Aermacchi Brezza - Aer-Macchi, un po' di storia | Pagina d'ingresso |
L'Aermacchi trova origini fin dalla seconda metà del 900, dove la
laboriosa famiglia Macchi di Varese era già operante nel settore del trasporto con la
costruzione di carri merci e carrozze di legno trainate da cavalli. Dal 1905 con la
costituzione della Società Anonima Fratelli Macchi ed apporto finanziario
d'importante famiglia industriale di Varesina, i Molina, inizia la produzione di materiale ferroviario e
tramviario. |
Nello stabilimento di Masnago (VA) erano assemblati
gli aerei militari a Sciranna (VA) gl'idrovolanti ed a Valle Olona (VA) erano
prodotti parti di vario genere. Durante il conflitto gli stabilimenti subirono importanti
bombardamenti che arrestarono l'attività sia di produzione sia di riparazione. Una fortunata
coincidenza crea l'occasione,
nel
1950, per rivolgere l'interesse verso le due
ruote. |
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Con
queste motociclette, fin dai primi anni '50 con moto pressoché di serie, l'Aermacchi
partecipò con successo a molte gare di regolarità sia in Italia che all'estero come la
Sei Giorni Internazionale. |
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Queste motociclette furono ampiamente utilizzate negli anni '60, sia ufficialmente sia dai piloti privati, nelle più svariate competizioni, compreso le prove valide per il campionato mondiale di velocità specialmente con l'Ala d'Oro. Nel frattempo
l'Aermacchi-Moto si separa dalla casa madre, che continua a d occuparsi di aeronautica,
per associarsi alla Harley-Davidson. La casa di Milwaukee manca infatti in listino di
motociclette di piccola cilindrata, l'italiana Aermacchi le produce ben
fatte e curate nei
particolari, piccole ma veloci, economiche ma affidabili. |
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Ai fini degli anni '60 l'Harley-Davidson è in seria difficoltà e la dirigenza per non rischiare di essere rilevata, accetta una cessione parziale all'AMF (American Machine and Foundry Corporation) operazione che si conclude nel 1972 e da questo momento le motociclette usciranno dai stabilimenti di Sciranna col marchio AMF Harley-Davidson. Ma per l'azienda varesina non sono anni bui ed è matura per esplorare le cilindrate superiori, nascono quindi la 350GTS e TV, con l'adozione di una nuova testa a soddisfazione di esigenze estetiche, seguono poi lo scrambler 350 SX e la versione sport SS con un nuovo telaio a doppia culla ed il classico monocilindrico orizzontale. |
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Seguendo le nuove tendenza del mercato americano, ma anche in Italia si fanno notare, nel 1973 al salone del Ciclo e motociclo di Milano vengono presentate delle nuove motociclette dotate di motore due tempi. La lubrificazione separata, l'accensione elettronica e cambio a cinque marce, sono le prerogative delle nuove SX175 e 250. Inizia quindi l'era delle piccole custom e il quattro tempi viene definitivamente abbandonato. Le più ambite dai giovanissimi erano la SS con motore da 125cc, 175 e 250, la SST equipaggiata anche con un motore da 350cc e il fuori strada SX350. Con la gestione americana
la produzione a Varese aumenta notevolmente ma i mercati oltre oceano cominciano ad essere
influenzati dalla presenza di moto giapponesi e le scelte sono sempre più condizionate da
una crescente coscienza ecologica. I successi sportivi non aiutano le vendite, nemmeno i
quattro titoli di velocità conquistati tra 1974 e il 1976. Nel frattempo dalla fabbrica
di Varese escono le nuove moto, la MX 250 e la RX 250 sempre con motore a due tempi. Nel 1984 l'importazione delle H-D sarà ceduta a Carlo Talamo (prematuramente scomparso) ed ora la Cagiva fa parte del MV Agusta Group. |