Circolare n. 19 dell'8 giugno 1994
D.P.R. n. 336 del 13 aprile 1994. Nuove tabelle delle malattie
professionali in industria e in agricoltura.
Nella Gazzetta Ufficiale n. 131 del 7 giugno
1994 è stato pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica n. 336 del
13 aprile 1994 (all. n. 1), con il quale le tabelle delle malattie
professionali nell'industria e nell'agricoltura allegati nn. 4 e 5 al D.P.R. 30 giugno 1965 n. 1124, e successive integrazioni e
modificazioni, sono state sostituite dalle tabelle allegate al decreto stesso.
Efficacia nel tempo.
Il D.P.R. ha efficacia dal 22 giugno 1994.
Per effetto della espressa previsione contenuta
nell'articolo unico del provvedimento, e considerati i principi che reggono la
successione temporale delle leggi, il nuovo sistema tabellare (malattie,
lavorazioni, periodi massimi di indennizzabilità) si applica alle fattispecie
denunciate dopo la sua entrata in vigore.
Per i casi rientranti nel precedente sistema
tabellare e non previsti nel nuovo, per i quali l'assicurato abbia già
presentato denuncia tuttora in corso di istruttoria, continua ad essere
applicata la normativa in vigore al momento della presentazione della domanda.
Per i casi non rientranti nel precedente
sistema tabellare e previsti invece nel nuovo, per i quali l'assicurato abbia
già presentato domanda:
- se la denuncia e tuttora
in corso di istruttoria, verrà applicata la più recente normativa con effetto
dalla sua entrata in vigore. E' implicito che per i casi comunque
indennizzabili a conclusione dell'istruttoria prevista ai sensi della sentenza n. 179/1988 della Corte Costituzionale, le prestazioni decorrono dalla data
della domanda;
- se la denuncia è stata già definita
negativamente, la fattispecie può essere riesaminata ex novo - su istanza
dell'interessato - alla luce della più recente normativa con effetto dalla sua
entrata in vigore, ad eccezione dei casi esauriti perché colpiti dalla
prescrizione o definiti con sentenza passata in giudicato.
Caratteristiche generali delle nuove tabelle.
Le nuove tabelle riflettono i progressi delle
conoscenze mediche ed epidemiologiche in tema di nocività del lavoro, e
costituiscono altresì un adeguamento alle trasformazioni tecnologiche
intervenute nella realtà produttiva.
La tutela del rischio tecnopatico risulta
notevolmente migliorata ed ampliata con l'inserimento di malattie e lavorazioni
prima non contemplate, ma nel contempo razionalizzata, essendo stato corretto
(ad esempio per le broncopneumopatie) ovvero eliminato (ad esempio per alcune
lavorazioni otolesive) quanto non era più in linea con l'evoluzione scientifica
o con i mutamenti tecnologici.
In particolare, è stata dedicata una speciale
cura alla individuazione di forme nosologiche specifiche (per i tumori
definendo anche l'organo bersaglio) e alla descrizione analitica delle
corrispondenti fonti di rischio.
Le previsioni tabellari,
inoltre, recepiscono gran parte delle indicazioni emerse dopo la sentenza n. 179/1988 della Corte Costituzionale e riportano perciò equilibrio nel
sistema, restituendo all'area di tutela non tabellata, affidata all'onere della
prova a carico del lavoratore, il corretto ruolo di sussidiarietà nei confronti
dell'area tabellata, certa e salvaguardata da precise garanzie per
l'assicurato.
La nuova disciplina realizza anche un
sostanziale allineamento con la legislazione comunitaria; non sussistono
infatti significative divergenze rispetto all'elenco europeo delle malattie
professionali oggetto della Raccomandazione CEE del 22.5.1990, salvo che per le
malattie infettive e parassitarie, le quali come noto sono nel nostro sistema
tutelate come infortuni sul lavoro, e per alcune malattie "da postura e da
movimenti ripetuti" (affezioni delle guaine tendinee, dei tessuti
peritendinei, ecc.). L'inserimento in tabella di queste ultime, peraltro, è
subordinato all'acquisizione di dati tecnico-scientifici e
statistico-epidemiologici più probanti di quelli oggi in possesso, e non può
quindi che essere rinviato a futuri aggiornamenti tabellari.
Si richiama, infine, l'attenzione sulla nuova
articolazione delle voci delle tabelle, suddivise in sottovoci il più possibile
specifiche per permettere una più precisa rilevazione statistica delle malattie
e dei loro agenti causali, e per potenziare quindi il valore a fini
prevenzionali delle tabelle stesse.
Nuova tabella dell'industria. Esame
analitico.
Voci da 1 a 39. Malattie da agenti chimici.
Hanno subito prevalentemente rettifiche di
natura formale, mirate ad una più chiara ed articolata descrizione delle fonti
di rischio.
Le modifiche sostanziali, parzialmente
innovative, riguardano:
- la voce 23: sono stati aggiunti gli ozonuri
ed i perossidi. Gli ozonuri sono derivati organici dell'ozono molto simili ai
perossidi; questi ultimi vengono utilizzati spesso come catalizzatori, specie
nell'industria delle resine sintetiche;
- la voce 24: la dizione
"isocianati" ha sostituito la dizione "esteri dell'acido
isocianico" per facilitare l'individuazione degli agenti nocivi,
appartenenti a tali classi di sostanze, più frequentemente presenti nelle
lavorazioni industriali;
- la voce 26: al punto c) sono state aggiunte
le lavorazioni di ricottura e sinterizzazione dei metalli, il punto f) è stato
cambiato al fine di limitare agli ambienti chiusi le lavorazioni di prova dei
motori di combustione interna, ed infine è stato aggiunto l'ulteriore punto g)
per comprendere anche altre lavorazioni che comunque possono esporre all'azione
di ossidi di carbonio e che vengono svolti in ambiente confinato;
- la voce 38: sono state previste
manifestazioni neoplastiche da clorometiletere e bisclorometiletere. Nelle
sostanze sono stati aggiunti gli epossidi, fondamentalmente per avere un
riferimento tabellare per l'epicloridrina, utilizzata nella produzione di
resine epossidiche;
- la voce 39: sono stati aggiunti i derivati
delle aldeidi e degli acidi organici per comprendere le ammidi ed in
particolare la dimetilformammide, largamente impiegata come solvente
nell'industria delle resine sintetiche.
Infine, esclusivamente ad esigenze di
precisione rispondono le correzioni apportate:
- alla voce 21, ove si fa riferimento in
maniera più puntuale all'"acido carbammico" e all'"acido
tiocarbammico", anzichè all'"acido carbonico" e
"tiocarbonico", per definire i carbammati e i tiocarbammati;
- alla voce 32, ove si è aggiunta la dizione
"con le loro conseguenze dirette" che era stata omessa nella tabella
precedente.
Voci da 40 a 49 esclusa la 42. Affezioni a
carico dell'apparato respiratorio.
Costituiscono, insieme con l'ipoacusia di cui
si dirà appresso, l'area di tecnopatie alla quale è stato dedicato il maggiore
impegno di razionalizzazione e di chiarificazione su basi scientifiche, sia con
riferimento ai quadri patologici sia con riguardo alle fonti di rischio.
Come noto, la precedente tabella prevedeva la
tutela di queste malattie articolata in tre voci (47,48 e 49) con l'indicazione
del termine "broncopneumopatia".
Questa formulazione ha generato confusione
operativa, notevole contenzioso e talvolta un ingiustificato allargamento di
tutela a forme morbose rientranti nella patologia comune, a causa del fatto che
la dizione generica di broncopneumopatia non indica un quadro nosologico con
connotazioni sufficientemente specifiche per il riconoscimento di una malattia
professionale.
