Suites a
Violoncello Solo
senza Basso
composées
par
Sr. J. S. Bach
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ACUSTICA MUSICALE
Caratteristiche del suono Misure acustiche La scala dei rapporti semplici
SUONO
Si può definire suono la percezione uditiva di vibrazioni dei corpi elastici.
Per introdurre il concetto di vibrazione viene usata l'oscillazione pendolare
A Galilei (1564-1642) si deve la legge sul pendolo. Il Pendolo consiste di un corpo appeso a un vincolo in modo che il sistema può essere posto in oscillazione. Il tempo delle oscillazioni è costante (isocronismo) qualunque sia la loro ampiezza fig. 2 (A-B). Il tempo per compiere un'oscillazione completa è detto periodo, fig. 2 (A-E), il periodo varia secondo la lunghezza del pendolo.
Fig 1
Il sistema viene messo in movimento in base all'energia applicata ad A, e lo spostamento effettuato viene definito ampiezza (A-B) fig. 2. Il ciclo completo per tornare ad A, viene definito periodo (A-E). Al primo periodo ne seguiranno altri di ampiezza decrescente, mantenendo inalterato il tempo per compire un intero periodo (A-E)
La oscillazioni pendolari sono proporzionali alla radice quadrata della lunghezza pendolare fig. 2 (0-A). Per raddoppiare la durata del l'oscillazione deve essere quadruplicata la lunghezza del pendolo.
Fig 2
Ciò che avviene nel movimento pendolare può essere equiparato alle vibrazioni fig. 3, la cui lunghezza d'onda corrisponde al periodo A-E . L'onda acustica si propaga sfericamente tramite l'aria in una serie di compressioni e rarefazioni.
Fig. 3
Fig. 4
Eccitando una corda ventre la vibrazione si propaga in due direzioni opposte che nei punti terminali nodi si rifletteranno in direzioni opposte facendo assumere alla onda l'aspetto simile all'onda sinusoidale.
CARATTERISTICHE DEL SUONO MISURE ACUSTICHE
L'ampiezza dell'onda, v. fig. 3, è determinata dall'intensità del suono che si misura in decibel db.
suono piano
suono forte
Il decibel db rappresenta la decima parte del Bel B, dal nome dello scienziato statunitense A. G. Bell 1847-1922. Il Bell B si riferisce non ad una unità di misura assoluta bensì relativa, che esprime il rapporto tra la potenza del suono P e P0 potenza di riferimento, dove P rappresenta la potenza del suono e P0 rappresenta convenzionalmente la pressione acustica necessaria per raggiungere la soglia di udibilità per la frequenza di 1000 Hz. Il valore di Bell 0 indica la soglia di udibilità. B si definisce come il logaritmo in base 10 del rapporto tra P e P0 . Definizione di logaritmo: log. di un numero reale positivo b è l'esponente x cui bisogna elevare un numero dato a (base) per ottenere b. In simboli x=logab, nei calcoli si usa a=10. La progressione dei decibel è quindi logaritmica 10 100 1000 ... e non aritmetica 1 2 3 ... , quindi se consideriamo due suoni rispettivamente di 1 e 2 decibel il loro rapporto sarà 10/100 e non 1/2. La soglia di udibilità rappresenta la pressione acustica necessaria affinché un suono sia udibile. La soglia del dolore rappresenta la pressione acustica oltre la quale riceviamo una sensazione di dolore.
Il periodo dell'onda è determinato dall'altezza del suono e viene misurato in herz Hz, che indica la frequenza di un suono in un minuto secondo, vibrazioni secondo v/s, cicli secondo c/s . Un suono acuto avrà una frequenza maggiore di un suono basso e quindi un periodo più breve. suono acuto
suono grave
Il suono di riferimento, diapason, è il LA3 che corrisponde a 440 Hz, stabilito dal congresso di Londra del 1931. La frequenza viene espressa con la seguente formula: f=v/l dove f è la frequenza, v é la velocità di propagazione del suono al secondo e lambda l la lunghezza d'onda, Considerando v=340m/s la lunghezza d'onda del diapason di 440 hz sarà: l=v/f l=340/440 l=0,772 Il periodo, lunghezza d'onda, e la frequenza sono inversamente proporzionali: f = 1/l, cioè la lunghezza d'onda l è l’inverso della frequenza f, maggiore è il lunghezza d'onda minore sarà la frequenza e viceversa. es. l = 1/2 secondo, f = 2l /secondo. Con il La 415 herz Hz si ha un'accordatura un semitono sotto rispetto a 440 herz Hz L'uomo percepisce suoni che vanno da 16 a 18000 Hz, sotto i 16 si parla di infrasuoni e sopra i 18000 di ultrasuoni. Il pianoforte ha un'estensione che va da Do0 32,7 Hz al Do7 4186 Hz. Un suono puro è un suono prodotto da un'onda sinusoidale. Il diapason produrre un’onda sonora pura, cioè non emette, insieme all’armonica fondamentale altre armoniche Gli strumenti musicali emettono onde complesse, formate dalla sommatoria di altre armoniche che ne caratterizzano il timbro.
fondamentale (prima armonica)
seconda armonica
terza armonica
quarta armonica L'onda complessa risultante dalle prime quattro armoniche sarà determinata dalla loro somma algebrica.
