OSSERVAZIONI ED INFORMAZIONI VARIE SULL'11 SETTEMBRE
|
(Tratto da www.effedieffe.com)
Alcune osservazioni ed informazioni varie sull'11
settembre 2001.
Di Maurizio Blondet.
Normalmente, quando un aereo è dirottato o precipita, vi è una vasta copertura
dei mezzi d’informazione riguardante il recupero e l’analisi delle scatole nere.
Ho seguito questo tema attentamente sui media, e non ricordo di avere mai
sentito una parola sui dati delle scatole nere. Ciò è estremamente insolito.
Le informazioni sono state censurate? Si è già accennato ad una possibile
ragione di questo. Mentre può darsi che il recupero delle scatole nere dai due
aerei che colpirono il WTC non sia stato possibile, a causa dell’enorme
ammontare di macerie, non vi è scusa per gli altri due aeroplani. E perfino nel
caso dei due che hanno colpito il WTC la normale pratica dei media è quella di
riportare ampiamente i tentativi con o senza successo per trovare le scatole
nere, anche per un aereo caduto nelle profondità marine. Non ho mai sentito una
parola su questo, per nessuno degli aerei coinvolti. E’ possibile che
semplicemente mi siano sfuggiti i resoconti, ma la mia aneddotica osservazione è
che l’argomento delle scatole nere pare sia stato insabbiato. E’ particolarmente
sospetto, data l’ampia pubblicità sui media sulle note incriminanti
presumibilmente scritte su brogliacci che in qualche modo sopravvissero agli
impatti degli aerei, al fuoco ed al crollo degli edifici, che delle normalmente
importanti ed indistruttibili scatole nere non si parli.
Nelle poche ore immediatamente seguenti agli attacchi vi furono resoconti della
CNN su insider trading alla Borsa di New York. Cioè, sembra che
qualche grosso investitore avesse saputo in anticipo degli
attacchi e venduto prima.
Ci sono state sui media speculazioni che i terroristi coinvolti possano aver
profittato dalle loro azioni. Per “terroristi”, sostituite “bin Laden”. Entro
poche ore, i media erano già in un circolo pleonastico: chiunque avesse compiuto
gli attacchi terroristici aveva fatto l’insider trading. Dal momento che
"sapevano" che bin Laden aveva fatto gli attacchi, ciò "provava" che egli aveva
fatto pure l’insider trading. Dal momento che "sapevano" che aveva fatto
l’insider trading, ciò "provava" che aveva fatto gli attacchi.
Come dire che la Bibbia è parola di Dio perchè la Bibbia stessa dice di esserlo.
Venimmo assicurati che gli investigatori erano già sul sentiero di questa vitale
questione. Le cifre alla Borsa di New York sembrano indicare chiaramente che
QUALCUNO ha fatto l’insider trading. Ma chi? Per le autorità con pieni poteri
investigativi questo dovrebbe essere uno degli aspetti più semplici delle
indagini. E se potesse essere scoperto chi ha fatto l’insider trading avremmo
una chiara idea su chi sapeva in anticipo degli attacchi, ed avremmo una buona
traccia per trovare i colpevoli. L’importanza di tale prova è stata sottolineata
nei resoconti della CNN.
E’ allora curioso che tale argomento sia scomparso dai media appena era stato
sollevato, e non se ne sentì più parlare, le chiare promesse che gli
investigatori ci stavano lavorando, dimenticate appena pronunciate.
Sicuramente, questa sarebbe l’opportunità per provare la colpevolezza di bin
Laden. Ed è un’informazione che potrebbe essere rilasciata pubblicamente, poiché
non avrebbe implicazioni con motivi di sicurezza. E ancora, questo aspetto delle
indagini (se ancora in corso) viene tenuto molto nascosto. La storia venne
soppressa velocemente come quella degli spostamenti al Pentagono.
Sfortunatamente per l’amministrazione Bush vi era altra gente che non era così
contenta di lasciar perdere l’argomento. L’insider trading è stato indagato, e
sono tutte brutte notizie per l’amministrazione.
Andate al seguente articolo:
"Profits of
death: Insider trading and 9-11" di Tom Flocco.