La nuova tabella, invece, in luogo delle
bronco-pneumopatie, prevede forme morbose a carattere specifico, e cioè asma
bronchiale primario estrinseco (voce 40), alveolite allergica estrinseca (voce
41), pneumoconiosi (voci 43,44,45 e 46), siderosi (voce 47) e bissinosi (voce
48).
L'asma bronchiale primario estrinseco e
l'alveolite allergica estrinseca rinviano a specifiche e ben definite patologie
che non possono essere più confuse con le semplici broncopneumopatie di origine
extraprofessionale.
Lo stesso può dirsi per le pneumoconiosi;
questa nuova dizione indirizza senza equivoci a patologie da lavoro, che sono
ascrivibili solo ad inalazioni di polveri in specifiche condizioni di rischio, e
che in sede nazionale ed internazionale sono state oggetto di una avanzata
definizione dal punto di vista clinico e radiologico.
La classificazione dei quadri radiologici
operata dal B.I.T. costituisce, infatti, l'esemplificazione migliore di tale
impegno nosografico, e a questi riferimenti internazionali sarà necessario
essere aderenti quanto più possibile in sede di diagnosi e di valutazione
medico-legale.
L'intento migliorativo nella specificazione,
teso ad evitare incertezze diagnostiche nei confronti di patologie comuni,
risulta con tutta chiarezza anche dalle voci 47 (siderosi) e 48 (bissinosi),
che fanno riferimento a specifiche situazioni cliniche, strumentali e di
rischio lavorativo.
L'unica malattia con quadro nosologico
aspecifico è prevista alla voce 49 (bronchite cronica ostruttiva), ma la
precisa e limitante individuazione delle fonti di rischio dovrebbe ridurre al
minimo gli eventuali dubbi diagnostici.
Ciò precisato sotto il profilo medico, si
passa ora all'illustrazione delle lavorazioni e sostanze nocive.
Voci 40 e 41. Asma bronchiale primario
estrinseco e Alveoliti allergiche estrinseche.
Non richiedono commenti. Si fa soltanto
notare che, per quanto riguarda l'asma bronchiale originato da derivati
animali, compresi gli acari e gli altri artropodi, le attività riconosciute
pericolose sono limitate alla ricerca scientifica, alla didattica,
all'allevamento, addestramento e custodia degli animali, alla mattazione e
macellazione, alla lavorazione di concia delle pelli ed infine alla produzione latto-casearia.
Voci 43 e 44. Pneumoconiosi da silicati,
calcari e dolomie.
Si premette che, a causa della limitata
aggressività biologica di quasi tutti i silicati (esclusi gli amianti e gli
altri minerali fibrosi e, in minor misura, i talchi e le miche) e di tutti i
calcari e le dolomie, condizioni di rischio di pneumo-coniosi dovute a questi
agenti sono ipotizzabili solo in lavorazioni che espongono ad elevate e
continue polverosità. Tali ipotesi cadono allorchè queste polveri contengano
oltre l'1% di silice libera cristallina, rientrandosi in tal caso nell'ambito
del rischio silicotigeno.
In dettaglio si osserva quanto segue.
Una prima situazione di rischio è individuata
nell'industria estrattiva e mineralurgica, nonché negli scavi in roccia per
l'esecuzione di opere pubbliche, specie se eseguite in sottosuolo (gallerie
stradali, ferroviarie, idroelettriche, ecc.).
Tra le rocce silicatiche si citano, a titolo
esemplificativo: i basalti, i tufi vulcanici, le pozzolane, certe sieniti e
trachiti, le ofioliti (talcoscisti compresi). Si precisa, invece, che calcari
sono alcuni "tufi" e pietre da taglio, le pietre da calce, i
travertini e numerosi marmi e pietre ornamentali.
Una seconda situazione di rischio è
individuata nell'industria marmifera, limitatamente ad alcune fasi di
rifinitura a secco eseguite con continuità in ambienti confinati ed in assenza
di misure di prevenzione contro le polveri.
E' esclusivamente dovuto ai silicati il
rischio riscontrabile nei cementifici e negli stabilimenti di produzione di
vermiculiti e perliti; per i cementifici, però, limitatamente alle operazioni
tecnologiche che seguono la produzione del clinker, con specifico riguardo
all'insaccamento, semprechè, anche in tal caso, non si sia proceduto alla
specifica prevenzione.
Per le restanti lavorazioni delle industrie
di trasformazione elencate in tabella sono da ritenere piuttosto improbabili
reali condizioni di rischio di pneumoconiosi.
Un discorso a parte meritano comunque i
materiali silicatici fibrosi naturali (zeoliti, attapulgite o sepiolite,
wollastonite) e artificiali (lana di roccia, lana di vetro, lana di scoria e
fibre ceramiche) la cui reale pericolosita è ancora oggi in discussione.
Un'area di rischio accertata per le fibre artificiali sembrerebbe essere quella
concernente le applicazioni di isolanti a spruzzo in ambienti ristretti.
Voce 45. Pneumoconiosi da alluminio ed ossidi
di alluminio.
Rispetto alla precedente tabella (ex voce
48), la tutela è stata ampliata con l'aggiunta dell'ossido di alluminio.
Come per le polveri di silicati e calcari,
anche in qesto caso si è in presenza di agenti di rischio a limitata
aggressività, che dunque possono determinare concrete condizioni di rischio
solo per esposizioni continue e massicce e in assenza di misure tecniche di
prevenzione. Tale situazione può verificarsi, in particolare, nell'ambito del
processo Bayer di estrazione dell'alluminio dalla bauxite, nelle operazioni di
smaterozzatura e di sbavatura di getti nelle fonderie di seconda fusione
dell'alluminio, e in alcuni momenti della produzione e dell'uso di refrattari
alluminosi, come nella demolizione di pareti refrattarie nell'industria
metallurgica.
Voce 46. Pneumoconiosi da metalli duri.
Per questa voce è importante preliminarmente
definire a corretta nozione di "metalli duri". Essa comprende
esclusivamente le miscele di carburo di tungsteno o di un carburo di uno degli
elementi dei gruppi IV B (titanio, zirconio, hafnio) e VI B (cromo, molibdeno,
tungsteno) con altri di transizione (vanadio, niobio e tantalio). Sono legati
da cobalto o nichel o cromo. Nel caso più comune, denominato
"standard", la composizione è data da 90% di carburo di tungsteno
(quest'ultimo detto anche wolframio) e da 10% di cobalto. Pertanto, non è
lecita alcuna confusione tra le vere polveri di metalli duri e altre polveri di
metalli diversi.
Le fasi di lavoro più pericolose
sembrerebbero doversi individuare nella manipolazione dei materiali in polvere
prima della sinterizzazione. Gli altri momenti operativi, compresa la formatura
degli utensili in metallo duro e la loro affilatura, anche sistematica,
generano di solito inquinamenti limitatissimi.
Voce 47. Siderosi.
Anche in questo caso si tratta di un agente
di rischio, gli ossidi di ferro, la cui pericolosità è modesta.
In conseguenza, le situazioni di rischio sono
certamente limitate. Fra l'altro, le lavorazioni più indiziate, che sono quelle
minerarie di estrazione e trattamento degli ossidi di ferro e dell'ocra, in
Italia sono ridotte ai minimi termini.
Altre lavorazioni che comportano l'inalazione
di ossidi di ferro sono la smaterozzatura e la sbavatura dei getti nelle
fonderie di seconda fusione della ghisa e dell'acciaio e la saldatura all'arco
elettrico, soprattutto se condotta in ambienti confinati e con elettrodo rivestito.
Voce 48. Bissinosi e pneumopatie da fibre
tessili vegetali e animali.
La nuova lista prevede un notevole
ampliamento rispetto alla precedente, in quanto oltre al cotone vengono
considerate anche le altre fibre tessili vegetali (lino, canapa, juta, sisal,
Kapok) e animali (lana, seta). Sussiste, tuttavia, la limitazione costituita
dal fatto che sono indicate, come possibili fonti di rischio, solo le
lavorazioni preliminari che comportano la manipolazione delle fibre grezze e
che si concludono con la cardatura.