Quando un'onda di pressione acustica incontra un corpo una parte di essa può essere riflessa, in questo caso la riflessione avrà un angolo uguale a quello di incidenza.
L'effetto d'eco si produce quando la riflessione invece di sommarsi al suono diretto ha una sua riflessione indipendente. Nel nostro organo uditivo la sensazione sonora dura circa 1/10 di secondo, se gli stimoli si presentano ad intervalli minori si sovrappongono, mentre si presentano ad intervalli maggiori ad 1/10 si avranno stimoli separati. http://www.racine.ra.it/ungaretti/labscie/eco.htm Ripetizione di un suono dovuta a riflessione dell'onda sonora da parte di un ostacolo verso l'ascoltatore; è interessante notare che si può verificare il fenomeno dell'eco quando la distanza tra la fonte sonora e la parete è 17 metri o maggiore. Infatti: Velocità del suono nell'aria = 340 m / s Tempo di percezione di n. 2 suoni distinti da parte dell'orecchio (1 / 10) s Perciò 340 (m / s) . 1 / 10 (s) = 34 m 34 m / 2 = 17 m Per evitare questo fenomeno, che a volte può dare origine a un suono confuso e fastidioso, chiamato rimbombo (se pf < 17 m) si utilizzano sulle pareti materiali fonoassorbenti: sughero, polistirolo, tappeti, velluti..... Nota storica: Dionisio, tiranno di Siracusa intorno al IV secolo a.C., si era fatto costruire una grotta con una conformazione che gli permetteva di ascoltare dalle sue stanze le voci dei prigionieri (questa grotta tutt'ora visitabile a Siracusa è nota come "Orecchio di Dionisio"). Anche nella sala delle statue, nella cupola del Campidoglio di Washington, si può ascoltare un buon fenomeno di eco.
Quando tra il suono diretto e quello riflesso non intercorre un sufficiente tempo da permettere un effetto d'eco si ha la riverberazione, che consiste in un prolungamento smorzate dell'effetto diretto. Tale effetto si verifica soprattutto nelle chiese da cui deriva l'espressione effetto cattedrale.
Effetto simile alla riverberazione è il rimbombo in cui si hanno varie esaltazioni dell'effetto diretto.
Un corpo la cui naturale frequenza di vibrazione coincide da quella di un'onda di pressione eccitante entra in vibrazione con essa. Si definisce risuonatore il corpo elastico messo in vibrazione.
Giuseppe Tartini è considerato lo scopritore del terzo suono o suono differenziale. Nell'emissione di due suoni si produce un terzo suono la cui frequenza corrisponde alla differenza delle frequenze dei due suoni principali, tale frequenza corrisponde a quella dei battimenti prodotti dai due suoni.
Quando tra i due suono intercorre un rapporto armonico della serie degli armonici allora anche il terzo suono appartiene a questa serie.
Fenomeno in cui due vibrazioni si sovrappongono l'una all'altra. L'interferenza si manifesta come aumento d'intensità quando si ha concordanza di fase, e come annullamento o diminuzione in opposizione di fase.
Quando due suoni di diversa altezza si trovano in concordanza di fase sommano la loro energia dando luogo al fenomeno di battimenti. Il loro effetto consiste in un serie periodica di rafforzamenti.
Intensità altezza e timbro non sono tra loro indipendenti. Il Phon è unità di misura del livello soggettivo dell'intensità. Per convenzione la scala in phon coincide a quella in decibel per un suono di 1000 Hz, quindi anch'essa procede con progressione logaritmica. Fletcher e Munson hanno individuato sperimentalmente le curve isofoniche lungo le quali viene percepita costante l'intensità di un suono sinusoidale. Si osserva come con il decrescere delle frequenza, rispetto ad un suono di riferimento di 1000 Hz è necessario un aumento di intensità per mantenere costante la percezione dell'intensità. Così, dopo un picco negativo, avviene anche con l'aumentare della frequenza. fig. 5
Il son rappresenta l'unità di misura della sonia, dell'intensità soggettiva di un suono. Un son rappresenta per convenzione un suono di 1000 Hz con intensità di 40 decibel. La scala dei son fu ottenuta per ottenere valori migliori rispetto a quella di phon a cui si riferisce. fig. 6
Con mascheramento si definisce di disturbo prodotto da altri suoni all'ascolto di un suono. La variazione dell'intensità di un suono varia la percezione dell'altezza. La percezione della variazione di altezza non è uniforme per tutte le frequenze, è alta per le frequenze alte e meno alta per quelle basse. La scala dei mel (melodica) indica la relazione tra la frequenza e la percezione sonora. Al raddoppio del numero dei mel corrisponde il raddoppio della percezione di altezza che non corrisponde al raddoppio della frequenza. La scala dei mel progredisce in progressione geometrica con ragione 2. 2 4 8 16 32 ... che corrisponde a 2 22 23...
