LA GIOVENTU’ E LA FORMAZIONE

·                  La famiglia e i primi anni di vita

 
Werner Karl Heisenberg nasce il 5 dicembre 1901 a Würzburg da una famiglia borghese tedesca. Il padre August laureato in filologia greca è docente universitario. La madre Anna Wecklein è figlia del direttore del Maximilians-Gymnasium di Monaco. Con il fratello maggiore, Erwin, trascorre un’infanzia di competizione per guadagnarsi i favori del padre. La continua e incessante rivalità lo porta alla scoperta della musica classica e allo studio del violoncello. In ambito scientifico, i problemi matematici posti dalla madre per gioco, lo aprono alla risoluzione di problemi che trova di gran facilità rispetto al fratello. Il ragazzo si scopre così tutt’altro che comune, dote che viene riconosciuta subito anche dagli insegnanti del ginnasio.
 

·                  Il ginnasio e l’impegno nella Prima Guerra mondiale

 
Nel 1911 Werner si iscrive all’istituto d’elite Maximilians-Gymnasium dove, grazie alla reputazione del padre e all’influenza del nonno direttore, riesce a entrare nella sezione A, sezione destinata agli studenti più promettenti.
Trionfa subito in matematica: abituato alla risoluzione dei compiti del fratello, si aggiudica i favori del docente e ottiene risultati eccellenti. Con il suo carattere, anche se chiuso e scontroso, e la sua intelligenza, conquista l’ammirazione e il rispetto dei compagni.
La tranquillità degli studi si interrompe però nel 1914 quando, all’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo il 28 giugno, si susseguono le dichiarazioni di guerra che portano al Primo Conflitto mondiale. La Germania imperialista e nazionalista dichiara guerra a Russia (1 agosto) e Francia (3 agosto). Le maggiori potenze europee sono così divise tra Austria e Germania contro Gran Bretagna, Francia, Italia, America e Giappone e coinvolgono le rispettive popolazioni nella guerra totale che vede protagonisti i civili oltre all’esercito.
Gli Heisenberg si schierano per il conflitto anche se li tormenta la paura che il capofamiglia venga richiamato alle armi. Ma non può accadere diversamente ed è così che August parte. Dopo quattro mesi in prima linea si guadagna incarichi di guarnigione vicino a casa.
Anche Werner, dal canto suo, viene a contatto con l’esperienza della Guerra: la Germania necessita di tutti, nel 1917 il suo lavoro estivo per sostenere la famiglia si interrompe e il ragazzo viene assegnato come volontario per la produzione di approvvigionamenti in una fattoria in Alta Baviera.
Finita la guerra continua gli studi e, vedendo che la matematica e la fisica “gli vanno stretti”, decide di studiare da autodidatta libri presi a noleggio e materiale fornito dal padre incuriosito dalle doti del figlio, ma contrariato dagli scarsi risultati per le materie umanistiche. Nonostante ciò Heisenberg riesce ad ottenere ottimi voti agli esami conclusivi e conseguire la prestigiosa borsa di studio in palio.
 

·                  Due avvenimenti importanti per le scelte future: il tentativo di rivoluzione comunista a Monaco e l’adesione al Movimento giovanile

 
Le esperienze fatte in gioventù sono quelle che formano l’individuo per le scelte future.
E’ per questo che è necessario esaminare il mondo che circonda Werner ragazzo.
L’esperienza della guerra e l’ideale interventista della famiglia hanno senza dubbio creato nel ragazzo il concetto nazionalistico di patria tedesca, per non parlare dell’esperienza del padre, capitano dell’esercito tedesco.
Ma due sono gli eventi importanti che lo coinvolgono in prima persona e che lasciano come segno forte l’amore per la patria che va oltre ogni azione e scelta politica del governo: il tentativo di rivoluzione comunista a Monaco e l’adesione al Movimento giovanile.
 
Il tentativo di rivoluzione comunista a Monaco
Il 13 aprile 1919, un comitato rivoluzionario comunista tentò di istituire a Monaco e nel resto della Baviera una repubblica sovietica. L’esperimento durò appena due settimane, ma si segnalò per l’estrema violenza degli eventi. Da parte bolscevica, l’episodio più grave fu l’esecuzione di otto esponenti nazionalisti, detenuti come ostaggi; d’altra parte, invece, va ricordata la spietata durezza con cui l’esercito e i cosiddetti Freikorps (Corpi Franchi) repressero la rivoluzione giustiziando sommariamente centinaia di persone (tra cui tutti i principali leaders comunisti).
Nella loro offensiva contro i rossi, i nazionalisti fecero appello agli studenti liceali (quasi tutti d’estrazione borghese, e comunque di alto ceto sociale) affinché si unissero alle forze contro rivoluzionarie. Pertanto, anche il giovane Werner partecipò alla breve, ma intensa, guerra civile verificatasi a Monaco nell’aprile 1919, anche se non fu coinvolto direttamente in alcun combattimento.
Senza dubbio, il trauma dell’esperienza rivoluzionaria fu importante nel determinare il successivo orientamento politico di Heisenberg.[1]
 
