RUMSFELD SAPEVA TUTTO IN ANTICIPO
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Rumsfeld conosceva in anticipo i piani
dell’11 settembre
Tratto da
www.voltairenet.org.
Visionario o organizzatore? A più riprese, il segretario alla Difesa Donald
Rumsfeld aveva annunciato gli avvenimenti dell’11 settembre 2001. Due minuti
prima del primo impatto a New York, preveniva i suoi visitatori dell’imminenza
degli attentati. Appena dopo l’attacco al World Trade Center, annunciava il
prossimo bersaglio: il Pentagono.
Donald Rumsfeld
Il mattino dell’11 settembre 2001,
il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Donald Rumsfeld (l’Asso di Picche
del Regime Bush) ricevette un certo numero di persone nel suo ufficio del
Pentagono. Due minuti prima che il primo aereo si schiantasse sul World Trade
Center, egli annunciò loro l’esito di una sua lunga riflessione: ne era certo,
un attentato avrebbe avuto luogo in un tempo assolutamente ravvicinato.
Associated Press riporta le sue parole: “All’interno, il segretario alla Difesa,
Donald H. Rumsfeld riceve alcune persone per parlare della difesa antimissile e
del rischio del terrorismo al riguardo di ciò che è nel frattempo sopravvenuto.
‘Lasciatevelo dire - afferma - io ho fatto il punto della situazione in più
riprese. Ci sarà un altro avvenimento’.
Due minuti più tardi, un aereo si
schiantava sulla prima torre del World Trade Center e provava che egli aveva
ragione” [1].
Christopher Cox, presidente del comitato politico repubblicano alla Camera dei
rappresentanti, era uno degli invitati. Qualche ora dopo gli attentati, fece una
dichiarazione nella quale riportava le parole del segretario alla Difesa: “
‘Se noi restiamo vulnerabili ad un attacco missilistico, un gruppo terrorista o
uno Stato canaglia che si mostrasse capace di colpire gli Stati Uniti o i loro
alleati da dei luoghi lontani avrebbe il potere di tenere il nostro paese intero
in ostaggio del nucleare o di un altro ricatto’, disse lui. ‘Lasciate che
ve lo dica. Io ho fatto il punto della situazione a più riprese. Ci sarà un
altro avvenimento’. Qualche minuto dopo che egli ebbe finito di parlare, le
parole di Rumsfeld si rivelavano tragicamente profetiche” [2].
Visionario fuori dal comune, Donald Rumsfeld annunciò anche un altro attentato
che sarebbe seguito a quello del World Trade Center. Precisò anche il bersaglio:
il Pentagono. Il Daily Telegraph riportò il seguito della storia: “Donald
Rumsfeld, il segretario alla Difesa, era nel suo ufficio che si trova nella
parte Est dell’edificio, in riunione con Christopher Cox, il presidente della
commissione della Difesa della Camera dei rappresentanti. Cox ricorda che
Rumsfeld guardava gli avvenimenti di New York alla televisione e disse:
‘Credetemi, non è ancora finita. Ci sarà un altro attacco e sarà diretto
contro di noi (cioè contro il Pentagono, dove si trovava in quel momento).’
” [3].
In diretta, Rumsfeld raccontò come andò la faccenda.
Il mattino dell’11 settembre, il panico ebbe la meglio sulle amministrazioni
statunitensi. Il presidente Gorge W. Bush, che si trovava a bordo del suo aereo,
Air Force One, sembrava essere sparito. Alla Casa Bianca la situazione era
confusa. Nessuno sembrava sapere che cosa fosse successo al Pentagono.