Unità di misura degli intervalli musicali a base logaritmica ideato da Alessandro Ellis. 1200 cents coprono l’ottava ed il semitono ne vale 100. Un intervallo apprezzabile all’orecchio è intorno a 6 cents. Considerando che il rapporto di ottava è di 2/1 (Il rapporto matematico delle vibrazioni è di 2/1, cioè il numero di vibrazioni di un suono all’ottava è il doppio di quelle del suono base) e che essa è suddivisa in 12 semitoni uguali, il valore del semitono sarà dato dalla (radice dodicesima di 2) √122 = 1,05946=21/12 che darà il rapporto di un Do-Do#.
Quindi il cent divide in cento parti l'intervallo Do-Do#.
La radice centesima del rapporto di semitono,√1001,05946=1,00057776 darà il rapporto di cent. che rappresenta il rapporto fra due frequenze pari a 1 cent e corrisponde alla radice milleduecentesima di 2, √12002, 2(1/1200). Formule di conversione. c= cents r=rapporti di frequenza f=frequenza
La suddivisione in cent dell'ottava forma una scala equalizzata di 1220 "note" il cui reciproco intervallo è di 1 cent.
Formula di Ellis c=log f . 1200/log 2 c = 3986,313714 log10 R r = 2 (C/1200) Queste formule non le ho capite.
Una
corda oltre a produrre il suono fondamentale scinde le proprie vibrazioni in una
serie di suoni detti armonici, le cui frequenze stanno alla frequenza del suono
fondamentale come i numeri 1,2,3,4…n,
stanno ad 1. Furono scoperti (o definiti) da J. Sauveur 1653-1716. Principi
d'acustica e di musica...
Indicazione degli armonici negli strumenti ad arco. Gli armonici naturali si notano con la
nota naturale sormontata da un cerchio o
per gli ottavati con il punto da sfiorare corrispondente
sulla corda
Ripreso da Segugio: http://groups.google.com/groups?hl=it&lr=&selm=rzaue.28362%24b5.1296196%40news3.tin.it&rnum=16
Gli armonici
naturali di un suono sono tutti i multipli interi della sua
Armonici sugli strumenti a corda Thread: armonici archi http://groups.google.com/groups Ripreso da: Dosifeo La corda
sfiorata, a differenza della corda premuta sulla tastiera, si Ripreso da: Marino Lagomarsino Ravel a
volte realizza Un vero e
proprio glissando di fatto è eseguibile solo con gli artificiali.
Ripreso da: Er Lurk Se si parla
di un *effetto* di glissando (copertura continua di tutte le
Ripreso da: CSDCS
LA SCALA PITAGORICA, DEI RAPPORTI SEMPLICI, E TEMPERATA
La
più antica forma di divisione dell’ottava è la scala
pitagorica. Pitagora (isola di Samo 560, Metaponto 480 ca a.C. Metaponto è
una frazione del comune di Bernalda in provincia di Matera in Basilicata. ) filosofo e
matematico greco. Pitagora,
ed i successivi teorici, si avvalsero per i loro studi del monocordo, strumento
formato da una corda tesa tra due ponticelli su di una tavola armonica, tra le
due estremità era inserito un ponticello mobile che permetteva di variare la
lunghezza della corda. Sin
dall’antichità le varie scale sono state ricavate, sia in oriente che in
occidente, all’interno dell’intervallo di ottava. Questo intervallo potrebbe
essere definito come la distanza tra due suoni omologhi di cui uno con frequenza
doppia. Valendosi
del monocordo Pitagora stabilì vari rapporti di lunghezza tra suoni emessi e la
lunghezza di una corda a parità di massa e di volume. Dividendo la corda alla metà della sua lunghezza si ottiene l’ottava superiore con rapporto di lunghezza 1/2, dividendo la corda per i 2/3 (2 parti di 1/3) della sua lunghezza otteniamo la quinta.
Quindi l’ottava e la quinta hanno rapporti
di lunghezza con un suono fondamentale rispettivamente di 1/2 e 2/3. Queste
frazioni indicano i rapporti di lunghezza; dato che il rapporto di frequenza v/s
(numero di vibrazioni al secondo) è inversamente proporzionale al rapporto di
lunghezza, esso sarà dato dai rapporti 2/1 per l’ottava e 3/2 per la quinta.
