IL NUOVO VIDEO DELLO SCHIANTO AL PENTAGONO: UN ALTRO AUTOGOL?
 



Tutto quello che c'è da sapere riguardo questo famoso secondo filmato. Vedi anche L'ANALISI FISICA DEL FILMATO.

Usa, via libera dal Pentagono per le immagini shock del volo 77
Tratto da www.Repubblica.it.

Reso pubblico il video dell'11 settembre 2001 che mostra lo schianto dell'aereo contro l'edificio della Difesa Usa. Ma molti dubbi rimangono. Si tratta di uno degli aspetti meno chiari dell'attacco agli Usa. Alcune ricostruzioni misero in discussione la versione ufficiale.

WASHINGTON - Cercando di sfatare teorie cospirative che girano da anni, il Pentagono ha reso pubblico il video dell'impatto l'11 settembre 2001 del Boeing 757 che colpì il ministero della Difesa americano. Ma le immagini, prese da un paio di angolazioni diverse, difficilmente riusciranno a convincere il mondo di Internet (ma non solo quello) dove da tempo fioriscono ipotesi di ogni genere in alternativa a quella, ufficiale, dell'attacco all'America da parte di Al Qaeda.

E' stato il ministero della Giustizia a consegnare le immagini al gruppo Judicial Watch, che le aveva chieste appellandosi alla legge sulla trasparenza (Foia). Ma anche il Pentagono ha pubblicato sul proprio sito Internet il doppio video. Le immagini sono più o meno le stesse che in passato erano state diffuse dalla Difesa americana sotto forma di sei fotogrammi.

Nel filmato, ripreso da due telecamere di sicurezza collocate a poca distanza l'una dall'altra all'esterno del Pentagono, si vede l'esplosione provocata dall'impatto del volo American 77, preceduta da una nuvola bianca che, per gli esperti, rappresenta la scia lasciata dall'aereo toccando il terreno sul prato fuori dall'edificio un istante prima di disintegrarsi a una velocità stimata in 520 chilometri orari. Nei fermo-immagine si intravede quello che appare essere il 'naso' del Boeing.

Il video con ogni probabilità non sarà sufficiente a smontare le teorie cospirative che negano sia stato il volo American 77 a colpire il Pentagono, ipotizzando invece il ricorso a bombe, missili, aerei senza pilota o caccia militari, nell'ambito di un vasto complotto gestito da ambienti dell' amministrazione Bush e servizi d'intelligence deviati.

Già le foto diffuse anni fa, riprese dalle stesse telecamere, avevano contribuito solo ad alimentare ulteriori 'contro-inchieste' - tra le più celebri, quella del francese Thierry Meyssan - basate sul fatto che il Pentagono non mostrasse alcun video, pur essendo presenti nell'area varie telecamere.

"Questo è tutto ciò che abbiamo, non c'è altro", hanno affermato portavoce militari, spiegando che non ci sono altre telecamere che quel giorno abbiano registrato immagini. Nella zona erano presenti nel 2001 altre telecamere installate allo Sheraton Hotel, a un distributore di benzina e su strutture del Dipartimento dei trasporti della Virginia. Ma nessuna risulta aver catturato immagini, anche perchè nella maggioranza dei casi erano telecamere che trasmettevano in diretta e non registravano.

"Speriamo che questo video possa mettere a tacere le teorie cospirative sul volo 77", ha detto Tom Filton, presidente di Judicial Watch, che ha dovuto ingaggiare per anni un braccio di ferro con il Pentagono per ottenere le immagini. Il ministero della Difesa aveva fino a ora rifiutato perchè legalmente vincolato dal processo in corso contro Zacarias Moussaoui, che si è concluso nelle scorse settimane.

Al Pentagono morirono l'11 settembre 189 persone, una quarantina delle quali si trovavano a bordo del volo American 77, tra cui alcuni bambini in una gita-premio organizzata dal National Geographic e i cinque terroristi arabi che realizzarono il dirottamento.

Nonostante i molteplici elementi emersi dalle indagini sui terroristi e nonostante le telefonate che i passeggeri dell'aereo riuscirono a fare prima dell' impatto, raccontando ciò che accadeva a bordo, l'episodio del Pentagono è rimasto il principale 'capo d'imputazione' per i complottisti che cercano di smontare la ricostruzione ufficiale dell'11 settembre.

