Diario della Prigionia di Mario Magonio

 
     
 

INTERVISTA A MARIO MAGONIO

 
 

 

 
  Incontriamo Mario Magonio nella sua modesta ma decorosa abitazione in un vicoletto del centro storico di Genova, città per la quale nutre un amore spropositato, vive solo, per sua scelta dice lui, e nonostante i suoi  92 anni è una persona lucida, arguta, spiritosa che se non del corpo ha certamente scoperto l'elisir di lunga vita dell'anima. Con passo lento, ma sicuro, ci  fa accomodare al tavolo di cucina e ci offre un caffè, di quello buono... con la napoletana. Mentre si apparta in cucina osserviamo le foto in quadretti sottovetro appese ai muri. Forse vedendole non si deve domandargli niente della sua vita. E' tutta in quelle foto su quei muri...Un bel giovanotto di circa 25 anni, capelli lisci impomatati, i baffetti assassini e lo sguardo alla Rodolfo Valentino, il varo del Rex, la foto delle nozze con una bella signora bionda con meravigliosi occhi azzurri, un frugoletto biondo sulle spalle, le foto della deportazione in Germania, il suo amato burattino Baciccia della Radiccia, foto di spettacoli con attrici famose (Carol Alt) e prime donne in luccicanti costumi, targhe e diplomi e le copertine dei suoi libri di ricordi sulla sua vita, sul suo teatrino dei burattini e sulla sua città. 
Ritorna con il caffè e con un sospiro si siede sorridendo e in genovese ci chiede: ".....e alloa cosu l'è che voei savei ?" (1)
- (1) allora cosa volete sapere?
 
     
  Signor Mario ci racconti come è stato ritrovato il suo Diario della Prigionia?  
  Nella mia vita ho sempre avuto l'abitudine di registrare ogni sera su un diario gli avvenimenti della giornata. Fu così che anche in Germania sentii la necessita di appuntare sulla carta quegli incredibili momenti. Con foglietti di carta trovati in fabbrica e un mozzicone di matita tutti i giorni scrivevo i fatti della giornata. Nascondevo poi i foglietti sotto il materasso, o negli zoccoli per evitare di farmeli sequestrare durante le perquisizioni. Ero diventato il cronista della camerata e i miei compagni di sventura spesso mi chiedevano notizie o di leggere alcune pagine che parlavano della nostra prigionia. Tornato in Italia ricopiai il diario su due quaderni che col tempo dimenticai tra i documenti di casa. Solo pochi mesi fa li ho ritrovati e li ho dati da leggere a mio figlio e mio nipote che, dopo averli letti, mi convinsero a pubblicarli su Internet perché servissero di memoria ai giovani che oggi vivono in un paese che fortunatamente da 57 anni non ha più conosciuto la guerra, la fame, la miseria e che non sanno quello che  i loro nonni hanno sofferto per ottenere questa lunga parentesi di pace, libertà e democrazia...  
     
  Come era la vita da prigioniero in Germania?  
  Le possibilità di sopravvivenza in Germania erano direttamente proporzionali al tipo di prigionia cui si era sottoposti. I lavoratori coatti, proprio perché servivano al regime come manodopera, ricevevano un trattamento migliore e razioni di cibo da sopravvivenza, e basta leggere il diario e i racconti di fame nera che abbiamo subito per immaginare il trattamento subito dai politici, gli imi e gli ebrei. Devo quindi dire che nella disgrazia sono stato fortunato, la mia abilità di meccanico mi ha aiutato a sopravvivere. Ma più di tutto sono stato favorito dal mio carattere, dal mio spirito di adattamento che mi ha permetteva in quei tristi momenti di trovare la voglia di ridere, cantare e fare all'amore. Mio figlio leggendo il diario si meravigliava come in quelle brevi note potessi raccontare che dopo aver subito due bombardamenti, aver visto morire un compagno, saltato i pasti, potessi concludere la serata ballando in camerata e concludere con la frase "ci siamo molto divertiti". Capisco che sembra incredibile, ma se non fosse stato così la disperazione ci avrebbe uccisi tutti prima delle bombe degli alleati o delle privazioni della prigionia.       
     
