LE VITTIME
VIRTUALI DELL'11/9 Di Gianluca Freda.
Tratto da Blogghete!
Una delle domande che viene rivolta più frequentemente a chi
non crede alla versione ufficiale dell’11 settembre
è: se davvero gli attacchi aerei erano fittizi, se le torri
sono crollate per demolizione controllata e non per l’impatto
con i velivoli, allora che fine hanno fatto gli aerei di linea e i loro
passeggeri?
Riguardo agli aerei che sarebbero stati coinvolti negli attentati, la
risposta è nota da tempo: non hanno fatto nessuna fine.
Erano voli NON in programma per l’11 settembre (vedi questo
articolo), quel giorno NON sono mai partiti e i vari
“pezzi” dei velivoli raccolti dopo i presunti
impatti NON sono mai stati identificati dal NTSB, per ordine dello
stesso FBI (vedi questo
articolo). Qualunque cosa abbia colpito le
torri e il Pentagono non era un aereo di linea. Poteva trattarsi di
aerei militari teleguidati camuffati da aerei civili. Potrebbe essersi
trattato di una ricostruzione digitale creata appositamente per la TV
(in fondo tutto ciò che abbiamo visto dell’11/9 lo
abbiamo visto in TV, che non è esattamente una fonte
attendibile d’informazione). Una cosa è certa: se
davvero esistevano degli aerei, essi non erano i voli passeggeri di cui
ci è stato raccontato.
Sappiamo anche che gli stessi “terroristi” non sono
mai esistiti. Alcuni di loro erano comuni cittadini di paesi arabi,
tuttora vivi e vegeti; altri erano semplici identità
fittizie, inventate di sana pianta e tratte dal database dei veri
ideatori degli attentati, cioè i servizi segreti israeliani
e americani (in fondo “Al-Qaeda” in arabo significa
appunto “il database”); altri ancora, come Mohammed
Atta, erano cittadini arabi con domicilio negli USA, fatti sparire dopo
averne “rubato” le identità (vedi questo
articolo).
Ma che fine hanno fatto le vittime degli aerei di linea?
Dando un’occhiata ai vari “memoriali”
dedicati su internet ai morti dell’11 settembre ci si
può fare un’idea abbastanza precisa: anche in
questo caso, la maggior parte di queste vittime è
inesistente. Si tratta, ancora una volta, di persone inventate, a cui
è stata fornita un’identità somatica
fittizia attraverso il procedimento di elaborazione digitale noto come
“morphing” (vedi il video qui sopra). Se volete
divertirvi da soli ad elaborare facce di persone inesistenti a cui
attribuire identità a piacere, qui
trovate un programmino di
uso comune adatto all’uopo.Se per le torri sappiamo con
certezza che vi è stato un certo numero di morti (i
cosiddetti WTC jumpers, cioè le persone che si vedono
saltare dai grattacieli fumanti dopo
l’”impatto”, oltre a quelle rimaste
intrappolate e su cui esistono diverse testimonianze), sulle vittime
degli aerei di linea le informazioni sono controverse e contradittorie.
Il sito americano Septemberclues
ha svolto un ottimo lavoro, mettendo a
confronto le immagini delle presunte “vittime”
raccolte qua e là su vari siti internet dedicati
all’11 settembre. Fornisco qui sotto una traduzione
dell’articolo di Septemberclues relativo a questo nuovo
sconcertante aspetto della più grande truffa mai perpetrata
dai mezzi d’informazione del potere a danno
dell’umanità intera.
Il morphing
dei volti
Nel 2001 il grande pubblico non aveva certo molta
familiarità con le tecnologie di morphing dei volti umani.
Oggi esistono software scaricabili gratuitamente che permettono di
trasformare con facilità un volto in un altro, senza che
siano necessarie particolari capacità tecniche. Le vittime
dell’11 settembre, con ogni probabilità, furono
create e moltiplicate utilizzando proprio questa tecnologia. In
effetti, sembra che essa sia stata utilizzata in maniera piuttosto
goffa e rudimentale, apportando in certi casi soltanto piccole
modifiche ad un’immagine di base per generare –
abracadabra – un’altra immagine della stessa o di
un’altra vittima. Iniziamo dal caso della signorina
“Honor Elizabeth Wainio”.
“Honor Elizabeth
Wainio”
“Elizabeth Wainio” (nota anche come
“Honor Elizabeth Wainio”, a seconda del sito in cui
incappate) possiede un numero cospicuo di memoriali internet a lei
dedicati. Fate una ricerca con il suo nome e date un’occhiata
da soli. Non di rado questi siti richiedono donazioni e organizzano
eventi per la raccolta di fondi. Il problema è che Liz non
è mai esistita. Figura nell’elenco del farsesco
“Volo 93”, la stessa esistenza del quale
è stata ormai demolita sotto ogni profilo immaginabile.
