Il Classicismo Augusteo

e il circolo di Mecenate



Approfondimenti:

Ottaviano Augusto: programma politico e propaganda

Amministrazione statale: il Principato

Storia: Il pricipato di Augusto




I - Il "classico"

Il clima culturale nell'età a cavallo tra il I secolo a.c. e il I d.c. è stata etichettata col nome di Classicismo Augusteo (termine coniato in Germania nell 1800) ed influenzò tutte le forme artistiche del momento.

Il classicismo letterario si deve infatti alla figura di Augusto poichè riuscì a proporre una realtà paradigmaatica, in grado di imporsi nella storia con continuità tanto da essere stata presa come modello da tutta la letteratura posteriore fino ai giorni nostri proprio per il suo incontestabileruolo fondamentale nella storia letteraria.

Ecco quindi che Ottaviano vestì a tutti gli effetti la sua età dei tre aspetti del "classico": il carattere di exemplum, la continuità che assicura l'immortalità nel tempo e il consenso unanime che rende il valore paradigmatico universalmente riconosciuto.

Ma la letteratura non fu che un canale, sebbene uno dei più importanti, della propaganda augustea che abbracciò ogni forma artistica e sociale: si rinvia alla scheda sulla figura di Augusto per una trattazione più vasta del programma augusteo.



II - Circolo di Mecenate e rapporto poeta-principato

L'esperienza letteraria nell'età di Cesare era stata dominata dai neoteroi, quindi dalla soggettività e dalla dimensione meramente privata che non accettava affatto la subordinazione alla Res Publica.

Il concetto di poesia intesa come lusus, come gioco di evasione, contrastava con il programma augusteo che la considerava invece un fondamentale canale di propaganda. Augusto si dedicò quindi a riallacciare quell'antico legame tra civitas e letteratura da tempo perso, riproponendo una poesia impegnata in campo politico e civile.

Fu così che fu affidato a Mecenate il compito di curare i rapporti tra il principato e i nuovi letterati e si venne a creare il noto Circolo di Mecenate, centro di irradiazione del progetto culturale augusteo: Mecenate univa gli artisti inotrno ad alcuni valori portanti del nuovo stato, ideale nazionali e celebrativi della figura del princeps.

Tuttavia questo avvenne sempre cercando di rispettare il più possibile le rispettive ispirazioni personali, garantendo la massima autonomia espressiva. Mecenate era il personaggio più adatto per svolgere il compito poichè aveva ricevuto la stessa educazione artistica (neoterica) dei poeti con cui aveva a che fare, in tal modo era in grado di comprendere e andare incontro alle loro esigenze di interiorità.

I rapporti privati di amicizia che si instauravano nel circolo (pur non mancando dissapori tra alcuni) cancellavano ogni carattere di scuola o di struttura di regime facendone invece una sorta di "eteria".

Inoltre i poeti spesso si ritrovavano pienamente concordi con le idee di Augusto e abbracciavano spontaneamente la sua causa (è questo il caso di VIRGILIO): come non desiderare la tranquillità e il benessere della pax augusta offerta dallo stesso protettore letterario? Peraltro il motto epicureo secondo il quale amavano dire di vivere era "vivi nascosto", sappiamo però che in quel periodo storico l'unica possibilità per assicurarsi la serenità e la sicurezza necessaria per questo era favorire la pace propugnata dal princeps.

Non mancarono però casi in cui volontà e dovere non sempre coincidevano, costringendo Mecenate ad incitare, cercare di persuadere ad un impegno civile maggiore o ad una più stretta adesione ai valori del circolo; l'estremo in questo frangente fu raggiunto dalla vicenda di OVIDIO, sebbene il periodo tardo possa costituira una scusante all'intransigenza mostrata da Augusto (cft.§Augusto: progetto politico).

Nella maggior parte dei casi (con ORAZIO o con PROPERZIO) il rapporto tra i poeti e il principato passavano fasi alterne oppure gli artisti ottemperavano agli obblighi di propaganda quanto meno possibile ovvero con distacco.


III - Lo stile "classico"

L'ideal stilistico del classicismo era la ricerca dell'equilibrio formale, dell'armonia e della misura evitando ogni eccesso; il tono era quindi severo ma al tempo stesso veniva utilizzato un linguaggio chiaro, puro e scorrevole.

Ma la fluidità e l'apparente semplicità nascondono in realtà uno stlile sorvegliatissimo e raffinato: il segreto dell'arte dei classici (di cui Orazio forse rappresenta il vessillifero) è dare l'impressione della massima naturalezza e sponteneità nonostante il grandissimo studio e lavoro di lima.

È il labor limae appunto una tecnica chiave dei poeti di questo periodo, il lavoro di lima finalizzato ad eliminare, una volta stesa l'opera, ogni elemento superfluo: il perfezionamento formale si ottiene quindi semplificando -non arricchendo- il testo.


IV - Una letteratura di regime?

La produzione del classicismo augusteo può essere definita letteratura di regime?

La questione è ancora aperta e alquanto complessa.

Generalemente si tende a considerare tutti gli aspetti in grado di mitigare tale impressione, tuttavia il fatto che essa sorga spontaneamente costituisce la prima prova che rende legittimo il dubbio.

Se per un verso i presupposti del regime sono presenti (la relegatio di Ovidio scansa ogni equivoco), dall'altro è necessario tenere presente che nello stesso periodo oltre a quello di Mecenate sorgono altri circoli letterari, come quello di Valerio Messalla Corvino, e si affermano figure autonome come Asinio Pollione.

Sebbene di importanza indubbiamente minore è riconosciuta autonomia e libertà di espressione a queste realtà antagonistiche sia alla figura di Augusto per ragioni politiche, sia al circolo di Mecenate per motivazioni letterarie (gusti, stili, formazioni culturali diversi: cft.Messalla Corvino).

Altra lancia da spezzare in favore del "clima liberale" del principato è il criterio con cui i poeti entrano nel circolo: è Mecenate a scegliere personalmente chi accettare o meno preoccupandosi prima di conoscerlo privatamente; non c'è dunque alcuna forma di costrizione diretta a far parte del gruppo artistico e nel momento in cui di sceglie di partecipare al "sodalizio" si conoscono le condizioni richieste da Augusto (per mezzo di Mecenate). Certamente il fatto che la letteratura "che conta" a Roma provenga dal circolo di Mecenate costituisce un forte incentivo a farne parte.

Forse la verità va ricercata nelle opere degli stessi poeti, valutando volta per volta quanto l' "io-poeta" coincida con l' "io-uomo" e scoprendo come questo uomo rapparto la propria interiorità con la realtà del momento.