Voce 49. Bronchite cronica ostruttiva.
Va messo in evidenza che la dizione di cui
alla lettera c) "insaccamento e travaso del cemento sfuso" si
riferisce esclusivamente ai cementifici sia a ciclo completo sia a ciclo
limitato alle fasi successive alla cottura del clinker.
Ciò in quanto soltanto in questi specifici
ambienti di lavoro possono essere presenti concentrazioni di polveri di cemento
abbastanza consistenti e continue da generare concrete condizioni di rischio.
Nell'ultima fase del processo produttivo del cementificio il prodotto
conservato sfuso nei silos viene o insaccato o travasato nelle autocisterne
appositamente attrezzate che provvedono all'apporto ed alla distribuzione ai
clienti.
Entrambe le operazioni possono talora
determinare elevati impolveramenti, la prima a causa di mal funzionamenti
dell'impianto di aspirazione delle insaccatrici automatiche o a causa di
accidentali rotture dei sacchi in fase di riempimento o di movimentazione sui
nastri, la seconda a causa di errato inserimento della "proboscide"
di scarico nella bocca dell'autocisterna.
*
* *
Sostanzialmente, per quanto riguarda gli
agenti nocivi, la nuova lista introduce varie modificazioni, con una
esclusione, alcune aggiunte e vari spostamenti.
L'esclusione riguarda le scorie Thomas, in
precedenza previste alla ex voce 48.
Le aggiunte riguardano: dolomie (voce 44),
ossidi di alluminio (voce 45), ossidi di ferro (voce 47), lino, canapa, juta,
lana, seta, ed altre fibre tessili naturali (voce 48), soda caustica, potassa
caustica e calce viva (voce 49, lettera b). E' stata inoltre prevista una nuova
operazione tecnologica, contrassegnata da condizioni microclimatiche avverse,
che è la fusione del vetro (voce 49, lettera d).
Per quanto riguarda gli spostamenti si ha:
- silicati da ex 47 a 43 e 49, lettera c;
- calcari da ex 47 a 44;
- alluminio da ex 48 a 45.
Inoltre le seguenti sostanze, contemplate
alle voci 47, 48 e 49 della vecchia tabella, sono ora così distribuite:
- i legni esotici, ora tutti i legni, sono
previsti alla voce 40, lettera m;
- gli antibiotici sono previsti con gli altri
farmaci alla voce 40, lettera i;
- la farina di frumento e prevista con le
altre farine alla voce 40, lettera g;
- la gomma arabica e prevista con la
colofonia alla voce 40, lettera c;
- gli isocianati sono previsti alla voce 24,
lettera b.
Voce 42. Malattie cutanee.
Sono state integrate e corrette le sostanze
cutilesive. In particolare sono stati aggiunti:
- miscele e formulati derivanti da catrame,
bitume, pece, fuliggine e antracene;
- fluidi lubrorefrigeranti (olii
emulsionabili da taglio);
- cere;
- miscele e formulati di paraffine grezze,
olii minerali, fluidi lubrorefrigeranti e cere;
- resine sintetiche e loro oligomeri;
- distillati della trementina (acqua ragia) e
residui della distillazione (colofonia);
- smalti e pitture;
- disinfettanti;
- legni ed altre sostanze vegetali, al posto
di legni esotici.
Voce 50. Ipoacusia e sordità da rumori.
L'elenco delle lavorazioni rischiose è stato
completamente revisionato, con un considerevole ampliamento che tiene conto dei
mutamenti tecnologici intervenuti nei processi produttivi; nel contempo
l'elenco è stato articolato in formulazioni puntuali ed inequivocabili,
eliminando le dizioni generiche ed imprecise che in passato hanno provocato un
notevole contenzioso e talvolta una ingiustificata estensione di tutela.
Si fa osservare, in particolare, che il punto
n) della nuova lista che sostituisce il punto l) della precedente, prevede, al
posto delle "lavorazioni eseguite con utensili ad aria compressa",
soltanto le lavorazioni di "perforazione con martelli pneumatici ed
avvitatura con avvitatori pneumatici a percussione".
In appendice alla presente circolare è
riportata la descrizione dettagliata delle nuove lavorazioni, accompagnata dal
confronto tra il precedente ed il nuovo elenco; ad essa quindi si rimanda.
Qui, invece, si intende soffermare
l'attenzione sulla importante innovazione costituita dal fatto che, per 14
lavorazioni sul totale di 22, è stata introdotta la dizione "priva di
efficace cabinatura".
Ciò significa che, se la
lavorazione è stata oggetto di adeguati interventi di insonorizzazione mediante
cabinatura (denominata anche cappottatura), la lavorazione stessa non deve considerarsi
tabellata, e quindi la sua rischiosità non può essere legalmente presunta; in
queste situazioni, perciò, ricade sul lavoratore che ha presentato la denuncia
l'onere di provarne la pericolosità, ai sensi della sentenza n. 179/1988 della Corte Costituzionale (cfr. circolari n. 23 del 1988 e n. 35 del 1992).
Benché sia del tutto evidente la
"ratio" di questa disposizione legislativa, che mira ad escludere
dall'ambito del rischio tabellato le lavorazioni la cui nocività - per effetto
di una precisa misura di prevenzione- è stata concretamente eliminata, non è
tuttavia agevole dare una interpretazione certa della sua formulazione
letterale, stante la difficoltà di definire la portata della nozione di
"efficace".
Infatti, considerato che le possibilità
tecniche di eseguire una cabinatura sono molteplici e di diverso livello
qualitativo, si pone il problema di individuare un parametro oggettivo, univoco
e, insieme, di semplice applicazione, per valutare di volta in volta le loro
capacità insonorizzanti.
Pur nella consapevolezza che la questione
potrà trovare una idonea soluzione solo dopo che sarà maturata una sufficiente
esperienza su casi concreti, nell'immediato si ritiene corretta una scelta
fondata sulla "presunzione di efficacia" della cabinatura in tutte le
ipotesi in cui il datore di lavoro produca il certificato di collaudo della
cabinatura stessa, compilato dalla ditta costruttrice e contenente tutti gli
elementi tecnici relativi alla sua capacita insonorizzante.
La presenza del suddetto certificato,
infatti, può motivatamente considerarsi prova, fino a dimostrazione del
contrario, di un avvenuto intervento di disinquinamento acustico mediante
cabinatura della lavorazione considerata o della postazione di lavoro, eseguito
in conformità alle regole dell'arte e in relazione alle conoscenze acquisite in
base al progresso tecnico.
Copia del certificato deve essere richiesta
dalle Unità periferiche ai datori di lavoro, e l'esame di merito circa la sua
validità è demandato esclusivamente alle competenze delle CON.T.A.R.P. Regionali,
al cui preventivo parere pertanto devono essere trasmesse le pratiche relative
alle fattispecie di cui si sta trattando.
Nelle ipotesi in cui non esista alcuna
cabinatura, ovvero il certificato di collaudo non sia validato dalle
CON.T.A.R.P., la lavorazione deve considerarsi tabellata, e quindi la denuncia
dell'assicurato deve essere istruita sulla base del principio della presunzione
legale del rischio.
Nelle ipotesi in cui, pur esistendo una
cabinatura, non viene prodotto il certificato di collaudo, il caso deve essere
inviato alla CON.T.A.R.P. Regionale per ulteriori accertamenti.
Voce 51. Malattie da radiazioni ionizzanti,
laser e onde elettromagnetiche.
Non sono state apportate modifiche.
Voce 52. Malattie osteoarticolari e
angioneurotiche da strumenti vibranti.