“Liz” è anche uno dei passeggeri a cui
viene attribuita una telefonata dal cellulare (diretta alla sua
“matrigna”) eseguita pochi minuti prima di andare
incontro alla propria “morte eroica”. Non
dovrebbero esserci rimaste molte persone su questo pianeta in grado di
credere ancora a questa idiozia. Ho scelto Liz per esemplificare in che
modo è possibile creare un’identità dal
nulla: in ogni caso, vi prego di dare un’occhiata ai molti
memoriali dedicati alle vittime dell’11 settembre e di
rendervi conto che le stesse tecniche di simulazione possono essere
applicate praticamente a TUTTE le presunte vittime degli attentati.
Pompieri compresi. A questo punto, tutti i dati emersi dalle ricerche
puntano alla stessa incontrovertibile e inevitabile conclusione:
l’11 settembre non è rimasto ucciso (quasi)
nessuno.
Liz, la monoespressiva
Per essere una graziosa ragazza di 27 anni, Liz sembra essere stata
stranamente evitata dai fotografi. Se rovistiamo su internet alla
ricerca di qualche fotografia del suo bel visino sorridente, ne
troveremo solo una manciata. La famiglia di Elizabeth sembra possedere
solo una quantità molto limitata di immagini della ragazza e
tutte con pose/atteggiamenti/espressioni assai simili…
“Liz
facciafissa”
Evidentemente la gamma espressiva di Elizabeth era, a dir poco, molto
limitata, tipo Barbie. Sembra però che abbia cercato di
supplire all’immutabilità della propria
espressione con un cospicuo guardaroba
estate-inverno-autunno…
L'ombra della
bottiglia e quella del sedere
Prendete una ragazza con in mano una bottiglia. Fatela sedere
all'ingresso di casa vostra in condizioni d'illuminazione simili a
quelle che si vedono in questa foto. Scattatele una foto. Guardate poi
se l'ombra della bottiglia e quella del suo bacino riescono ad
assomigliare anche vagamente a quelle presenti in questa immagine.
Buona fortuna!
Ora sul serio: chiunque possieda un minimo di esperienza fotografica
capirà facilmente che queste “foto” sono
rudimentali imbrogli
fabbricati con Photoshop. E’
lapalissiano che “Honor Elizabeth Wainio” non
è altro che un’entità generata col
computer. E non è che il primo esempio di una crescente
schiera di persone elencate nei memoriali dell’11 settembre,
le quali, man mano che la ricerca procede, tradiscono gli stessi
identici segni di falsificazione. Non prendete le mie parole per oro
colato: accertatevene da soli. Credo che a tempo debito
risulterà evidente che forse tutte le
“vittime” dell’11 settembre sono in
realtà vittime simulate: gli infiniti e fraudolenti
memoriali online, che raccolgono fondi “in ricordo”
di entità inesistenti, dovrebbero essere oggetto di indagine
e denunciati – uno per uno – per la truffa che
rappresentano.
La creazione digitale delle vittime dell’11/9 aveva, come si
è detto, molteplici finalità. Ma
l’aspetto più rivoltante è sicuramente
lo sfruttamento di queste identità fasulle per raccogliere
offerte di denaro da parte di vecchiette generose e ingenue e di
persone che, ancora oggi, sono felici di sostenere qualunque buffonata
venga pubblicizzata con le facce di queste vittime immaginarie. Si
tratta di una truffa tuttora in corso, qualcosa che nessun essere umano
che possieda un briciolo di onestà dovrebbe mai sostenere.
I
“flip”
Confrontando tra loro le foto che compaiono sui vari memoriali
dell’11/9, ci si imbatte spesso in 2 diverse fotografie di
una stessa persona. Ma ad un’analisi accurata, queste
differenze si rivelano davvero molto sottili. Vorrebbero forse farci
credere che le famiglie di queste “vittime” hanno
rilasciato dei loro cari soltanto immagini che sembrano clonate? E in
ogni caso, quante probabilità ci sono che una persona venga
fotografata in due momenti diversi con pressappoco la stessa
espressione, la stessa angolazione e la stessa illuminazione? Qui di
seguito ci sono 43 coppie di fotografie. Questi 86 ritratti devono
soltanto essere guardati. Non è necessario nessun commento.
Se avete guardato queste coppie di foto con degli amici o con la
famiglia, chiedete a tutti di controllare sul loro album di fotografie
e di vedere se riescono per caso a trovare due foto che li ritraggano
in momenti diversi della loro vita con espressioni, angolazioni e pose
così simili come nelle foto qui sopra. Buona
fortuna!
I
“flop”
Il confronto fra alcune foto dei memoriali dell’11 settembre
porta a risultati piuttosto assurdi: dovremmo credere che i pompieri
ritratti in queste coppie di fotografie siano la stessa persona? Peter
Carroll e Andrew Brunn si sono forse sottoposti a drastiche operazioni
di plastica facciale nel corso delle loro vite?
