi ha detto che quello era un Lear Jet bianco che faceva le fotografie. Io gli ho detto: "Prima dell'incidente?". E lui: "Ora dobbiamo andare".»

Un'altra testimonianza di un vicino abitante sembra confermare l'ipotesi dell'abbattimento in volo: «Stavamo seguendo la TV, e la corrente si è messa a tremolare... più o meno nel momento in cui abbiamo sentito i rombo dei motori. E mentre correvamo fuori, abbiamo sentito il terreno tremare e poi un gran botto. E abbiamo visto questa gran palla di fuoco, in aria. Siamo arrivati sul posto nell'arco di 45 secondi, un minuto al massimo dopo l'impatto. Siamo arrivati prima dei pompieri o di qualunque altro soccorso, e quando siamo arrivati, c'era un aereo che ci volava sopra, ed è stato furbo, si è allontanato in direzione del sole, in modo da non poter vedere se fosse un caccia o che altro tipo di aereo fosse. L'abbiamo visto di scorcio, mentre virava, e viaggiava praticamente nella stessa direzione dell'aereo. [...] Stavo parlando con un tizio, e gli stavo raccontando che eravamo lì quando l'aereo è caduto, e che le luci nell'ufficio hanno cominciato a tremolare, e c'era un'altra persona davanti a me, un ex-pilota dell'esercito, e quando mi ha sentito mi ha interrotto. Mi dice: "Raccontami bene", e poi mi dice: "Io sono un ex-pilota, e quell'aereo è stato abbattuto". Io gli chiedo: "Perchè?". E lui: "Perchè quando le luci in casa tremolano, vuol dire che hanno accecato tutte le sequenze radar prima di sparare." E poi mi ha detto: "Ecco perchè la corrente in casa si è messa a tremolare. Non ha tremolato per l'impatto, ha tremolato perchè hanno accecato tutte le frequenze radar prima di sparare.»

Non dimentichiamo che l'ex vicepresidente Dick Cheney ha ammesso di aver ordinato (dopo gli schianti alle Torri e al Pentagono) l'abbattimento dell'aereo dirottato che si credeva fosse diretto a Washington per colpire la Casa Bianca, ossia proprio il volo UA-93. Le testimonianze che abbiamo esaminato lasciano supporre che l'ordine sia stato eseguito.

Ma la cosa più importante di questa faccenda non è tanto stabilire se l'aereo UA-93 sia precipitato o sia stato abbattuto in volo, magari per errore dai militari che non sapevano che i passeggeri avevano già ripreso il controllo dell'aereo, o per una sofferta decisione di non correre il rischio di un altro schianto in una zona popolata.

La cosa più importante è che, se era stata già approntata in anticipo una falsa scena dell'impatto con una buca nel terreno e rottami sparsi in giro, significa che qualcuno sapeva già in anticipo che l'aereo sarebbe stato abbattuto, e si conosceva sia il posto che l'ora. Chi ha fatto quella buca nel terreno ha organizzato tutto con un certo anticipo, non ha improvvisato.

Se quindi la vicenda del volo UA-93 è stata manovrata in questo modo, tra l'altro da un abile regista che l'ha usata come scusa per farci sapere molti dettagli dei terroristi e dei dirottamenti che altrimenti non avremmo mai potuto sapere (come il fatto che avevano dei taglierini e che li hanno usati per sgozzare i piloti), e che inoltre in questo modo ha creato il più classico degli episodi di eroismo e patriottismo (i passeggeri che si sacrificano per evitare altre morti) con cui ha commosso tutta la nazione (e ha aggiunto altra indignazione e rabbia nella popolazione), non è possibile, anzi, probabile (e molto) che anche gli altri tre dirottamenti siano stati programmati con largo anticipo allo stesso modo e dallo stesso regista?
 

Documentario di Luogocomune.net sul volo UA-93 con le video-testimonianze (scarica):


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5) L'ASSETTO E L'ANGOLAZIONE CHE L'AEREO AVEVA UFFICIALMENTE NON COINCIDONO CON I DANNI AL SUOLO.

Ma c'è un altro problema da trattare riguardante la buca lasciata al suolo.

Secondo il rapporto ufficiale del NTSB (National Transportation Safety Board), pagina 2: "[The airplane] impacted the ground at about 490 knots (563 mph) in a 40 degree nose-down, inverted attitude".

Ossia: "[L'aereo] ha colpito il suolo a circa 490 nodi (906 Km/h) con un assetto invertito a 40° e a muso in giù".
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(Immagine tratta da flight93hoax.blogspot.com ma "italianizzata" e leggermente modificata da me.)


Se però confrontiamo questo assetto e quest'angolazione con le foto della buca che UA-93 avrebbe creato, ci accorgiamo di un problema:
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(Altra immagine tratta da flight93hoax.blogspot.com ma "italianizzata" e leggermente modificata da me.)


Come si può vedere, i segni che ufficialmente sarebbero stati lasciati dalle ali dell'aereo in realtà non possono essere stati causati dal volo UA-93, perché gli stessi dati ufficiali sull'assetto e sull'angolazione che aveva l'aereo al momento dello schianto smentiscono questa versione. (Ma anche se quei dati fossero errati, in ogni caso le dimensioni della buca rimangono incompatibili co un 757.)

