DOVE SI TROVA:
L'amianto si trova in natura unito ad altri minerali costituenti la roccia madre dalla quale le fibre devono essere asportate; viene quindi estratto in miniera, dove per successive frantumazioni della roccia che lo contiene, si ottiene la fibra purificata.
Grossi giacimenti di amianto si trovano in Russia
e in Canada, che contribuiscono con il 75% del totale
alla produzione mondiale. La quale, negli anni
80 ha avuto uno
sviluppo quasi esponenziale.
In Italia si producevano circa 125.000 - 130.000 t. d’amianto (crisotilo
e tremolite), il quale proveniva soprattutto dalla
Miniera di Balangero (Piemonte), che era la più grande
d’Europa. Questa miniera è attualmente chiusa, ci sono
stati vari tentativi per riaprirla, fortunatamente tutti
andati a vuoto. Altri paesi produttori sono: Sud Africa
(crocidolite), Zimbawe, U.S.A., Cina.
DIFFUSIONE
Le ottime caratteristiche chimiche e meccaniche dell'amianto hanno fatto si che il suo utilizzo si sia rapidamente diffuso; è stato quindi utilizzato per la fabbricazione di oltre 3000 prodotti e manufatti industriali.
Nessun settore della vita civile é stato risparmiato
da questo potente cancerogeno. In molti prodotti l'asbesto è di solito unito con altri materiali in diverse percentuali, al fine di sfruttare al meglio le sue caratteristiche.
Nominiamo solo alcuni dei prodotti di più larga
diffusione: tubi per acquedotti, fogne ecc, lastre e
fogli in cemento-amianto, mattonelle per pavimentazioni,
frizioni, freni e prodotti vari per attrito,
guarnizioni, filtri per bevande, tute, coperte, guanti
antincendio, pannelli fonoassorbenti e/o isolanti,
vernici, rivestimenti, stucchi, feltri, tegole.
L’amianto è
principalmente presente nei seguenti settori:
Automobilistico:
freni, frizioni, vernici antirombo.
Edile:
coperture in cemento-amianto, pannelli termo
fonoassorbenti mattonelle e lastre per pavimenti.
Aereo
Navale:
rivestimento interno degli
scaffali, isolamento termico delle fonti calore,
tubazioni, valvolame.
Ferroviario:
rivestimento termico e
fonico delle locomotive e delle carrozze,
pietrisco per massicciata delle linee
ferroviarie.
Idrico:
vasche di contenimento e
distribuzione acqua tubature per acquedotti.
Produzione del
calore:
caldaie, forni, pompe, materiali refrattari.
Civile e di consumo:
prodotti domestici,
giocattoli, cuce per cani, ghiaino igienico per gatti,
vasi da fiori.
Ci
sonno ovviamente molti altri settori industriali in cui
l’amianto ha gli usi più diversi, ad esempio: bacchette
per saldature metalliche, piani per saldature diverse,
comprese quelle per oreficerie, filtri per vino e birra,
freni per ascensori, tessuti ignifughi, gomme e
guarnizioni speciali, saune, pasticche per medicinali
che contengono talchi inquinati, ecc. ecc.
In
commercio esistono oltre 3.000 prodotti che contengono
amianto, il suo uso è molto vasto e non esiste settore
in cui esso non sia presente. A base di asbesto per
esempio sono freni e frizioni degli autoveicoli, molte
costruzioni industriali e civili (ETERNIT, ecc), dello
stesso prodotto sono costruiti acquedotti e vasche di
contenimento per acque.
Molti degli oggetti di uso quotidiano e domestico
avevano come base questo minerale fibroso: guanti per forno,
pannelli termici delle cucine, coperture degli assi da
stiro, sottopentole, isolante delle prese e delle
stufe elettriche, giocatoli, filtri per bocchini,
pannelli per isolamento termico e fonico di abitazioni,
asili, scuole edifici pubblici quali banche, poste,
cinema, stazioni. A tale proposito il Prof. J.C. PUGET
Direttore del centro di diagnostica e riabilitazione
cardiorespiratoria di Parigi, in un convegno di
Pneumologia, tenuto a Nizza nel marzo 90 ha affermato
che il 10% dei tumori polmonari; interessa persone che
non hanno mai fumato e sono causati dall’asbesto
utilizzato per isolamento termoacustico delle
abitazioni:
L’uso dell’amianto è così esteso da definirlo
ubiquitario: perfino la Sede dello IARC di Lione (INTERNATIONAL
AGERCY RESEARCH of CANCER), ora bonificata era
imbottita di manufatti di questo materiale. Palazzo
Berlaymont, sede della CEE a Bruxelles, è stato
dichiarato insalubre per la presenza di grandi quantità
di asbesto, per molto tempo si é stati indecisi, dato i costi molto
alti, se abbatterlo o bonificarlo.