Lo stesso consigliere nazionale di Sicurezza, Condoleezza Rice, sapeva solamente
che “qualche cosa” aveva colpito il Pentagono: “In queste prime ore di crisi,
quando noi siamo usciti dalla sala di comando, le informazioni che ci venivano
comunicate erano abbastanza straordinarie. Venivamo ad apprendere che un secondo
aereo era penetrato nella torre del World Trade Center. E quando siamo usciti
dalla sala ci è stato detto che qualche cosa aveva colpito il Pentagono e che
qualche altra cosa sembrava dirigersi verso la Casa Bianca” [4]. Il
vicepresidente Dick Cheney non era meglio informato. Egli spiegò che “i primi
rapporti sull’attacco del Pentagono suggerivano un elicottero o un jet privato”
[5].
Fu Donald Rumsfeld che spiegò quello che si stava svolgendo. Mentre tutti
i responsabili politici venivano condotti in rifugi di sicurezza, il segretario
alla Difesa uscì dal suo ufficio, fece il giro dell’edificio del Pentagono e
prese visione di persona sul luogo dell’attentato. “Il segretario alla Difesa
Donald H. Rumsfeld era al Pentagono al momento dell’impatto e è uscito
dall’edificio per indagare e offrire il suo aiuto”, dichiara il porta-voce,
Craig Quigley, contrammiraglio della marina [6].
L’assistente del segretario alla Difesa, Vittoria Clarke (la donna di cuori del
regime Bush) ricordava la sua attitudine in questi istanti di panico generale.
“Il momento più terribile era piuttosto nella mattinata, verso le 8:40-8:45
quando noi abbiamo appreso che un primo, poi un secondo aereo si erano
schiantati contro il World Trade Center. Il processo di Gestione delle
Situazioni di Crisi fu immediatamente messo in atto”, spiegò lei. “Qualcuno tra
noi andò immediatamente nell’ufficio del segretario alla Difesa Rumsfeld per
avvertirlo che il processo di Gestione delle Situazioni di Crisi era stato messo
in atto. Lui voleva fare qualche telefonata. Dunque i nostri sono andati
dall’altro lato della hall, in quello che si chiama il National Military Command
Center. Lui è restato nel suo ufficio”. Poi Rumsfeld si recò sul luogo
dell’attentato. “Quando è rientrato nell’edificio, circa una mezzora dopo -
raccontò Victoria Clarke - è stato il primo a dirci che era praticamente sicuro
che si trattasse di un aereo. Egli fondava la sua opinione sul pezzo di relitto
e sulle migliaia e migliaia di pezzi di metallo. E’ lui che ce l’ha detto, a
noi, l’équipe che era sul luogo. E’ dunque lui che fu il primo a dirci che si
trattava probabilmente di un aereo” [7].
Bisogna che “un avvenimento esterno, giudicato fino a quel momento
‘improbabile’, venga a forzare la mano dei burocrati reticenti”?
Dal suo arrivo al segretariato alla Difesa, Donald Rumsfeld combatte duramente
per imporre il suo gigantesco piano di riorganizzazione delle armate. Dopo i due
lunghi mandati democratici di Bill Clinton, Rumsfeld, giunto infine al potere,
deve combattere la sua stessa amministrazione, ostile ai cambiamenti che lui
vuole imporre.
Qualche mese prima, Donald Rumsfeld aveva già espresso pubblicamente l’esito
della sua relazione sulla maniera di “forzare la mano dei burocrati reticenti”.
Fino a che non è divenuto segretario alla Difesa dell’amministrazione Bush, egli
presiedeva una commissione ufficiale sulla “valutazione dell’organizzazione e
della pianificazione della sicurezza degli Stati Uniti in materia spaziale”. Il
rapporto conclusivo che egli presentò, l’11 gennaio 2001, col suo amico Generale
Jay Garner, era già premonitore: “La storia è piena di situazioni in cui si è
ignorato gli avvertimenti e si è resistito ai cambiamenti fino a che un
avvenimento esterno, giudicato fino ad allora ‘improbabile’, non sia venuto a
forzare la mano dei burocrati reticenti. La questione che si pone è di sapere se
gli Stati Uniti avranno la saggezza di agire in maniera responsabile e di
ridurre al più presto la loro vulnerabilità spaziale. Oppure se, come è già
stato il caso per il passato, il solo avvenimento capace di galvanizzare le
energie della Nazione e di forzare il governo degli Stati Uniti ad agire debba
essere un attacco distruttore contro il paese e la sua popolazione, una ‘Pearl
Harbor spaziale’. Noi siamo stati allertati, ma non siamo in allerta” [8].
