Amianto o Asbesto:

in greco significa immacolato, ma anche incorruttibile. Il termine asbesto equivale totalmente ad amianto, e in greco significa perpetuo, inestinguibile. I due termini vengono usati indifferentemente. E’ un minerale (silicato)  molto fibroso resistente al calore, agli acidi, praticamente indistruttibile, fonoassorbente, grande capacità di isolamento termico. Inoltre, esso è anche resistente alla trazione, facilmente filabile, insomma un materiale dalle qualità eccezionali, adatto a moltissime applicazioni, purtroppo, però, ha una grande tossicità  Ci sono sei qualità d’amianto, suddivisi in due gruppi: il serpentino e l’anfibolo. Al gruppo sepentino (silicato di magnesio) appartiene il crisotilo, (bianco). Al secondo, gruppo, anfiboli, (silicato di calcio e magnesio) appartengono Actinolite, Tremolite, Antofillite (verde) Amosite (bruno), Crocidolite (bleu).


DOVE  SI  TROVA: 

   
L'amianto si trova in natura unito ad altri minerali costituenti la roccia madre dalla quale le fibre devono essere asportate; viene quindi estratto in miniera, dove per successive frantumazioni della roccia che lo contiene, si ottiene la fibra purificata. Grossi giacimenti di amianto si trovano in Russia  e in Canada, che contribuiscono con il 75% del totale alla produzione mondiale. La quale, negli  anni  80 ha avuto uno sviluppo quasi esponenziale.

In Italia si producevano circa 125.000 - 130.000 t. d’amianto (crisotilo e tremolite), il quale proveniva soprattutto  dalla Miniera di Balangero (Piemonte), che era la più grande d’Europa. Questa miniera è attualmente chiusa, ci sono stati vari tentativi per riaprirla, fortunatamente tutti andati a vuoto. Altri paesi produttori sono: Sud Africa (crocidolite),  Zimbawe, U.S.A., Cina.

DIFFUSIONE


Le ottime caratteristiche chimiche e meccaniche dell'amianto hanno fatto si che il suo utilizzo si sia rapidamente diffuso; è stato quindi utilizzato per la fabbricazione di oltre 3000 prodotti e manufatti industriali.  Nessun settore della vita civile é stato risparmiato  da questo potente cancerogeno. In molti prodotti l'asbesto è di solito unito con altri materiali in diverse percentuali, al fine di sfruttare al meglio le sue caratteristiche.
Nominiamo solo alcuni dei prodotti di più larga diffusione: tubi per acquedotti, fogne ecc, lastre e fogli in cemento-amianto, mattonelle per pavimentazioni, frizioni, freni e prodotti vari per attrito, guarnizioni, filtri per bevande, tute, coperte, guanti antincendio, pannelli fonoassorbenti e/o isolanti, vernici, rivestimenti, stucchi, feltri, tegole.

L’amianto è principalmente presente nei seguenti settori:

Automobilistico:   freni, frizioni, vernici antirombo.

Edile:   coperture in cemento-amianto, pannelli termo fonoassorbenti mattonelle e lastre per     pavimenti.

Aereo Navale: rivestimento interno degli scaffali, isolamento termico delle fonti calore, tubazioni, valvolame.

Ferroviario:   rivestimento termico e fonico delle locomotive  e delle carrozze, pietrisco per massicciata   delle linee ferroviarie.

Idrico:  vasche di contenimento e distribuzione acqua tubature per acquedotti.

Produzione del calore: caldaie, forni, pompe,  materiali refrattari.

Civile e di consumo: prodotti domestici, giocattoli, cuce per cani, ghiaino igienico per gatti, vasi da fiori.

Ci sonno ovviamente molti altri settori industriali in cui l’amianto ha gli usi più diversi, ad esempio: bacchette per saldature metalliche, piani per saldature diverse, comprese quelle per oreficerie, filtri per vino e birra, freni per ascensori, tessuti ignifughi, gomme e guarnizioni speciali, saune, pasticche per medicinali che  contengono talchi inquinati, ecc. ecc.
 

In commercio esistono oltre 3.000 prodotti che contengono amianto, il suo uso è molto vasto e non esiste settore in cui esso non sia presente. A base di asbesto per esempio sono freni e frizioni degli autoveicoli, molte costruzioni industriali e civili (ETERNIT,  ecc), dello stesso prodotto sono costruiti acquedotti  e vasche di contenimento per acque.