"Sono tutte stupidaggini - afferma il solitamente compassato Jamie McIntyre, il corrispondente della Cnn dal Pentagono - perchè io c'ero quel giorno, ho visto migliaia di frammenti dell'aereo, li ho anche fotografati. Un pezzo lo raccolse lo stesso ministro Rumsfeld. Ma è giusto chiedere chiarezza e trasparenza al Pentagono, perchè c'è tante gente che non crede fino a che non vede".


La Repubblica, 16 maggio 2006.


 

Ecco i 5 fotogrammi di questo nuovo video "rivelatore" che mostrano lo schianto. Cliccate per ingrandire:

Scarica il video completo



11 SETTEMBRE: VIDEO PENTAGONO
Articolo tratto da www.luogocomune.net.

La grossolana messinscena di ieri del nuovo "video del Pentagono" rischia davvero di diventare la più poderosa zappa su piedi che chiunque sia mai riuscito a tirarsi, nella storia, in situazioni simili a questa. A come sia stato possibile arrivare a fare una tale figuraccia, cerchiamo di dare una risposta nell'articolo seguente, "Analisi di un complotto".

Qui invece ci dedichiamo all'analisi tecnica del nuovo filmato, che in realtà consiste in quattordici miseri fotogrammi, scattati teoricamente da una videocamera di sicurezza del parcheggio del Pentagono, e li confrontiamo con i precedenti cinque fotogrammi, ripresi da un'angolazione simile, che costituivano fino a ieri le uniche preziose immagini che il mondo abbia mai visto del fantomatico volo che si sarebbe schiantato contro la facciata Sud dell'edificio. Abbiamo anche messo anticipatamente in rete alcuni segmenti del nostro film "11 settembre 2001 - Inganno Globale", di prossima pubblicazione, che dimostrano l'implausibiltà assoluta del video che ieri è stato presentato al mondo dal Ministero della Difesa americano.

Prima di tutto però, per chi fosse meno esperto sulla questione, dobbiamo chiarire una cosa. I video dell'aereo che colpisce Pentagono, quelli veri, esistono eccome, ma furono tutti sequestrati dall'FBI pochi minuti dopo l'impatto stesso. E nonostante la mancanza di immagini dell'aereo rappresenti per l'amministrazione americana una delle più dolorose spine nel fianco di tutta la faccenda, non si capisce perché a nessuno sia mai venuto in mente di mostrarceli.

Di fronte a questa possibile domanda, oggi decisamente imbarazzante, l'amministrazione americana ha fatto circolare la voce che questi "altri video" in realtà non esistono. Possiamo tranquillamente smentirli, però, rimandando a un articolo di National Geographic, dove il benzinaio della stazione di servizio che sta di fronte al Pentagono racconta proprio di come gli uomini della FBI si siano presentati nell'arco di pochi minuti a sequestrare la cassetta della video camera che aveva appena inquadrato l'aereo che aveva colpito il Pentagono.

Velasquez è il benzinaio della stazione di servizio davanti al Pentagono. L'articolo di "National Geographic" è dell'11 dicembre 2001, tre mesi esatti dopo gli attentati. (Leggi l'originale in inglese qui.) Vediamo il brano che ci interessa:

«Velasquez says the gas station's security cameras are close enough to the Pentagon to have recorded the moment of impact. "I've never seen what the pictures looked like," he said. "The FBI was here within minutes and took the film."»

Velasquez dice che le telecamere di sicurezza della stazione di servizio sono abbastanza vicine al Pentagono da aver registrato il momento dell'impatto. "Non ho mai visto cosa contengano quelle immagini", ha detto. "Dopo pochi minuti è arrivata l'FBI, e si è portata via il filmato".

La stessa cosa è accaduta - sempre per chi conosca poco la materia - anche per le videocamere del vicino Hotel Sheraton che inquadrano la facciata colpita del Pentagono, e per quelle del vicino svincolo autostradale, che riprendono ininterrottamente lo spazio aereo antistante il Pentagono stesso.

Indipendentemente da tutto questo, è comunque possibile dimostrare come le immagini che ci sono state presentate ieri debbano necessariamente essere state falsificate.

