Il patrono di Airola é San Giorgio di Lydda Martire


San Giorgio di Lydda martire

Il 23 aprile é il giorno a lui consacrato e si festeggia religiosamente con una Messa solenne nella Chiesa dell’Annunziata. Dopo la Messa si svolge la storica Processione con la statua di S. Giorgio. Commovente il momento dell'uscita del Santo dalla chiesa: è il Protettore che una volta all'anno esce a salutare e benedire i suoi prediletti. Tutti partecipano, paesani e pellegrini; una Processione di fedeli segue la statua, portata a spalla, per tutte le vie piú importanti del paese. La Processione é accompagnata dalla musica della "banda di Airola" e/o di un'altra banda venuta per l'occasione.

C'é da ricordare che in Piazza Vincenzo Lombardi, dove adesso c'é un piccolo giardino con il Monumento ai Caduti, vi era una Chiesa dedicata a San Giorgio di Lydda Martire; ora non più esistente perché abbattuta in seguito al terremoto del 1980.

Giorgio, originario della Cappadocia, era tribumo militare in Palestina. Convertitosi al cristianesimo, donò ai poveri tutti i suoi averi. Ricevette la profezia di tormenti che sarebbero durati sette anni. Durante la persecuzione dioclezianea fu infatti arrestato e torturato più volte, superando prove inennarabili. Subì quindi il martirio decapitato. Sul luogo della sua tomba a Lydda (Palestina) sorse un santuario già nel IV secolo. Il suo culto, quale patrono dei cavalieri, si sviluppò particolarmente al tempo delle crociate. In questo periodo nacque la leggenda di San Giorgio uccisore del drago, dovuta probabilmente all'errata interpretazione di un'immagine. È patrono dei boy-scouts.

Papa Zaccaria (741-752) trasportò a S. Giorgio in Velabro, con una solenne processione, la reliquia del capo da lui scoperta in Laterano. L’insigne resto, in un busto d’argento donato dal cardinale Annibaldo de Ceccano (m. 1350), fu però custodito anche a S. Pietro in Vaticano. Il 16 gennaio 1408 venne trasferito nuovamente a S. Giorgio in Velabro, dove ancora è visibile il cofanetto che lo contiene nella fenestella confessionis dell’altare maggiore. Nel 1600 fu divisa e una parte donata a Ferrara.

[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]

Per saperne di piú visitate il seguente sito ---> www.santiebeati.it <---

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