In altre parole una corda divisa per la sua metà 1/2 e per i suoi 2/3 darà
note la cui frequenza sarà rispettivamente di 2/1 e 3/2 della frequenza
fondamentale della nota data dall’intera lunghezza della corda. La scala pitagorica è basata dai suoni ottenuti tramite la successione delle quinte. Dato un suono fondamentale Do la quinta ascendente SOL sarà data dal rapporto 3/2, la quinta successiva al SOL, RE sarà data dal rapporto, rispetto al suono fondamentale DO: 3/2 • 3/2 = 9/4, /2 per trasportare il suono all’ottava inferiore otteniamo 9/8. Procedendo di quinta in quinta otteniamo i suoni della scala con i rispettivi rapporti di frequenza.
Il totale cromatico è ottenuto nella successione di 5 dal Fab al Si# Dato che nella successione delle quinte ascendenti partendo da Do, non incontriamo il FA, questa nota è ottenuta dalla divisione aritmetica del diapason il cui rapporto è 4/3.
Preso
come base un suono di frequenza 1, i successivi staranno ad esso nei seguenti
rapporti:
Continuando la successione otteniamo la scala cromatica ascendente con #. Sempre partendo da Do la successione delle quinte discendenti darà le note alterate con i b. Fab...-Do - ...- Si#
Il
rapporto di frequenza tra due note si ottiene sottraendo (dividendo) il rapporto
di frequenza della nota precedente
Rapporti tra le note della scala pitagorica
In
questa scala i semitoni cromatici sono leggermente più alti di quelli
diatonici, un do#
sarà più alto
di un reb:
1,0534
1,0678
do--------reb------------re
1,0678 1,0534
do----------do
In ogni modo bisogna tener conto che per l'effetto del temperamento avviene il contrario.
Il semitono cromatico è chiamato ( gr. apotomé), forse composto da Apò
(allontanamento, particella negativa) e tomé - tagliare dividere.
Il semitono diatonico è chiamato limma (o leimma), secondo alcuni dal greco leìche - ein, lambire Rappresenta il semitono diatonico della scala greca o pitagorica il cui rapporto è 256/243 che corrisponde a 1,05369 = 90 cent. Es Si-Do, Do-Reb.
FAb - DOb - SOLb - REb - LAb - MIb - SIb - FA - DO - SOL - RE- LA - MI - SI - FA# - DO# - SOL# - RE# - LA# - MI # - SI#
Esempio: la progressione discendente dei bemolle è individuata nella progressione dei medi aritmetici. FA 4/3, SIb 4/3·4/3 = 16/9.
La scala pitagorica, a differenza della scala zarliniana, che ha interessi teorici ma non ha trovato applicazione nella pratica musicale, è la scala su cui è fondata tutta la prassi musicale.
Da Pitro Righini: L'acustica per il musicista.
Gli intervalli veramente significativi del sistema musicale pitagorico li incontriamo essenzialmente nella scala diatonica (...) dove si può riscontrare una spontanea gravitazione della nota risolvente sulla nota risolutiva (nell'esempio: Mi verso Fa e il Si verso Do), che soddisfa l'udito al livello musicale. Solamente un forte richiamo proveniente da una consistente struttura dell'armonia può temperare questa spontanea tendenza ad allargare un poco l'intervallo che precede la risoluzione. A questo punto è evidente che si delinea un certo contrasto tra le esigenze della melodia e quelle dell'armonia. Le consonanze greche erano infatti ridotte ai soli rapporti di ottava, di quinta e di quarta, che ritroviamo nelle stesse proporzioni nella scala zarliniana. Gli intervalli di terza e sesta erano considerate dissonanti e in effetti lo erano veramente, poiché la progressione delle quinte (base del sistema greco) comporta un graduale continuo allargamento degli intervalli, che già il terzo termine (Do - Sol, Sol - Re, Re - La) fa ritrovare una eccedenza di ben 22 cent rispetto alla stessa nota La della scala naturale. Infatti la progressione greca (3/2∙3/2∙3/2) produce 27/16 contro 5/3 che è il rapporto del medesimo intervallo (Do - La) nella scala naturale (27/16:5/3 = 81/80; in cent 906-884=22.) (...) Uno scarto della stessa grandezza rispetto alla giustezza dell'armonia è presente in tutti gli intervalli di terza e sesta della scala greca. La scala greca ha avuto vita bimillenaria ed è caduta a poco a poco in disuso col progredire della polifonia, il cui sviluppo trovava un freno nelle durezze d'armonia che la scala stessa inevitabilmente comportava. (...) Ma è soprattutto a Zarlino che si deve la definizione precisa e il successo della scala naturale. La teoria di questa scala fondata sulle consonanze perfette e sui rapporti che la distinguono, trovò successiva conferma scientifica quando G. Sauver nel 1701 pose in termini fisici la teoria dei suoni armonici da lui sperimentalmente accertati.
Arisatossemo IV sec a.c. e Didimo I sec. d.c. erano conosciuti i rapporti semplici che identificano l'accordo maggiore. La quinta individuata col medio armonico diapente individuata dal rapporto 3/2 e la quarta, medio aritmetico individuata dal rapporto 4/3.