La vigilia degli attentati, il 10 settembre 2001, egli pronunciò un discorso
minaccioso davanti ai funzionari del dipartimento della Difesa: “L’avversario
è qui. E’ la burocrazia del Pentagono. Non le persone, ma le procedure. Non i
funzionari, ma il sistema. […] Alcuni dovrebbero domandarsi: perché diavolo il
segretario alla Difesa attacca il Pentagono davanti ai suoi impiegati? Io
rispondo loro: io non desidero attaccare il Pentagono; io voglio liberarlo. Noi
dobbiamo salvarlo da lui stesso. Gli uomini e le donne di questo dipartimento,
civili e militari, sono nostri alleati, non nostri nemici” [9].
L’11 settembre, alle 18:42, il segretario alla Difesa utilizzò l’avvenimento che
cascò a pennello e produsse quel colpo di forza nei confronti di coloro che non
desideravano “finanziare l’importante accrescimento del budget di difesa
sollecitato dal Pentagono”. Donald Rumsfeld scelse di attaccare nel corso di una
conferenza-stampa al Pentagono, alla quale si unirono i leader democratici e
repubblicani della commissione senatoriale di Difesa alfine di manifestare
l’unità dell’America in quel momento difficile. Si era ancora senza notizie del
presidente Bush e il mondo attendeva con inquietudine la risposta degli Stati
Uniti. Nel mezzo della conferenza, in diretta davanti alle telecamere della
stampa internazionale, Donald Rumsfeld prese di mira il senatore democratico
Carl Levin: “Voi, senatore Levin, così come altri rappresentanti democratici
al Congresso, avete espresso il timore di non avere i mezzi per finanziare
l’aumento dei budget di difesa sollecitati dal Pentagono, specialmente per quel
che riguarda la difesa anti-missile. Voi temete di avere di attingere dai fondi
della Sicurezza sociale per finanziare questo rafforzamento. E’ il genere di
avvenimento che si è avverato sufficiente a convincervi che è urgente per questo
paese aumentare le spese consacrate alla sua difesa e che, se occorre, bisognerà
attingere dai fondi della sicurezza sociale per pagare le spese militari? -
l’aumento delle spese militari?” [10].
Chi ha scritto lo scenario dell’11 settembre?
Il mattino dell’11 settembre, “due minuti” prima del primo attentato, Rumsfeld
annunciava che esso avrebbe avuto luogo. Ma il fatto più sorprendente è che il
segretario alla Difesa sospettava anche che il bersaglio sarebbe stato il World
Trade Center.
Sei mesi prima degli attentati, nel marzo 2001, ‘l’inimmaginabile’ scenario
dell’11 settembre era stato dettagliatamente
descritto dalla Rand Corporation. Questo think thank finanziato dalla lobby
industrial-militare era notoriamente diretto da Donald Rumsfeld. Il segretario
alla Difesa ne era amministratore dal 1977 e benefattore per una somma
dichiarata di oltre $50.000 [11]. Indirizzandosi ad un pubblico di ufficiali
superiori della US Air Force, il vice-presidente degli affari esteri della Rand
Corporation, Bruce Hoffman, aveva spiegato: “Noi tentiamo di preparare le nostre
armi contro Al Qaida, l’organizzazione - o, può essere, il movimento - associato
a Bin Laden. […] Pensate un momento a quello che fu l’attentato con la bomba
contro il World Trade Center, nel 1993. Ora, rendetevi conto che è possibile far
crollare le torre Nord sulla Torre Sud e uccidere 60.000 persone. […] essi
troveranno altre armi, altre tattiche e altri mezzi per colpire i loro bersagli.