Il
“flop” degli Allen
Il caso degli Allen, poi, è un casino terribile. Su un
memoriale si parla di un certo Richard L. Allen, su un
altro di Richard
D. Allen.
Ovviamente si tratta della stessa persona (con lo stesso
codice a barre sulla guancia). Le due foto sono state visibilmente
generate dalla stessa “matrice”. Ma
c’è di peggio: sul sito memoriale Voices of
September, “Richard L. Allen” è un
signore di colore!
Ora, qualcuno dirà che si tratta di un
“errore in buona fede” commesso dai curatori del
sito. Ma riflettete su questo: è
realisticamente
immaginabile che – dopo più di 8 anni –
nessuna delle famiglie o degli amici di queste presunte vittime abbiano
chiesto la dovuta rettifica?
Il
“flop” dei Collins
Poi c’è il caso dei Collins. Quante
probabilità ci sono che tre individui, tutti con cognome
Collins, sembrino fratelli gemelli o cloni? In tutta onestà,
potrebbero anche aspirare al ruolo di protagonisti nel prossimo film di
James Bond o di Superman…
I pompieri: fratelli,
cugini o morphing?
L’11 settembre è stata registrata la morte di
oltre 300 pompieri di New York (la città ha un corpo di
pompieri che conta circa 11.600 persone). Se si dà
un’occhiata ai caduti, la prima impressione è che
molti di loro sembrino fratelli gemelli, oppure presentino incredibili
somiglianze l’uno con l’altro. Facciamo un
confronto tra alcuni di questi pompieri, tutti presentati sempre con
fotografie in bianco e nero. Nelle intenzioni dovrebbe trattarsi di
foto identificative ufficiali scattate dal Corpo dei Pompieri di New
York. Evidentemente nessuna delle famiglie ha mai pensato di fornire al
memoriale della CNN delle foto a colori decenti dei loro
cari…
4 agenti del Dipartimento
di Polizia di New York
Ora ecco le foto a colori di 4 ufficiali di Polizia del NYPD.
Evidentemente il NYPD scatta tutte le foto dei tesserini su uno sfondo
blu e richiede che tutte le reclute abbiano sempre la stessa
espressione. Sul serio: non è verosimile che queste 4 facce
siano state ottenute attraverso un processo di morphing avente per base
un’unica matrice?
I fratelli Colaio
Poi c’è la straordinaria storia dei fratelli
Colaio. Entrambi con il titolo di senior managing director alla Canton
Fitzgerald (che secondo la versione ufficiale avrebbe perso
più di 650 impiegati nelle Twin Towers). Mark e Stephen
Colaio condividono tristemente lo stesso e unico tributo personale da
parte della loro comune amica “Desiree”. A quanto
pare nessun altro si è preoccupato di commentare la loro
drammatica fine, in più di 8 anni. Anche su Legacy.com i due
fratelli condividono lo stesso tributo ufficiale, che così
recita:
“Esistono
innumerevoli modi di esprimere la
personalità di Mark e Stephen Colaio, ma le loro T-shirt
possono farlo in sole tre parole. I fratelli erano soliti mettere la
stessa maglietta, che indossavano ogni volta che potevano. Sul davanti
era scritta la frase “La Vita è Bella”.
Mark Colaio era senior managing director ed era a capo
dell’ufficio della Canton Fitzgerald; aveva assunto suo
fratello per farlo lavorale come broker nello stesso ufficio”.
Ora, cari lettori, provate a immaginarvi in questa situazione: si
verifica un terribile disastro e uno dei membri della vostra famiglia
compare nell’elenco delle vittime. I media e le
autorità si rivolgono a voi per avere qualche foto o filmato
del defunto. Domanda: credete che la vostra famiglia penserebbe mai di
fornire delle foto rovinate, sbiadite, digitalmente alterate, sfocate o
semplicemente orribili da esporre agli occhi del mondo? Cari lettori,
permettete che sia io a rispondere per voi: No. In nessun caso. E
consentitemi di aggiungere che se una foto di particolare bruttezza di
un mio congiunto deceduto emergesse, per qualsiasi motivo, non dico su
un sito memoriale ufficiale, ma su un qualunque sito web, richiederei
la sua immediata rimozione nel più breve tempo possibile!
Quindi, che diavolo sarà preso alle famiglie di queste
“vittime” dell’11/9? Abbiamo
letteralmente centinaia di foto orrende su ogni tipo di memoriale.
Com’è possibile che si sia deciso di pubblicare
foto così scadenti? Ne presento qui sotto un piccolo
compendio. Per vedere le centinaia di foto altrettanto abominevoli,
cliccate su questo
link.
Ci viene chiesto di credere che più di 2500 persone siano
rimaste intrappolate nei pochi piani al di sopra degli impatti intorno
alle 9.00 di mattina (quelle che si trovavano sotto i piani degli
impatti sono riuscite a uscire dalle Torri). Com'è possibile
che in quei pochi piani ci fossero tante persone? Non potevano essere
turisti, perché la
terrazza panoramica del WTC2 apriva soltanto alle 9.30. E comunque ogni
accesso al WTC era stato vietato quella mattina.