Si osserva che la voce prevede le sole
malattie determinate dalla trasmissione delle vibrazioni meccaniche al sistema
manobraccio, precisazione questa che, peraltro, non costituisce un elemento
innovativo rispetto alla corrente prassi medico-legale.
E' stata introdotta, inoltre, una importante
modifica limitativa costituita dal fatto che le lavorazioni con uso di
strumenti vibranti, per essere considerate presuntivamente rischiose, devono
essere svolte "in modo prevalente".
Anche se la formulazione letterale della
norma dà adito a qualche dubbio interpretativo, è tuttavia chiaro l'intento del
legislatore di escludere dall'area del rischio tabellato queste lavorazioni
quando sono svolte per periodi di tempo tali da renderne irrilevante la nocività.
Pertanto, e salvo riesame della questione in
relazione alla evoluzione anche giurisprudenziale della materia, la lavorazione
deve considerarsi non tabellata quando l'impiego degli strumenti vibranti, per
il singolo addetto, richieda mediamente un tempo-lavoro inferiore al 50% della
attività lavorativa.
Le fattispecie che presentino maggiori
difficoltà ai fini della individuazione della "prevalenza" devono
essere inviate al preventivo esame delle CON.T.A.R.P. Regionali.
Quanto all'elenco degli strumenti vibranti,
si richiama l'attenzione sul fatto che, al punto a), sono previste
indistintamente tutte le macchine portatili munite di utensili, essendo stata
abolita la limitante specificazione "ad aria compressa" presente
nella precedente tabella.
Si precisa che per "portatile" deve
intendersi lo strumento che per funzionare deve essere tenuto in mano o
perlomeno fisicamente mantenuto in equilibrio. Si differenzia dagli apparecchi
fissi, che possono operare solo dopo essere stati fissati meccanicamente al
terreno, e dagli apparecchi trasportabili, che pur potendo essere trasferiti da
un luogo all'altro (generalmente su ruote) operano solo se fermi rispetto al
terreno.
Voce 53. Malattie causate da lavori subacquei
ed in camere iperbariche.
Voce 54. Cataratta da energie raggianti.
Voce 55. Anchilostomiasi.
Sono pressochè sovrapponibili alle
corrispondenti voci della vecchia tabella, salvo una maggiore precisione nella
descrizione delle lavorazioni.
Voce 56. Manifestazioni neoplastiche causate
dall'asbesto: mesotelioma pleurico, pericardico, peritoneale; carcinoma del
polmone.
Voce 57. Manifestazioni neoplastiche causate
da polvere di legno: carcinoma delle cavità nasali e paranasali.
Voce 58. Manifestazioni neoplastiche causate
da polvere di cuoio: carcinoma delle cavità nasali e paranasali.
La sfera di tutela delle
neoplasie nell'industria, e come si dirà anche nell'agricoltura, è stata
oggetto di un considerevole ampliamento, giustificato dalla significatività dei
dati stastistico-epidemiologici, già emersa in passato è confermata dalle
indicazioni scaturite a seguito della sentenza
n. 179/1988 della
Corte Costituzionale.
Si e già rilevato che, alla voce 38, sono
state previste manifestazioni neoplastiche da clorometiletere e
bisclorometiletere.
A ciò si aggiunge:
- l'eliminazione del periodo massimo di
indennizzabilità per tutti i casi di manifestazioni neoplastiche;
- l'inclusione di tre voci apposite per i
tumori da asbesto, da polveri di legno e da polveri di cuoio. Nelle tre voci,
peraltro, sono stati esplicitamente indicati gli organi bersaglio, per evitare
estensioni di tutela a neoplasie per le quali non è stata ancora acquisita una
sufficiente evidenza epidemiologica.
Quanto alle fonti di rischio, nessun problema
sussiste per le voci 57 e 58 considerata la tipicità della patologia. La voce
56, invece, richiede qualche precisazione.
In sede scientifica non sussiste uniformità
di giudizio sull'entità dell'esposizione minima necessaria per determinare una
neoplasia da asbesto, anche se prevale l'orientamento secondo il quale:
- il solo mesotelioma pleuro-peritoneale può
essere anche conseguenza di esposizioni relativamente "basse", ma
soltanto quando si tratti di esposizione ad anfiboli (crocidolite e amosite);
- il problema è diverso per quanto riguarda
il carcinoma del polmone dal momento che non emergono dagli studi
epidemiologici differenze nel potere oncogeno, nei confronti del polmone, tra
crisotilo ed anfiboli. E' comunque richiesta, per questo tipo di neoplasia, una
esposizione intensa e prolungata nel tempo.
Rimane dunque necessario l'esame tecnico
delle lavorazioni in funzione della possibilità di disperdere fibre d'amianto
nell'aria e della natura mineralogica di queste.
Per ciò che riguarda la questione
dell'asbesto presente nel talco, si osserva che nei talchi attualmente estratti
nei giacimenti italiani non esistono impurezze fibrose.
Ciò è vero anche per la maggioranza dei
talchi stranieri. E' tutt'altro che scontato, quindi, che l'uso del talco in
quanto tale possa giustificare l'insorgenza di queste patologie.
Periodi massimi di indennizzabilità.
Le poche modifiche apportate possono così
riassumersi:
- totale abolizione per le manifestazioni
neoplastiche, come già detto;
- aumento da 18 mesi a 3 anni per le malattie
causate dal nichel carbonile (voce 9);
- aumento da 3 a 4 anni, ed a 8 per le
encefalopatie, per le malattie causate da solfuro di carbonio (voce 28);
- riduzione da 30 a 5 anni per le malattie
causate da radiazioni ionizzanti (voce 51).
Nuova tabella dell'agricoltura. Esame
analitico.
Sono presenti significative novità, la cui
introduzione risponde essenzialmente a due esigenze:
- estendere a questo settore, a parità di
rischio, la protezione garantita ai lavoratori dell'industria, tenendo anche
conto delle indicazioni emerse dall'applicazione della sentenza n. 179/1988
della Corte Costituzionale;
- apportare elementi di maggiore chiarezza e
precisione rispetto alle precedenti previsioni tabellari.
Voce 1. Anchilostomiasi.
E' rimasta invariata.
Voci da 2 a 23. Malattie da agenti chimici.
Sono da sottolineare principalmente due
innovazioni, comportanti un considerevole ampliamento di tutela:
- l'aumento del numero delle sostanze
chimiche considerate nocive, che costituiscono i principi attivi di pesticidi e
di presidi fitosanitari. Sono stati aggiunti, infatti, i cianocomposti (voce
19), i chinoni (voce 20), lo zolfo e l'anidride solforosa (voce 21), i composti
amminici ed ammidici (voce 22), gli olii minerali, limitatamente alle malattie
cutanee (voce 23);
- la previsione, totalmente nuova per
l'agricoltura, di possibili manifestazioni neoplastiche da esposizione
all'azione di sostanze chimiche, e precisamente dei composti arsenicali (voce
2), dei derivati del benzolo, dei fenoli e dei cresoli (voce 7) e degli olii
minerali (voce 23).
Le altre modifiche rispondono ad esigenze di
maggiore chiarezza descrittiva, anche a fini di rilevazione statistica, oppure
costituiscono integrazioni o correzioni delle precedenti previsioni. In
particolare:
- sono state eliminate le vecchie voci n. 13
e n. 17, la prima in quanto la sostanza ivi prevista (e cioè derivati del
tricloroetanolo) e già contemplata nella voce n. 6, la seconda in quanto non
risulta documentata una patologia attribuibile ai derivati del fenantrene;
- alla voce n. 6 si è introdotta una
specificazione (derivati alogenati degli idrocarburi "alifatici");
- alla voce n. 7 sono previsti, oltre ai
derivati del benzolo, dei fenoli e dei cresoli, anche i loro omologhi;
- la voce n. 9 è stata modificata come la
corrispondente 21 dell'industria (acido carbammico e tiocarbammico, anziche
carbonico e tiocarbonico);
- alla voce n. 15 alle triazine sono state
aggiunte le diazine;
- la voce n. 18 è stata razionalizzata. Sono
stati soppressi l'acido nitrico e gli ossidi di azoto, di scarso o nullo
rilievo per le lavorazioni agricole, mentre sono stati esplicitamente
introdotti i concimi azotati, mantenendo una previsione separata per
l'ammoniaca.
