CHE IL 9/11 FU FINANZIATO DA MILIARDARI SAUDITI E' UNA CLAMOROSA MENZOGNA
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PISTA SAUDITA: FALSI ESPERTI E
VERE MENZOGNE
9/11 : Jean-Charles Brisard e Guillame
Dasquié riconoscono d’aver inventato la pista saudita.
Tratto da RESEAU VOLTAIRE.
La teoria secondo la quale gli
attentati dell’11 settembre 2001 sarebbero stati finanziati da Sauditi è durata
a lungo. Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquié, gli pseudo-esperti che l’hanno sostenuta, riconoscono d’essersi sbagliati su tutti i punti. Rimane il fatto che questo inganno ha avuto un eco internazionale e continua a servire come base per quelli che sostengono che gli USA non avrebbero dovuto attaccare l’Iraq, ma l’Arabia Saudita. Réseau Voltaire ritorna su questa incredibile mistificazione mediatica. Si tratta di una rara umiliazione: i due esperti maggiormente citati al mondo a riguardo dei finanziamenti degli attentati dell’11 Settembre 2001 hanno pubblicato, tramite un’inserzione pubblicitaria, sui maggiori quotidiani le loro originali scuse per essersi sbagliati dalla A alla Z (1). Questa iniziativa è la conseguenza d’un protocollo d’accordo siglato con la famiglia Bin Mahfouz alfine di porre un termine al processo di diffamazione intrapreso. Tuttavia , a causa dello spazio ridotto, i lettori dei giornali devono accontentarsi d’una smentita succinta e senza appelli, dal momento che il documento comprende 12 pagine di ritrattazioni basate su 42 gravi errori. |
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Scuse pubbliche di Dasquié e Brisard
I due esperti mediatici sono il
francese Guillame Dasquié ed il franco-statunitense Jean-Charles Brisard. Essi
hanno formato una brillante équipe per intossicare la stampa mondiale e le
istituzioni nazionali ed internazionali, dopodiché si sono specializzati, il
primo nella denigrazione di Thierry Meyssan, il secondo in quella di Tariq
Ramadan, fornendo ancora una sorta di false informazioni ad una stampa avida di
capri espiatori. Se l’amministrazione Bush ha imposto la teoria secondo la quale
gli attentati dell’11 settembre 2001 sono stati perpetrati da agenti kamikaze di
Al Qaeda , sono gli stessi Dasquié e Brisard che hanno inventato la teoria
secondo la quale gli attentati sarebbero stati finanziati da miliardari sauditi.
Alla lettura del loro comunicato di scuse, si potrebbe per un istante credere
alla loro buona fede, ma l’ampiezza delle loro manovre e la cronologia degli
avvenimenti non plaudono a loro favore.
La sola vera questione è di sapere chi potrebbe aver commissionato un’operazione
così vasta.
Tutto comincia nel 2000, Jean-Charles Brisard, vecchio assistente del deputato
parlamentare RPR Christian Estrosi, poi di Alain Marsaud e biografo ufficiale di
Charles Pasqua (2), si è inserito nella cellula d’intelligence economica della
multinazionale Vivendi ( ex compagnia delle acque di Lione, poi rinominata
Vedila ). Questo piccolo gruppo è diretto dall’anziano giudice anti-terrorismo,
poi deputato di Charles Pasqua, Alain Marsaud. Quasi senza sapere il perché,
egli inizia un’inchiesta sui finanziamenti delle ONG [Ndt: Organizzazioni Non
Governative] musulmane da parte di miliardari sauditi e sui legami tra queste
ONG e la sfera d’influenza islamica. Essi lavorano assieme ad agenti dell’FBI,
in particolar modo con John O’Neill incontrato da Alain Marsaud all’epoca di una
conferenza presso la sede dell’FBI a Quantico (3).