Essi hanno una scelta evidente di armi, tra cui […] i
drones [cioè gli aerei
telecomandati]” [12].
Come ha potuto avere Donald Rumsfeld una tale conoscenza dello scenario dell’11
settembre?
1- Nel gennaio 2001, Donald Rumsfeld aveva dichiarato i suoi desideri di tali
avvenimenti per “forzare la mano dei burocrati reticenti”.
2- Nel marzo, la Rand Corporation, di cui egli era amministratore, aveva
annunciato un probabile attentato terrorista aereo contro il World Trade Center.
3- Il 10 settembre, egli minacciava i funzionari del Pentagono: “L’avversario
è qui. E’ la burocrazia del Pentagono”.
4- L’11 settembre, Rumsfeld annunciò gli attentati due minuti prima che essi
avessero luogo.
5- Poi annunciò che il Pentagono sarebbe stato il prossimo bersaglio.
6- Quando questi avvenimenti si sono prodotti, il segretario alla Difesa li ha
spiegati politicamente, fin dalle prime ore. Le accuse portate contro Osama
Bin Laden nell’organizzazione degli attentati non sono MAI state dimostrate.
Importanti sospetti ricadono invece su Donald Rumsfeld. Il segretario alla
Difesa degli Stati Uniti d’America e il suo amico generale Jay Garner hanno
forse
organizzato gli attentati dell’11 settembre 2001?
8:44 - Donald Rumsfeld annuncia “un altro avvenimento” terrorista. Christopher Cox, che era nel suo ufficio per parlare della difesa anti-missile e del rischio del terrorismo, riporta le sue parole: “‘Lasciate che ve lo dica. Io ho fatto il punto della situazione a più riprese. Ci sarà un altro avvenimento’. Due minuti più tardi un aereo si schiantava sulla prima torre del World Trade Center e provava che aveva ragione”. 8:46 - Attentato sulla torre nord del World Trade Center. 9:02 - Attentato sulla torre sud del World trade Center. 8:46 / 9:02 - Donald Rumsfeld “voleva fare alcune telefonate”. Il suo assistente Victoria Clarke si ricorda: “Il momento più terribile era piuttosto nella mattinata, verso le 8e40-8e45 quando noi abbiamo appreso che un primo, poi un secondo aereo si erano schiantati contro il World Trade Center. Il processo di Gestione delle Situazioni di Crisi fu immediatamente messo in atto. […] Qualcuno tra noi andò immediatamente nell’ufficio del segretario alla Difesa Rumsfeld per avvertirlo che il processo di Gestione delle Situazioni di Crisi era stato messo in atto. Lui voleva fare qualche telefonata”. 9:02 / 9:37 - Donald Rumsfeld, che “guardava gli avvenimenti di New York alla televisione”, dichiara: “credetemi, non è ancora finita. Ci sarà un altro attacco e sarà diretto contro di noi [cioè contro il Pentagono, dove si trovava in quel momento]”. Secondo il Daily Telegraph, “Donald Rumsfeld, il segretario alla Difesa, era nel suo ufficio che si trova nella parte Est dell’edificio, in riunione con christopher Cox, il presidente della commissione della Difesa della Camera dei rappresentanti. Rumsfeld, si ricorda Cox, guardava gli avvenimenti di New York alla televisione e disse: ‘Credetemi, non è ancora finita. Ci sarà un altro attacco e sarà diretto contro di noi’”. 9:37 - Attentato al Pentagono. 9:37 / 10:07 - Donald Rumsfeld esce per “fare indagini e offrire il suo aiuto”. Il portavoce del Pentagono, Craig Quigley, spiega: “Il segretario alla Difesa Donald H. Rumsfeld era al Pentagono al momento dell’impatto ed è uscito dall’edificio per fare indagini e offrire il suo aiuto”. Intorno alle 10:07 - Donald Rumsfeld annuncia “che era praticamente sicuro che si trattasse di un aereo”. “Quando egli è ritornato nell’edificio, circa una mezzora più tardi, racconta Victoria Clarke, è stato il primo a dirci che era praticamente sicuro che si trattasse di un aereo”. [Dunque è stato Rumsfeld a mettere in giro per primo la voce che al Pentagono si fosse schiantato un aereo!] 