UN'ALTRA INCREDIBILE COINCIDENZA RIGUARDO IL WTC
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In America l’ “upgrade” porta
sfortuna.
Tratto da
www.luogocomune.net.
Se per caso la versione ufficiale
dell’undici settembre fosse vera, come minimo bisogna dire che il termine
“upgrading” in America porta una sfiga tremenda. Oppure, nell’altra ipotesi, è
stato trovato l’ennesimo indizio che punta il dito sempre nella stessa
direzione, quella che ormai riescono a non vedere solo i ciechi di professione.
Già insospettiva molto la straordinaria casualità con cui proprio il pezzettino
di Pentagono colpito l’undici di settembre fosse stato “ristrutturato” in
precedenza (“upgraded”, appunto), e proprio “contro eventuali attacchi
terroristici”.
Visto che – a detta loro - “nessuno nell’amministrazione poteva immaginare che
dei terroristi avrebbero usato aerei civili contro bersagli nazionali”, veniva
infatti da domandarsi che tipo di attacco terroristico potessero temere, al
Pentagono, per sentire il bisogno di “rinforzarlo appositamente”. Una robusta
scarica di palline da baseball, lanciate tutte contemporaneamente
dall’antistante collina di Arlington, forse? Un arabo carico di dinamite che
attraversa di corsa [?] il vasto prato antistante - mentre nessuna telecamera lo
vede avvicinarsi, naturalmente – per lanciarsi a testa bassa contro una finestra
del piano terra, mentre accende la miccia e grida “Allah akbar?” O forse una
batteria di miniatomiche portatili, di quelle che si trovano ormai anche da
K-Mart a 100 dollari l’una – l’arricchitore di uranio però è a parte – lanciate
contro il Pentagono da un camioncino in corsa?
Non si riusciva a capire, ma non volendo essere troppo maliziosi avevamo scelto
di applaudire al fenomenale intuito profetico degli uomini di Rumsfeld. Non
fosse stato per quelle meravigliose finestre blindate, di cui
Paolo Attivissimo ci ha fornito il peso
esatto – 720 Kg. l’una, non uno di meno! – oggi al posto del Pentagono ci
sarebbe probabilmente un campicello di erba fiorita. Invece le finestre hanno
retto egregiamente all’impatto, anche se l’aereo - ci dice sempre il Nostro – “è
praticamente penetrato per intero nell’edificio”. (Si vede che sarà passato
dalla porta, cosa volete che vi dica).
In ogni caso, un grande applauso per i chiaroveggenti del Department of Defense,
e caso chiuso.
Ora però si scopre che anche al WTC l’arte del vaticinio era altamente
progredita: pare che anche alcuni piani delle Torri Gemelle fossero stati
“upgraded”, non contro il terrorismo - nemmeno le palline da baseball arrivano a
quell’altezza – ma contro... sissignori, avete indovinato: contro il fuoco!!! Il
maledetto fuoco che non ha mai fatto cadere prima un edificio in acciaio,
evidentemente turbava i sonni dei responsabili delle Torri Gemelle al punto da
richiedere un rinforzo protettivo alle sue strutture.
“Sai com’è – avranno pensato – con l’estate che si avvicina (era settembre),
metti che un tizzone dalla Sardegna in fiamme mi schizza fino a qui, e magari mi
incendia la moquette di materiale ignifugo... ora che ce ne accorgiamo la Torre
è bell’e andata! Meglio prevenire che combattere.“
Ma quali sono i piani recentemente “upgraded” contro il fuoco? Una serie di
piani qualunque? No, altrimenti che coincidenza sarebbe? Secondo l’articolo
pubblicato su 911Blogger,
"Another amazing
coincidence related to the WTC”, si tratterebbe proprio dei piani colpiti
dagli aerei, ovvero quelli dove in seguito è iniziato il crollo.
Per la precisione, si tratterebbe di diversi piani isolati, dal 78° in su, per
la Torre Sud, e di un blocco compatto di piani, proprio al livello del 92°, per
la Torre Nord. (In viola i piani “upgraded”, in arancione-grigio le zone di
impatto-crollo):
Ricordate quelli che si chiedevano “Ma come
sarebbe possibile mettere le bombe proprio ai piani colpiti? Come fai a sapere
in anticipo il punto esatto in cui colpirà l’aereo?” Certo, se l’aereo lo
guidava gente come Hanjour – ti veniva da dire - potevi anche metterti alla
finestra a guardare, che quello la Torre non la colpiva proprio, altro che “92°
piano”. Ma se per caso i “terroristi” – dei quali curiosamente si sono
dimenticati di mostrarci le immagini all’imbarco – non fossero mai saliti su
quegli aerei, e questi ultimi fossero invece stati teleguidati, che cosa ci
vuole a piazzare un “bersaglio elettronico” proprio nel punto che intendi
colpire? (Avete mai visto nei film di Tom Cruise, quando danno al cattivo una
valigetta “da tenere stretta stretta”, e poi mentre quello è lì che passeggia
nel parco gli arriva in testa uno Scud che lo apre in due come un melone?)
