Il piccolo segreto delle Torri
Gemelle. Tratto
da luogocomune.net
Anche coloro che
conoscono bene la storia degli Stati Uniti, e faticano meno ad
accettare l’idea che l’11 settembre sia stato un
autoattentato, a volte si domandano: “D’accordo
farsi del male, ma perchè andare a distruggere due dei
gioielli più meravigliosi che l’America abbia mai
avuto? Non si poteva distruggere qualcos’altro?”
In realtà, le
Torri Gemelle erano di tutto meno che gioielli meravigliosi.
Per quanto fossero
collocate su un terreno fra i più appetibili e redditizi al
mondo, dopo trent’anni i due edifici erano diventati
decisamente obsoleti. Poichè ciascun piano era stato
costruito come uno spazio aperto di oltre 4.000 metri quadrati,
l’aumento dei costi energetici aveva reso i due edifici
estremamente gravosi da riscaldare d’inverno, ed altrettanto
gravosi da raffreddare d’estate. Il perimetro del WTC Plaza,
inoltre, rappresentava un vero e proprio macigno nel mezzo della
circolazione di Downtown Manhattan, una zona della città
costruita all’inizio del secolo scorso, fatta tutta di strade
lunghe e strette. I tassisti raccontavano che nell’ora di
punta ci voleva più di un’ora solo per aggirare
l’intero perimetro del World Trade Center.
Mai il problema
più ingombrante per le Torri Gemelle era rappresentato
dall’enorme quantità di amianto che contenevano.
Costruite in un’epoca (1969-1973) in cui l’amianto
non era ancora proibito, questo composto fu usato sia per
la protezione antincendio delle strutture in acciaio sia come isolante
per le condutture dell’aria condizionata e
dell’acqua.
Solo nei primi anni
’70 l’amianto iniziò ad essere
riconosciuto come cancerogeno, ma a quel punto la costruzione delle
Torri Gemelle era quasi terminata. Non è chiaro fino a che
punto della costruzione sia stato usato, nè quale sia la
quantità esatta di amianto utilizzato, ma le stime variano
fra 400 e 5000 tonnellate complessive di amianto presenti nelle Torri
Gemelle a costruzione ultimata.
Man mano che venivano
introdotti i regolamenti contro l’amianto, la situazione per
le Torri Gemelle si faceva sempre più difficile,
finchè nel 1989 l’amianto fu definitivamente
proibito in tutte le costruzioni civili. A quel punto si
provò una soluzione di fortuna, incapsulando
l’amianto delle Torri Gemelle con un cemento particolare, per
evitare la dispersione nell’aria delle sue particelle.
Ma verso la
metà degli anni ’90 i nuovi regolamenti
prevedevano che dovunque si intervenisse per fare delle riparazioni o
delle opere di manutenzione, l’amianto presente venisse
rimosso per intero.
Nel frattempo, proprio a
causa della sua pericolosità, il costo per la rimozione
dell’amianto era diventato astronomico, poiché
bisognava prima fare evacuare tutti i piani interessati, e poi
utilizzare solo operatori specializzati, che dovevano lavorare
esclusivamente con tute ermetiche e bombole di ossigeno.
Una cosa è
chiamare l’idraulico per riparare una tubatura rotta, ben
altra e dover evacuare un piano intero, con dozzine di
società commerciali che perdono soldi ogni minuto che passa,
e poi chiamare una squadra di astronauti per fare lo stesso lavoro. Sul finire degli anni
’90 i preventivi per la rimozione completa e lo smaltimento
dell’amianto delle Torri Gemelle arrivavano ad un miliardo di
dollari – più o meno la cifra che sarebbe costato
costruire una torre nuova.
Con una mossa disperata
la Port Authority, proprietaria delle Torri Gemelle,
denunciò le compagnie di assicurazione perchè si
rifiutavano di coprire i costi della rimozione, ma alla fine di una
lunga battaglia legale persa la causa.
A quel punto la Port
Authority si trovò fra l’incudine e il martello:
non si poteva più effettuare la manutenzione delle Torri
Gemelle, per il costo della rimozione dell’amianto, ma non si
potevano demolire proprio per le grandi quantità di amianto
che contenevano. L’unica soluzione sarebbe stata di smontarle
pezzo per pezzo, ma il costo di una tale operazione era semplicemente
improponibile.
Fortuna volle che nella
primavera del 2001 un imprenditore chiamato Larry Silverstein,
già proprietario del Building 7, si sia offerto per rilevare
la gestione delle Torri Gemelle con un lease di 99 anni.
In quel momento il
valore sul mercato delle Twin Towers era di circa 1,2 miliardi di
dollari, ma Silverstein pagò 3,2 miliardi pur di entare
rapidamente in possesso di quello che lui ha definito “il
sogno della sua vita”.
Nonostante la bomba del
‘93 avesse distrutto solo qualche piano all’interno
della Torre Nord, nella nuova
polizza assicurativa Silverstein fece aggiungere anche la
possibilità di una distruzione completa delle torri per
attacco terroristico.
Non si sa mai -
avrà pensato - metti che invece di un camioncino pieno di
letame ne usano tre o quattro, e io rischio che venga giù
tutto insieme.
Quello che è
successo l’11 di settembre lo sappiamo tutti.
Il mattino del 12
settembre Silverstein era talmente abbattuto per la perdita dei suoi
“gioielli”, che andava dicendo a tutti di essere
certo di poter incassare dall’assicurazione il doppio del
massimale previsto – 7 miliardi invece di 3,5 -
“perchè si è trattato di due attacchi
terroristici separati”.
Alla fine della lunga
battaglia legale, Silverstein ha preso 4,5 miliardi di dollari per
ricostruire le Torri Gemelle, ritrovandosi in mano dieci ettari di un
terreno edilizio fra i più ambiti e redditizi al mondo.
Nel frattempo
l’amianto delle Torri Gemelle lo hanno respirato tutto i
soccoritori che hanno lavorato alacremente per sgomberare il suo
terreno dalla macerie, e che oggi stanno morendo a centinaia, falciati
dal mesotelioma e da altre malattie respiratorie, nel silenzio
più vergognoso della stampa di tutto il mondo.