18:42 - Donald Rumsfeld prende di mira il senatore democratico Carl Levin perché accetti “l’aumento delle spese militari”. Il segretario alla difesa se la prende col senatore Levin nel corso di una conferenza-stampa al Pentagono: “E’ il genere di avvenimento che si è avverato sufficiente a convincervi che è urgente per questo paese aumentare le spese consacrate alla sua difesa e che, se occorre, bisognerà attingere dai fondi della sicurezza sociale per pagare l’aumento delle spese militari?” (Traduzione: Ernesto
Carmona,
www.comedonchisciotte.org) |
Note e fonti:
[1] « Inside, Defense
Secretary Donald H. Rumsfeld had some people in to talk about missile defense
and the risk that terrorism seen in the past would happen again. "Let me tell ya,"
he said, "I’ve been around the block a few times. There will be another event."
Two minutes later, a plane smashed into the first World Trade Center tower and
proved him right. » Fonte:
« A day beyond belief for all America », par Calvin Woodward, Associated
Press, 16 settembre 2001.
[2] « "If we remain vulnerable to missile attack, a terrorist group or
rogue state that demonstrates the capacity to strike the U.S. or its allies from
long range could have the power to hold our entire country hostage to nuclear or
other blackmail,’’ he said. "And let me tell you, I’ve been around the block a
few times. There will be another event. " He repeated it for emphasis : "There
will be another event. " Within minutes of that utterance, Rumsfeld’s words
proved tragically prophetic. »
« Chairman Cox’s Statement on the Terrorist Attack on America », Christopher
Cox, 11 settembre 2001.
[3] « Donald Rumsfeld, the Secretary of Defence, was in his office on the
eastern side of the building, in a meeting with Christopher Cox, the defence
policy committee chairman of the House of Representatives. Mr Rumsfeld, recalls
Mr Cox, watched the TV coverage from New York and said : "Believe me, this isn’t
over yet. There’s going to be another attack, and it could be us." »
« Revealed : what really went on during Bush’s ’missing hours’ », par
William Langleyere’s, The Daily Telegraph, 16 décembre 2001.
[4] « It was pretty remarkable in those first few hours, coming out of
the Situation Room. We had just heard that there was a second plane [that flew]
into the World Trade Tower. And coming out, we heard something had hit the
Pentagon and that something was likely headed for the White House. »
« Rice gained first-hand experience when front line of terror closed in »,
Chicago Tribune, 14 septembre 2001.
[5] « The first reports on the Pentagon attack suggested a helicopter and
then later a private jet. »
« Jets Had Bush OK to Down Airliners », Los Angeles Times, 17 septembre
2001.
[6] « Defense Secretary Donald H. Rumsfeld was in the Pentagon at the
time of the crash, and he walked outside the building to investigate and offer
help ».
« DoD Official Provides Briefing After Pentagon Attack », di Gerry J.
Gilmore, American Forces Press Service, 11 settembre 2001.
[7] « Well, the terrible moment was actually earlier at about 8:40, 8:45
when we realized a plane and then a second plane had hit the World Trade Center.