Guarda guarda, quando si dicono le coincidenze: qualcuno aveva sentito il
bisogno di “rinforzare contro il fuoco” proprio i piani che sarebbero poi stati
colpiti negli attentati “che nessuno poteva prevedere”.
Attenzione però, perchè il bello viene solo adesso: i poveri debunkers hanno
fatto una fatica immonda, fino a ieri, per cercare di convincere qualche
sprovveduto che il kerosene ha avuto la meglio sull’acciaio “perchè l’impatto
tremendo degli aerei ha staccato dalle strutture portanti la protezione
antincendio” (manco fosse stucco del ‘300), e ora arrivano questi volponi a
rompergli le uova nel paniere, dicendoci che proprio quella protezione era stata
rifatta e rinforzata!!!! (Quando si è in tanti a raccontar fregnacce, sarebbe
igienico mettersi d’accordo prima).
In conclusione, siamo di fronte ad una alternativa lacerante:
Soluzione 1:
La versione ufficiale è vera, e semplicemente fare l’upgrade in America porta
una sfiga colossale.
Soluzione 2 - parte a:
Al Pentagono si sono detti: visto che non gli tiriamo contro un Boeing (mica
siamo fessi, che poi il Pentagono lo distruggiamo davvero), ma una roba molto
più piccola e leggera, rischiamo che alla fine la parete resti su, e ci beccano
tutti con il sorcio in bocca. Piazziamoci dentro anche un paio di bombette (chi
ha studiato il caso ricorda bene un testimone che aveva sentito “odore di
cordite”, un esplosivo usato proprio dai militari), e casomai “attrezziamolo”
anche per il crollo, nel caso ‘sto bastardo di cemento armato decida di
resistere alla botta.
Avanti quindi alle squadre di “upgrade”, ed ecco che dopo venti minuti
dall’impatto il “bastardo” - che ha retto benissimo, come previsto – decide
improvvisamente di “franare” sotto gli occhi di tutti.
[Sulla curiosa dinamica di quel crollo ci sarebbe da discutere per un mese:
se una sezione dell’edificio è stata perforata nel centro, secondo voi inizia a
crollare dove sono venute a mancare le colonne di supporto (cadendo quindi a
forma di “v”, “sopra il buco”), oppure crolla di fianco, “in diagonale”, lungo
il lato che è ancora attaccato al segmento accanto?]
Soluzione 2 – parte b:
Al WTC si sono detti: qui ragazzi non va giù niente, altro che balle. Una volta
che l’aereo ha colpito ci ritroviamo con un bel buco e basta. Mettiamoci anche
un paio di bombette, e nel caso “attrezziamo” il tutto per farlo sembrare un
crollo strutturale.
Avanti quindi alle squadre di “upgrade”, ed ecco che dopo gli impatti - quando
le Torri hanno retto benissimo, come previsto, e i fuochi ormai sono ridotti a
lumicini - i giganti di acciaio diventano fragili capanne di bambù, e si
accartocciano su se stesse iniziando a crollare “proprio” all’altezza dei piani
colpiti.
Mah, a questo punto non si sa più cosa pensare: se ci fossero anche altre strane
coincidenze, nella giornata dell’undici settembre, sarebbe legittimo sospettare
un autoattentato, ma visto che sono solo scomparsi due interi Boeing senza
lasciare una traccia; che uno dei due si è schiantato tutto intero, ma i suoi
rottami sono finiti a 14 km. di distanza; che dalla buca in cui l’aereo non si
trova sono usciti passaporti, bandana e testamenti senza nemmeno una bruciatura
(tutto rigorosamente dei terroristi, sia chiaro; mai una bambolina, una sciarpa
da signora o il beauty-case di un truccatore della TV); visto che di 80
telecamere attorno al Pentagono nessuna è riuscita a inquadrare un aereo grosso
come mezzo campo di calcio, mentre l’unica che lo ha fatto l’aereo non ce lo
mostra; visto che i dirottatori, che non avevano mai guidato jet prima di
allora, hanno fatto manovre giudicate impossibili dai professionisti; visto che
l’acciaio delle Torri è stato piegato come il burro senza lasciare una crepa
(come avviene solo alle altissime temperature); viste le dozzine di
testimonianze di esplosioni PRIMA e durante i crolli; visto che la
polverizzazione da “sola forza di gravità” era talmente fine da aver già
ammalato più di 4.000 persone, (che faccio, vado avanti?)...
Massimo Mazzucco.