Nel 1999, Brisard redige un primo rapporto che circola rapidamente in seno all’OCDE
[Ndt: Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica]. Questa
organizzazione intergovernativa, tratta dal piano Marshall, gioca un ruolo
centrale nella lotta contro il riciclaggio di denaro. Tra le strutture
incriminate figura una fondazione francese, la Società Bancaria Araba (SBA), di
cui Salim Mahfouz è azionario. Sconvolta, la Banca di Francia fotocopia essa
stessa il rapporto e lo trasmette a molti dei suoi partner per metterli in
guardia.
Secondo questa lettera politico-confidenziale le Pli, lo sfavillante Pdg
[Ndt: presidente-direttore generale] di Vivendi, Jean-Marie Messier, riemette
lui stesso una versione di questo rapporto al presidente Jacques Chirac.
All’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001, quando le ceneri del World
Trade Center erano ancora fumanti, Jean-Charles Brisard produce una versione
attualizzata del suo rapporto d’inchiesta. Su 71 pagine, egli studia la oscure
finanze di Osama Bin Laden e "dimostra" l’implicazione dei più alti finanzieri
sauditi nel finanziamento del terrorismo internazionale. I musulmani sono
colpevoli.
I primi estratti di questo documento sono pubblicati sul quotidiano economico Le
Tribune del 13 settembre 2001 (4). Il giornale lo presenta come “un rapporto
d’inchiesta ufficiale Franco-Americana”.
La redazione è stata effettivamente convinta che Brisard lavori congiuntamente
per la DST [Ndt: Direzione della sorveglianza del territorio] e l’FBI. Tenuto
conto delle relazioni di questo inquirente, questa asserzione pare plausibile.
Tanto che Brisard scrive nella Revue de la Défense nationale [Ndt:
Rivista della Difesa Nazionale](5) .
Questo documento è ben presto messo integralmente sul sito internet della
lettera confidenziale Intelligence On Line, di cui Guillame Dasquié è
redattore capo. Questa volta , egli precisa che il rapporto “ è l’opera d’un
esperto internazionale che ha lavorato su questo soggetto nel contesto di una
missione per un Organismo fiscale” (6) .
Il documento viene pubblicato dall’Assemblea nazionale francese in allegato al
rapporto della Missione d’informazione sul riciclaggio dei capitali in Europa
(7) . Una decisione presa dal relatore della Missione, il deputato Arnaud
Montebourg, istruito da John Negroponte alla French American Foundation (8) .
L’intossicazione è generale. Numerosi mass media la riportano credendo che possa
appoggiarsi su di un rapporto che è stato convalidato da tante Istituzioni.
Brisard è in modo particolare l’ospite del magazine di France Television “Corpo
del Reato” dove è presentato come collaboratore della DST e dove egli
reitera le sue accuse. Tanto che per Le Monde, il rapporto Brisard è
stato sponsorizzato (commissionato) dall’ FBI (9) .
Réseau Voltaire pubblica un’inchiesta di Thierry Meyssan con un punto di vista
fortemente differente: “ I legami finanziari occulti tra i Bush ed i Bin Laden”.
Secondo questa analisi, le due famiglie, lungi dall’essere nemiche, sarebbero in
affari da molto tempo. Ma l’articolo produce allo stesso autore qualche accusa
riguardo all’uscita di questo documento (10) .
Problema: la famiglia Bin Mahfouz e la Società di Banche Arabe reagiscono a
quella che ritengono sia una campagna fatta di calunnie. Intelligence On Line
ritira il documento dal suo sito internet e previene le letture. L’ Assemblea
nazionale interrompe la diffusione del suo rapporto e gli esemplari rimasti
vengono distrutti. Réseau Voltaire pubblica una messa a punto con i primi
dettagli sulla manipolazione (11) . Poi, pubblica una versione corretta della
sua inchiesta nel settimanale messicano Proceso (12).
Un’altra intossicazione circola da più di 3 anni per dar credito ai legami tra
le Società finanziarie saudite ed il terrorismo internazionale: la sorella di
Khaled ben Mahfouz avrebbe sposato Osama Bin Laden. Essa proviene da una
testimonianza sotto giuramento di James Woolsey, direttore della CIA, davanti al
senato degli Stati Uniti (13) . Questa menzogna verrà smentita solamente molto
tempo dopo (14).