And immediately the crisis management process started up. A couple of us had
gone into the secretary’s office, Secretary Rumsfeld’s office, to alert him to
that, tell him that the crisis management process was starting up. He wanted to
make a few phone calls. So a few of us headed across the hallway to an area
called the National Military Command Center. He stayed in his office. We were in
these rooms maybe 200 feet away where we felt the concussion. We immediately
knew it was something bad. We weren’t sure what. When it first happened, we
didn’t know what it was. But again, all the wheels were in motion. Everybody was
doing what they were supposed to be doing. The secretary was in his office,
really not that far away from the side of the building that got hit by the
plane. He and another person immediately ran down the hallway and went outside
and helped some of the people, some of the casualties getting off the stretchers,
etc. When he came back in the building about half an hour later, he was the
first one that told us he was quite sure it was a plane. Based on the wreckage
and based on the thousands and thousands of pieces of metal. He was the one that
told us, the staff that was in the room. So he was really the first one who told
us that it was most likely a plane. » Retranscription officielle de l’interview
de Victoria Clarke au WBZ Boston Saturday, 15 septembre 2001 :
News Transcript, US Department of Defence.
[8] « History is replete with instances in which warning signs were
ignored andchange resisted until an external, "improbable" event forced
resistantbureaucracies to take action. The question is whether the U.S. will be
wiseenough to act responsibly and soon enough to reduce U.S. spacevulnerability.
Or whether, as in the past, a disabling attack against thecountry and its
people-a "Space Pearl Harbor"-will be the only eventable to galvanize the nation
and cause the U.S. Government to act.We are on notice, but we have not noticed.
»
« Report of the Commission to Assess U.S. National Security Space Management and
Organization », 11 gennaio 2001.
[9] « The adversary’s closer to home. It’s the Pentagon bureaucracy. Not
the people, but the processes. Not the civilians, but the systems. […] Some
might ask, how in the world could the Secretary of Defense attack the Pentagon
in front of its people ? To them I reply, I have no desire to attack the
Pentagon ; I want to liberate it. We need to save it from itself. The men and
women of this department, civilian and military, are our allies, not our enemies.
»
« Remarks as Delivered by Secretary of Defense Donald H. Rumsfeld, 10 settembre
2001.
[10] « Senator Levin, you and other Democrats in Congress have voiced
fear that you simply don’t have enough money for the large increase in defense
that the Pentagon is seeking, especially for missile defense, and you fear that
you’ll have to dip into the Social Security funds to pay for it. Does this sort
of thing convince you that an emergency exists in this country to increase
defense spending, to dip into Social Security, if necessary, to pay for defense
spending — increase defense spending ? »
« DoD News Briefing on Pentagon Attack », 11 settembre 2001. Leggere anche
l’articolo di Reseau Voltaire
« Une
"divine surprise" pour Donald Rumsfeld », Note d’informazioni di Réseau
Voltaire, 14 dicembre 2001.
[11] Consultare, sul sito della Rand Corporation:
« Trustees » (documento in formato PDF) e
« Policy
Circle Members, Benefactors-$50,000+ »
[12] « We try to get our arms around Al-Qaeda, the organization-or maybe
the movement-associated with bin Laden. […] You have to pause here and think for
a moment, go back to the bombing of the World Trade Center in 1993. Now, putting
aside whether it was possible to actually topple the North Tower onto the South
Tower and kill 60,000 people, consider the goal. […] They will find other
weapons and tactics and means to reach their targets. And here is an obvious
class of weapon choices : ultralights, UAVs, all types of distance and stand-off
weapons, surface-to-air missiles, rocket-propelled grenades fired from a
distance, remote control mortars, and Man-Portable Air Defense Systems (MANPADS).
» « Twenty-First Century Terrorism »:
http://www.usafa.af.mil/inss/foreword.htm, in The Terrorism Threat and US
Government response : Operational and Organizational Factors, US Air Force
Academy, Institute for National Security Studies, March 2001. Leggere anche
l’articolo di Reseau Voltaire « Les prévisions "inimaginables" de la Rand
corporation »:
http://www.reseauvoltaire.net/article7623.html, Note d’informazione di
Réseau Voltaire, 14 dicembre 2001. A proposito dei “drones” o « Unmanned Aerial
Vehicles - UAVs », vedere il sito della FAS
www.fas.org/irp/program/collect/uav.htm