IMPIEGO DEI PRODOTTI IN ITALIA
ESPRESSI IN PERCENTUALI
CEMENTO AMIANTO
|
69% |
COIBENTAZIONI
|
10% |
CARTONI, CARTE
|
7%
|
FRENI,
FRIZIONI
|
3% |
TESSUTI |
3% |
ALTRI |
9% |
FONTI DI INQUINAMENTO
Esse
sono praticamente illimitate ed alle fibre aereo
disperse dovute ai manufatti ed alle attività
industriali bisogna aggiungere quelle prodotte dalle
erosioni naturali e dalle discariche contaminate dai
rifiuti dei prodotti dell’amianto.
Per
fare qualche esempio significativo: un tetto in cemento
amianto, se nuovo, può liberare fino a 100 milioni di
fibre per metro quadro, mentre se la copertura è
abbastanza vecchia, per effetto combinato degli agenti
atmosferici, il rilascio di fibre può arrivare ad UN
miliardo per metro quadro.
Altro esempio riguardo l’acqua potabile: l’inquinamento
si verifica sostanzialmente in due modi:
A)
contaminazione di falde e corso d’acqua a causa di
rifiuti o di scariche d’amianto; erosioni o manufatti
che contengono questo materiale, dovute all’azione delle
pioggia e altri agenti atmosferici;
B)
rilascio di fibre nell’acqua dalle tubature di cemento
e di amianto, in cui questo minerale, soprattutto
crisotilo è presente al 15-20%.
La quantità di fibre rilasciata dalle
tubature dipende da una serie di fattori disdici e
chimici dell’acqua, nonché dalla tendenza alla
solubilizzazione della matrice cemento amianto del tubo.
In Italia, per le conoscenze che si hanno
sono state avviate, finora, ricerche complessive per
accertare le contaminazioni di fibre d’asbesto nelle
acque potabili; sono noti invece studi e iniziative
effettuati in paesi, quali l’Inghilterra Canada, di
Stati Uniti.
E’ risultato che la contaminazione di
fibre, mediamente, si aggirava sul milione di fibre per
litro d’acqua (1 MFL), con punte di un miliardo di fibre
per litro (1.000 MFL).
e’ stato dimostrato da indagini
scientifiche che il consumo di acque potabili ad elevate
concentrazioni di fibre ( venti milioni per litro, 20
MFL) incrementano di quattro-cinque volte il livello di
fondo di fibre aereo disperse nell’ambiente domestico.
In sintesi, anche se in Italia, attualmente, non si
conoscono dati globali sulla contaminazione di fibre
nelle acque potabili e considerato la presenza di
giacimenti, soprattutto crisotilo, d’adozione diffusa,
sia nel passato che nel presente, il conduttore idriche
in cemento amianto, l’uso e consumo massicci di
manufatti di questo materiale, nonché la quasi
inesistenza di adeguate discariche fanno presumere che
la contaminazione sia una possibilità concreta.
La normativa italiana e quella del Mercato
Comune non stabiliscono limiti alla contaminazione di
fibre d’amianto nell’acqua potabile; infatti l’Ordinanza
Ministeriale della Sanità del 26.6.86, la successiva
Circolare Applicativa n° 42 del 1.7.86, il D.P.R. n° 215
del 24.5.88 vietano l’uso, la commercializzazione di un
solo tipo di asbesto: la crocidolite e i manufatti che
la contengono, compresi le condutture in cemento amianto
per l’adduzione di acque potabili. Se detti manufatti,
però, non vengono utilizzati per acque aggressive il
divieto veniva prorogato al 30.4.91. Nessuna
limitazione, temporale o nella composizione di
manufatti, è stata introdotta nei riguardi degli altri
tipi d’amianto.