Molti degli oggetti di uso quotidiano e domestico avevano come base  questo minerale fibroso: guanti per forno, pannelli termici delle cucine, coperture degli assi da stiro, sottopentole, isolante delle prese e delle  stufe elettriche, giocatoli, filtri per bocchini, pannelli per isolamento termico e fonico di abitazioni, asili, scuole edifici pubblici quali banche, poste, cinema, stazioni. A tale proposito il Prof. J.C. PUGET  Direttore del centro di diagnostica e riabilitazione cardiorespiratoria di Parigi, in un convegno di Pneumologia, tenuto a Nizza nel marzo 90 ha affermato che il 10% dei tumori polmonari; interessa persone che non hanno mai fumato e sono causati  dall’asbesto utilizzato per  isolamento termoacustico delle abitazioni:

L’uso dell’amianto è così esteso da definirlo ubiquitario: perfino la Sede dello IARC di Lione (INTERNATIONAL AGERCY RESEARCH of CANCER),  ora bonificata era imbottita di manufatti di questo materiale. Palazzo Berlaymont, sede della CEE  a Bruxelles, è stato dichiarato insalubre per la presenza di grandi quantità di asbesto, per molto tempo si é stati  indecisi, dato i costi molto alti, se abbatterlo o bonificarlo.

                        IMPIEGO DEI PRODOTTI IN ITALIA ESPRESSI IN PERCENTUALI

 

CEMENTO AMIANTO     

69%

COIBENTAZIONI     

10%

CARTONI, CARTE       

7% 

FRENI, FRIZIONI          

3%

TESSUTI

3%

ALTRI

9%

FONTI DI INQUINAMENTO

Esse sono praticamente illimitate ed alle fibre aereo disperse dovute ai manufatti ed alle attività industriali bisogna aggiungere quelle prodotte dalle erosioni naturali e dalle discariche contaminate dai rifiuti dei prodotti dell’amianto.

Per fare qualche esempio significativo: un tetto in cemento amianto, se nuovo, può liberare fino a 100 milioni di fibre per metro quadro, mentre se la copertura è abbastanza vecchia, per effetto combinato degli agenti atmosferici, il rilascio di fibre può arrivare ad UN miliardo per metro quadro.

Altro esempio riguardo l’acqua potabile: l’inquinamento  si verifica sostanzialmente in due modi:

A) contaminazione di falde e corso d’acqua a causa di rifiuti  o di scariche d’amianto; erosioni o manufatti che contengono questo materiale, dovute all’azione delle pioggia e altri agenti atmosferici;

B) rilascio di fibre  nell’acqua dalle tubature di cemento e di amianto, in cui questo minerale, soprattutto crisotilo è presente al 15-20%.

La quantità di fibre rilasciata dalle tubature dipende da una serie di fattori disdici e chimici dell’acqua, nonché dalla tendenza alla solubilizzazione della matrice cemento amianto del tubo.

In Italia, per le conoscenze che si hanno sono state avviate, finora, ricerche complessive per accertare le contaminazioni di fibre d’asbesto nelle acque potabili; sono noti invece studi e iniziative effettuati in paesi, quali l’Inghilterra Canada, di Stati Uniti.

E’ risultato che la contaminazione di fibre, mediamente, si aggirava sul milione di fibre per litro d’acqua (1 MFL), con punte di un miliardo di fibre per litro (1.000  MFL).

e’ stato dimostrato da indagini scientifiche che il consumo di acque potabili ad elevate concentrazioni di fibre ( venti milioni per litro, 20 MFL)  incrementano di quattro-cinque volte il livello di fondo di fibre aereo disperse nell’ambiente domestico. In sintesi, anche se in Italia, attualmente, non si conoscono dati globali sulla contaminazione di fibre nelle acque potabili e considerato la presenza di giacimenti, soprattutto crisotilo, d’adozione diffusa, sia nel passato che nel presente, il conduttore idriche in cemento amianto, l’uso e consumo massicci di manufatti di questo materiale, nonché la quasi inesistenza di adeguate discariche fanno presumere che la contaminazione sia una possibilità concreta.

La normativa italiana e quella del Mercato Comune non stabiliscono limiti alla contaminazione di fibre d’amianto nell’acqua potabile; infatti l’Ordinanza Ministeriale della Sanità del 26.6.86, la successiva Circolare Applicativa n° 42 del 1.7.86, il D.P.R. n° 215 del 24.5.88 vietano l’uso, la commercializzazione di un solo tipo di asbesto: la crocidolite e i manufatti che la contengono, compresi le condutture in cemento amianto per l’adduzione di acque potabili. Se detti manufatti, però, non vengono utilizzati per acque aggressive il divieto veniva prorogato al 30.4.91. Nessuna limitazione, temporale o nella composizione di manufatti, è stata introdotta nei riguardi degli altri tipi d’amianto.