Voci 24 e 25. Affezioni a carico
dell'apparato respiratorio.
Sostituiscono la voce 21 della precedente
tabella che, come noto, con il generico riferimento alle
"broncopneumopatie" ha creato problemi analoghi a quelli di cui si è
già parlato a proposito delle "broncopneumopatie" in industria, e
rispondono all'esigenza di eliminare le incertezze diagnostiche, manifestatesi
in passato, rispetto alla patologia comune.
La voce 24 si riferisce all'asma bronchiale
primario contratto in lavorazioni che espongono ad asmogeni professionali
(sostanze vegetali ed animali).
La voce 25 individua alcune forme patologiche
specifiche quali, per esempio, il cosiddetto "polmone
dell'agricoltore" ed il "polmone da proteine aviarie", quadri di
alveolite allergica estrinseca causati il primo da miceti termofili e
termotolleranti, il secondo da materiali organici provenienti da animali.
Voce 26. Ipoacusia e sordità da rumore in
lavorazioni forestali.
Voce 27. Malattie osteoarticolari e
angioneurotiche in lavorazioni forestali
Sono voci totamente nuove che, per la prima
volta, inseriscono nell'area di tutela tabellata in agricoltura le ipoacusie e
le malattie da strumenti vibranti.
L'applicazione del principio della
presunzione legale del rischio, tuttavia, è subordinata alle seguenti
condizioni:
- le malattie devono essere contratte a causa
e nell'esercizio di una lavorazione di segagione meccanica effettuata
nell'ambito forestale. Va pertanto esclusa dalla previsione tabellare la
segagione effettuata nell'ambito delle colture agricole;
- nella lavorazione devono essere impiegate
motoseghe portatili in modo prevalente. Sulle nozioni di "prevalente"
e di "portatile" si rimanda ai chiarimenti forniti a commento della
voce 52 dell'industria;
- per le ipoacusie, le motoseghe portatili
devono essere prive di efficaci sistemi insonorizzanti. Sulla nozione di
"efficace" si rimanda alle precisazioni contenute nel commento alla
voce 50 dell'industria.
In assenza anche di una sola
delle suindicate condizioni, la lavorazione non deve considerarsi tabellata, e
quindi la sua rischiosità non può essere legalmente presunta; in queste
situazioni, perciò, ricade sul lavoratore che ha presentato la denuncia l'onere
di provarne la pericolosità, ai sensi della sentenza
n. 179/1988 della Corte Costituzionale (cfr. circ. n. 23
del 1988 e n. 35 del 1992).
Periodi massimi di indennizzabilità.
Le uniche modifiche introdotte sono:
- l'aumento da 3 a 4 anni per le malattie
causate da composti del mercurio (voce 3);
- l'aumento da 3 a 6 anni per le malattie
causate da composti del fosforo (voce 5).
Nuovo codice A
Le numerose innovazioni apportate al sistema
tabellare, anche per quanto attiene alla numerazione e sottonumerazione delle
singole voci, impongono un complesso lavoro di revisione della codificazione
delle malattie e delle corrispondenti lavorazioni.
Al riguardo, si fa riserva di impartire
specifiche istruzioni non appena completati i lavori di adeguamento delle
procedure; nel frattempo deve continuare ad essere utilizzato l'attuale codice
A.
APPENDICE alla circolare n. 19/1994
Nuova tabella dell'industria.
Voce 50. Ipoacusia e sordità da rumori.
Di seguito si forniscono i primi chiarimenti
sulle lavorazioni indicate nella nuova tabella, facendo presente che i
riferimenti tariffari sono orientativi e non esaustivi.
a): martellatura, cianfrinatura, scriccatura,
molatura, ed aggiustaggio nella costruzione di caldaie, serbatoi e tubi
metallici
Tali lavorazioni riguardano quelle maestranze
che vengono utilizzate nei cicli produttivi relativi alla costruzione di
caldaie, serbatoi e tubi metallici, dove l'operazione tecnologica qualificante
e la "formatura mediante stampaggio o calandratura o arrotolatura o
saldatura, ecc., della lamiera da sagomare al fine di costruire caldaie,
serbatoi e tubi metallici" così come si rileva nella previsione tariffaria
delle voci 6217 e 6222.
Le maestranze da considerare esposte al
rischio, tra quelle svolgenti l'intero ciclo tecnologico di produzione, sono
solo quelle direttamente adibite alle operazioni di martellatura,
cianfrinatura, scriccatura, molatura ed aggiustaggio per le quali sussiste la
presunzione legale del rischio.
Si specifica, in particolare, che:
- la martellatura è un'operazione tecnologica
che avviene prevalentemente a mano con l'ausilio di martelli, martelloni e
simili mediante i quali si percuote la lamiera, il nastro metallico o coils al
fine di raddrizzare o deformare, apportando quindi variazioni di forma per
preparare cosi i citati semilavorati, forniti dagli stabilimenti metallurgici,
per le successive lavorazioni (v. anche lett. c). Nella previsione della lett.
a) l'operazione di martellatura va estesa anche quando viene effettuata durante
tutte le fasi produttive che seguono la formatura delle lamiere;
- la cianfrinatura è un'operazione
tecnologica che avviene con l'ausilio di appropriati utensili, ad azionamento
pneumatico o elettrico, per creare la sede sulla quale verrà posto il materiale
d'apporto di saldatura necessario alla giunzione degli elementi da unire;
- l'aggiustaggio rappresenta un'operazione
tecnologica, effettuata di norma a mano con appropriati utensili al fine di
preparare i semilavorati per le operazioni di giunzione (di solito saldatura) o
assiemaggio;
- la scriccatura è un'operazione tecnologica
che avviene con l'ausilio di appropriati utensili ad azionamento pneumatico o
elettrico, al fine di eliminare l'eccesso di metallo di apporto di saldatura
determinatosi a ridosso e/o sulla giunzione saldata;
- la molatura è un'operazione tecnologica che
avviene con l'ausilio di appropriati utensili, ad azionamento pneumatico o
elettrico, al fine di uniformare e rifinire i giunti saldati.
b): picchettaggio e disincrostazione di
contenitori metallici: vasche, cisterne, serbatoi, gasometri
Tali lavori riguardano le maestranze
impiegate in operazioni di "ripulitura di vasche, cisterne, serbatoi,
gasometri", così come si rileva nella previsione tariffaria della voce
6217 e del gruppo 3600, e nei cicli produttivi relativi, in genere,
all'industria chimica, petrolchimica, siderurgica e metallurgica.
In particolare le mansioni inerenti il
picchettaggio e la disincrostazione riguardano, nella accezione più ampia,
operazioni di asportazione di residui ed incrostazioni, accumulatisi sulle
superfici interne dei contenitori metallici di cui sopra, a seguito di processi
chimici. Tali interventi, in relazione all'esposizione al rischio da rumore,
sono operazioni meccaniche, effettuate con l'ausilio di appropriati utensili,
che fratturano i residui e le incrostazioni che verranno eliminate mediante
trattamenti chimici di lavaggio.
In particolare l'operazione di picchettaggio
è un'operazione necessaria nei gasogeni a griglia fissa ed ha lo scopo di
rimuovere la massa del carbone accumulatasi. Si esegue con spranghe di ferro
agendo da opportuni orifizi nelle pareti del gasogeno.
Il distacco e la rimozione periodica delle
incrostazioni possono essere eseguiti a mano mediante scalpelli ed altri
attrezzi, od anche con l'ausilio di apparecchi disincrostatori rotativi mossi,
ad es., da motore elettrico o da turbinetta rotativa o da motore pneumatico.