Le normative sopra citate non avevano
carattere retroattivo, pertanto non erano applicabili
a quei prodotti commercializzati e messi in opera prima
della loro entrata in vigore.
Si rammenta che nel nostro paese, finora,
sono state messi in opera oltre 100 mila Km di tubature
idriche in cemento amianto. Solo recentemente l’Istituto
Superiore della Sanità allo scopo di accertare
l’esposizione alle fibre d’amianto della popolazione
italiana, attraverso l’uso dell’acqua potabile ha
avviato un piano di monitoraggio.
I sistemi di potalizzazione, basati sulla
coagulazione chimica con sali di ferro e polielettroliti,
sono risultati molto efficaci nel rimuovere l’amianto
dell’acqua (oltre il 90% di fibre bloccate); anche la
semplice filtrazione con sabbia riesce a fermare quasi
il 75% delle fibre (JONES e MC GUIRE, 87).
Come accennato
in precedenza, si erano ipotizzate nell’insorgere di
alcuni tumori, specie quelli dell’apparato
gastrointestinale. Attualmente queste ipotesi non hanno ancora dimostrazione
certa.
LAVORAZIONI A RISCHIO
Proveniente dalle cave o miniere l’amianto viene avviato
ai frantoi e mulini per la separazione e la macinatura,
successivamente viene sottoposto alla cardatura, quindi,
secondo il tipo d’uso, subirà altre lavorazioni quali
filatura, tessitura, pressatura, miscelatura.
I prodotti,
semilavorati o finiti, venivano impiegati nei diversi
settori industriali e civili; coperture capannoni,
edifici; coibentazione di treni, navi, aerei, uffici,
palestre, banche, ecc; condutture idriche per acque
potabili e non: la lista delle applicazioni, dato il
numero dei prodotti, sarebbe molto lunga. Le lavorazioni
a rischio di esposizione alle fibre d'amianto erano
tutte quelle che comportavano la manipolazione diretta
od indiretta dei prodotti a base di amianto, oppure
semplicemente in presenza di grosse quantità dello
stesso, soprattutto se degradato.
A fronte dell'utilizzo delle qualità dell'amianto, questo materiale porta in sé un paradosso: le fibre e la polvere di asbesto sono estremamente pericolose per la salute umana. Qualunque tipo di amianto risulta infatti cancerogeno per l'uomo. La prima malattia che venne riconosciuta come provocata dalla polvere di amianto è l'asbestosi, che fu descritta in Inghilterra nel 1900. Nel 1934 venne descritto per la prima volta un particolare carcinoma primitivo della pleura, che fu denominato mesotelioma, e in seguito riscontrato anche nel peritoneo. Mentre l'asbestosi è una malattia tipicamente professionale, i casi di mesotelioma si riscontrano anche fra la popolazione non esposta professionalmente, ma residente in zone ove esistono insediamenti industriali che lavorano amianto. Il mesotelioma è infatti un segnalatore tipico di presenza di amianto, in quanto la quasi totalità dei casi è riconducibile ad una esposizione ad asbesto.
Inoltre l'amianto opera una azione sinergica di sostegno ad altri agenti patogeni, rafforzando il loro potere cancerogeno. Infatti in popolazioni specifiche professionalmente esposte ad asbesto, oltre a subire una elevata mortalità per le malattie specifiche provocate dall'amianto, si ha un forte incremento della mortalità in genere, ed in particolare della mortalità per cancro in generale, soprattutto alle vie respiratorie e all'apparato gastro-intestinale.
In Italia la legge 257 del 27 marzo 1992, ha finalmente sancito la messa al bando della "fibra assassina", quindi nel futuro del nostro paese i rischi da amianto saranno ora dovuti alle opere di bonifica delle zone contaminate. Dato poi il lungo tempo di latenza dalla esposizione ad amianto fino alla possibile insorgenza del mesotelioma (da 15 a 40 anni), ecco che l'amianto continuerà ad essere un problema ancora per parecchi decenni.
L'ASSOCIAZIONE DEGLI ESPOSTI AMIANTO e ad ALTRI RISCHI
AMBIENTALI
cerca quindi di dare il suo contributo per la diffusione nella popolazione della coscienza sul problema, promuovendo incontri, convegni e dibattiti sull'argomento.
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