Che dire dei romanzi se non
leggerli, amarli, conservarli e poi ancora rileggerli per ricordarne i personaggi,
una descrizione, un’atmosfera? Ritrovarsi nelle pagine dei romanzi come nei fogli
di un calendario, a cavallo degli anni, dentro le giornate belle o meno belle;
scoprire che quel famoso film deve la sua storia a un romanzo che non avevamo
mai letto, tenendolo magari ben allineato sulla scansia della nostra preziosa e
intoccabile libreria; riconoscere in un romanzo un tratto della propria
esistenza e della propria storia, personale e pubblica; ricordare e citare con
naturalezza una frase o una battuta perché, così, ci sembra di esserci anche
vissuti in quel romanzo e ricordare i nomi degli autori come per fissarne una
prossimità, un’affinità… tutto questo c’è in un romanzo e tante altre cose che
scopriremo solo leggendoli.
Giovanni Verga Robert Musil Jerome D.Salinger
Divertitevi a scegliere la
risposta giusta…
Ricordo benissimo come fu
che cessai di dipingere.
…
E subito,
meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un
domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino di tè nel quale avevo
lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso
istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse
il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva
dentro di me.
Solenne, paffuto Buck
Mulligan comparve dall’alto delle scale., portando un bacile di schiuma su cui erano
posati in croce uno specchio e un rasoio. Una vestagli gialla, discinta, gli
era sorretta delicatamente sul dietro dalla mite aria mattutina. Levò alto il
bacile e intonò:
- Introibo
ad altare Dei.
Sotto le rosse mura di
Parigi era schierato l’esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in
rivista i paladini. Già da più di tre ore erano lì; faceva caldo; era un
pomeriggio di prima estate, un po’ coperto, nuvoloso; nelle armature si bolliva
come in pentole tenute a fuoco lento.
…
Per
esempio, Fëdor Pavlevič aveva cominciato quasi dal nulla: era un proprietario
dei più modesti, correva a saziarsi alla tavola altrui col gusto particolare
del parassita; tuttavia, poi che fu morto, si venne a sapere che gli avevan
trovato in casa ben centomila rubli in contanti.
Tutti oramai lo chiamavano
don Ciccio.
Lettore beato, che non hai
nulla da fare, puoi ben credermi senza tanti giuramenti se ti dico ch’io vorrei
che questo libro, figliuolo come è del
mio pensiero, fosse il più bello, il più brillante, il più geniale che si possa
immaginare. Ma non ho potuto sfuggire alle leggi della natura, e in natura ogni
cosa ne produce un’altra simile a sé. E quindi che cosa poteva produrre il mio
sterile ed incolto ingegno, se non la storia di un figliuolo secco,
allampanato, strambo, con la testa piena dei più disparati pensieri, mai venuti
in mente a nessuno?
Il dottore
al quale ne parlai mi disse d’iniziare il mio lavoro con un’analisi storica
della mia propensione al fumo:
-
Scriva! Scriva! Vedrà come arriverà a vedersi intero.
…
“Novità?”
gridò lui con la sua voce da sordo.
“Una lettera
di nostro nipote” rispose Alma,
gridando anche lei, e gli porse
una busta bianca rossa e azzurra.
“Una
lettera di Cliff” disse Boyd, contemplando la busta con gli occhi scuri che
brillavano. Sembrava così giovane in quel momento, e aveva settantotto anni.
La spigola,
quell’ombra grigia profilata nell’azzurro, avanza verso di lui e pare immobile,
sospesa, come un reattore quando lo vedi sbucare ancora silenzioso nel cerchio
tranquillo del mattino. L’occhio fisso, di celluloide, il rilievo delle squame,
la testa corrucciata di una maschera cinese – è vicina, vicinissima, a tiro. La
Grande Occasione.
Se ne
stanno sbracati davanti al banco e sulle sedie. Un’altra notte. Un’altra notte tirata
lì dal Greco, pidocchiosa tavolcalda notte-giorno dalle parti della Brooklyn
Armybase. Ogni tanto un cimice o un marina entra per un hamburger e mette in
moto il jukebox, ma è razza quella lì che sceglie solo cacche, dischi cafoni.
Era una
caldissima giornata di luglio. Il Riccetto che doveva farsi la prima comunione
e la cresima, s’era alzato già alla cinque; ma mentre scendeva giù per via
Donna Olimpia coi calzoni lunghi grigi e la camicetta bianca, piuttosto che un
comunicando o un soldato di Gesù pareva un pischello quando se ne va acchittato
pei lungoteveri a rimorchiare.
cheo
istante
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