Sono previste in tabella solo quelle
lavorazioni espletate, di norma, all'interno dei contenitori elencati nella
previsione della presente lett. b).
Si precisa che i contenitori previsti in
questa lettera di tabella sono esclusivamente metallici e di grandi dimensioni
e non possono quindi essere associati a grandi contenitori o silos in materiale
sintetico (es. vetroresina) e comunque non metallico o a contenitori di medie e
piccole dimensioni, diffusissimi negli opifici.
c): martellatura sulle lamiere
Tale lavorazione riguarda le maestranze che
effettuano un'operazione tecnologica che ha la finalità di trasformare la
superficie della lamiera. E' un'operazione questa che viene effettuata
nell'ambito di molti cicli tecnologici ma con particolare riguardo alle
lavorazioni previste nei stg. 6210 e 6220 della Tariffa dei Premi.
L'operazione di martellatura è stata
esplicitata alla precedente lett. a).
Si ricorda che per lamiera deve intendersi
quel semilavorato di acciaio, prodotto dai treni di laminazione con successivi
passaggi, atti a variare non solo la forma del prodotto di fusione ma anche le
caratteristiche isotropiche, e che ha una dimensione di gran lunga inferiore
alle altre due (lo spessore di una lamiera oscilla da 0,02 mm. ad alcuni cm. ed
il rapporto spessore/lunghezza e larghezza può arrivare fino a centinaia di
migliaia).
Se si tiene conto della denominazione
impropria d'uso comune (e non tecnico) del termine "lamiera", nella
previsione di questa lettera potrebbero ricomprendersi quei laminati come
lastre e nastri.
Si fa presente peraltro, a puro titolo
informativo, che il rumore prodotto dalla lamiera percossa da un martello è
dovuto alle vibrazioni della lamiera e queste sono tanto più ampie, e quindi
producono maggiori livelli sonori, quanto maggiore è la superficie della stessa
lamiera.
d): punzonatura o tranciatura alle presse,
prive di efficace cabinatura, di materiali metallici
Tali lavorazioni riguardano quelle maestranze
che attendono a particolari operazioni di taglio, senza asportazione di
truciolo, delle lamiere sotto varie forme, utilizzando specifiche presse ed il
cui riferimento tariffario più frequente deve ascriversi ai stg. 6210 e 6220
della Tariffa dei Premi.
Le operazioni di punzonatura o tranciatura
sono effettuate alle presse denominate "presse punzonatrici" o
"presse tranciatrici". Tali operazioni hanno la finalità di
effettuare su semilavorati, quali es. lamiere, nastri o coils, tagli ovvero
recisioni a geometria aperta e/o chiusa con contorni a geometria variabile;
ovvero trattasi di operazioni di taglio non rettilineo.
In particolare la punzonatura è un'operazione
atta a creare fori nelle lamiere. E' un termine questo che può indicare
un'operazione atta a deformare il semilavorato allo scopo di ottenere scritte e
disegni e va distinta dalla bulinatura che è invece un'operazione di incisione
e/o taglio finalizzata all'esecuzione sul metallo di scritte, figure e disegni.
Nel gergo comune di fabbrica anche la
cesoiatura viene impropriamente chiamata tranciatura.
La cesoiatura è un'operazione di taglio,
generalmente lineare, di lamiere o profilati ottenuta attraverso lo spostamento
di due lame contrapposte a mò di forbici. L'operazione di taglio vera e propria
non è affatto rumorosa, mentre la caduta delle sfrido, ottenuto dal taglio, nel
recipiente metallico retrostante, può comportare in alcuni casi una certa
rumorosità da valutarsi in un contesto extratabellare.
e): prova al banco dei motori a combustione
interna, priva di efficace cabinatura
Tale lavorazione riguarda il collaudo dei
motori a combustione interna quando viene effettuato, di norma dalle ditte
costruttrici, al banco e cioè separatamente dal veicolo, macchina operatrice,
ecc., sul quale esso dovrà poi operare. Poiché generalmente i costruttori dei
motori sono gli stessi costruttori dei veicoli su cui poi essi vengono montati,
il riferimento tariffario è da ascriversi alle voci 6311 e 6321 ed al gruppo
6400.
Non rientrano nella previsione di tale lett.
e) i manutentori e riparatori di motori a combustione interna di autoveicoli,
motoveicoli, imbarcazioni e natanti nelle officine di riparazione e
manutenzione dei motori. Tanto meno rientra la prova dei motori effettuata
direttamente sui mezzi di locomozione in moto, trattandosi questa di prova
funzionale dell'intero veicolo.
Sono motori a combustione interna i motori a
scoppio (ciclo Otto), i motori diesel, i motori a reazione.
f): prova dei motori a reazione e a
turboelica, priva di efficace cabinatura
Tale lavorazione riguarda il collaudo dei
motori a reazione e a turboelica effettuato sia nelle appropriate sale collaudo
predisposte dai costruttori dei motori, ed in questo caso si trova predisposta
una cabinatura (lavorazione peraltro prevista alla precedente lett. c), sia
negli spazi aeroportuali appropriati quando i motori sono gia montati sul
velivolo.
Il riferimento classificativo più frequente è
da addebitarsi alla voce 6311 ed al stg. 6430.
Non rientrano nella previsione di tale lett.
f) i manutentori e riparatori dei motori a reazione e a turboelica, montati su
aeromobili o overcrafts ma solo coloro che ne effettuano il collaudo.
g): ribaditura di chiodi nella costruzione di
carlinghe per aeromobili
Tale lavorazione riguarda la ribaditura di
chiodi ovvero l'operazione di rivettatura, effettuata in serie, nelle
costruzioni aeronautiche durante la costruzione di carlinghe, cabine di
pilotaggio ed ali ovvero su tutti i componenti strutturali dell'aeromobile.
Non dovrebbero rientrare nella previsione di
tale lett. g) gli addetti ad operazioni di riparazione e manutenzione,
effettuate negli hangars degli aeroporti perché, data la limitatezza di tali
interventi, e quindi i bassi tempi di esposizione nell'arco dell'attività
lavorativa settimanale per le piccole riparazioni ivi effettuate, molto spesso
ci si trova davanti a situazioni di assenza di esposizione al rischio da
verificare al fine di esercitare la prova contraria.
Il riferimento tariffario è al stg. 6430.
h): frantumazione o macinazione ai frantoi,
molini e macchine a pestelli, prive di efficace cabinatura di:
- minerali o rocce;
- clinker per la produzione di cemento;
- resine sintetiche per la loro
riutilizzazione
Tali lavorazioni riguardano quelle maestranze
che vengono utilizzate in operazioni di riduzione della pezzatura di minerali,
rocce, clinker e resine sintetiche, attraverso l'uso di frantoi, molini e
macchine a pestelli.
Si ricorda che i frantoi agiscono sul
materiale in lavorazione sostanzialmente con una pressione, mentre i molini e
le macchine a pestelli con urti di masse metalliche sul materiale che, nei casi
previsti in questa voce di tabella, sono costituiti da tutti i tipi di minerali
e rocce e dal clinker.
Lo sfrido di lavorazione nella produzione di
oggetti in resine sintetiche viene da quasi tutte le aziende del settore
riutilizzato attraverso una frantumazione in pezzatura contenuta, tale da
consentirne l'introduzione nei forni di fusione.
Si sottolinea che la gran parte delle aziende
italiane che svolgono tali lavorazioni hanno insonorizzato le macchine o protetto
i lavoratori che le comandano, creando in questo secondo caso cabine
insonorizzate dalle quali è possibile controllare e condurre le macchine.