La quinta individuata sulla nota generatrice del diapason Do, quella sul medio armonico Sol, e quella sul medio aritmetico Fa
Do-Sol
Sol-Re
Fa-Do
possono essere a loro volta suddivise armonicamente nel ditono e semidito, terza maggiore e minore individuate rispettivamente nei rapporti 5/4 e 6/5.
[-121-] [Zarlino, Le istitutioni harmoniche, 121; text: Diapason. Dupla. Diapente. Sesquialtera. Ditono. Semiditono. Diatessaron. 30, Sesquiquarta, 24, Sesquiquinta, 20, Sesquiterza, 15] [ZAR58IH2 17GF]
Do-Mi.Sol
Sol-Si-Re
Fa-La-Do
Come si vede abbiamo già individuato tutti i gradi diatonici della scala.
E' con Zarlino che se ne ha la precisa definizione.
La prima forma di divisione del diapason è rappresentata dal medio armonico.
Zarlino Gioseffo Le istitutioni harmoniche Parte 1 (1558)
LA DIVISIONE, ouero Proportionalità harmonica si fa, quando tra i termini di alcuna proportione si hà collocato vn Diuisore in tal maniera, che oltra le conditioni toccate nel capitolo 35. tra i termini maggiori si ritrouino le proportioni maggiori, et tra li minori le minori: propietà che solamente si ritroua in questa proportionalità; la quale è detta propiamente Mediocrità: imperoche ne i suoni, la chorda mezana di tre chorde tirate sotto la ragione delli suoi termini, partorisce con le sue estreme chorde quel soaue concento, detto Harmonia.
Come si vede dalla figura sopra ed in basso, il medio armonico (cadenza armonica o autentica) che divide l'ottava è rappresentato dalla diapente (attraverso la quinta) e la diatessaron (attraverso la quarta) definiti dalla proporzione numerica 6-4-3. Cioè la diapente dalla proporzione numerica 6-4, sequialtera (le metà [2] in più dell'altra [4][cioè 6]); e la diatessaron dalla proporzione numerica 4-3, sesquiterza (le metà [sempre riferito al rapporto3-2, cioè 1] in più dell'altra [3][cioè 4]).
SESQUI
Quindi la cadenza autentica è rappresentata dal salto di 4 ascendente, diatessaron o di 5 discendente, diapente della dominante V grado. La triade sul V grado determina, dato anche l'apposto della sensibile tonale ascendente, in modo chiaro la tonalità, amplificandola con la settima l'affermazione tonale è ancor maggiore per l'apporto della sensibile modale discendente.
La formazione della scala maggiore per divisione armonica. Zarlino Gioseffo Le istitutioni harmoniche Parte 2 (1558)
Come si può vedere il diapason Do-Do (ottava) è suddiviso armonicamente nella sua diapente Do-Sol (quinta) e nel suo diatessaron Sol-Do (quarta).
La diapente a sua volta è suddivisa armonicamente nel ditono (terza maggiore) e nel suo semiditono (terza minore)
text: Diapason. Dupla. Diapente. Sesquialtera. Ditono. Semiditono. Diatessaron. 30, Sesquiquarta, 24, Sesquiquinta, 20, Sesquiterza, 15]
text: DIAPASON, Diuisione harmonica della Diapason nelle sue parti. Diapente. Diatessaron. Ditono. Semiditono. Tuono maggiore, Tuono minore, Semituono maggiore, 180, Sesquiottava, 160, Sesquinona, 144, Sesquiquindecima, 135, 120, 108, 96, 90, Tetrachordo Diatonico sintono di Tolomeo
Si può dedurre che gli intervalli consonanti nella teoria Zarliniana derivino dal senario.
[Zarlino, Le istitutioni harmoniche, 25; text: Numeri, Sonori, ouero, Harmonici.
Diapason, Diapason con il ditono, Diapason diapente, Disdiapasondiapente,
Disdiapason con il Ditono. Disdiapason. Diapente. 1, 2, 3, 4, 5, 6, Semiditono.
Ditono. Diapason con il ditono. Essachordo maggiore.] [ZAR58IH1 03GF]
[Zarlino, Le istitutioni harmoniche, 26; text: NVMERI, SONORI, 1, Diapason. 2,
Diapente. 3, Diatessaron. 4, Ditono. 5, Semiditono. 6, 8, Tuono maggiore. 9,
Tuono minore. 10, 12, 15, Semituono maggiore. 16, 18, 20, 24, Semituono minore.
25, 30, 36] [ZAR58IH1 03GF]
Nonostante non si debba confondere la teoria zarliniana con i rappoti relativi ad i suoni armonici, possiamo vedere come coincidano quelli che formano l'accordo perfetto maggiore.