Senza preoccuparsi, Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquié pubblicano insieme
una versione per il grande pubblico del rapporto bidone sotto forma di libro:
Bin laden, La Verità negata (15). Alla vigilia della sua uscita in libreria,
alcuni estratti vengono pubblicati da Le Monde . Il quotidiano atlantistico
pretende che il rapporto iniziale di Jean-Charles Brisard venga riscritto “a
richiesta del servizio d’informazioni francese” e che “sia presentato a George
Bush da Jacques Chirac al momento della sua prima visita a Washington dopo l’11
Settembre”.
L’opera conoscerà un successo internazionale. Essa da credito alla tesi della
responsabilità saudita e dell’impotenza della burocrazia statunitense che non
avrebbe ascoltato gli avvertimenti di un integerrimo ufficiale dell’ FBI. Al
momento della sua pubblicazione negli Stati Uniti (17) , il dossier venne
diffuso alla stampa dal loro editore Nation Books e Jean-Charles Brisard venne
indicato come esser stato consigliere del senatore democratico del Colorado
Marty Wirth (18) .
Problema : questo senatore non è mai esistito e Brisard non è mai comparso
sul registro delle persone accreditate al Congresso (19).
L’opera, che serve evidentemente a preparare la guerra che i neoconservatori
vogliono sferrare verso l’Arabia Saudita (20) è percepita, a torto, dagli
oppositori di Gorge W. Bush come una critica rivoluzionaria del discorso
governativo. E’ superata dal Progetto Censored nel 2003 (21) . In fatto di
rivoluzione, il libro di Brisard e Dasquié serve come base ai rapporti redatti
da tre alte personalità statunitensi per il Council on Foreign Relations , a
riguardo della lotta contro il finanziamento del terrorismo (22) . In mezzo ad
una dozzina di redattori, si notano dei responsabili del Consiglio di Sicurezza
Nazionale ed un vecchio direttore della CIA.
Molto incuriosito dal fatto che Guillame Dasquié, mentre era redattore capo d’
Intelligence On Line abbia diffuso e poi disconosciuto il rapporto Brisard
ed a titolo personale abbia redatto una versione per il grande pubblico, Thierry
Meyssan si reca presso il suo ufficio per incontrarlo (23). Non ottiene delle
risposte chiare ma una proposta di collaborazione che scarta .
Nel marzo 2002, Thierry Meyssan pubblica L’incredibile Menzogna (24),
un’analisi degli attentati dell’11 settembre e le loro conseguenze nella
politica interna ed estera degli Stati Uniti.
Confuta la tesi governativa del complotto islamico mondiale finanziato dai
sauditi. Viene schernito da una violenta campagna della stampa animata
dall’avvicendamento francese del Manhattan Institute (25) e dalla Foundation for
the Defense of Democracies (26) .
Guillame Dasquiè non tarda molto a pubblicare un’opera in replica al giornalista
di Point, Jean Guisnel, Il Complotto (27. I due autori si guardano bene
dal discutere l’analisi delle conseguenze provenienti dalle politiche interne ed
estere degli Stati Uniti.
Essi concentrano le loro critiche su un Capitolo, molto divulgato dai media in
Francia, la contestazione che un aereo si sia abbattuto contro il Pentagono.
Problema : per questo, essi sfidano le leggi della fisica newtoniana ed
assicurano senza sorrisi che l’aereo si è schiantato in “picchiata
orizzontale”.
La sostanza del loro pamphlet è una supposizione sull’identità dei collaboratori
di Réseau Voltaire atta a far credere che l’organizzazione avrebbe cambiato
direzione verso l’estrema destra (28). La stampa internazionale è soddisfatta.
Dasquié e Guisnel hanno “provato” che i giornalisti hanno fatto bene il loro
lavoro sull’ 11 settembre e che le opere di Meyssan possono essere scartate.
Inutile leggerle. Problema: questo libro diviene l’oggetto di una condanna
giudiziaria.
