Nel 1629 la Duchessa D. Isabella Guevara in Caracciolo, consanguinea di San Carlo Borromeo, introdusse in questa chiesa il culto al Novello Santo. Cosí la vecchia dedicata alla congrega della SS. Croce prese il nome di Chiesa di San Carlo. L'insieme archittettonico é armonizzato da due snelle colonne corinzie che si elevano da un alto basamento e vanno a reggere alla sommitá, un armonioso timpano triangolare.
Il portale, in pietra calcarea, tutto sagomato é coronato nella parte alta da una gustosa nicchia, entro il cui fornice fa spicco l'effige in ceramica di San Carlo Borromeo.
L'interno a nave unica é molto semplice, austero e composto, coronato da un abside con copertura a cupola. Sull'altare a spalliera, un'armoniosa nicchia con colonne corinzie e timpano, contiene un'artistica statua lignea di pregievole fattura.
Una grande tela, riccamente decorata, copre tutta l'aula congregazionale e mette in evidenza nella parte centrale un grosso riquadro dove é rappresentato, con grande forza espressiva il ritrovamento della Croce del Cristo.