PERCHE' LA SECONDA LEGGE DELLA TERMODINAMICA SMENTISCE LA VERSIONE UFFICIALE


(A cura dell'utente Abulafia di www.luogocomune.net)

(I principi esposti seguente articolo valgono, naturalmente, anche per il crollo del WTC-7)

Buongiorno.
Da un po' di tempo il II Principio della Termodinamica, accennato da Steven Jones a proposito del crollo delle Torri, ha sollevato alcuni interrogativi poichè imperniato su concetti a margine dell'interesse generale. Proverò ad illustrarlo, anticipandolo con un rispolvero di teoria. (Per chi ha fretta: saltare al III capitolo, II paragrafo)


CAPITOLO I

I Principi della Termodinamica

Il I Principio della Termodinamica stabilisce la conservazione dell'energia: questa non si crea dal nulla nè si distrugge ma piuttosto si trasforma, evolvendo nelle sue diverse forme.
Il II Principio della Termodinamica (d'ora in poi: 2PT) è il principio della degradazione dell'energia e tratta quello che è un comportamento costante della Natura, prendendo atto che esistono direzioni preferenziali a guidarne le trasformazioni. Esso è reso in forma di enunciato e ne esiste più d'uno poichè il fenomeno è riguardabile da diverse prospettive nello stesso modo in cui un solido può essere osservato da varie angolazioni; eccone uno dei principali, noto come Enunciato di Clausius:
«E' impossibile costruire una macchina, operante secondo un processo ciclico, il cui unico effetto sia il trasferimento di calore da un corpo a temperatura più bassa ad un corpo a temperatura più elevata.»  [1]
Non è necessario elencare anche gli altri nè spiegare questo: esula dagli intenti del tema trattato. Giova invece chiarire che sono tutti equivalenti: l'eventuale falsità di uno implicherebbe di conseguenza la falsità degli altri. Ad essi è strettamente connesso il concetto di irreversibilità spiegato in seguito.


Reversibilità & Irreversibilità

Il fine di ogni trasformazione spontanea (cioè naturale) è il raggiungimento d'un equilibrio termodinamico, con ciò s'intende la coesistenza di tre equilibri:
- meccanico (assenza di differenze di pressione tra le componenti del sistema);
- chimico (assenza di reazioni chimiche nel sistema);
- termico (assenza di differenze di temperatura tra la materia costituente il sistema).
Un processo si dice reversibile se soddisfa due requisiti:
1) avviene in modo quasistatico, cioè per infiniti stadi d'equilibrio termodinamico successivi e vicinissimi tra loro;
2) avviene senza fenomeni d'attrito.
Quando esponiamo all'aria un corpo più caldo, questo nel tempo cede la propria energia termica trovandosi infine alla stessa temperatura ambiente. Se tale processo fosse reversibile, potremmo compiere il cammino inverso ottenendo un bilancio finale nullo senza lasciar tracce nell'ambiente (da A a B, poi da B ad A = come se B non fosse esistito). Ciò però non è possibile a causa delle irreversibilità: non si intende che il corpo non potrà mai più essere riscaldato come prima, bensì che il suo ritorno alle condizioni termodinamiche iniziali non potrà avvenire senza un apporto esterno di lavoro, cioè un'alterazione dell'ambiente circostante. I due processi dunque non sono speculari. Quanto appena scritto è il senso dell'Enunciato di Clausius.
Tornando all'esempio, si conclude che l'energia termica prima raccolta e confinata in un corpo dalle dimensioni precise ora è mutata in energia cinetica di tante molecole perse per l'atmosfera.
L'irreversibilità è appunto il fenomeno per cui l'energia, durante una trasformazione naturale, evolve in parte in forme più difficili da recuperare. E' strettamente connessa col passaggio dall'ordine al caos, dal raccolto allo sparpagliato. Si tenga ben presente: tutti i processi naturali sono irreversibili.
Perchè allora serve esercitare del lavoro in più dall'ambiente esterno per riscaldare di nuovo il corpo? Perchè l'irreversibilità durante il precedente raffreddamento ha reso inutilizzabile una parte di energia che ora è d'obbligo fornire con altri mezzi: del lavoro esterno, appunto. Che fine ha fatto l'energia persa per irreversibilità? Ha contribuito ad aumentare l'entropia del sistema, come spiegato di seguito.
Le irreversibilità sono causate da due fenomeni:
1) squilibri all'interno del sistema (del tipo identico a quei tre elencati in cima al paragrafo);
2) effetti dissipativi come l'attrito, la resistenza elettrica o l'inelasticità dei materiali.