Un fatto noto riguardante movimenti finanziari, e riconosciuto dai ufficiali, è
che un terrorista pakistano, condannato, in un alta posizione all’ISI pakistano
(nostro alleato nella “guerra al terrorismo”) ha fatto un bonifico di 100.000
dollari a Mohammed Atta, indicato come il capo dei dirottatori, poco prima
dell’11/9 (ABC Newsradio). Sebbene tale fatto sia conosciuto, pubblicamente
disponibile, e non negato da nessuno, la reazione (o la mancanza di reazione )
ad esso è sorprendente.
Gli USA sono piuttosto disinteressati nel perseguire questa persona, nonostante
lo sproloquio di Bush: “se finanzi un terrorista, sei un terrorista”. Non nel
caso dei nostri alleati, pare. Il colpevole venne obbligato a dimettersi una
volta divenuto noto il suo coinvolgimento nell’11 Settembre.
Obbligato a dimettersi?
Senza etichettare il Pakistan uno stato terrorista?
Nessun bombardamento di rappresaglia sul Pakistan fino ad ottenerne la consegna?
Riflettendoci, è anche curioso notare che agli USA quanto poco danno reale
sia stato arrecato agli USA dagli attacchi dell’11/9. Vale la pena
considerare cosa sarebbe stato probabilmente ottenuto dai dirottatori se questi
avessero avuto in programma di provocare il massimo danno possibile.
Mi sembra che il piano di organizzare il dirottamento ad un’ora alla quale
avrebbero potuto schiantare un aereo sul Senato o sul Congresso mentre erano in
seduta e così spazzando via in un colpo una parte significativa del governo
degli Stati Uniti poteva essere realizzato altrettanto facilmente come quello
realizzato l’11/9.
Oppure schiantare un aeroplano su una centrale atomica, causando un incendio
catastrofico ed il rilascio di radiazioni, ed anche un’interruzione della
fornitura di energia.
Non è credibile affermare che questi piani non vennero eseguiti per timore di
strette misure di sicurezza, considerando che furono fiduciosi abbastanza da
tentare il Pentagono.
Nonostante tutto lo sbalordimento, l’orrore ed il dolore causati dall’11
Settembre, nessun membro dell’amministrazione USA venne ucciso o ferito, neppure
un senatore od un membro del Congresso, o un governatore o nessun funzionario
locale.
Nessun danno fu fatto al potenziale militare, energia, trasporti, comunicazioni
o forniture d’acqua.
Infatti il danno fu così banale che gli USA poterono (presumibilmente)
organizzare una guerra a tempo di record.
Mentre la perdita di vite (civili) ed il danno simbolico e soprattutto
psicologico per il pubblico in generale fu enorme, il punto importante è che
gli attacchi, mentre fornivano immagini spettacolari e davano agli USA un’enorme
arma propagandistica, ebbero un impatto zero sulla capacità USA di continuare
nel proprio ruolo di aggressiva superpotenza mondiale. Questo sembrerebbe essere
un guadagno straordinariamente misero, considerando la quasi perfetta tecnica
dell’operazione, mentre il danno avrebbe potuto essere devastante, semplicemente
scegliendo bersagli più sensibili.
Fatto: Immediatamente dopo gli attacchi i media riportarono che sarebbero
state fatte indagini sull’insider trading alla Borsa, nello sforzo di
rintracciare chi c’era dietro gli attacchi terroristici.
Fatto: Gli investigatori governativi non lo hanno fatto ed hanno ignorato
le scoperte degli investigatori non governativi.
Fatto: Il governo USA non mostra interesse nel perseguire un individuo
noto per aver finanziato gli attacchi dell’11/9. Il governo USA non mostra
interesse nel perseguire il paese che gli dà rifugio. Il governo USA considera
tale paese un alleato.
Domanda: Perché i veri colpevoli vengono protetti ed allo stesso tempo
contro qualcun altro che non c'entra nulla vengono fabbricate false prove?
