Suites a

 

Violoncello Solo

 

senza Basso

 

composées

 

par

 

Sr. J. S. Bach

 

Maitre de Chapelle

 

 

 

MOZART

 

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INDICE

 

Antifona K 86

 Sonata K.331

Concerto per pf e orch K 488

Die Zauberflöte K  620

 

Requiem K 626

La partitura originale

Introitus

Requiem

Kyrie

Sequenza

Tuba mirum

Lacrimosa

Agnus Dei

Communio

 

Variazioni

 

Fughe

 

Epistolario

Primo viaggio in Italia

Secondo viaggio in Italia

Terzo viaggio in Italia

Catalogo tematico di Mozart

 

ARGOMENTI

La fuga

Vienna, 20 Aprile 1782

 

 

 

 

Antifona K 86  Quaerite primum regnum Dei

 

Prova  che Mozart sostenne per entrare nell'Accademia Filarmonica di Bologna, consistente ne  comporre un  mottetto nello stile contrappuntistico severo su un tema gregoriano

 

 

 

Autografo mozartiano

 

Partitura mozartiana

 

 

 

 

Autografo dello studio di Padre Martini

 

 

 

 

 

 

Copia ufficiale di Mozart dell'autografo di Padre Martini

 

 

Copia ufficiale di Mozart

 

 

 

SONATA K.331

Terzo movimento Rondò Alla turca

 

^

 

 

 

 

CONCERTO pf  e orch K 488

 

http://www.istitutovarrone.it/documenti/10_d.doc


Schema del primo movimento del concerto per pianoforte e orchestra K 488

 - Esposizione orchestrale: 1° tema - episodio di transizione - 2° tema - episodio di chiusura.
 - Riesposizione con il pianoforte: 1° tema - «tutti» di transizione - 2° tema - «tutti» di chiusura.
 - Sviluppo: elaborazione del materiale precedente e materiale nuovo con modulazione ai toni lontani.
-  Ripresa: come nella riesposizione ma con ambedue i temi nella stessa tonalità.
 - Coda: cadenza del pianoforte e «tutti» di chiusura.
 

 

 

 

^

 

 

 

 

DIE ZAUBERFLÖTE K  620


Dies Bildniß ist bezaubernd schön
Wie noch kein Auge je geseh'n!
Ich fühl es, wie dies Götterbild
Mein Herz mit neuer Regung füllt
Questo ritratto è talmente bello,
che nessuno ne ha visto un altro simile
Sento come tale immagine divina
riempia il mio cuore di un nuovo sentimento

Dieß Etwas kann ich zwar nicht nennen;
Doch fühl' ichs hier wie Feuer brennen.
Soll die Empfindung Liebe seyn?
Ja, ja! die Liebe ist's allein. –
Questo qualcosa non so invero come chiamarlo
eppure lo sento qui bruciare come fuoco.
Potrebbe essere amore tale sensazione
 Sì, sì, non è che amore.

O wenn ich sie nur finden könnte!
O wenn sie doch schon vor mir stände!
Ich würde -- würde -- warm und rein -
Was würde ich! -- Sie voll Entzücken
An diesen heißen Busen drücken,
Und ewig wäre sie dann mein.
Oh, se potessi trovarla!
Oh, se ella fosse già dinanzi a me!
Io farei - farei -- ardente e puro
Cosa farei? - Tutto estasiato
la stringerei a questo petto infuocato
e così sarebbe eternamente mia.
  
 

 

REQUIEM K 626

 

Noi ti abbiamo preceduto oltre la soglia

 che tu temi come nessun'altra. 

Ma ascolta come ci sentiamo liberi nel nostro canto.

(Hermann Conen) 

 

 

Andrea Lippi - Acheronte

 

Il Requiem di Mozart rappresenta una delle opere più alte dell'animo umano; un'opera senza confini, che racchiude in sé un qualcosa di assoluto. Esso spiega il suo canto e le sue grida come una luce su quei volti attoniti e atterriti nel tentativo di ricondurre ad una dimensione umana il mistero della morte.

 Strutturato nella forma della liturgia cattolica, non coinvolta dalla riforma luterana che prevedeva l'uso della lingua tedesca, liberato da esigenze religiose, è assurto, nell'ideale continuità culturale, a composizione di alta religiosità. 

 

 

 

 

LA PARTITURA ORIGINALE

 

 

Da Mozart di Alfred Eistein ed. Ricordi:

 

Questa Messa fu scritta da Mozart su commissione, ma pare che gli non abbia mai conosciuto colui che gliel'aveva ordinata. Si trattò di un certo Conte Franz Walsegg zu Stuppach, musicista dilettante, che per adornarsi di piume prese a prestito, soleva fare seguire nel suo castello e nella sua cappella, opere di altri compositori che egli spacciava per sue. Avendo perduto la moglie qualche anno prima, inviò il suo amministratore Leutgeb da Mozart, incaricandolo di comporre il lavoro. Mozart lo iniziò abbozzando circa quaranta pagine della partitura, ma poi fu costretto ad interrompere il lavoro per dedicarsi alla Clemenza di Tito e al Flauto magico. Riuscì a portare a termine soltanto il Requiem e il Kyrie; le sette sezioni del Dies irae fino all'Ostias vennero semplicemente abbozzate, vennero cioè scritte in partitura e le parti per voci e il basso, con annotazioni per la strumentazione. Gli ultimi tre tempi mancano completamente. Per tema che, non consegnando il manoscritto completo, il cliente non solo non pagasse il resto della somma dovuta, ma pretendesse che gi venisse restituito il denaro versato, la vedova si rivolse a Joseph Eybler e ad altri musicisti perché completassero il lavoro, e infine a Sussmayer. Sussmayer accettò l'offerta; cominciò a copiare quello che Mozart aveva solamante abbozzato e vi inserì la strumentazione mancante nella maniera che gli parve più conforme alle intenzioni di Mozart. Secondo quanto asserì egli stesso, Sussmayr compose poi la chiusa del Lacrimosa, il Sanctus, il Benedictus e l'Agnus Dei e riprese la Fuga del Kyrie colle parole "Cum Sanctis". Il lavoro così completato venne poi... consegnato al cliente. Kostanze sostenne la propria versione della disonesta faccenda il più a lungo possibile, finché l'onesto Sussmayer non chiarì la situazione in una lettera (8 febbraio 1800) a Breitkopf & Hartel.    

