Associazione Esposti Amianto

e ad altri rischi ambientali del Veneto

 
 

 

SIT – IN DI PROTESTA CONTRO L’INPS

 

 

Vicenza 20 marzo 2001

 

13° giorno di presenziamento

 

Domani  21 marzo, I° giorno di primavera  gli ex ferrovieri dell’Officina Grande Riparazione di Vicenza presenzieranno per il  tredicesimo giorno  l’entrata della sede INPS di Vicenza per protestare contro l’atteggiamento arrogante e fuorilegge dell’Istituto pensionistico, il quale a distanza di 5 mesi nega ancora l’erogazione delle prestazioni  pensionistiche a 17 ferrovieri ex esposti all’amianto, che in base ad una sentenza esecutiva del 20 luglio dello scorso anno, emessa  dal Giudice di lavoro di Vicenza che ha riconosciuto loro le maggiorazioni delle contribuzioni di anzianità per esposizione ultradecennale all’amianto  ha condannato l’INPS  ad erogare le prestazioni previdenziali. Poiché questi 17 lavoratori sono da mesi senza reddito, nonostante possano vantare un’anzianità contributiva variante dai 39 ai 45 anni, hanno deciso di presenziare ad oltranza l’entrata dell’INPS.

 

IL REGALO DI PRIMAVERA DELL’INPS

 

Con buona pace dei rappresentanti dei DS, i quali si erano prodigati nell’assicurare  che l’INPS, in poco tempo, avrebbe risolto il problema erogando le pensioni, che si vedono sfumare una facile propaganda elettorale.

Qualche  giorno  fa  i  legali  dell’Istituto   pensionistico,  con   argomentazioni  infondati e  da  azzeccagarbugli,  hanno

 

PROPOSTO RICORSO ALL’ESECUZIONE DELLA SENTENZA, CONTESTANDONE LA LEGITTIMITA’ ESECUTIVA, INVOCANDO LA NULLITA’ DEL PRECETTO con il proposito di fissare le basi per OPPORSI  ALL’ATTO DI PIGNORAMENTO.

 

Il patrocinio dell’INPS, arrampicandosi sugli specchi, si produce in un eccezionale sforzo per trovare un minimo di straccio di argomento per opporsi ad una sentenza di un magistrato della Repubblica , già dichiarata esecutiva  per legge  e relativamente alla quale anche la corte di Appello di Venezia, e quindi altri tre magistrati, ha respinto la richiesta di sospensione.

Al di la delle motivazioni tecniche giuridiche dell’atto di opposizione, sulla cui fondatezza ci sarebbe molto da ridire, tale atto appare chiaramente come espressione dell’arroganza tipica dei poteri forti.

L’Ente previdenziale, che, come è noto, nella spartizione del potere del  mai disusato “Manuale Cencelli” che si è realizzato in Italia, anche a livello pubblici uffici, è diventato un feudo di pochi, nel quale piazzare trombati o sindacalisti in disarmo, nonché propaggine del Ministero del Lavoro, manifesta, ancora una volta, l’intenzione di opporsi con illegittima testardaggine al riconoscimento di legittimi diritti dei lavoratori sanciti dalla legge e riconosciuti dal Giudice.   Questo appare con tanta più evidenza se si considera  che la sentenza è basata su di una perizia assolutamente inattaccabile, e che si tratta di sentenza, per altri versi, molto “prudente” e quindi di per se non riformabile.

 

Va quindi denunciata l’ipocrisia dell’Ente previdenziale, che in pubbliche dichiarazioni afferma la sua disponibilità a riconoscere tali diritti quando sia intervenuta una sentenza ed invece nei fatti li nega, perseguendo una politica di bilancio analoga, se non forse peggiore, di quella delle aziende private; e questo lo si ripete, a danno dei lavoratori, e con personale dirigenziale proveniente dai sindacati confederali.

In conclusione sta accadendo che l’INPS, tramite avvocati pagati dallo Stato, utilizzando i peggiori metodi, tipici degli azzeccagarbugli, tenta di ritardare od addirittura impedire una sentenza di un Tribunale della Repubblica.

 

Tutto ciò sulla pelle delle famiglie dei 17 ferrovieri che da molti mesi sono ormai senza lavoro e senza pensione; e, non si può più ignorare, con il fattivo consenso del Ministro del Lavoro Cesare Salvi, dei Democratici di sinistra.

 

Se qualcuno pensava fino a ieri che solo  delinquenti incalliti e mafiosi fossero impegnati ad evitare che le sentenze avessero il loro corso, trova nella vicenda modo di ricredersi.

 

SIP                                                                                                   Per l’Associazione Esposti Amianto

              C. Mandosio