SCOPERTA THERMITE ANCORA ATTIVA TRA LE MACERIE DEL WTC




Thermìte attiva scoperta tra i resti dell’esplosione al World Trade Center dell’Undici Settembre.
Tratto da www.effedieffe.com.

Questo è stato pubblicato ufficialmente oggi da un’autorevole giornale di Chimica e Fisica, recensito dagli stessi esperti accademici:

    “Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe” a cura di Niels H. Harrit, Jeffrey Farrer, Steven E. Jones, Kevin R. Ryan, Frank M. Legge, Daniel Farnsworth, Gregg Roberts, James R. Gourley and Bradley R. Larsen.

Il documento termina con la seguente affermazione: “Sulla base delle precedenti osservazioni, concludiamo che lo strato rosso dei frammenti rosso-grigi rinvenuti tra le ceneri del WTC è materiale thermitico attivo, inesploso, assemblato secondo tecniche di nanotecnologia, e rappresenta materiale ad alto potenziale pirotecnico e/o esplosivo”:

termite

In breve, il documento cancella la versione ufficiale secondo cui “non esistono prove” per dimostrare la presenza di materiale esplosivo/pirotecnico negli edifici delle Torri Gemelle.

Cosa ci fa una notevole quantità di materiale esplosivo/pirotecnico di alta tecnologia tra i resti del WTC? Chi ha prodotto tonnellate di quella roba, e perché? Per quale motivo gli investigatori si sono rifiutati di cercare residui di esplosivo subito dopo il crollo al WTC?

Si tratta degli interrogativi essenziali sollevati da questo studio scientifico.

Il dibattito tra gli specialisti è logorante, ci sono pagine di commenti. Le impegnative domande sollevate dagli esperti hanno condotto a mesi di ulteriori esperimenti, col risultato di aggiungere approfondimenti al documento, incluse l’osservazione e gli scatti di sfere arricchite di ferro e alluminio prodotte quando il materiale viene infiammato all’interno di un Calorimetro a Scanning Differenziale (vedi figura 20, 25 e 26 nel documento PDF).

I nove autori hanno intrapreso un esame dettagliato degli insoliti frammenti rosso-grigi trovato nella polvere generata dalla distruzione del WTC l’11 settembre del 2001. L’articolo dichiara: “L’ossido di ferro e l’alluminio sono strettamente mescolati nel materiale rosso. Quando vengono bruciati in un DSC (Calorimetro a Scanning Differenziale) i frammenti mostrano composti esotermici ampi ma ravvicinati che si formano ad una temperatura di circa 430°, decisamente al di sotto della normale temperatura di combustione relativa alla termìte normale. Si osservano chiaramente numerose sfere arricchite di ferro nei residui della combustione di tali particolari frammenti rosso-grigi. La porzione rossa dei frammenti citati si scopre essere materiale termitico non reagente ed altamente energetico”. Le immagini e le analisi statistiche meritano grande attenzione.

Alcune osservazioni sulla stesura del documento:

    1) Il primo autore è il Professor Niels Harrit dell’Università di Copenhagen in Danimarca, professore associato di Chimica. E’ un esperto di nano-chimica. Le ricerche in corso che sta conducendo, insieme alla sua foto, possono essere trovate qui: http://cmm.nbi.ku.dk/
    Strutture molecolari su scale cronologiche corte ed ultracorte
    Un Centro della Fondazione per la Ricerca Nazionale Danese
    Il Centro sui Movimenti Molecolari è stato inaugurato il 29 novembre del 2005, all’Istituto Niels Bohr, presso l’Università di Copenhagen. La nascita del Centro è stata resa possibile da un sussidio di 5 anni della Fondazione per la Ricerca Nazionale Danese (vedi ad esempio www.dg.dk ). Miriamo ad ottenere immagini in tempo reale di come si muovono gli atomi mentre sono in corso i processi molecolari e nei materiali solidi, utilizzando impulsi accelerati di raggi laser e raggi X. Lo scopo è comprendere e al momento opportuno influenzare, a livello atomico, le trasformazioni strutturali associate a tali processi.
    Il Centro combina le conoscenze e le capacità acquisite dal Riso National Laboratori, dall’Università di Copenhagen e l’Università della Tecnica della Danimarca, nella ricerca strutturale relativa alle tecniche di accelerazione atomica a raggi X (raggiunta con il sincrotrone), la spettroscopia a radiazioni ultraveloci (al ritmo di un milionesimo di nanosecondo), lo studio teoretico dei processi a radiazioni ultra-veloci, e l’abilità di plasmare materiali, progettando sistemi a campione per condizioni sperimentali ottimali.
    Il nome del decano del College da cui proviene il professor Herrit, Niels O Andersen,  è il primo a comparire nell’elenco di quelli del Consiglio di Consulenza Editoriale del Bentham Science journal dove il lo studio è stato pubblicato.

