Associazione Esposti Amianto

e ad altri rischi ambientali del Veneto

 
 

 

COMUNICATO STAMPA

SULLE INIZIATIVE DELLA MAGISTRATURA VENEZIANA

 

In riferimento ai recenti avvenimenti della magistratura di Venezia sui lavoratori della Fincantieri, deceduti per malattie amianto correlate, l’AEA nazionale non può che associarsi  a quanto recentemente reso pubblico dall’AEA provinciale di Venezia.

Oltre ad esprimere soddisfazione per la conferma di quanto da noi denunciato, fin dal 1995, con numerosi esposti, non solo riferita ai lavoratori della Fincantieri, ma anche a quelli di diversi stabilimenti del veneziano, ci dichiariamo anche solidali  per il lungo lavoro d’indagini svolto dalla procura veneziana.

Se da un lato ci sentiamo in  dovere di ringraziare il giudice Casson per la determinazione  e la perseveranza  con le quali ha condotto  un’inchiesta coraggiosa, complessa  e sicuramente dagli ampi risvolti,  dall’altra ci sentiamo in dovere di diffidare di quei personaggi, che fanno riportare sulla stampa espressione di giubilo e soddisfazione per l’iniziativa della magistratura, poiché noi, come AEA, non ci dimentichiamo che molti di questi personaggi, con funzioni di “operatori sindacali”, al tempo dei primi esposti, molto hanno fatto per avversarci, fino al limite di negare persino la presenza dell’amianto  negli stabilimenti interessati.

Non nascondiamo di essere anche molto preoccupati che tutta l’inchiesta del giudice Casson potrebbe essere vanificato  dall’attuale progetto di legge governativo di modifica della legge 27 marzo 1992, n. 257.

Difatti, il governo della cosiddetta “Casa della Libertà”, sta tentando di liquidare nel peggiore dei modi la questione dell’amianto e delle sue vittime.

Da quasi un anno un disegno di legge unificato di modifica della legge 257/92 (amianto) è bloccato presso l¹11a Commissione del Senato causa inadempienze ministeriali;

Se il testo unico venisse approvato, così com’è formulato e senza le opportune modifiche, si risolverebbe in una tragica beffa per i lavoratori esposti ed il governo raggiungerebbe così l’obiettivo, mai nascosto e più volte reiterato: varare un provvedimento tombale con cui espropriare dei diritti i lavoratori esposti, annullando le responsabilità dei datori di lavoro e seppellendo definitivamente la questione amianto.

Uno degli articoli del testo unificato (L¹art. 7), così com’è formulato rappresenta una mostruosità morale e giuridica, confezionata per impedire ai lavoratori riconosciuti esposti all’amianto, titolari dei benefici previdenziali, che, nel tempo, venissero colpiti da una patologia amianto-correlata, o ai loro familiari, di avviare una causa civile e richiedere al datore di lavoro il risarcimento per il danno subito.

Il già pessimo testo unico può subire ulteriori peggioramenti grazie ad alcuni parlamentari della maggioranza che travolti dal loro furore filo padronale, hanno presentato degli emendamenti ulteriormente peggiorativi.

Questi emendamenti vogliono mettere al riparo il datore di lavoro da qualunque rischio, sia civile che penale (almeno per gli anni fino al 1983) tutelandolo anche da eventuali azioni di regresso da parte dell’ente assicuratore.  Questo mostro giuridico è incostituzionale e rappresenta un attacco gravissimo ai diritti dei lavoratori esposti che si ammalano e alle loro famiglie.

Di fronte ad un attacco così violento e di parte i lavoratori esposti all’amianto devono far sentire la loro voce

L’Associazione Esposti all’amianto ha già organizzato due iniziative:

 La  prima a  Milano, organizzata con la Confederazione Unitaria di Base e Medicina democratica il 5 luglio scorso;

La seconda  a Roma, presso la Sala grande dell’ex Hotel Bologna, di pertinenza del Senato, organizzata con il gruppo Verde il 17 luglio scorso.

Altre iniziative saranno organizzate  per  settembre, in occasione della riapertura del Parlamento.

 30 luglio 2003