Di queste, in realtà ci interessa un solo fotogramma in particolare, il numero 2, nel quale cui l'aereo fa timidamente capolino sulla destra dell'inquadratura (o almeno così ci dicono i telegiornali, e noi dobbiamo fidarci della loro parola visto che in realtà non si distingue granché), solo per scomparire del tutto, nel fotogramma seguente, in una "sfortunata" sovraesposizione che ha finito per bruciare tutto.

Come si vede chiaramente dal fotogramma qui sopra, l'aereo si presenta all'approccio con il suo bersaglio volando raso-erba, in perfetta orizzontale.

Ma ciò non è assolutamente possibile, per due diversi motivi.
Il primo, è che l'aereo ha sorvolato, senza abbatterli, una serie di rulli di cavo elettrico, posti proprio davanti alla facciata del Pentagono, che sono alti almeno un metro e mezzo ciascuno (il cosiddetto "Enigma delle Bobine").
Il secondo è che sulla destra dell'inquadratura c'è una collinetta, su cui è collocato lo svincolo autostradale "a quadrifoglio", che sta ad un livello di almeno quindici metri più in alto del Pentagono stesso (ecco una semplice rappresentazione grafica della situazione).

Visto che volava alla folle velocità di oltre 850 Km. all'ora, l'aereo non può quindi in nessun modo essersi presentato in perfetta orizzontale nel punto in cui lo ritrae il fotogramma incriminato. E' semplicemente impossibile per chiarissime e indiscutibili ragioni tecniche spiegate in questo articolo da Nila Sagadevan, ingegnere aeronautico e pilota.

Bisognerebbe domandarsi, a questo punto, perché mai l'amministrazione USA ci abbia dato un filmato così palesemente ritoccato, e ci abbia nel frattempo mentito sull'esistenza degli altri video che riprendono davvero l'aereo che colpisce la facciata.

E visto che ci hanno mentito su questo, non possiamo che domandarci anche perchè mai non debbano averlo fatto per l'aereo stesso che ha colpito il Pentagono.


Massimo Mazzucco.

 

AGGIORNAMENTO A QUEST'ARTICOLO:

Come avevamo sospettato già all'inizio, il video del Pentagono si è rivelato, ad una attenta analisi, un clamoroso autogol. Non solo non ha affatto "fugato" i dubbi, come pretendeva di fare, sulla mancanza di una qualunque traccia tangibile di un Boeing 757, ma ha confermato di fatto l'assoluta impossibilità che sia stato quel genere di aereo a colpire il Pentagono.

La nostra analisi, a sua volta presentata in un filmato di circa sei minuti (link in coda), cerca di spiegare con sufficiente chiarezza i motivi per questa categorica affermazione.

Oltre a riportare, in sintesi, le informazioni già esistenti sulle vere immagini del velivolo che si avvicina all'edificio - che nessuno ha mai potuto vedere, ma la cui esistenza è confermata, oltre che dal buon senso, da testimonianze inconfutabili - la nostra analisi si concentra su due elementi principali: il cosiddetto problema del volo "raso-erba", e la evidente manipolazione del filmato stesso, da parte di chiunque lo abbia confezionato.

Per quel che riguarda la traiettoria di volo (senza stare a ripetere qui ciò che è già stato detto mille altre volte), il nuovo filmato del Pentagono mostra chiaramente la parte anteriore dell'aereo che entra nell'inquadratura, a destra del fotogramma, volando in orizzontale.

Già si potrebbe denunciare quell'immagine come un falso evidente, visto che le proporzioni del velivolo appaiono chiaramente errate rispetto a quelle reali - esistono immagini digitali, create dalla Purdue University, su richiesta dello stesso governo americano, che mostrano appunto una proporzione almeno doppia dell'aereo rispetto al terreno circostante (v. link Sozen, in coda) - ma con questo argomento si resterebbe comunque nell'ambito di una opinione personale, dove "grosso" e "piccolo" possono variare in maniera miracolosa, a seconda delle intenzioni di chi guarda le immagini.

"Orizzontale" è invece un termine molto meno opinabile, ed è per quello che abbiamo preferito evidenziare questo punto debole del filmato, per evitare di fornire ai debunkers preziosa legna da bruciare sul fuoco della perdita di tempo.