    2) Il secondo autore è il Dr. Jeffrey Farrer della Brigham Young University (BYU).

    3) Il Dottor Farrer è descritto in un articolo a pagina 11 della rivista Frontiers della BYU, in un numero della primavera del 2005: “Dr Jeffrey Farrer, direttore del laboratorio TEM (TEM sta per Microscopia di trasmissione a elettroni ). L’articolo annota: “I microscopi a elettroni presso il laboratorio TEM contribuiscono a fornire alla BYU competenze virtualmente uniche…che non hanno confronto con quanto costruito nel resto del mondo”. L’articolo è intitolato: “Rari e potenti microscopi svelano nano- segreti”, il che è sicuramente vero per quello che riguarda le scoperte del documento di cui si discute.

    4) Onore e gloria alla BYU per aver permesso ai Dottori Farrer e Jones e allo studente di fisica Daniel Farnsworth di intraprendere la ricerca descritta nel documento e aver condotto una recensione interna dello stesso. Il Dr Farrer era in principio il primo autore del documento. Ma a seguito della recensione, gli amministratori della BYU gli hanno evidentemente proibito di porre il suo nome per primo su QUALSIASI documento relativo alle ricerche sull’Undici Settembre (questa almeno sembra la loro priorità, ma forse lo spiegheranno). Nonostante tutto, la pubblicazione del documento è stata approvata col nome del DR Farrer e la citazione nella lista, e noi ci congratuliamo con la sua Università per questo. Siamo dalla parte del DR Farrer e ci complimentiamo per la sua carriera scientifica di ricercatore che questo documento testimonia.

    5) Forse ora verrà finalmente il momento di un esame critico sui DATI SCIENTIFICI indagati dai professori Harrit e Jones, dai dottori Farrer e Legge e dai loro colleghi, come ripetutamente da loro richiesto. Noi sfidiamo QUALUNQUE università o gruppo di laboratorio a produrre un tale esame. Questo documento sarà un ottimo punto di partenza, insieme ad altri documenti, sempre recensiti da esperti, pubblicati da giornali autorevoli e che coinvolgono molti degli autori succitati:

        Quattordici Punti di Accordo col Governo Ufficiale
        Resoconti sulla Distruzione del World Trade Center
        Autori: Steven E. Jones, Frank M. Legge, Kevin R. Ryan, Anthony F. Szamboti, James R. Gourley
        The Open Civil Engineering Journal, pp.35-40, Vol 2
        http://www.bentham-open.org/pages/content.php?TOCIEJ/2008/

        Anomalie Ambientali al World Trade Center: Prove di Materiale Energetico
        Autori: Kevin R. Ryan, James R. Gourley, and Steven E. Jones
        The Environmentalist, August, 2008
        http://dx.doi.org/10.1007/s10669-008-9182-4

    6) James Hoffman ha scritto tre saggi che spiegano ulteriormente le implicazioni ed i risultati del documento. Grazie, Jim, per il tuo lavoro! http://911research.wtc7.net/essays/thermite/index.html

    7) Importanti aspetti dello studio sono stati confermati, in piena indipendenza, da Mark Basile nel New Hampshire e dal fisico Frederic Henry-Couannier in Francia, a partire dai primi resoconti scientifici su queste scoperte (per esempio, quelli del prof. Jones ad un seminario al Dipartimento di Fisica dell’Università della Utah Valley, tenuto lo scorso anno). Pensiamo che ulteriori dettagli verranno ad aggiungersi da parte di questi ricercatori indipendenti.