Da parte sua, Jean Charles Brisard non si ferma lì. Egli diviene inquirente
degli Stati Uniti per un prestigioso studio d’avvocati Motley Rice LLC che
difende 5600 parenti delle vittime degli attentati dell’11 settembre e reclama i
danni e gli interessi alla famiglia reale saudita (30). In questo contesto,
Brisard trasmette dei documenti al giudice Renaud van Ruymbeke (vicino al
giudice Alain Marsaud). Yeslam Bin Laden ed il fratellastro Osama dispongono di
un conto comune presso l’Unione delle Banche Svizzere (UBS) dal 1990 al 1997
(31). I trasferimenti di fondi per 300 milioni di dollari sono stati effettuati
tra la Svizzera ed il Pakistan nel 2000 per finanziare gli attentati. Il parquet
di Parigi apre un’inchiesta.
Problema : Prima di aver perquisito 9 società, la Svizzera constata che
l’accusa non è fondata in alcun modo e rigetta la rogatoria internazionale (32)
.
Secondo l’AFP, le dichiarazioni di Brisard si poggiavano nuovamente su delle
informazioni provenienti dai Servizi segreti degli Stati Uniti. Come il resto,
sono false.
Problema : Brisard ha aperto la sua società di consulenza a Losanna. Era il
mandatario per conto del Pubblico Ministero della Confederazione per produrre
una perizia. Ma la Svizzera ignora ch’egli fosse stato un informatore del
giudice Van Ruymbeke e che lavorasse per un studio di avvocati statunitensi.
Ora, gli elementi del dossier Svizzero, coperti dal segreto istruttorio, sono
stati portati in superficie dallo studio d’avvocati statunitensi Motley Rice LLC,
come se un esperto avesse organizzato una fuga di notizie (34) .
Nel dicembre 2002 , egli fa circolare una nuova versione del suo rapporto,
questa volta presentato come commissionato dal presidente colombiano del
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (35).
Problema : l’ambasciatore Alfonso Valdivieso smentisce e scatena
fragorosamente la propria ira contro questo affabulatore.
Il 22 ottobre 2003, Jean-Charles Brisard è ascoltato dalla Commissione bancaria
del Senato degli Stati Uniti. Egli usurpa il suo falso curriculum vitae e vi
reitera le sue mendaci dichiarazioni. Li assicura che il suo amico, il ministro
francese Charles Pasqua, aveva già fatto suonare il campanello d’allarme presso
il governo saudita nel novembre 1994 (36).
Ormai stabilitosi a Losanna (Svizzera), Jean-Charles Brisard si dedica allo
studio di una documentazione che avrebbe dato il via ad una istanza presso lo
studio d’avvocati Motley Rice LLC: 1,5 milioni di pagine sequestrate nei locali
di una ONG saudita in Bosnia, la Benevolence International Foundation (37). Egli
partecipa anche ad una campagna contro l’intellettuale svizzero Tariq Ramadan.
Nel gennaio 2005, Jean-Charles Brisard pubblica una nuova opera, Zarkaoui, il
nuovo volto di Al Quaeda (38). Si tratta questa volta di dare consistenza ad
un personaggio che gli Stati Uniti mettono sulla scena per screditare la
resistenza irachena (39). Di colpo, viene chiamato come esperto dal giudice Juan
del Olmo nell’inchiesta sugli attentati di Madrid. Egli redige un rapporto che
stabilisce che l’operazione è stata comandata da Al Zarkaoui per punire la
Spagna per aver inviato delle truppe in Iraq (40) .
Problema: queste affermazioni vengono smentite dalla commissione d’inchiesta
parlamentare.
Poco importa, due anni più tardi, Jean-Charles Brisard stabilisce con tanto di
assicurazioni il legame tra i supposti autori degli attentati di Madrid e quelli
di Londra (41).
Sempre sullo stesso pulpito , Guillame Dasquié, diventato il cocco delle voci
della televisione e ricercatore all’Istituto di Relazioni Internazionali e
Strategiche (IRIS ), pubblica Al Quaeda vincerà (42) .