La
scala dei rapporti semplici e di Zarlino,
si basa sulle seguenti relazioni:
Le note di questa scala sono ottenute secondo la seguente progressione aritmetica di rapporti semplici 1(fondamentale) 2/1,3/2,4/3,5/4,6/5 e da interpolazioni tra loro. Stabilito come valore 1 la lunghezza della corda della nota fondamentale, l’ottava sarà data dalla metà 1/2 della sua lunghezza, la quinta da 1/3, la terza da 1/5, trasportando tali note all’ottava relativa otteniamo i valori 2/3 quinta, 4/5 terza, ricordando che il rapporto di frequenza è l’inverso di quello di lunghezza, otteniamo i valori della tabella precedente. Gli intervalli mancanti vengono ottenuti con delle interpolazioni.
E sempre ricordando:
L'impostazione teorica zarliniana, per la verità, vede gli intervalli non tanto come somma di altri intervalli, ma come ottenuti per divisione armonica di intervalli più grandi. Ad esempio, dall'ottava per divisione armonica si ottengono la quinta più la quarta, mentre dalla quinta per divisione armonica si ottengono la terza maggiore più la terza minore; possiamo rilevare che: Ottava = 2/1; Sesquialtera o Quinta giusta = 3/2 (suono armonico naturale portato vicino al fondamentale); Sesquiterza o Quarta giusta = 4/3 (ottava - quinta = 2/(3/2); Sesquiquarta o Terza maggiore = 5/4 (rapporto semplice trasportato di due ottave); Sesquiquinta o Terza minore = 6/5 (quinta - terza maggiore = (3/2)/(5/4); Seconda = (quinta - quarta = 9/8); Super 2 parz. terza o Sesta maggiore = (quarta + terza maggiore = 5/3) (Ottava - terza minore); Settima = (quinta + terza maggiore = 15/8); Semitono cromatico = (tono minore - semitono diatonico = (10/9)/(16/15) = 25/24); Sesquiottava o Tono maggiore = 9/8 (quinta - quarta = (3/2)/(4/3); Sesquinona o Tono minore = 10/9 (terza - seconda = (5/4)/(9/8).
Il
rapporto di frequenza tra ciascuna nota e la precedente sarà:
In questa scala troviamo due intervalli di tono diversi, 9/8 detto tono grande e 10/9 detto tono piccolo la differenza di altezza tra tono grande e tono piccolo 9/8 : 10/9 = 81/80, corrispondente a 22 cent, comma sintonico o di Didimo.
La scala pitagorica e dei rapporti semplici a confronto:
Le alterazioni cromatiche della scala naturale, sia per i diesis che per i benolle, si ottengono dal rapporto che intercorre tra la terza maggiore e la terza minore:
Do-Mi e Mi-Sol, 5/4:6/5 = 25/24, 70 cent
Per esempio: Re# corrisponde al rapporto 9/8 del RE moltiplicato il rapporto di semitono 25/24 = 75/64, mentre il rapporto del semitono diatonico non alterato MI -FA e SI - DO è di 16/15.
Il comma sintonico si trova confrontando la scala naturale zarliniana con quella pitagorica. Notiamo che tra i MI, LA e SI una piccola differenza, il loro rapporto: 81/64:5/4 = 81/80; 27/16:5/3 = 81/80; 243/128:15/8 = 81/80; rappresenta il comma sintonico o di Didimo.
Questo comma è ottenuto anche dal rapporto tra tono grande e tono piccolo della scala dei rapporti semplici. In questa scala troviamo due intervalli di tono diversi, 9/8 detto tono grande e 10/9 detto tono piccolo la differenza di altezza tra tono grande e tono piccolo 9/8 : 10/9 = 81/80, corrispondente a 22 cent, comma sintonico o di Didimo.
Il rapporto tra il comma pitagorico e quello sintonico produce lo schisma: [(3/2)12/(2/1)7] / [(3/2)4/(2/1)2/(5/4)] = 32805/32768
Es. Il La3 corrisponde a 440 herz,Hz, la frequenza del La#3 corrisponde a: 440•12√2 = 440•1,059463 = 446 Hz.
la frequenza del Lab3 corrisponde a: 440/12√2 = 440/1,059463 = 415 Hz.
Va precisato che i semitoni sono in progressione
geometrica in ragione
Schema dei rapporti di frequenza tra le varie scale ed i suoni armonici partendo da una nota base di frequenza 1.
La lunghezza della corda è data dall'inverso della
sua frequenza:
Il temperamento
Tabella comparativa. I colori verde e blu indicano rispettivamente valori maggiori e minori rispetto alla scala temperata.
Legenda SOL: S. T. E. SOL: S.R.S. sol: S.P. III: A.
nota:
alcuni dati non sono stati verificati, sono gradite correzioni e critiche.
Definizione di logaritmo: log. di un numero reale positivo b è l'esponente x cui bisogna elevare un numero dato a (base) per ottenere b. In simboli x=logab, nei calcoli si usa a=10.