Ora non vi resta che leggere il documento, e fare passaparola sui risultati di queste scoperte!

Cliccate qui per scaricare l'intero documento in formato PDF.

Cliccate qui, invece, per leggerne una traduzione completa in italiano.


Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Milena Spigaglia.





RISPOSTA ALL'OBIEZIONE: SI TRATTAVA IN REALTA' DI SEMPLICE VERNICE?


E' stato obiettato dai soliti disinformatori che in realtà le tracce di nano-thermite ritrovate fossero solo rimasugli di vernice (sì, avete letto bene).

Al di là della ridicolaggine dell'obiezione (18 mesi di studio e analisi, e tutti gli scienziati coinvolti avrebbero scambiato della semplice vernice per una sostanza particolare e pericolosa come la nano-thermite?), questi bizzarri individui si dimenticano che nel Rapporto sullo studio, alle pagine 27 e 28, c'è un'apposita sezione che smentisce queste dicerie, messe in giro solo per rifiutare una prova certa e indiscutibile della falsità della versione ufficiale dell'11 settembre.
Nel Rapporto infatti si legge:



Collage fatto da me delle pagine 27 e 28, unendo le due colonne in cui si tratta la questione della vernice.



Per visionare le altre immagini che vengono citate è necessario scaricare il rapporto completo.
In sostanza, questa sezione del Rapporto afferma che la sostanza trovata nelle macerie del WTC non può essere vernice per vari motivi tecnici ben precisi e inequivocabili:

    1. ha una resistività di appena 10 ohm-m (mentre la vernice in media ha valori di diverse grandezze più alti, oltre i 10^10 ohm-m),
    2. quando è stata immersa e agitata in un potente solvente (il metiletilchetone) per decine di ore non si è affatto dissolta come avrebbe fatto qualunque vernice,
    3. contiene alluminio e ossido di ferro, gli ingredienti della thermite, in combinazioni caratteristiche;
    4. è presente una matrice di silicio e carbonio che suggerisce che si tratti di un composto super-thermitico;
    5. quando i frammenti vengono incendiati producono temperature molto alte ancora oggi, tanti anni dopo l'11 settembre;
    6. l'energia viene rilasciata in un arco di tempo molto breve e l'entalpia (la capacità di scambiare energia con l'ambiente) osservata eccede addirittura quella della semplice thermite;
    7. se una qualunque vernice possedesse queste caratteristiche sarebbe incredibilmente pericolosa, una volta asciugatasi, e non verrebbe usata in un edificio.

Il Rapporto conclude affermando (giustamente) che l'affermazione secondo cui della vernice potrebbe rispecchiare tutte queste caratteristiche dovrebbe essere dimostrata empiricamente e con delle analisi adeguate (fino ad allora, sono solo illazioni - anche piuttosto ridicole).

Per chiudere la "questione vernice" definitivamente, ascoltiamo il fisico Jeff Farrer che ci parla degli esperimenti comparativi che ha svolto con il materiale nano-thermitico e con la vernice antiruggine del WTC per verificare se si potesse davvero trattare della stessa sostanza (comincia a parlarne al minuto 07:42 - ricordatevi di attivare i sottotitoli italiani, se non ci sono già):



Quindi, come detto nel video, le tracce di nano-thermite e la vernice antiruggine si sono comportate in modo del tutto diverso negli esperimenti, e la loro composizione chimica è risultata anch'essa differente, per cui non si può trattare della stessa sostanza. (La prima parte del video di Farrer è visibile qui, la terza qui.)