Se invece proviamo ad allineare l'aereo con i segni ufficialmente lasciati dalle ali, anziché con il buco che sarebbe stato lasciato dalla fusoliera, otteniamo un altro problema, ancora più grande:



Ora sono coda, fusoliera e motore destro a non combaciare assolutamente con i danni al suolo (e dire che ho anche arrotondato le misure del 757 per difetto, per non rischiare di farlo troppo grande).

Anche volendo ignorare il fatto che l'aereo ufficialmente si è schiantato capovolto, in ogni caso la coda, la fusoliera e un motore continuerebbero a non coincidere con i danni a terra. Basta osservare le zone in cui avrebbero dovuto schiantarsi per accorgersene: non c'è nessun segno.

Non c'è niente da fare: non importa come lo giri o lo rigiri, un Boeing 757 in quella buca non ci entra.

E così abbiamo scoperto un'altra delle moltissime incongruenze e contraddizioni della versione ufficiale dell'11 settembre 2001.
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Per approfondimenti vedi anche "IL MISTERO ALL'AEROPORTO DI CLEVELAND", una possibile risposta alla domanda: "Ma se non si è schiantato in Pennsylvania, allora dov'è finito il vero volo UA-93?"

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6) AGGIORNAMENTO: SPUNTANO DELLE FOTO DEI ROTTAMI, MA ALMENO UNO E' UN FALSO.

Durante il processo a Zacharias Mossaoui sono spuntate varie foto che mostrano enormi e inequivocabili resti del volo UA-93:

      

Ora rimane solo da spiegare perché questi enormi resti non si vedano in nessuna delle fotografie scattate immediatamente dopo lo schianto e non siano mai stati riferiti da nessuno dei testimoni.

Gli organi ufficiali hanno provato a sostenere che l'aereo sia finito sottoterra nello schianto, ma non si capisce proprio come sia potuta succedere una cosa simile, che non era mai accaduta nella storia dell'aviazione.
In nessun incidente aereo è mai capitato che il velivolo venisse completamente "ingoiato" dal terreno senza lasciare nessun rottame visibile e provocando una buca di dimensioni pari a nemmeno un terzo dell'aereo. Fortunatamente esistono degli archivi online (come questo o questo) di migliaia di incidenti aerei che ci possono aiutare a capire cosa succede davvero quando un aereo si schianta al suolo (piccolo esempio). In nessuno di quei casi l'aereo è stato ingoiato dal terreno.

La plausibilità di una spiegazione così inverosimile dovrebbe essere dimostrata (con calcoli o simulazioni computerizzate). Chiederci di credere per fede a una cosa così assurda è scorretto.

Insomma, l'impressione è che abbiano voluto provare a mettere una toppa con qualche fotografia falsificata ad hoc per rendere più sostenibile una versione ufficiale davvero troppo palesemente falsa per essere creduta.

Alcuni indizi a sostegno della falsità di queste foto, soprattutto le ultime due, sono visibili in questa pagina.
Riassumendo: di entrambe le scatole nere guarda caso è sopravvissuta solo la parte con l'etichetta che le identifica, ed entrambe sembrano proprio "messe in posa" per la foto, con la scritta "flight recorder" perfettamente visibile, e addirittura dei pezzi di legno e metallo che tengono su la scatola nera (nella prima foto); inoltre le due scatole nere non mostrano il minimo segno di terra dopo essere state sepolte diversi metri sottoterra, né di bruciature dopo aver sopportato l'esplosione di tonnellate di kerosene.

Cosa importante: la seconda scatola nera mostra parte del marchio di una società di produzione DIVERSA da quella che ha fornito le scatole nere al volo UA-93. La prima invece mostra parte del marchio giusto. O il volo UA-93 aveva due scatole nere fatte da aziende diverse, oppure questi cosiddetti "resti" sono stati piazzati apposta per fargli delle foto e rafforzare la messinscena.

Quella è una "H", c'è poco da fare. Ma dovrebbe essere una "A", se si trattasse davvero del Flight Data Recorder del volo UA-93!

Ecco il documento Del NTSB (National Transportation Safety Board) che attesta che il volo UA-93 aveva un Flight Data Recorder prodotto dalla Allied Signal:



Ma allora il Flight Data Recorder fotografato e attribuito a UA-93 da dove viene?
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AGGIORNAMENTO: ANCHE ALMENO UNO DEI DOCUMENTI RITROVATI NELLA BUCA E' UN FALSO.

La patente dell'assistente di volo CeeCee Lyles mostra di essere stata rilasciata nel 1997: 

Ma a quell'epoca la donna era ancora sposata con un altro uomo e aveva un differente cognome (Castrillo). Solo nel 2000 si è sposata con il marito Lorne Lyles e ne ha preso il cognome (come mostra questo certificato). 

E pare che anche la patente di un altro passeggero, John Talignani, presenti evidenti segni di falsificazione.

Maggiori dettagli riguardo quest'ennesima incongruenza in questa pagina.

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