Sistemi e Processi

Immaginate di poter chiudere un qualsivoglia oggetto della vostra indagine in un'immaginaria bolla cava invisibile: avrete creato un sistema termodinamico. Un sistema è semplicemente la quantità di spazio o materia d'interesse separata dal resto dell'universo; tutto ciò che è esterno al sistema viene chiamato ambiente esterno. La superficie della bolla è detta contorno.
Il sistema si definisce adiabatico se attraverso il contorno non vi è scambio di energia termica (cioè calore: Q; misurato in Joule e abbreviato con J); altre forme di energia sono invece permesse al transito.
Il sistema è detto isolato se attraverso il contorno non vi è assolutamente alcuno scambio tanto di materia quanto di energia.
Ne deriva che l'universo è un sistema isolato.
Processo è sinonimo di trasformazione da uno stato A ad uno B qualunque (es: A= corpo caldo a 50 °C, B= corpo raffreddatosi fino a 25 °C).
Un processo si dice aperto se lo stato finale è diverso da quello iniziale (il caso delle Torri: A= intatte, B= cumulo di polvere e macerie)
Un processo si dice chiuso, o ciclico, quando il punto finale coincide identicamente con quello iniziale (i frigoriferi usano tali processi, come pure i motori automobilistici).
Un processo si dice adiabatico quando non vi è scambio di energia termica attraverso il contorno del sistema: in termini matematici si scrive dQ=0, dove d è la lettera che identifica il concetto di scambio, cioè una variazione.
Se si considera come sistema l'intero universo, ogni processo al suo interno sarà giocoforza adiabatico.


Entropia

Analizziamo ora la seguente equazione:

laddove:
dS= variazione di entropia del sistema, in un qualsiasi processo;
dQ= quantità di calore scambiata dal sistema con l'ambiente esterno attraverso il contorno;
T= temperatura dell'ambiente circostante;
dS(irr)= quantità di entropia che quantifica le irreversibilità del processo.

Se il sistema considerato è l'intero universo la quantità dQ è nulla poichè non esistono attraversamenti del contorno. Ciò detto, l'addendo corrispondente si annulla e resta:



Che significa?
Che in un sistema isolato una qualunque processo può avvenire senza formazione di entropia solo se non esistono irreversibilità: cioè se il processo stesso è reversibile. Essendo ogni trasformazione spontanea irreversibile , l'addendo dS(irr) non sarà mai nullo ma positivo.
Ecco quindi perchè si sente spesso dire "l'entropia dell'universo è in costante aumento": la causa è quell'addendo sempre positivo a destra del segno uguale.
L'entropia è conseguenza naturale ed eterna di ciò che ha portato alla formulazione scritta del 2PT; per riassumere: la Natura stabilisce che è impossibile effettuare scambi di energia senza sprechi, il 2PT ne prende atto; la causa degli sprechi sono le irreversibilità, la conseguenza è l'aumento d'entropia dell'universo.
Attenzione: l'entropia non è un'energia! Nella prima equazione, infatti, si sommano due termini in cui il primo (dQ/T) è un'energia fratto una temperatura (cioè J/°C), il secondo è invece un'entropia; poichè non posso sommare mele con pere, se ne ricava che dS non ha l'unità di misura dell'energia.


CAPITOLO II

Steven Jones sul 2PT

Ecco cosa scrive S. Jones a proposito del 2PT:
«
Notice how it's straight down... Symmetrically now, it doesn't topple over, as you might expect, from what we call the second law of thermodynamics. It comes straight down. This is the goal of prepositioned explosives in a controlled demolition.»  [2]
Cioè:
"Guarda come cade dritta... Simmetricamente: non si abbatte nel modo che ti aspetteresti, cioè seguendo il cosiddetto II Principio della Termodinamica. Vien giù dritta. Questo è lo scopo degli esplosivi che si posizionano prima delle demolizioni controllate".


Pertinenza del 2PT nel crollo delle Torri

Se stabiliamo che il crollo sia la trasformazione che vogliamo analizzare, essa non è esente dalle irreversibilità caratterizzanti tutti i processi naturali: il crollo è di fatto un processo spontaneo poichè sviluppatosi in conseguenza dell'azione di gravità terrestre su ogni porzione di materia non più contrastata dalla tenuta strutturale dei loro componenti (non ci importa, ora, stabilire cosa le ha fatte cedere). Durante l'avanzamento del fronte ciascun volume campione di materia evolve continuamente: l'energia potenziale si trasforma progressivamente in energia cinetica ed energia superficiale quando l'onda di pressione lo proietta e frantuma, ma contemporaneamente si sviluppa anche attrito con l'aria e dunque calore. Tutto ciò al solo titolo d'esempio, per chiarire come in un sistema così complicato avvengano numerosi e continui passaggi in forme differenti d'energia, diretti nel verso di una quantità sempre maggiore di energia dispersa e non più recuperabile (si pensi al calore dissipato tra le macerie od al pulviscolo sparso nell'aria).
La direzione naturale di tante reazioni punta al disordine, cioè all'aumento dell'entropia nel sistema universo: la modalità del crollo è quanto di più lontano si possa immaginare da un processo reversibile poichè l'onda d'urto ha provocato squilibri termodinamici talmente elevati da obbligare la materia a riorganizzarsi precipitosamente.