Il cane per l'aia, come dire, è gia stato menato abbastanza, in questi faticosi anni di petulanza inconcludente. E' ora di venire al sodo.

Detto e confermato infatti da piloti professionisti, oltre che pienamente sensato, un Boeing 757 non farebbe assolutamente in tempo a mettersi in posizione orizzontale, dopo aver superato la collinetta antistante il Pentagono, e prima di colpire il bersaglio. Non solo non ne ha la manovrabilità, ma la velocità a cui quel particolare aereo viaggiava (qualunque cosa fosse), cioè oltre 850 Km. all'ora, lascia al pilota poco più di un secondo di tempo per coprire la distanza fra il quadrifoglio e la facciata dell'edificio. Troppo poco, quindi, perchè i comandi di un aereo di quella stazza facciano in tempo a reagire adeguatamente all'eventuale manovra, già difficilissima di per sè, oltre che del tutto inutile.

Perchè mai, infatti, rischiare di piantarsi con il naso a pochi metri dall'agognato bersaglio, quando questo finalmente ti sorride in tutta la sua larghezza, visto dall'alto delle nuvole da cui stai arrivando?

(Tutto questo, non dimentichiamolo, per non dire che siamo parlando di un "pilota" che in realtà non aveva mai guidato un jet nella sua vita).

Ma anche volendo regalare al nostro Hani Hanjour tutta la fortuna necessaria a imbroccare "per caso" quella posizione impossibile - come è noto, i debunker sono generosissimi nel dispensare "fortuna" a chiunque, quando non sappiano spiegare altrimenti certe grossolane incongruenze - in questo caso non farebbero che sigillare definitivamente i bulloni della propria bara: rimarrebbe infatti da spiegare, a quel punto, come il Boeing, una volta messosi rasoerba, abbia potuto superare i grossi rulli di cavo elettrico, alti quasi due metri, che stavano davanti alla facciata, senza nemmeno farli cadere.

E' qui che sta, a nostro parere, la potenza da "16-tonner" di questa argomentazione: o quell'immagine è un falso grossolano, oppure mi spieghi i rulli rimasti in piedi. Non se ne esce.

(E a chi magari si sognasse di suggerire che l'aereo ha addirittura "cabrato", in quella frazione infinitesimale di spazio-tempo, ricordiamo che questo non è un fumetto, ma un evento reale, nel quale un secondo dura un esatto sessantesimo di minuto, 167 piedi di aereo si estendono per 51 metri effettivi di spazio, 255.000 libbre pesano oltre cento delle nostre tonnellate, e 850 km. all'ora rimangono una velocità in cui si coprono 236 metri al secondo, e non uno di meno. Hanjour potrà anche essere un miracolato di Dio, ma le leggi della fisica, per fortuna, rimangono quelle che sono).

°°°

Il secondo argomento da noi presentato nel video, quindi, sembrerebbe quasi superfluo a questo punto. Noi abbiamo invece voluto "strombazzarlo" a dovere, perchè mostra una evidente manipolazione del materiale intesa, con tutta probabilità, a nascondere - e non affatto a "mostrare" - il velivolo che ha davvero attraversato lo spazio inquadrato dalle due telecamere del parcheggio.

E' quasi impossibile sincronizzare in maniera soddisfacente i due filmati, partendo dalla testa. Per motivi che non sta a noi spiegare, infatti, mente i fotogrammi che seguono l'impatto (oltre una trentina) procedono in maniera perfettamente speculare (a parità di velocità, mostrano le stesse identiche volute di fumo alzarsi in cielo), nella prima metà dei due video (circa 20 fotogrammi) le discordanze sono vistose, al punto che è impossibile pareggiare in qualunque modo accettabile i sei fotogrammi iniziali di riferimento.

Nella nostra analisi infatti diciamo che "abbiamo potuto sincronizzare i due filmati con relativa precisione", e niente di più. Ma questo è sufficiente a stabilire alcune cose importanti: la prima, è che le due videocamere riprendano lo stesso evento in tempo reale. La seconda è che, indipendentemente dalla sincronizzazione effettiva dei fotogrammi, iniziali e/o finali, ne manchino comunque almeno due, da uno dei due filmati. E sono proprio quelli, curiosamente, attorno al momento in cui l'aereo attraversa il campo visivo.