Alcuni estratti appaiono sulla rivista Amnistia, inchieste proibite, che si è
specializzata nel presentare forzatamente amalgamate Réseau Voltaire e tutte le
resistenze arabe senza distinzione come delle mutazioni del fascismo (43).
Dasquié allarga i suoi propositi tirando violentemente in causa la principale
organizzazione caritatevole saudita, l’IIRO [NdT: International Islamic Relief
Organization], stabilendo un legame tra un contratto d’armamenti franco-saudita
e gli uomini di Osama Bin Laden (44) .
Quest’ultimo punto attira l’attenzione dei Servizi di ricerca del Congresso
degli Stati Uniti che vi vedono un’occasione in più per collegare i rifiuti
francesi d’intervento in Iraq agli interessi occulti dei sauditi (45) .
Problema : gli inquirenti USA subiscono uno smacco .
Guillame Dasquié ha il senso del cameratismo ; egli glissa nel suo libro la
narrazione di un incontro con il giudice anti-terrorismo Jean-Louis Bruguière
(46) . Al quale confida: “Brisard stesso, finirà con un colpo in testa. C’è
della gente che fa questo molto bene. Voi sapete, i centri a cui voi vi
interessate sono pericolosi. Vi sono a volte dei morti”. Ecco ciò che permette a
Brisard, ex coautore di tornare sulla scena principale e far presa sulle
autorità alfine di domandare la loro protezione (47). Nessuno fa notare che
Jean-Louis Bruguière è l’amico ed il successore del giudice Alain Marsaud, che,
passato nel privato, utilizza Jean-Charles Brisard per redigere il suo troppo
famoso rapporto.
La storia non finisce qui. Le elucubrazioni di Brisard e Dasquié vengono riprese
nella versione rivisitata di un opera nota di Michael Griffin sui talebani (48).
Il rumore aumenta. Questa volta, si apprende che i sauditi sarebbero anche stati
i mandanti nel 1995 dell’assassinio del presidente Egiziano, Hosni Moubarak, per
Al Qaeda. Michael Griffin è un collaboratore di Transparency International, una
ONG portata in braccio dalla NED/CIA [Ndt: NED=National Endowment for Democracy]
per imporre le norme del business anglo-sassone nel mondo.
Problema : Griffin riconosce i suoi torti e ritira dalla vendita il suo libro.
Soprattutto , le accuse di Brisard e Dasquié sono state divulgate nei paesi
anglo-sassoni da una universitaria neoconservatrice, Rachel Ehrenfeld. Essa si è
specializzata per molti anni nella denuncia dei finanziamenti occulti dei
movimenti di liberazione nazionale. Pubblica, nel 2003, una sintesi tra le
teorie personali e quelle di Jean-Charles Brisard, Sovvenzionare il Male :
come il terrorismo è finanziato e come fermarlo (49).
Problema : questo libro diviene l’oggetto di una condanna giudiziaria (50)
.
La Ehrenfeld collabora con lo studio Benador Associates che fornisce delle
tribune libere a numerosi giornali ed a opinionisti di media audiovisivi. In
tutto una cinquantina di “esperti” ai quali il mondo deve le più spettacolari
intossicazioni mediatiche dell’era Bush ( Michael Ledeen, Laurie Mylroie,
Richard Perle, Walid Phares, Daniel Pipes, Natan Sharansky, Amir Taheri ecc…) .
In mezzo a loro, sicuramente, James Woolsey, vecchio direttore della CIA che
aveva inventato la parentela tra Osama Bin Laden ed il miliardario saudita Bin
Mahfouz. Rachel Ehrenfeld stessa si è evoluta dallo stato di sacerdotessa della
“Guerra alla droga” sotto Bush padre a quella di esperta sulla “Guerra al
terrorismo” sotto Bush figlio. Si è resa celebre inventando la teoria secondo la
quale Fidel Castro sarebbe stato un trafficante di droga (51) e quella secondo
la quale Yasser Arafat deviava verso il proprio profitto il denaro dell’ OLP e
viveva in un lusso da nababbo (52).