I riferimenti tariffari sono da ascriversi ai
stg. 7220, 7310 ed alla voce 2197 per le resine sintetiche.
i): fabbricazione di chiodi, viti e bulloni
alle presse, prive di efficace cabinatura
La fabbricazione dei chiodi è ottenuta con
speciali presse automatiche che utilizzano fil di ferro. Difficilmente esse
sono insonorizzate, ma tuttavia esse non avendo bisogno alcuno di intervento
umano non sono affatto presidiate e gli addetti operano esclusivamente per il
caricamento una tantum delle matasse di filo. E' pertanto necessario esaminare
attentamente l'attività lavorativa del richiedente le prestazioni.
La fabbricazione delle viti avviene per
stampaggio alle presse, per rullatura ed al tornio. Il riferimento tabellare è
limitato soltanto alle viti prodotte per stampaggio con tecnologia molto simile
a quella adottata per la produzione dei chiodi. Si ripetono pertanto le stesse
osservazioni.
Il bullone è costituito dalla vite e dal
dado. Il riferimento in tabella al bullone va inteso con riguardo al dado,
visto che della vite se ne è già parlato. Essendo la tutela tabellare
condizionata dalla produzione alle presse, appare evidente che non tutti gli
addetti alla produzione di dadi sono contemplati in tabella come altresì non lo
sono gli addetti ai torni di filettatura del dado.
La Tariffa dei Premi prevede tali lavorazioni
alla voce 6216.
l): filatura, torcitura e ritorcitura di
filati, tessitura ai telai a navetta, privi di efficace cabinatura
La filatura è il complesso delle varie
operazioni che la fibra deve subire per dar luogo alla formazione del filato.
La torcitura e la ritorcitura (seconda
torsione) sono operazioni di torsione del filo effettuate dopo la filatura.
Queste operazioni producono livelli sonori
alti per via delle velocita elevate dei fili e per l'assenza pressochè
generalizzata di insonorizzazioni che comporterebbero costi notevoli, viste le
dimensioni delle macchine.
La tessitura e il complesso di operazioni di
intreccio tra trama ed ordito atte a produrre il tessuto.
La tutela tabellare è limitata esclusivamente
agli addetti ai telai a navetta, con esclusione di quelli addetti ai telai a pinza,
ad acqua, ecc.. Va da sè che non sono tabellati i telai circolari (per es. per
sacchi) e quelli per maglieria. Si fa presente che, certamente, i telai a
navetta producono livelli sonori elevati, mentre gli altri tipi di telai
producono livelli elevati solo in particolari casi o non li producono affatto.
Tali attività sono previste rispettivamente
ai stg. 8120 e 8130 della Tariffa dei Premi.
m): taglio di marmi o pietre ornamentali con
dischi di acciaio o con telai multilame, privi di efficace cabinatura
Le attività contemplate in questa lettera di
tabella sono classificate alle voci 7321 e 7322 della Tariffa dei Premi.
Esse si riferiscono alla segagione meccanica
di marmi e delle altre pietre ornamentali usate generalmente in edilizia.
Per pietre ornamentali si intendono quelle
rocce compatte che dopo pulimento (ed eventuale lucidatura) assumono un aspetto
gradevole atto ad una utilizzazione ornamentale (es. pavimenti, rivestimenti,
oggetti di arredamento o artistici), come ad esempio le oficalci, il travertino,
la pietra serena, i graniti, ecc..
La segagione può essere effettuata o con
dischi di acciaio a corona diamantata o no, oppure con telai multilama a denti
diamantati, a sabbia, a graniglia metallica.
n): perforazione con martelli pneumatici ed
avvitatura con avvitatori pneumatici a percussione
Noti sono i martelli pneumatici, anche perché
previsti nella vecchia elencazione di lavorazioni tabellate.
Gli avvitatori pneumatici a percussione si
distinguono da quelli a frizione per le modalità di trasmissione del moto
dall'asse della turbinetta, mossa dall'aria compressa, all'asse della chiave
operante sulla vite o sul dado da avvitare.
Nel caso che qui interessa tale moto è
trasmesso attraverso una massa mobile battente.
Bisogna sottolineare che in molte
applicazioni pratiche l'uso di queste macchine (perforatori ed avvitatori
pneumatici) e, nell'ambito della giornata lavorativa, molto limitato o
addirittura sporadico tale da far escludere una effettiva adibizione alla
lavorazione tabellata. In questi casi, come è noto, l'Istituto può raccogliere
le prove contrarie della mancata esposizione al rischio e se del caso, avendone
la prova contraria, opporsi all'applicazione del principio della presunzione
legale del rischio.
o): conduzione dei forni elettrici ad arco,
privi di efficace cabinatura
Tali lavorazioni sono relative ai lavori di
conduzione dei forni elettrici ad arco; ci si riferisce a quei lavoratori che
operano direttamente sui forni eseguendo su di essi e nelle loro immediate
vicinanze (3, 4 mt. dalla bocca del forno) tutte le manovre necessarie.
Non sembra potersi comprendere il
carropontista che fa la spola tra il parco rottami ed il forno, per il suo
caricamento.
Allo stato alcune grandi aziende italiane
hanno fatto dei tentativi, non sempre riusciti, di incapsulare acusticamente
detti forni ad arco.
Il riferimento tariffario è da ascriversi
alle voci 6111, 6121 e 6122 della Tariffa dei Premi.
p): formatura e distaffatura in fonderia con
macchine vibranti, prive di efficace cabinatura
Tali lavorazioni riguardano le maestranze
che, in fonderia, sono addette alle macchine vibranti o vibratori per la
formatura delle terre o a quelle per la distaffatura dei grezzi di fusione.
Appaiono pure comprese le operazioni di
formatura effettuate mediante vibratori portatili ad aria compressa utilizzati
ormai quasi esclusivamente per getti di forma particolare o per getti di inizio
serie per le relative prove di produzione.
Non è prevista l'operazione, pure molto
diffusa ma non particolarmente rumorosa, di compattazione delle terre mediante
compressione meccanica.
La Tariffa dei Premi prevede tali lavorazioni
di fonderia alle voci 6111, 6121 e 6122.
q): sbavatura in fonderia con mole
Tale lavorazione riguarda l'operazione di
sbavatura che si effettua in fonderia sui pezzi grezzi di fusione mediante mola
abrasiva, azionata elettricamente o pneumaticamente, al fine di eliminare le
discontinuità -coliere e bave- che si formano in corrispondenza delle staffe di
formatura dopo la solidificazione del getto.
E' opportuno sottolineare che questa voce di
tabella si riferisce in modo quasi esclusivo a quegli addetti di fonderia che
con continuità, per mansione, operano questo tipo di attività.
Il riferimento tariffario è alle voci 6111,
6121 e 6122 di Tariffa.
r): formatura di materiale metallico con
macchine prive di efficace cabinatura, mediante fucinatura e stampaggio
Tali lavorazioni riguardano le maestranze
addette alla conduzione di presse o magli per le operazioni di stampaggio o
fucinatura, semprechè siffatte macchine siano prive di efficace cabinatura.
La fucinatura, detta anche forgiatura, è
un'operazione di trasformazione della forma di un materiale metallico,
riscaldato ad adatta temperatura, mediante percussione ottenuta con particolari
presse.
Lo stampaggio è la lavorazione meccanica,
atta alla trasformazione delle forma di un materiale metallico, effettuata con
adatte presse meccaniche o idrauliche su pezzi massicci (a caldo) e più
frequentemente su lamiera (a freddo) mediante pressione statica e dinamica,
sfruttante le proprietà plastiche di malleabilità e duttilità dei materiali.
Diversi sono i riferimenti tariffari dato che
tali operazioni sono diffuse in aziende di vario tipo. Più frequentemente esse
si riscontrano nell'ambito delle lavorazioni di cui alle voci 6111, 6122, 6215,
6221 e 6222.
s): lavorazione meccanica del legno con
impiego di seghe circolari, seghe a nastro, piallatrici e toupies, prive di
efficace cabinatura
Tali lavorazioni riguardano le maestranze
impiegate nell'industria di manufatti in legno ed addette alla conduzione delle
relative macchine. Non occorre alcun chiarimento sulle caratteristiche di
queste macchine, vista la loro diffusione.