I semitoni della scala equalizzata sono in
progressione logaritmica in ragione
La suddivisione in cent della scala equalizzata rappresenta una scala i
cui intervalli sono dati da
Intensità L'ampiezza dell'onda, v. fig. 3, è determinata dall'intensità del suono che si misura in decibel db.
Il decibel db rappresenta la decima parte del Bel B, dal nome dello scienziato statunitense A. G. Bell 1847-1922. Il Bell B si riferisce non ad una unità di misura assoluta bensì relativa, che esprime il rapporto tra la potenza del suono P e P0 potenza di riferimento, dove P rappresenta la potenza del suono e P0 rappresenta convenzionalmente la pressione acustica necessaria per raggiungere la soglia di udibilità per la frequenza di 1000 Hz. Il valore di Bell 0 indica la soglia di udibilità. B si definisce come il logaritmo in base 10 del rapporto tra P e P0 . La progressione dei decibel è quindi logaritmica 10 100 1000 ... e non aritmetica 1 2 3 ... , quindi se consideriamo due suoni rispettivamente di 1 e 2 decibel il loro rapporto sarà 10/100 e non 1/2.
La frequenza viene espressa con la seguente formula: f=v/l dove f è la frequenza, v é la velocità di propagazione del suono al secondo e lambda l la lunghezza d'onda, Considerando v=340m/s la lunghezza d'onda del diapason di 440 hz sarà: l=v/f l=340/440 l=0,772 Il periodo, lunghezza d'onda, e la frequenza sono inversamente proporzionali: f = 1/l, cioè la lunghezza d'onda l è l’inverso della frequenza f, maggiore è il lunghezza d'onda minore sarà la frequenza e viceversa. es. l = 1/2 secondo, f = 2l /secondo. Con il La 415 herz Hz si ha un'accordatura un semitono sotto rispetto a 440 herz Hz L'uomo percepisce suoni che vanno da 16 a 18000 Hz, sotto i 16 si parla di infrasuoni e sopra i 18000 di ultrasuoni. Il pianoforte ha un'estensione che va da Do0 32,7 Hz al Do7 4186 Hz.
Proprietà delle potenze
http://it.wikipedia.org/wiki/Potenza_(matematica) In matematica la potenza è un' operazione che associa ad una coppia di numeri a e n - detti rispettivamente base ed esponente - il numero dato dalla moltiplicazione di a per sé stesso iterata per n volte:
an = a•a•a•...a (n volte)
in questo contesto a può essere un numero intero, razionale o reale mentre n è un numero intero positivo.
esempi:
32 = 3•3 = 9 (1/2)3 = 1/2•1/2•1/2 = 1/8
L'operazione si estende ad n = 0 ponendo per ogni a ≠ 0
a0 = 1
e ad n negativi ponendo
a-k = 1/ak
Proprietà
Le seguenti proprietà sono di immediata verifica nel caso in cui gli esponenti sono numeri interi positivi:
Il prodotto di due potenze aventi la stessa base, è una potenza avente per base la stessa base e come esponente la somma degli esponenti.
an+am = an+m
Il quoziente di potenze aventi la stessa base è una potenza avente la stessa base dei fattori e come esponente la differenza tra l'esponente del dividendo e l'esponente del divisore
an/am = an-m
La potenza di una potenza è una potenza in cui la base rimane la stessa e l'esponente è dato dal prodotto degli esponenti:
(an)m = an•m
Il prodotto di potenze con lo stesso esponente é una potenza che ha per esponente lo stesso esponente e per base il prodotto delle basi:
an•bn = (a•b)n
Il quoziente di potenze con lo stesso esponente é una potenza che ha per esponente lo stesso esponente e per base il quoziente delle basi:
an/bn = (a/b)n
Qualsiasi potenza con esponente 1 è la base.
b1 = b
La potenza : 00 è priva di significato!
Notiamo che la definizione a0 = 1 risulta ora più comprensibile poiché è consistente con le proprietà appena viste, infatti:
an/am = an-m = a0 = 1
E lo stesso vale per la definizione di a − k, infatti:
a-x = a0-x = a0/ax = 1/ax
Radici ed esponenti frazionari
Dato un numero a positivo si chiama radice n-esima di a quel numero positivo b tale che bn = a, tale numero si indica con
√n a
Da questa definizione si ha subito che
(n√ a)n = a
quindi è ragionevole (in virtù delle proprietà delle potenze) porre
a1/n = n√ a
in questo modo le proprietà delle potenze sono ancora rispettate, infatti
(a1/n)n = a1/n•n = a1 = a
come avveniva per la radice n-esima.