IMPLICAZIONI
La guerra nel Sud Asia è più che un semplice incremento d’intensità nelle
politiche estere USA che, sono stimate da insoddisfatti ex agenti CIA avere
ucciso (dati del 1990) almeno 6 milioni di civili in tutto il mondo in
operazioni CIA coperte nei precedenti 30 anni ed avere, allo stesso tempo,
sponsorizzato organizzazioni terroriste in circa 50 paesi.
Fino ad ora, gli occidentali sono stati raramente bersagli dei loro governi,
Adesso questo è cambiato. Non solo hanno assassinato a caso migliaia dei loro
cittadini allo scopo di scatenare nuova tensione nell’ondata di terrore contro
povera gente nel Asia del Sud e nel Medio Oriente, ma stanno usando proprio gli
stessi assassini come leva per ridurre i diritti civili e le libertà di parola
all’ovest a livelli mai più rivisti dall’epoca fascista.
La maggior parte della gente è consapevole dei draconiani
attacchi alle libertà civili verificatesi
nella maggior parte del mondo occidentale dall’11/9 col pretesto di prevenire il
terrorismo.
Ciò sarebbe abbastanza pauroso perfino se fosse realmente una reazione esagerata
ad un atto di terrorismo straniero. Ma se queste leggi vengono scritte dalle
stesse persone che hanno in realtà organizzato l’atto terroristico che le ha
scatenate lo scenario fa autenticamente rabbrividire.
Al Gore ha vinto le elezioni americane, ma George W. Bush è presidente. Data la
prova di ampia, sistematica corruzione e cospirazione ad alti livelli, è
discutibile se volesse o potesse prevenire gli eventi che da allora sono
accaduti. Ma il punto è che gli USA sono una dittatura in tutto eccetto il
nome.
E’ perciò ragionevole ritenere che questo piano risalga a ben prima del novembre
2000, la data alla quale divenne evidente il rovesciamento della democrazia
americana. Non potrei dire se le atrocità dell’11 Settembre erano allora
specificamente pianificate, ma penso che l’agenda globale fosse pronta.
Credo che le atrocità commesse dall’amministrazione Bush contro il proprio
popolo, allo scopo di giustificare le maggiori atrocità inflitte al popolo
afghano siano solamente un piccolo assaggio di ciò che accadrà. La prossima
sezione prende in esame da vicino ciò che appare essere la vera agenda
strategica dietro la falsa “guerra al terrorismo”.
perche
PERCHE' AVREBBERO DOVUTO INSCENARE QUESTO GIGANTESCO AUTOATTENTATO?
Le motivazioni di profitto per il gruppo Carlyle sono state menzionate. Donald
Rumsfeld già dice ai paesi europei che hanno bisogno di incrementare i bilanci
della difesa. Posso assumere che il gruppo Carlyle, e perciò la maggior parte
dei principali membri dell’amministrazione Bush ritireranno una notevole quota
dei profitti.
(Incidentalmente, anche il nonno di Bush senior era un commerciante d’armi, e
non gli importava
di fare affari con i nazisti).
Potrei anche pensare con qualche ragione che che l’enorme società di costruzioni
bin Laden sia pronta per prendersi una bella quota delle commesse per la
ricostruzione dell’Afghanistan.
Un'altra significativa motivazione è la ricerca delle enormi inesplorate
riserve
di gas e petrolio del mar Caspio. Esse sono attualmente possedute dalla Russia e
dall’Iran. Anzi, finchè non arriveranno gli USA. Gli USA almeno dal 1996 premono
per la costruzione di un oleodotto che porti gas e petrolio fino all’oceano
Indiano, per il trasporto verso oriente, e questo dev’essere costruito
attraverso l’Afghanistan. Chiunque controlli l’Afghanistan controlla le riserve
del Caspio.
Questa è la mia interpretazione di vari articoli scritti da Jared Israel sugli
interessi strategici USA nell’area. Questi articoli sono tra quelli segnalati in
precedenza, e dovreste controllarli direttamente per esaminare le conclusioni di
Jared, perché potrebbero differire dalle mie in qualche aspetto.
Un articolo rilevante, in precedenza non segnalato è
"Why Washington wants
Afghanistan?" di Jared Israel,Rick Rozoff & Nico Varkevisser.