L’adesione al Movimento giovanile
L’amore per la patria tedesca si rafforza sempre nel 1919 quando Werner viene introdotto da un amico al Movimento giovanile. Partecipando a una riunione al castello di Prunn incontra altri ragazzi che cercano nuovi stimoli e nuovi modi per rispondere al disagio politico e sociale. Ne condivide la perdita del valori tradizionali e il senso di vuoto della classe borghese industriale ed è così che si lancia in una riscoperta del romanticismo, della natura come fuga dalla città e dello spirito dell’uomo.
In Fisica e Oltre[2], in un discorso con Bohr, Heisenberg afferma: “«Mi rendo ben conto che il Movimento giovanile possa apparire eccessivamente romantico e idealistico; capisco anche la preoccupazione di chi teme una strumentalizzazione politica. Io però non ho di questi timori: non per l'immediato futuro, almeno. E poi, il Movimento giovanile ha già portato a risultati molto positivi: pensi ad esempio al rinnovato interesse verso la musica antica, per cui a Bach si accostano le ballate popolari; pensi all'attenzione con cui si guarda all'artigianato tradizionale, in modo che la bellezza cessi di essere monopolio esclusivo dei ricchi; pensi allo sforzo di diffondere l'amore per l'arte facendo nascere filodrammatiche e società musicali. »”
Anche all’interno del Movimento giovanile Heisenberg primeggia: le sue doti di musicista, di organizzatore di gite, di consigliere, di studioso che propone accattivanti discussioni filosofiche e letture romantiche, lo portano a conquistare velocemente la stima dei compagni. Con il suo carisma diventa leader del piccolo gruppo.
Da precisare che la riscoperta della natura per alcuni gruppi del Movimento va di pari passo con la voglia di mettere in evidenza la perfezione della razza ariana, manifestata con atti di nudismo e che porta presto alle prime concezioni razziali, elemento centrale nell’ideale nazista espresso da Hitler nel Mein Kampf.
Per il gruppo di Heisenberg non è così, la scelta è quella più consapevole di non affiancare al nazionalismo il razzismo. Apertura che non preclude successivamente al giovane di intraprendere gli studi di fisica teorica, ambiente ricco di ebrei (agli ebrei, già discriminati, rimane infatti solo lo studio della fisica teorica perché la fisica applicata, cioè quella tradizionale, è considerata più importante in Germania perciò le scuole sono occupate dai tedeschi ariani) e di analizzare le scoperte di scienziati ebrei; prima tra tutte la teoria della relatività di Einstein, senza escluderla a priori come infezione della scienza come fanno la maggior parte dei Tedeschi.[3]
L’esperienza dei movimenti giovanili è quindi fondamentale perché accresce in lui l’ideale romantico di patria che si manifesterà nella scelta futura di non lasciare la Germania, anche se non ne condivide le scelte politiche.

 