Più in generale la definizione di potenza può essere estesa ulteriormente consentendo all'esponente di essere un numero razionale x/y se si pone:
ax/y = y√ax
Rapporto tra decimali e comma
C = comma sintonico = d 1,01250, = c 21,50. logC = 0,0053950318 log. di un numero reale positivo b è l'esponente x cui bisogna elevare un numero dato a (base) per ottenere b. In simboli x=logab, nei calcoli si usa a = 10. Cd = comma pitagorico o ditonico = d 1,0133364, = c 23,45 d = decimali4 n/n' = frazione di comma, 1/1, 1/2, ... etc.
c = C•n/n'
oppure
c = Cd•n/n'
es. per un valore di 2/43 di comma sintonico c = 21,50 • 2/43, c = 1.
Rapporto tra decimali e comma
es. volendo calcolare il valore decimale del comma sintonico, n/n' = 1, avremo:
d = 10 logC•n/n', d = 100,0053950318•1/1, d = 1,01250
Intervalli
Da un punto di vista matematico l'intervallo rappresenta la differenza di altezza tra due grandezze rappresentanti due note.
Sappiamo che l'intervallo di ottava rappresenta due suoni di cui il secondo è strutturalmente uguale al primo ma con frequenza doppia rispetto al secondo. Se il primo suono ha frequenza 1 la sua ottava avrà frequenza 2 e l'ottava successiva avrà frequenza 4. Se volessimo trovare l'intervalla tra la seconda ottava e la prima dovremmo sottrarre al rapporto 4/1 il rapporto 2/1
Si nota come il doppio di una frequenza procede con una progressione geometrica
http://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_geometrica In matematica, una progressione geometrica o successione geometrica (detta tal volta, impropriamente, anche serie geometrica, vedi sotto) è una successione di numeri tali che il quoziente tra due elementi consecutivi è sempre uguale a un numero costante, detto ragione della successione.
2 - 4 - 8 potenze di due (2 - 22 - 23) e non aritmetica
http://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_aritmetica
In matematica, una progressione aritmetica è una successione di numeri tale che
la differenza di due membri consecutivi qualsiasi è una costante. Tale
differenza comune è detta ragione della progressione. Per esempio, la
successione 3, 5, 7, 9, 11, ... è una progressione aritmetica di ragione 2.
Primo termine della progressione 2, ragione 2, il secondo termine della progressione sarà:
2 - 4 - 6
Dato che sia nei rapporti di frequenza espressi in frazioni od in numeri decimali la somma e la sottrazione corrispondono alla moltiplicazione ed alla divisione dei rapporti avremo: (4/1)/(2/1 ) = 2 che corrisponde al valore della prima ottava.
Per esempio se all'intervallo di ottava 2/1 volessimo sottrarre o sommare l'intervallo di quinta espresso dalla frazione 3/2 avremo per la sottrazione: (2/1)/(3/2) = 4/3 che rappresenta il valore di quarta e per la somma: (2/1)•(3/2) = 3 che rappresenta il valore della dodicesima (quinta all'ottava superiore). Espresso in decimali: 2•1,5 = 3
Il rivolto di un intervallo si ottiene così: es. nella scala zarliniana la terza maggiore Do-Mi è data dal rapporto 5/4, l'inverso di questo intervallo sarà 4/5 Do-Lab, portato all'ottava alta avremo 2•4/5 = 8/5
Questa tabella è stata ripresa da:
Le proporzioni, secondo la teoria antica che Zarlino fa propria, sono tutte classificabili all'interno dei seguenti 5 generi (tutte le variabili indicano interi positivi):
LICHANOS
second highest tetrachord note; (lychanos/lichanos)
SUPERPARTICOLARE
Intervallo espresso da frazioni in cui il numeratore supera di una unità il denominatore:
3/2 - sesquialtera - quinta 4/3 - sequiquarta - terza maggiore 5/4 - sesquiquarta - 5/4 - terza minore zarliniana 6/5 - sesquiquinta - 6/5 - terza maggiore zarliniana
http://www.initlabor.net/musicaeriti/bianchini-intervalli.html
I pitagorici in particolare consideravano razionali gli
intervalli in rapporto superparziale, cioè quelli che derivano dalla formula
(a+1)/a, come la quarta: 4/3, che è come scrivere (3+1)/3 e la quinta 3/2;
Intervallo derivato dall'espressione (a+1)/a: come la quarta 4/3 che corrisponde a (3+1)/3 e la quinta 3/2 a (2+1)/2.
Indica l'esacordo maggiore, sesta maggiore (Gioseffo Zarlino Le istitutioni harmoniche, terza parte cap. 20)
VENENDO Hora a quelli, che hanno le forme loro tra le
proportioni del genere Superpartiente, dico, che lo Essachordo maggiore hà la
sua forma dalla proportione Superperbipartiente terza, la quale è la prima
proportione di questo genere, tra questi termini radicali 5 et 3. Et benche
questo interuallo non si possa chiamare assolutamente Semplice, se non ad vn
certo modo: percioche gli estremi della sua proportione possono esser tramezati
dal numero Quaternario, in cotal maniera 3. 4. 5; et lo potemo dire composto
della forma della Diatessaron, et della forma del Ditono
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