Problema: questa asserzione viene totalmente smentita alla morte del
presidente dell’ Autorità Palestinese.
Alla fine della Guerra Fredda, Rachel Ehrenfeld affermava alla Fondazione
Héritage che l’URSS supervisionava a sua volta il traffico mondiale di droga ed
il terrorismo internazionale (54). Oggi, è il giudice francese Jean-Louis
Bruguière che afferma al Club di Bilderberg che è tutta colpa dei musulmani.
Jean-Charles Brisard (ormai presentato come esperto funzionario di informazione
francese) e Rachel Ehrenfeld collaborano in seno a diversi enti scrivendo sul
Terror Finance Blog e partecipando ai Summit dell’Intelligence. Il primo
fornisce degli “scoop” implicanti il teologo musulmano Tariq Ramadan nel cerchio
ristretto dei dirigenti del terrorismo internazionale, la seconda lo sostituisce
presso i mass media statunitensi (55) .
Problema : anche qui, è tutto falso e queste affermazioni impediscono a
Ramadan di essere nominato in una commissione di mediazione per il governo
britannico.
Dopo anni di menzogne e di usurpazioni, è occorsa tutta la tenacia della
famiglia Bin Mahfouz, portata in causa personalmente con molte altre personalità
saudite, affinchè Brisard e Dasquié minacciati di essere portati in giudizio dal
Regno Unito e dagli Stati Uniti, riconoscessero pubblicamente d’aver inventato
la pista saudita. Essi hanno ancora cercato in tutti i modi di fuggire dalle
loro responsabilità. Jean-Charles Brisard è andato ancora lui stesso a chiedere
l’immunità di testimone parlamentare in quanto era stato ascoltato dal Congresso
(56).
Ciononostante, gli innumerevoli autori e giornalisti che hanno citato,
commentato, e tirato delle conclusioni dai lavori invalidati non hanno ancora
rettificato le loro opere.
Reseau Voltaire.
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Fonte:
http://www.voltairenet.org/article143901.html
Traduzione per
www.comedonchisciotte.org a cura di CICE G.O.
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NOTE E FONTI:
(1)“Scuse pubbliche di Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquié a
Khalid bin Mahfouz e
Abdulrahman bin Mahfouz” di Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquié, Le
Figaro, 31 Ottobre 2006.
(2)Charles Pasqua. Una forza poco tranquilla di Jean-Charles Brisard e Géraud
Durand, Ed. Granger, 1994. Puntualizza il passaggio, ma non ha sicuramente alcun
rapporto con il seguito di questa storia, che Thierry Meyssan è l’autore di una
biografia non autorizzata della stessa personalità, L’enigmatico Pasqua, Golias,
2000 .
(3) “Ucciso dal suo più fedele nemico” di Eric Pelletier, L’Express, 12
Settembre 2002.
(4) “Le complesse reti di Bin Laden”, La Tribune, 13 Settembre 2001.
(5) “Servizi di informazione e interessi commerciali americani” di Jean-Charles
Brisard, Revue de la Défense nationale, Luglio 2000 .
(6) “Osama Bin Laden, soprattutto un saudita !”, Editoriale d’Intelligence On
Line n° 413, 20 Settembre 2001 .
(7) Il riciclaggio dei capitali in Europa, Tomo 4° : Londres, Gilbraltar et les
dépendances de la Couronne, Assemblea nazionale, 2001.
(8) “Un ministro francese lusinga gli Stati Uniti” Voltairenet, 7 Ottobre 2005.
(9) “La tela finanziaria di Osama Bin Laden si estende dai paesi del Golfo
all’Europa” di Babette Stern, Le Monde, 25 Settembre 2001 .
(10) “I legami finanziari occulti tra i Bush ed i Bin Laden” Notes d’information
du Réseau Voltaire n°237, Ottobre 2001.
(11) “Chi vuole nuocere alla SBA” comunicato diffuso a metà novembre, riprodotto
nelle Notes d’information du Réseau Voltaire n°241, 16 décembre 2001.