Bisogna tuttavia far presente che tali
macchine vengono usate nei reparti spedizioni di grandi fabbriche di svariati
prodotti e da parecchi artigiani. In ambo i casi il loro uso non è continuativo
ma certe volte, addirittura, sporadico.
Occorre pertanto porre particolare attenzione
all'esame dei cicli di lavorazione effettuati dai richiedenti le prestazioni e
all'uso relativo di tali macchine in questo ambito.
Il riferimento tariffario è anche qui molto
vasto ed ha la sua più frequente applicazione nell'ambito del gruppo 5200 di
Tariffa.
t): lavori in galleria con mezzi meccanici ad
aria compressa
Tali lavorazioni riguardano i lavori di
perforazione che si eseguono in galleria o in sotterraneo con mezzi meccanici
azionati pneumaticamente. Questa lavorazione, presente nella precedente
tabella, non ha dato in passato alcun problema interpretativo.
Le attività di che trattasi rientrano tra
quelle classificate alle voci 7122 e 7123 ed in varie voci del grande gruppo 3.
u): lavorazioni di martellatura,
picchettaggio, cianfrinatura, scriccatura, molatura, ribattitura di chiodi, su
qualsiasi parte metallica di nave a scafo metallico sia in costruzione che in
riparazione, svolte a bordo
Tali lavorazioni indicate in questa lettera
sono tutte previste nelle precedenti lettere a), b), c), g) e q) cui si rimanda
per le eventuali esemplificazioni. Si differenziano tuttavia dalle lavorazioni
precedentemente previste per il particolare prodotto in costruzione o
riparazione su cui vengono svolte e per il particolare ambiente di lavoro.
Le voci di Tariffa cui fare riferimento sono
la 6421 e 6422.
v): stampaggio di vetro cavo, privo di
efficace cabinatura
Tali lavorazioni riguardano le maestranze
addette alle macchine formatrici nella produzione di manufatti in vetro cavo:
bottiglie, bicchieri, tazze, coppe, bacinelle, catadiottri etc.
Lo stampaggio può avvenire sia per
compressione del vetro fuso tra stampo e controstampo (es. bacinella) sia per
insufflazione di aria compressa dentro una goccia di vetro fuso in modo da
distribuire il materiale uniformemente nella parete interna dello stampo di
forma chiusa (es. bottiglia).
Il riferimento tariffario e alla voce 7352 di
Tariffa.
x): prova delle armi da fuoco in ambiente
privo di efficace cabinatura
Le grandi aziende produttrici di armi da
fuoco provano le armi leggere, sia manuali che semiautomatiche o automatiche,
in apposite cabine insonorizzate ed attrezzate per rilevare diversi dati atti a
parametrizzare il collaudo. Solo le piccole aziende, per via del limitato
numero di pezzi prodotti, effettuano una prova di funzionalita manualmente e
all'aperto. E' a quest'ultimo tipo di prova che si riferisce la lavorazione in
tabella.
Essa si riferisce, inoltre, alle prove delle
armi pesanti effettuate entro i poligoni militari da parte delle maestranze
specializzate.
Bisogna tuttavia sottolineare che in ambo i
casi previsti, vuoi per l'uso generalizzato di adatte cuffie, vuoi per il
numero limitato di colpi sparati, l'esposizione non risulta particolarmente
elevata. E' pertanto opportuno esaminare attentamente le modalità operative dei
singoli richiedenti le prestazioni.
Il riferimento tariffario e alle voci 6331 e
6332.
z): conduzione delle riempitrici automatiche,
prive di efficace cabinatura, per l'imbottigliamento in vetro o
l'imbarattolamento in metallo di: birra, acque minerali, bevande analcoliche
gassate
Questa lavorazione si riferisce a quelle
maestranze addette alla riempitrice automatica di bottiglie o barattoli usata
nei reparti imbottigliamento delle aziende che producono le specifiche bevande
indicate. Questa macchina, di forma circolare, aggancia il recipiente, lo
riempie durante il percorso circolare, periferico alla macchina, e lo sigilla
al termine del giro, quando lo restituisce al nastro trasportatore.
Appare evidente la limitazione della tutela,
secondo tabella, solo agli addetti alle riempitrici che operano su bottiglie di
vetro e non di altro materiale o in barattoli di metallo e non di vetro o altro
materiale.
La previsione tabellare esclude ogni altro
prodotto diverso da quelli indicati.
Il riferimento tariffario e alle voci 1411 e
1412 della Tariffa dei Premi.
*
* *
Di seguito sono elencate le lavorazioni non
presenti nella vecchia tabella, ma comprese in quella nuova.
Le lettere all'inizio di ogni lavorazione si
riferiscono alla nuova tabella.
a): martellatura, cianfrinatura, scriccatura,
molatura e aggiustaggio nella costruzione di caldaie ........ e tubi metallici
b): picchettaggio e disincrostazione di
contenitori metallici: vasche, cisterne, serbatoi, gasometri
e): prova al banco dei motori a combustione
interna (sono compresi, oltre ai motori a scoppio anche gli altri motori a
combustione interna), priva di efficace cabinatura
f): prova dei motori a ........ e a
turboelica, priva di efficace cabinatura
h): frantumazione o macinazione ai frantoi,
molini e ........, prive di efficace cabinatura di:
- minerali o rocce
- clinker per la produzione di cemento
- resine sintetiche per la loro
riutilizzazione
i): fabbricazione di ........., viti e
bulloni alle presse, prive di efficace cabinatura
l): filatura, torcitura e ritorcitura di
filati,........., privi di efficace cabinatura
m): taglio di .......... o pietre ornamentali
con dischi di acciaio (anche a corona non diamantata) o con telai multilame,
privi di efficace cabinatura
o): conduzione dei forni elettrici ad arco
(non solo acciaio), privi di efficace cabinatura
p): formatura e distaffatura in fonderia con
macchine vibranti, prive di efficace cabinatura
q): sbavatura in fonderia con mole
r): formatura di materiale metallico con
macchine prive di efficace cabinatura, mediante ........ e stampaggio
s): lavorazione meccanica del legno con
impiego di ......... seghe a nastro ................... prive di efficace
cabinatura
v): stampaggio di vetro cavo, privo di
efficace cabinatura
x): prova delle armi da fuoco (anche non
automatiche) in ambiente privo di efficace cabinatura
z): conduzione delle riempitrici automatiche,
prive di efficace cabinatura, per l'imbottigliamento in vetro o l'imbarattola
mento in metallo di: birra, acque minerali, bevande analcoliche gassate.
Di seguito sono elencate le lavorazioni non
presenti nella nuova tabella, ma previste in quella vecchia.
Le lettere all'inizio di ogni lavorazione si
riferiscono alla vecchia tabella.
f): condotta aeromobili
h): lavoro dei telai (telai diversi da quelli
a navetta)
l): lavorazioni eseguite con utensili da aria
compressa (rimangono nella nuova tabella solo i martelli pneumatici e gli
avvitatori pneumatici a percussione)
m): lavorazione di produzione degli acciai ai
forni .......e ad induzione
n): lavorazioni con impiego di seghe per
metalli
o): prova dei dispositivi di segnalazione
acustica
t): lavori svolti all'interno delle navi (in
allestimento ed in riparazione):
1) lavorazioni rumorose come rottura delle
lamiere battitura dei bulloni, ecc.
2) lavori di verniciatura
(è stata eliminata la genericità espressa in
questa voce, mantenendo nella tabella le lavorazioni elementari effettivamente
pericolose)
v): lavori di spray con torce al plasma.