Da anni ormai la politica segreta degli USA è stata quella di sponsorizzare le
organizzazioni terroriste nel sud della ex Unione Sovietica, per rosicchiare via
le aree del territorio russo che confinano col mar Caspio e l’Afghanistan. Il
processo è ora quasi completato con governi secessionisti formatisi con successo
in Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghisistan, Georgia e
Azerbaijan.
Soltanto l’area a nord degli ultimi due necessita ora di essere separata perché
la Russia perda i diritti territoriali sul mar Caspio.
Concordo, in linea di principio, con l’idea di governi locali regionali formati
democraticamente in contrapposizione all’egemonia di grandi potenze come la
Russia. La triste realtà è che i locali movimenti secessionisti, che alle
origini potevano essere genuini, sono stati trasformati in gruppi terroristici
operanti nel proprio interesse da operazioni coperte CIA, ed i nuovi paesi
autonomi diventano semplicemente soggetti all’egemonia USA invece che russa.
Piuttosto che essere genuine espressioni di cultura locale, identità ed
autodeterminazione, diventano domini di tiranni locali e terroristi che
trafficano tra loro unicamente allo scopo di far profittare il loro potere.
Gli USA sono più che felici di parlare di affari, è proprio per questo che
vengono insediati questi tiranni locali.
Zbigniew Brzezinski, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Jimmy Carter
all’epoca dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, descrive fieramente i
risultati della propria politica in Afghanistan nei seguenti termini: (mia
interpretazione di un’intervista a Brzezinski).
Gli USA provocando sollevazioni locali fecero tutto il possibile per
punzecchiare i sovietici e dunque fare in modo che invadessero l’Afghanistan, ed
una volta ottenuto tale risultato, sostenere l’altra parte (i mujaedin, che poi
diventarono i talebani). Ciò aveva un duplice scopo. Sprecava le risorse dei
sovietici in una lunga guerra di attrito, che essi non potevano vincere, e
destabilizzava una parte del mondo strategicamente importante per gli USA.
Alcune citazioni di
Brzezinski: “Non abbiamo spinto i russi ad intervenire, ma abbiamo
consapevolmente aumentato la probabilità che lo facessero”.
“Rimpiangere che? Le operazioni segrete furono un’idea eccellente. Ebbero
l’effetto di attirare i russi nella trappola afghana, e voi vorreste che lo
rimpianga? Il giorno che i sovietici ufficialmente attraversarono il confine
scrissi al Presidente Carter: Abbiamo ora l’opportunità di dare all’URSS la sua
guerra del Vietnam”.
Dunque, la ventennale guerra civile che ha devastato l’Afghanistan e causato uno
spaventoso numero di morti, povertà e miseria, è stato il risultato di una
deliberata politica degli stati Uniti, che sostennero i talebani od i primi
gruppi che poi lo diventarono, lungo tutto questo arco di tempo ed ora dando
loro la “ricompensa” finale.
Inoltre, secondo il mio parere, l’intervista a Brzezinski rappresenta la tacita
ammissione che gran parte del violento fondamentalismo ora diventato così comune
nel mondo islamico sia stato deliberatamente allevato dagli USA, come parte dei
piani di destabilizzazione nel Medio Oriente e nell’Asia meridionale.
Tale opinione è basata sugli articoli di Jared Israel sull’argomento, combinati
con la lettura delle osservazioni del summenzionato John Stockwell (ex agente
CIA).
Delle rivelazioni di Stockwell vi è da dire che, come strategia generale, la CIA
si impegna nella destabilizzazione in sé, sapendo che un paese impoverito,
lacerato dalla guerra, traumatizzato, illetterato e tecnologicamente arretrato è
una facile preda. Sono convinto nel concludere che gli USA misero in moto la
spaventosa guerra civile in Afghanistan solamente per tale scopo, e che il piano
si sta ora avvicinando alla meta finale.
E l’Afghanistan è solamente il primo di molti altri in una nuova offensiva in
questa parte del mondo.
Questo piano USA è a così ampio raggio che potrebbe essere necessario buttare a
terra l’intera Asia meridionale per realizzarlo.