·                  Gli studi universitari di fisica teorica

 
Dopo gli esami al Maximilians-Gymnasium, per Heisenberg è giunto il momento di iscriversi all’Università. L’ambito scelto è quello matematico e il primo colloquio è con Lindemann: professore di matematica al Politecnico di Zurigo.
L’incontro non è stato piacevole, cosa che ha influenzato la scelta. Werner, in Fisica e Oltre lo ricorda così: “Quando però mi trovai di fronte al grand’uomo, in uno studio al pianoterra, molto buio, arredato in modo antiquato e impersonale, provai immediatamente una sensazione di grande oppressione. Prima di riuscire a spiccicare una parola, mentre il professore si alzava con estrema lentezza dal suo seggiolone, vidi che sulla sua scrivania era accucciato un cagnolino nero. Mi venne in mente che anche Faust aveva un cagnolino nel suo studio. L 'animale, poi, mi fissava con un atteggiamento inequivocabilmente ostile. Sentendomi un intruso, un seccatore venuto a turbare la tranquillità del suo padrone, cominciai a balbettare qualcosa; e mentre così balbettavo mi resi conto dell'offensiva presunzione che stava dietro la mia richiesta. Si vedeva chiaramente che anche Lindemann, un vecchio signore dall'aria stanca, con la barba bianca, era di quest’avviso; e il cane, percependo probabilmente la sua irritazione, cominciò ad abbaiare senza sosta. Il professore cercò di calmarlo, ma senza risultato: l'animale sembrava colto da un accesso isterico, e per sentirci bisognava alzare la voce. Lindemann mi chiese cosa avessi letto ultimamente, e io gli citai Spazio, tempo e materia di Weyl. Come a un segnale, il cane smise di colpo di abbaiare. “In questo caso - sentenziò Lindemann - è chiaro che la matematica non fa per lei”, e con un cenno mi lasciò intendere che il colloquio era concluso.”
Con questa risposta Heisenberg si presenta deluso al padre che gli consiglia di provare con la fisica teorica. Ricordo che il ragazzo non ha niente contro la fisica teorica, che significa territorio di scienziati ebrei in una Germania in cui l’ideale razziale sta prendendo piede sempre con maggior forza. Werner anzi legge Einstein e filosofeggia già da ragazzo sulla possibile struttura dell’atomo.
Così con nuova spinta incontra Sommerfeld, docente dell’Università di Monaco. Sempre in Fisica e Oltre descrive Sommerfeld per opposizione con Lindemann: “Lo studio di Sommerfeld era molto luminoso; dalle finestre si vedeva un cortile pieno di studenti seduti sulle panchine poste sotto una grande acacia. Sommerfeld era un uomo piccolo, tarchiato, con baffi neri come si portavano allora nell'esercito: dava un'impressione di rigore e di severità. Ma bastò che aprisse bocca perché capissi la sua profonda bontà, il suo sincero interesse per i giovani; e per me in particolare, un ragazzo che era venuto a chiedere il suo consiglio e il suo aiuto. Anche con lui parlai degli studi di matematica che avevo fatto per conto mio, e di Spazio, tempo e materia di Weyl. La sua reazione fu completamente diversa da quella di Lindemann”.
Sommerfeld insegna a Monaco che in quegli anni è uno dei tre centri di avanguardia della fisica teorica tedesca e perciò della fisica teorica mondiale. Gli altri 2 vertici del “triangolo” sono Gottinga dove insegna Max Born e Copenaghen con Niels Bhor.
Oltre a restare in stretto contatto epistolare e a comunicarsi regolarmente i risultati dei propri studi, i tre scienziati erano soliti scambiarsi studenti e assistenti particolarmente brillanti. Heisenberg, pertanto, si recò a Gottinga nel 1923 e a Copenaghen nel 1924. Con Bohr, soprattutto, Heisenberg intessé una relazione di amicizia particolarmente intensa, basata su una profonda stima reciproca; nel contempo, il fatto che Bohr avesse circa quindici anni più di Heisenberg permise a quest’ultimo di avere nel maestro danese anche una guida più anziana e matura: quasi una figura paterna.
Elemento da tenere in forte considerazione quando si andrà ad analizzare l’incontro tra Heisenberg e Bohr a Copenaghen 16 settembre 1941.
E’ il 23 luglio 1923 quando Werner discute la sua tesi di laurea, tesi breve scritta nel poco tempo tra un viaggio e l’altro verso Gottinga e Copenaghen per trattare dell’atomo, incitato da Sommerfeld che già vede in lui il futuro scienziato. L’esame risulta così deludente soprattutto per la parte che riguarda la fisica sperimentale in cui è negato. Il risultato finale è un mediocre III, appena sopra la sufficienza e media tra l’eccellenza dell’I di Sommerfeld e la bocciatura del V del prof di laboratorio Wien.
Heisenberg è deluso per il voto umiliante e la sera stessa si mette in viaggio verso Copenaghen per cercare il conforto di Bohr. Il 28 luglio 1924, dopo aver conseguito l’abilitazione all’insegnamento, Heisenberg può trasferirsi definitivamente, come desiderato, a Copenaghen dove, due anni più tardi, riuscì con l’aiuto di Bohr ad ottenere una cattedra universitaria.
Inizia così il grande periodo di studi e scoperte che porta il giovane Heisenberg a entrare nel  nucleo ristretto delle più grandi menti della fisica mondiale. Il periodo di grandi cambiamenti che la fisica quantistica porta è alimentato dallo scontro/mediazione tra i ragazzi ventenni, dotati di grande creatività, e gli adulti, legati al metodo tradizionale e alla fisica classica.

[1] Francesco Maria Feltri,UN PATTO COL DIAVOLO, Werner Heisenberg e la fisica tedesca tra Repubblica di Weimar e Terzo Reich”

[2] Da sottolineare come l’autobiografia Fisica e Oltre sia strutturata sottoforma di dialogo, l’autore ritiene fondamentale la funzione del dialogo per lo scienziato e per le sue scoperte. É attraverso le discussioni che i grandi scienziati giungono a formulare le leggi. In più parti Heisenberg ricorda come questa o quella frase gli abbia aperto la mente a una strada non ancora percorsa , spesso quella giusta per la soluzione del problema.

[3] F. M. Feltri, conferenza cit.