CAPITOLO III

Analisi punto d'impatto

Elenchiamo brevemente la struttura portante delle Torri Gemelle: essa si componeva di tre parti:
1) Travi verticali nel corpo centrale, con funzione di sostegno principale (pressione dei piani superiori);
2) Intelaiatura di travi verticali perimetrali, per ostacolare le componenti flessionali e torsionali sulla torre;
3) Travi reticolari di collegamento, orizzontali (nei solai tra un piano e l'altro).
Consideriamo, per brevità, la sola Torre Nord (fig. 1):

In figg. 1 e 2 è evidente l'asimmetria del danno dovuto all'impatto: questo provoca una redistribuzione asimmetrica del carico rispetto all'intera sezione trasversale, con concentrazione dello stesso sulle travi centrali e perimetriche della parete nord. Il triangolo arancione indica la porzione di travi perimetrali poste in trazione (cioè tirate) causa la mancanza dell'appoggio inferiore. [3]
Si aggiungano le fiamme dovute all'innesco del kerosene: hanno locazione casuale e coinvolgono punti diversi, con temperature massime variabili in dipendenza dei materiali incendiati. In fig. 3 ([4]) è mostrata la sezione trasversale con una stima dei danni riportati dalle travi centrali del piano più interessato dall'impatto: anche qui la loro integrità strutturale è compromessa in modo casuale.


Modalità di cedimento ed influenza del 2PT

Secondo la Versione Ufficiale il cedimento è avvenuto con le seguenti modalità (fig. 4).

Da notare che in fig. 4 le colonne sulla destra non sono quelle perimetrali, ma quelle centrali. Ciò significa che il solaio si riferisce ad una sola porzione del piano della Torre, non a tutta la sezione. Questa dinamica, unitamente alla distribuzione di tensioni prima accennata, dovrebbe provocare danni distribuiti asimmetricamente causando un crollo più disordinato di quello visto nei filmati. Invece, il fronte di demolizione avanza pressochè parallelo ai piani su tutta la sezione, come se in essa i cedimenti fossero avvenuti contemporaneamente.
Qui interviene la frase citata di S. Jones: se il 2PT "avesse agito", le probabilità di un crollo simmetrico lungo la verticale sarebbero state prossime a zero (ogni ipotesi si valuta infatti in termini probabilistici poichè la certezza assoluta è minata da troppe variabili, vista anche la complicatezza del sistema); la ricerca di un nuovo equilibrio avrebbe infatti portato la struttura a collassare in un modo più casuale cercando il maggior disordine onde ristabilire quanto prima gli equilibri compromessi: la materia in questi casi tende ad occupare tutto lo spazio disponibile nel suo intorno perchè, se restasse raccolta in volumi circoscritti, soltanto una frazione potrebbe compensare i propri squilibri cedendo l'energia in eccesso ed il sistema quindi si troverebbe "sovraccaricato" senza possibilità di sfogarsi. Inoltre, edifici così alti e stretti moltiplicano le probabilità d'inclinazioni e cadute esterne alla verticale.



ATTENZIONE:
Quanto sopra descritto non vuol essere una dimostrazione scientifica di cosa abbia provocato il crollo nè del perchè questo si sia sviluppato in modo insolito, ma più semplicemente un approfondimento dell'influenza del 2PT sulle dinamiche post-cedimento. L'analisi effettuata poggia su un principio espresso in termini generali e tale è il tenore della spiegazione derivata.



BIBLIOGRAFIA E FONTI:
[1] "Termodinamica Applicata" (A. Cavallini, L. Mattarolo) - CLEUP Ed., pag. 99 e segg.;
[2] Intervista a Jones: "B.Y.U. Professor has theory about 9/11 attacks";
[3] "World Trade Center Building Performance study", redatto dal FEMA (pagina di riferimento: qui);
[4] "Building and Fire Safety Investigation. of the World Trade Center Disaster" (slide 31).

 



 

 

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