Questo ragionamento è fatto, naturalmente, per chi non si sia già scandalizzato di suo, nel vedersi proporre due filmati su due - con tutti quelli che debbono per forza esistere - in cui si vede di tutto meno che l'aereo che tutti vorremmo vedere.

(Secondo il sottoscritto nel video nuovo i fotogrammi mancanti sono almeno tre, visto che l'aereo passa dall'aver fatto capolino a destra di un fotogramma, ad una esplosione ampiamente avvenuta in quello seguente. E' quello che gli sceneggiatori di Hollywood chiamano "taglio narrativo", e che serve proprio a far trascorrere del tempo "inutile" - o pericoloso, in questo caso? - sullo schermo).

Ma due fotogrammi mancanti, innegabili, bastano e avanzano per dimostrare una manipolazione, e quindi l'evidente intenzione di coprire una verità diversa da quella che ci viene presentata.

°°°

Viene in mente, al proposito, lo storico filmato di Zapruder, nel caso Kennedy: quando fu finalmente consegnato al mondo nella sue versione integrale - ben quattordici anni dopo l'attentato, per chi non lo sapesse - l'FBI confessò un pò impacciata che in effetti mancavano "due o tre fotogrammi al massimo", rovinati in sede di ingrandimento dal solito tecnico un pò maldestro, proprio nel momento del fatale colpo alla testa a John Kennedy. Colpo dal quale era possibile dedurre che vi fosse almeno un tiratore di fronte a lui, e che quindi il buon Oswald non avesse agito da solo, come si cercò in tutti i modi di far credere. (Non che ci fosse stato bisogno di quella confessione, visto che la limousine presidenziale, nel filmato di Zapruder, passa di colpo da quasi ferma ad almeno 30 Km/h di velocità. Ma così almeno si pensò di salvare la faccia, immagino).

Certo, bisogna dire hanno davvero una sfortuna nera, questi federali, quando si tratta di maneggiare filmati delicati e importanti come questi.

Viene in mente, a questo proposito, la famosa frase di Hegel: "L'unica cosa che possiamo imparare dalla storia, è che l'uomo non è assolutamente capace di imparare dalla storia".

Peccato. Vorrà dire che dovremo rimboccarci le maniche, e cercare di fare noi, ciascuno nel limite delle sue possibilità, tutto quelli che gli altri non hanno voluto o saputo fare. Se non altro, la storia indietro non torna. Almeno quello.


Massimo Mazzucco.



QUEL VIDEO DEL PENTAGONO
Di Maurizio Blondet. Tratto da www.effedieffe.com.

Diversi lettori mi chiedono cosa penso del nuovo video rilasciato dal Pentagono su quegli attimi dell’11 settembre.
Rovescerei la domanda: cari lettori, vi ha convinto il nuovo video?
Cosa avete visto?
C’è lì un Boeing che si avventa contro il muro del ministero?
Io non ho visto nulla.
Cerchiamo di visualizzare: un Boeing che fosse semplicemente posato sul prato, con il muso toccherebbe già il secondo piano.
Invece la cosa dell’11 settembre aprì un foro tondo a pianterreno.
La cosa stupefacente è che il video, presentato come nuovo, non è nuovo affatto.

Si tratta di un paio di fotogrammi in più della solita telecamera di sorveglianza della vicina stazione di benzina.
Numerosi altri nastri, di numerose altre telecamere, fra cui quelli di un vicino albergo, furono immediatamente sequestrati dall’FBI e mai rivelati.
Perché il rilascio dei fotogrammi nuovi quattro anni dopo?

