Con Mar nero, radiodramma del 1983, con Annamaria Ackermann e Mario Santella e la regìa di Maurizio Vittoria, affronta le lacerazioni morali e la consapevolezza della disfatta sociale provocate dalla camorra sui luoghi e sulle coscienze di un Sud sempre più degradato. Basse frequenze, 1987, con Alessandra Borgia e Rosa Fontanella e la regìa di Fortunato Calvino, racconta la disarmante realtà quotidiana di due giovani aspiranti attrici, divise e accomunate dalle smanie di un successo improbabile e dalle esagerazioni di una mal riposta teatralità. Gli atti unici Signora Clara del 1987, con Tonino Taiuti e Rosa Fontanella e la regìa di Fortunato Calvino, e Una notte d’Italia dell’anno seguente, con Carlo di Majo e la regìa di Francesco De Felice, presentano un tema identico: la condizione esistenziale di un’infelicità senza più desideri, di una ricerca senza sbocco che si riscatta appena in una superstite lucidità d’intenti. Nel primo, un intrigo giallesco fa da sfondo a un breve incontro sentimentale, squallido e incompiuto, che devitalizza le residue velleità della protagonista. Il secondo, invece, è il solitario viaggio ferroviario di un donchisciottesco intellettuale di sinistra che, abbandonato dagli amici e forse dagli ideali, cerca affannosamente di dare tregua e respiro alle incertezze e alle aspettative del suo candido e ingarbugliato microcosmo.
L’inedito Spariglio di Re (Premio “Anticoli Corrado” 1986) è l’impietoso ritratto di una napoletanità decadente e fatua che affossa le proprie energie nello scopone scientifico, come in un rancoroso gioco di massacro, una rinunciataria pratica di vita. Regolamento interno (Premio “Giuseppe Fava” 1989) co-prodotto dal Teatro di Roma e dal Teatro Libero di Palermo, con Lia Chiappara e Renzo Morselli per la regìa di Beno Mazzone, è la vicenda amara di una testimone in un processo di «’ndrangheta» che sceglie sul proprio dolore di madre e nella forzata mistificazione dei suoi diritti il coraggio di ritirarsi e di tenere per sé le verità che la corruzione e la violenza hanno ormai svilito.
Nel 1990 ha vinto il Premio “Teatro e Scienza” con Ricognizione assoluta, ricostruzione drammaturgica delle ultime giornate di vita del matematico napoletano Renato Caccioppoli, in una trasfigurata riflessione sul ruolo dello scienziato e dell’intellettuale italiano negli anni del secondo dopoguerra tra i disinganni, i tradimenti, le imprese eroiche e geniali di una generazione spesso costretta alla solitudine.
Nel 1991 al Teatro Politecnico di Roma è andato in scena con Carlo di Majo e Nino D’Agata e la regìa di Maddalena Fallucchi Acchinson, l’avventura surreale di un barbiere che dialoga col suo unico cliente intorno alle “essenze” qualificative dell’esistenza.
Tra i riconoscimenti si segnalano il Premio “Le Corti - Città di Pagani”, del 1991, per l’impegno civile e quello di “Settembre al Borgo - Città di Caserta”, del 1992, per la drammaturgia. È stato direttore artistico del Teatro Politecnico di Roma dal 1989 al 1991.
Con Carmelo Columbro ha presentato alla “Terza Rassegna di Musica Contemporanea” di Ravello, nel luglio del 1992, due singolari monologhi per voce recitante, La parola che manca e Il respiro delle cose, sperimentando la fusione dei linguaggi verbali e musicali in una articolata drammaturgia analitica e formale. Nel maggio del 1993, a Brescia, il Centro Teatrale Bresciano, diretto da Sandro Sequi, ha realizzato per la regìa di Sara Poli una singolare lettura scenica di Ricognizione assoluta con l’interpretazione di Ermes Scaramelli.
Nel 1999 è stato tra i vincitori del Premio “Napoli in giallo” con un racconto poliziesco, 1799, ambientato negli ultimi giorni della Repubblica Partenopea del 1799. Ancora nel 1999 ha vinto con Anime leggere il Premio “Luigi Antonelli – Castilenti” per un racconto inedito.
Nel 2001 ha presentato a Napoli, per la rassegna “Maggio dei Monumenti” e nell’interpretazione di Armando Desidery sullo scenario naturale di Piazza Riario Sforza, lo spettacolo 3 numeri per la Guglia, storia di un imbonitore astuto e saccente che rivive e ricrea, tra ’600 e ’800, l’arte del raggiro e dell’affabulazione.
Alcuni dei suoi testi sono stati pubblicati dalle maggiori riviste teatrali italiane: Ridotto (Signora Clara nel 1984), Sipario (Regolamento interno nel 1989 con la prefazione di Raffaele La Capria), Hystrio (Ricognizione assoluta nel 1991 con un saggio introduttivo di Giuseppe Rocca).