In un modo o nell’altro, essi devono controllare tutti i paesi succitati, ed
anche l’Iran e il Pakistan. Alcuni di essi forse con una combinazione di
intimidazione e corruzione, come finora è stato per il Pakistan. Altri devono
essere attaccati, in particolare l’Iraq e la Siria.
Gli eventi dell’11 Settembre danno agli USA un assegno in bianco per
attaccare qualsiasi paese al mondo, semplicemente pronunciando la parola
“terrorista”.
Gli ultimi tre paesi (mentre scrivo) ad essere nominati come bersagli nella
“guerra al terrorismo” sono lo Yemen, la Somalia ed il Sudan, tre paesi di cui
abbiamo sentito parlare poco precedentemente in relazione al terrorismo.
Ma, sorpresa sorpresa, basta dare uno sguardo alla mappa per capire la loro
importanza strategica.
La Somalia e lo Yemen si trovano all’entrata, da entrambe le parti, del Golfo di
Aden, che è l’entrata per il Mar Rosso ed il Canale di Suez, e perciò la via più
breve tra l’Europa e l’Oceano Indicano, dove costeggia l’Asia meridionale.
Il controllo di questi paesi da parte degli USA porrebbe inoltre una maggiore
pressione sull’Arabia Saudita e l’Egitto per continuare in politiche
filoamericane.
Il Sudan forma quasi il bordo meridionale del Mar Rosso. Questi tre paesi tra
loro formano quasi l’intera linea costiera del Mar Rosso, insieme con l’Arabia
Saudita e l’Egitto, già sotto controllo USA.
L’Iraq, a parte l’essere un ostacolo politico, ed avere un proprio valore in
termini di petrolio, è di importanza strategica poiché ad ovest confina con
l’Iran.
Gli attacchi dell’11/9 danno agli USA ed ai loro alleati, quali la Gran
Bretagna, un assegno in bianco per ridurre le libertà civili al punto che i loro
cittadini che dessero un poco di fastidio potrebbero essere messi a tacere
semplicemente pronunciando la parola “terrorista”.
Direi che dagli attentati dell'11 settembre 2001 gli USA ci hanno ricavato
parecchio, e al solo prezzo di due Torri (che già volevano demolire da anni
perchè ingombranti e troppo costose) e delle vite di 3000 cittadini americani
falsamente martirizzati.
Viene anche fatta pressione su altri alleati, come l’Australia, perché facciano
la stessa cosa. Probabilmente i guerrafondai ricordano l’amara lezione che
impararono sulla potenza dell’opposizione interna durante la guerra del Vietnam
e sono determinati nel non permettere che si ripeta.
Quando il Presidente Bush disse “Siete con noi o contro di noi” voleva dare un
sottile velato avvertimento a tutti gli altri paesi che gli USA non ricevessero
assoluta e totale obbedienza, tutti possono essere una preda.
Senza dubbio tutti i leader mondiali hanno sentito il messaggio forte e chiaro.
E’ ovvio che in Australia anche l’ALP l’abbia sentito forte e chiaro. Durante la
campagna elettorale Kim Beazley non si stancava di ripetere che un governo
dell’ALP avrebbe obbedito totalmente agli USA e senza fare domande. La sua
motivazione può essere stata ben più che semplice opportunistico populismo
elettorale. Le azioni USA in Afghanistan non sono soltanto direttamente
strategiche, danno anche un severo avvertimento a tutti gli altri paesi.
Se vi può essere qualche dubbio sulla assoluta spietatezza degli USA nel
perseguire i propri obiettivi si dovrebbe riflettere sull’infame osservazione
dell’ex Segretario di Stato dell’Amministrazione Clinton, Madeleine Albright.
Quando le venne chiesto cosa provasse sul fatto che si stima 500.000 bambini
iracheni (la cifra è ora molto più grande) siano morti per effetto delle
sanzioni sotto guida USA all’Iraq, lei replicò: “Pensiamo ne sia valsa la pena”.
E l’amministrazione Bush è molto peggiore, ed ora la posta in gioco molto più
alta!
Maurizio Blondet.