Molti hanno obiettato a questo punto che comunque non ci sono prove che la thermite/nano-thermite sia in grado di fondere e/o tagliare una colonna d'acciaio come quelle delle Torri Gemelle, e che in ogni caso la quantità di thermite necessaria per farlo sarebbe enorme, cosa che renderebbe inverosimile la demolizione controllata delle Torri, dato che sarebbero servite decine di tonnellate di thermite.
Nel primo video sottostante, l'ingegner Jonathan H. Cole dimostra con esperimenti pratici (anziché simulati al computer come piace fare al NIST) che la thermate (normale thermite con aggiunta di zolfo) può fondere e tagliare delle colonne d'acciaio sia orizzontalmente che verticalmente, che può causare esplosioni e sbuffi di polvere (squibs), e che la quantità di sostanza necessaria non è affatto alta come cercano di farla sembrare i sostenitori della versione ufficiale. Ognuno può vederlo con i propri occhi.
Oltre a dimostrare come la thermate sia un materiale molto eclettico e malleabile, che può essere usato in vari modi per ottenere molti effetti diversi, nel secondo video Cole smentisce alcune affermazioni della versione ufficiale sugli effetti che il fuoco avrebbe procurato all'acciaio delle Torri, dimostrando che effetti simili (come la solfatazione) possono essere stati causati solo da una sostanza esterna, e non dal semplice incendio di kerosene e materiali da ufficio:
Come abbiamo visto, se usata in modo adeguato una piccola quantità di thermate può fare danni enormi. E la sostanza ritrovata al WTC è nano-thermite, che è più potente e richiede quindi quantità inferiori per ottenere gli stessi risultati.

Inoltre, in questo documento degli esperti spiegano molto bene varie cose riguardo thermite e nano-thermite, compreso il fatto che può essere utilizzata con un congegno che la tenga attaccata alla trave da tagliare con un semplice magnete (come questo), che se posizionata e dosata in modo appropriato può tagliare una trave d'acciaio in meno di un secondo, e che può essere attivata da remoto (congegni per fare tutto ciò sono già stati inventati e brevettati).


Infine, è stato obiettato da chi sostiene la versione ufficiale che molte riviste scientifiche si sono rifiutate di divulgare questa ricerca, stando bene attente a definirla "oltraggiosa e riprovevole" ma senza spiegare cosa avrebbe di errato dal punto di vista scientifico, e che il redattore capo della rivista si è addirittura dimesso dopo la pubblicazione dello studio di Harrit.
Secondo i sostenitori della versione ufficiale, questo significa che l'intero studio, durato 18 mesi e svolto con tutti i crismi (e ancora in attesa di essere smentito), più gli altri studi indipendenti che lo hanno confermato, sono del tutto inaccettabili come prova.
Secondo il resto del mondo, invece, dimostra solo la vigliaccheria e l'asservimento all'autorità di molte pubblicazioni e della maggior parte dei mass media.

Se si vuole dimostrare che uno studio scientifico è arrivato a conclusioni errate bisogna spiegare esattamente dove ha sbagliato e per quali ragioni le sue conclusioni sono errate. Non basta dire che è "scandaloso" od "oltraggioso".
Finché le accuse non vengono dimostrate, rimangono illazioni. Come ha detto lo stesso Niels Harrit: "Se ho torto, smentitemi".

Non tutti i media comunque sono così codardi. Possiamo infatti vedere una video-intervista a Niels Harrit, rilasciata a un canale televisivo danese:





Leggi anche l'intervista a Niels Harrit, lo scienziato che ha ritrovato la nanothermite nelle macerie del WTC.





INGEGNERE CHIMICO CONFERMA LA SCOPERTA DI NANO-THERMITE AL WTC.

Mark Basile, ingegnere chimico, nel video sottostante parla dei propri studi indipendenti che ha condotto per verificare la correttezza di quelli svolti da Steven Jones e Niels Harrit.

Basile conferma che nelle polveri provenienti dalle macerie del WTC (di cui lui ha analizzato due campioni indipendenti e provenienti da fonti diverse) è presente nano-thermite ancora attiva e in grado di generare temperature più che in grado di fondere acciaio e perfino cemento rinforzato.



Basile conclude affermando che prove così significative e inequivocabili esigono una nuova indagine, questa volta imparziale e scientificamente coerente.

 

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