  Cosa vorrebbe dire a noi giovani che non abbiamo memoria di quegli anni?  
  Nella mia vita ho visto quattro guerre, crudeli e violente come è in realtà l'animo umano. Solo la pace e la democrazia e l'amore possono reprimere, ma non cancellare, questi istinti atavici. Subito dopo ogni conflitto mi riusciva difficile guardare negli occhi i miei compagni, vicini e concittadini e credere che mesi prima erano delle belve che uccidevano, stupravano le donne, bombardavano le città causando migliaia di morti innocenti. Eppure così era stato e cosi in seguito era accaduto di nuovo. La molla che scatenava questi istinti nella maggioranza dei casi era un nazionalismo frainteso, un conflitto di religioni, un desiderio di sopraffare e di potere. C'era allora e c'è anche oggi. L' unica nostra salvezza è saper amare il prossimo, essere tolleranti con il vicino e il diverso e dialogare accettando e cercando il compromesso sulle posizioni estreme  
     
  Quali sono le sue idee politiche e come vede i tragici momenti di questo inizio del 21mo secolo?  
  Idee politiche, ma via io sono un povero vecchio che ha visto di tutto e non crede più a nessuno... forse sono un liberal cattolico nazionalcomunista conservatore democratico no global fondamentalista che vuol dire prendere il buono di ogni pensiero e ideale e scartare gli eccessi,  le posizioni estremistiche e le affermazioni inammissibili riconoscendomi in un cocktail di pensiero magari al limite dell'utopia... forse è meglio parlare di amore quello veramente può fare la nostra felicità e potrà salvare il mondo.   
     
  Qual'è il segreto della sua vitalità, ho trovato l'elisir di lunga vita?  
  Penso che l'elisir di lunga vita non esista, forse esiste un disegno divino che ritiene che certe persone debbano soggiornare di più in questo mondo perché hanno qualcosa di buono da dire e da fare per il suo prossimo.. o forse il buon Dio si è dimenticato di me perché, come succede negli uffici statali, la mia scheda è andata smarrita. E' certo però che l'amore, il grande amore che ho sempre avuto per la mia patria, la mia famiglia, la mia città e il mio prossimo è un grosso stimolo a vivere la vita per perpetuarlo. Altro stimolo a vivere è la curiosità. La curiosità per i fatti della vita, le leggi di natura, il comportamento umano e la storia. Oggi i miei occhi non mi permettono più di leggere, ma la mia mente non cessa di ripensare e ricordare il passato, il bene e il male che ho avuto nel corso della mia vita   
     
  Cosa ha significato per lei l'amore per la sua città, il teatro e le donne?   
  L'amore è il motore che fa girare il mondo. Amo la mia città perché Genova è la scatola che contiene i miei ricordi e i momenti più belli della mia vita, amo il teatro perché mi ha permesso di trasmettere con i miei personaggi e i miei burattini sentimenti al pubblico e divertimento ai piccoli spettatori e infine amo le donne, tutte le donne per la loro bellezza, per la loro dolcezza per i brividi che ti danno con una carezza e un bacio, perché ti fanno sentire grande e importante, perché hanno stimolato uomini a compiere grandi imprese, scrivere opere d'arte, dipingere quadri meravigliosi... perché una notte con la donna amata, un bacio al chiaro di luna vale più di una guerra vinta... più di tutti i tesori della terra.... e ogni volta che vedo un amore finire mi rammarico per quelle due persone che non capiscano che bene prezioso stanno perdendo....  
     
  Salutiamo il signor Mario con deferenza, ancora colpiti dalle sue parole, e mentre ci congediamo sentiamo il suo piccolo televisore che trasmette il sommario delle notizie della Domenica di Pasqua: Guerra in Palestina due kamikase si esplodono in locali pubblici, Il pentagono prepara l'attacco all' Iraq, allarme terrorismo nelle città d'arte, il ritorno delle brigate rosse, scarcerata una mamma presunta assassina del figlioletto, terremoto in Afghanistan, giovane donna travolta da un pirata della strada... povero signor Mario quante ancora ne dovrà vedere.... ! 
 
  30 Marzo 2002 - Santa Pasqua  
     
 

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