(12) “I legami finanziari occulti tra la famiglia Bush e la famiglia Bin Laden”
dossier tradotto da Anne-Marie Mergier, Proceso, 21 Ottobre 2001 .
(13) Testimony before Senate Judiciary Committee Subcommittee di James R.
Woolsey, 3 Settembre 1998.
(14) Woolsey dichiara di non ricordarsi più bene….d’aver mal pronunciato un nome
arabo..di non aver riletto la trascrizione del suo intervento (« Top
investigator in 9/11 victims’s lawsuit faces libel action » par Ken Silverstein,
Los Angeles Times, 26 février 2003). Poi si tira indietro il 15 Dicembre 2000,
al momento della sua testimonianza davanti all’Alta Corte di Giustizia della
Queen’s Bench Division, all’epoca in cui aveva sostenuto il Wall Street Journal
accusato di diffamazione.
(15) Bin Laden, La Verità Negata di Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquié,
Denoel, 2001 ( per l’Italia, Tropea 2002 ) .
(16) “Quando Washington negoziava con i talebani”, Le Monde, 13 Novembre 2001 .
(17) Forbidden Truth : U.S. -Taliban Secret Oil Diplomacy and the Failed Hunt
for Bin Laden di Jean-Charles Brisard e Guillaume Dasquié, Nation Books, 2002.
(18) Estratto di un dossier d’agenzia stampa :” Jean-Charles Brisard è ex capo
dell'intelligence industriale per la Vivendi Universal. Comparso su radio e tv
di tutto il mondo, Brisard è il primo esperto ad aver investigato i legami
finanziari tra istituti bancari islamici e organizzazioni terroristiche
internazionali. Ex consigliere del senatore Marty Wirth (D/CO), Brisard ha
studiato diritto internazionale all'Università Georgetown. Attualmente è
amministratore di una compagnia di investigazione finanziaria, risiede a parigi
e sarà disponibile per interviste negli USA nell'agosto 2002».
(19) « 9/11 Author Seeks Senate Protection » di Ethan Wallison, Roll Call, 15
Luglio 2004.
(20) A proposito del piano Mettere il Sud fuori gioco , vedere “La Guerra delle
civilizzazioni” di Thierry Meyssan, Voltairenet, 4 Giugno 2004 .
(21) The Top 25 Censored Media Stories of 2001-2002, Project Censored, 2003.
(22) Terrorist Financing, Council on Foreign Relations, 2002.
(23) Svoltasi il 14 Dicembre 2001 alle ore 10 .
(24) L’Incredibile Inganno di Thierry Meyssan, Carnot, 2002.
(25) “Il Manhattan Institute, laboratorio dei neo-conservatori”, Voltairenet, 14
Settembre 2004 .
(26) “Gli stratagemmi della Fondazione per la Difesa della Democrazia”,
Voltairenet, 2 Febbraio 2005 .
(27) “Il Complotto. Verità e menzogne sugli attentati dell’11 Settembre” di
Guillame Dasquié e Jean Guisnel, La Découverte, 2002 .
(28) Tutte queste imputazioni sono stravaganti, ad eccezione della designazione
del comandante Pierre-Henri Bunel, ma era di pubblico dominio.
(29) TGI di Parigi, XVII della camera correzionale, 15 Dicembre, questo giudizio
non è definitivo, i difensori hanno fatto appello.
(30) « Members of Saudi royal family sued for alleged complicity in September 11
» e « Lawyer for families of 9/11 investigated Saudi princess » di Francis
Temman, AFP, 16 Agosto e 25 Novembre 2002.
(31) “Uno dei fratellastri di Bin Laden fornisce informazioni sui suoi conti
bancari”, Associated Press, 28 Settembre 2004.
(32) “La Francia bracca il fratellastro di Bin Laden in Svizzera”, Liberation,
28 Marzo 2002 .
(33) “Fine dell’inchiesta francese sui conti bancari di Yeslam Bin Laden”,AFP,
14 Settembre 2006.
(34) “ La querela penale del fratellastro di Bin Laden dopo la “fuga” in
Svizzera” di Jean-Noel Cuenod, La Tribune de Genève, 11 Dicembre 2004 .