La scusa ufficiale: si è aspettato che finisse il processo a Zacharias Moussaoui, il «ventesimo pilota», è ridicola.
Moussaoui non partecipò all’attentato perché era detenuto in USA da agosto.
Non c’è nulla in quelle immagini che potesse influenzare il processo.
D’altra parte, se ora è finito il processo, perchè non rilasciare gli altri video più chiari?
Le riprese delle Twin Tower colpite dagli aerei le abbiamo viste decine di volte. Quelle del Pentagono, mai.
Le stesse immagini dalla pompa di benzina furono rilasciate solo dopo che era uscito il libro di Thierry Meyssan, «L’effroyable imposture», allo scopo evidente di smentirlo.
Fu il Pentagono a rilasciarle: erano immagini di pessima qualità, estremamente compresse, come per far sparire la maggior parte dei dettagli.
Le nuove immagini sono ugualmente di pessima qualità.
Il «nuovo» video è stato emesso da Fox News e immediatamente ripreso da tutte le TV ufficiose del mondo, come accade per una operazione concertata ed organizzata.
La fonte primaria, notoriamente uno strumento dei neocon, fa subito sospettare una manipolazione. La fiducia di questi signori è riposta nella stupidità e nella memoria corta dei più: ora gli stupidi diranno che «hanno visto» il nuovo video, e non avranno dubbi.
O forse, è solo l’inizio di un’operazione psicologica intesa a suscitare un dibattito sul nulla, per poi screditare le ipotesi serie sull’11 settembre, magari rendendo pubbliche nuove immagini. In questo senso, la fissazione esclusiva e complottista sul «mistero del Pentagono», dovuta a Thierry Meyssan, rischia per lo meno di far perdere di vista il quadro completo degli eventi. Inutile discutere se sul Pentagono si è abbattuto un enorme Boeing (di cui non c’è traccia sul prato) oppure un missile, o un drone.

Inutile, finchè gli indizi e le prove sono tutti in mano alla parte che ha interesse a disinformare, ed a confermare la versione ufficiale. Altre domande questa parte lascia senza risposta.
Ad esempio, ci sono video dei telegiornali che mostrano Donald Rumsfeld, in maniche di camicia, che dà una mano a trasportare barelle di feriti: bella immagine per la pubblicità.
Ma come mai il ministro era così sicuro che non ci sarebbero stati altri attacchi?
Dopotutto, c’era ancora in volo un quarto aereo, quello finito in Pennsylvania.
Rumsfeld non doveva essere sul prato, ma al sicuro in qualche bunker sotterraneo.
Era già stato abbastanza fortunato, per così dire, visto che il suo ufficio, guarda caso, si trova dalla parte esattamente opposta a quella colpita.
Non stava sfidando un po’ troppo la fortuna? Perché era così tranquillo circa la propria incolumità?

Altra domanda.
Il settimanale Newsweek scrisse nel 2002, citando «un’alta fonte della marina militare», che almeno tre dei presunti dirottatori erano stati addestrati nella Naval Air Station di Pensacola, la base della US Navy dove si addestrano i piloti delle portaerei (1).
I dirottatori avevano infatti patenti di guida e registrazioni delle auto che davano come indirizzo la base di Pensacola.
Un quarto dirottatore risulta aver seguito i corsi di strategie e tattica dell’Air War College di Montgomery, Alabama.
Un quinto, aveva seguito un corso d’inglese alla Lackland Air Force Base di San Antonio, Texas. Tutti piloti militari sauditi, secondo la fonte.
Su questa notizia non è mai stata fatta chiarezza.
Alla fine, l’FBI ha detto di non poter essere sicura di quelle identità, né delle identità di tutti gli altri.


Maurizio Blondet.


Note e fonti:
1) George Wehfritz, «Alleged hijackers may have trained at US bases», Newsweek, 15 settembre 2002.

 

 

OFFRESI RICOMPENSA PER CHIUNQUE TROVI TRACCIA DEL BOEING-757 NEL VIDEO ORIGINALE

VIDEO ORIGINALE
 
FOTOMONTAGGIO (AGGIUNTO IL BOEING-757)
 

Le dimensioni di un vero Boeing-757 non sono fraintendibili.

Nel fotomontaggio a destra (fatto artigianalmente da un sito contro la versione ufficiale) è stata aggiunta la sagoma di un Boeing-757, le cui dimensioni (47 x 38 metri) sono state ottenute prendendo come metro di misura l'altezza del Pentagono (23 metri).

Confrontiamo le due immagini, tanto per avere un'idea di come apparirebbe e che dimensioni avrebbe un Boeing-757 se davvero ci fosse.

Si vede benissimo che nel filmatino originale non c'è nessuna traccia di un Boeing-757. Neanche la più vaga.

Come si dice, a volte la toppa è peggiore del buco. Volevano smentire le voci dissidenti, e non hanno fatto altro che fornire loro una nuova arma.
 


 

 

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