Le normative sopra citate non  avevano carattere retroattivo, pertanto non erano applicabili a quei prodotti commercializzati e messi in opera prima della loro entrata in vigore.

Si rammenta che nel nostro paese, finora, sono state messi in opera oltre 100 mila Km di tubature idriche in cemento amianto. Solo recentemente l’Istituto Superiore della Sanità allo scopo di accertare l’esposizione alle fibre d’amianto della popolazione italiana, attraverso l’uso dell’acqua potabile ha avviato un piano di monitoraggio.

I sistemi di potalizzazione, basati sulla coagulazione chimica con sali di ferro e polielettroliti, sono risultati molto efficaci nel rimuovere l’amianto dell’acqua  (oltre il 90% di fibre bloccate); anche la semplice filtrazione con sabbia riesce a fermare quasi il 75% delle fibre (JONES e  MC GUIRE, 87).

Come accennato in precedenza, si erano ipotizzate nell’insorgere di alcuni tumori, specie quelli dell’apparato gastrointestinale. Attualmente queste ipotesi non hanno ancora dimostrazione certa.

LAVORAZIONI A RISCHIO

Proveniente dalle cave o miniere l’amianto viene avviato ai frantoi e mulini per la separazione e la macinatura, successivamente viene sottoposto alla cardatura, quindi, secondo il tipo d’uso, subirà altre lavorazioni quali filatura, tessitura, pressatura, miscelatura.

I prodotti, semilavorati o finiti, venivano impiegati nei diversi settori industriali e civili; coperture capannoni, edifici; coibentazione di treni, navi, aerei, uffici, palestre, banche, ecc; condutture idriche per acque potabili e non: la lista delle applicazioni, dato il numero dei prodotti, sarebbe molto lunga. Le lavorazioni a rischio di esposizione alle fibre d'amianto erano tutte quelle che comportavano la manipolazione diretta od indiretta dei prodotti a base di amianto, oppure semplicemente in presenza di grosse quantità dello stesso, soprattutto se degradato.


A fronte dell'utilizzo delle qualità dell'amianto, questo materiale porta in sé un paradosso: le fibre e la polvere di asbesto sono estremamente pericolose per la salute umana. Qualunque tipo di amianto risulta infatti cancerogeno per l'uomo. La prima malattia che venne riconosciuta come provocata dalla polvere di amianto è l'asbestosi, che fu descritta in Inghilterra nel 1900. Nel 1934 venne descritto per la prima volta un particolare carcinoma primitivo della pleura, che fu denominato mesotelioma, e in seguito riscontrato anche nel peritoneo. Mentre l'asbestosi è una malattia tipicamente professionale, i casi di mesotelioma si riscontrano anche fra la popolazione non esposta professionalmente, ma residente in zone ove esistono insediamenti industriali che lavorano amianto. Il mesotelioma è infatti un segnalatore tipico di presenza di amianto, in quanto la quasi totalità dei casi è riconducibile ad una esposizione ad asbesto.
Inoltre l'amianto opera una azione sinergica di sostegno ad altri agenti patogeni, rafforzando il loro potere cancerogeno. Infatti in popolazioni specifiche professionalmente esposte ad asbesto, oltre a subire una elevata mortalità per le malattie specifiche provocate dall'amianto, si ha un forte incremento della mortalità in genere, ed in particolare della mortalità per cancro in generale, soprattutto alle vie respiratorie e all'apparato gastro-intestinale.

In Italia la legge 257 del 27 marzo 1992, ha finalmente sancito la messa al bando della "fibra assassina", quindi nel futuro del nostro paese i rischi da amianto saranno ora dovuti alle opere di bonifica delle zone contaminate. Dato poi il lungo tempo di latenza dalla esposizione ad amianto fino alla possibile insorgenza del mesotelioma (da 15 a 40 anni), ecco che l'amianto continuerà ad essere un problema ancora per parecchi decenni.


          L'ASSOCIAZIONE DEGLI ESPOSTI AMIANTO e ad ALTRI RISCHI AMBIENTALI

cerca quindi di dare il suo contributo per la diffusione nella popolazione della coscienza sul problema, promuovendo incontri, convegni e dibattiti sull'argomento.

 

 

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