(35) « Terrorism financing : roots and trends of Saudi terrorism financing »
Jean-Charles Brisard Consulting, Dicembre 2002.
(36) Written Testimony of Jean-Charles Brisard, International Expert on
Terrorism Financing, Lead Investigator 911 Lawsuit, CEO JCB Consulting
International, Committee on Banking, Housing and Urban Affairs, Senato degli
Stati Uniti, 22 Ottobre 2003.
(37) “Le finanziarie di Al Qaeda braccate fino a Losanna” di Sylvain Besson, Le
Temps, 2 Agosto 2003 .
(38) “Zarkaoui, il nuovo volto di Al Qaeda” di Jean-Charles Brisard et Damien
Martinez, Fayard, 2005.
(39) «Abou Moussab Al
Zarkaoui, supereroe del Male» di Vladimir Alexe, Voltairenet, 19 Luglio
2005.
(40)« Un informe del equipo legal del 11-S liga la red de Al Zarqawi con
detenidos del 11-M » diJ.A. Rodriguez, El País, 7 Settembre 2005.
(41) « Profile : British authorities find fingerprints from bomb material ;
search homes in north of London », NBC News, 12 Luglio 2005.
(42) Al Qaeda vincerà di Guillame Dasquié, Privé, 2005
(43) Amnistia.net, 8 Luglio 2005.
(44) “Al Qaeda vincerà” il giornale di un’ultima inchiesta su Bin Laden, AFP, 16
Aprile 2005 .
(45) “Il Congresso americano si interessa ad un libro francese su Al Qaeda”,
AFP, 20 Maggio 2005.
(46) «Jean-Louis
Bruguière, un giudice fuori dal comune » di Paul Labarique, Voltairenet, 29
Aprile 2004.
(47) « Bruguière pregato da un inquirente di precisare le pesanti minacci a lui
rivolte », AFP, 9 Maggio 2005.
(48) Reaping the Whirlwind : The Taliban Movement in Afghanistan di Michael
Griffin, Pluto Press, edizione revisionata e accresciuta dal 2003.
(49) Funding Evil ; How Terrorism is Financed and How to Stop It di Rachel
Ehrenfeld, Bonus Book, 2003.
(50) Alta Corte d’Inghilterra, 3 Maggio 2005 .
(51) « The Narcotic-Terrorism Connection » di Rachel Ehrenfeld e Michael Kahan,
« The Americas : Castro Is Shocked ! Shocked ! to Find Drug-Dealing Comrades »
di Rachel Ehrenfeld, The Wall Street Journal, 10 Febbraio 1986 e 23 Giugno 1989.
(52) « Poor, wealthy Yasser » di Rachel Ehrenfeld, Jerusalem Post, 22 Novembre
1994.
(53) Nell’assenza dello Stato Palestinese, una parte dei fondi dell’ OLP sono
stati deviati su dei conti bancari nominativi del Presidente Arafat. Questo non
ha alcun trapporto con un utilizzo personale.
(54) Narco-Terrorism : The Kremlin Connection, Heritage Foundation Lecture n°89,
1986. Citato nel The Terrorism Industry. The Experts and Institutions that Shape
our View of Terror di Edward Herman et Gerry O’Sullivan, Pantheon Books, 1989.
(55) “Un’ impianto basato su legami supposti dei centri terroristici
internazionali” e “Hani, un fratello provocatore e ingombrante”, Le Monde, 23
Dicembre 2003. « Peace Professor Singled Out Jews of France » di Elie Lake e «
Why Revoke Tariq Ramadan’s U.S.Visa ? » di Daniel Pipes, The New York Sun, 7
Gennaio et 27 Agosto 2004. « Why Tariq Ramadan lost ; Washington was right to
deny visa » di Rachel Ehrenfeld e Alyssa A. Lappen, The Washington Times, 11
Ottobre 2006.
(56) Ethan Wallison op. cit.