 

 

 

Lettera di Franz Xaver Süssmayr (1766 Schwanenstadt, September 17 1803 Vienna) all'editore Breitkopf & Härtel 8 febbraio 1800.

 

 Miei signori!

la vostra gentile lettera del 24 gennaio mi ha procurato il più grande piacere, (...) Per il "Requiem" [Introito] col "Kyrie", il "Dies irae" [Sequenza] e il "Domine Jesu Christe" [Offertorio] Mozar ha portato a termine completamente le quattro parti vocali e il basso numerato; ma per l'orchestrazione solo di tanto in tantone ha indicato il motivo. Nel "Dies irae" [Sequenza]  l'ultimo verso messo in musica era "qua resurget ex favilla" [judicandus homo reus]; per il resto il suo lavoro per il resto il suo lavoro era nello stesso satato delle sezioni precedenti. Io ho ultimato. Io ho ultimato completamente il "Dies irae"a partire da l verso "judicandus homo reus", eccetera. il "Sanctus", il "Benedictus" e "L'Agnus Dei" sono tutti costruiti ex novo da me: mi sono permesso soltanto, per conferire per conferire all'opera maggiore uniformità, di ripetere la fuga del "Kyrie", al verso "Cum sanctis", eccetera. (...)

 

 

 

 

 

 

Glossario

Ordinarium

Rappresenta le parti comuni a tutte le messe, esclusa  quella della settimana santa. Si compone di: Kyrie, Gloria, (esclusa la Quaresima) Credo, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei. Nel Requiem sono esclusi il Gloria ed il Credo.

Proprium

E' formato dalle cosiddette parti variabili, legate alla ricorrenza liturgica e si compone di: Introitus, Graduale, Versetto alleluiatico o Tratto nella Quaresima e nel Requiem, Sequenza, Offertorio, Comunione.

Introitus

Appartiene al proprio della Messa. Nella messa da Morto è rappresentato dal Requiem.

Offertorio

Appartiene al proprio, varia a secondo del tipo di messa. Rappresenta l'offerta del pane e del vino.

Sequenza Dies irae

Rappresenta una delle cinque sequenze della liturgia, è inserita nel Requiem ed è costituita da: Dies irae, Tuba mirum, Rex tremendae, Recordare, Confutatis, Lacrimosa. La forma attuale si deve a Tommaso da Celano, composta da strofe di tre versi di ottonari.

Salmo

Il libro dei Salmi è un libro dell'Antico Testamento, contiene una raccolta di inni e canti

Versetto

I salmi sono composti di vari versetti, di cui quello introduttivo ne attribuisce l'autore o descrive le circostanze per le quali furono composti.

Antifona

L'antifona è una frase, solitamente un verso di un salmo che viene ripetuto.

 

 

Struttura dell'opera

 

I. Introitus

1. Requiem aeternam

II. Kyrie

III. Sequentia

1. Dies irae
2. Tuba mirum
3. Rex tremendae
4. Recordare
5. Confutatis
6. Lacrimosa

IV. Offertorium

1. Domine Jesu
2. Hostias

V. Sanctus

VI. Benedictus

VII. Agnus Dei

VIII. Communio

1. Lux aeterna
 

 

 

Requiem

Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus, Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Jerusalem;
exaudi orationem meam,
ad te omnis caro veniet.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.

Requiem

L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua.
Si innalzi un inno a te, o Dio, in Sion,
e ti si renda grazie in Gerusalemme;
esaudisci la mia preghiera,
a te verranno tutti i corpi.
L'eterno riposo dona loro, Signore,
e splenda ad essi la luce perpetua
.

 

Kyrie

Kyrie eleison,
Christe eleison,
Kyrie eleison.

Kyrie

Signore pietà,
Cristo pietà,
Signore pietà.

Sequentia

Dies irae, dies illa
solvet saeclum in favilla,
teste David cum Sybilla.


Quantus tremor est futurus,
quando judex est venturus,
cuncta stricte discussurus.

 

Tuba mirum spargens sonum
per sepulchra regionum,
coget omnes ante thronum.

 

Mors stupebit et natura,
cum resurget creatura,
judicanti responsura.

 

Liber scriptus proferetur,
in quo totum continetur,
unde mundus judicetur.

 

Judex ergo cum sedebit,
quidquid latet apparebit,
nil inultum remanebit.

 

Quid sum miser tunc dicturus,
quem patronum rogaturus,
cum vix justus sit securus?

 

Rex tremendae maiestatis,
qui salvandos salvas gratis,
salva me, fons pietatis.

 

Recordare Jesu pie,
quod sum causa tuae viae,
ne me perdas illa die.


Quaerens me sedisti lassus,
redemisti crucem passus;
tantus labor non sit cassus.


Juste judex ultionis,
donum fac remissionis
ante diem rationis.


Ingemisco tamquam reus,
culpa rubet vultus meus:
supplicanti parce, Deus.


Qui Mariam absolvisti,
et latronem exaudisti,
mihi quoque spem dedisti.


Preces meae non sunt dignae,
sed tu, bonus, fac benigne,
ne perenni cremer igne.


Inter oves locum praesta,
et ab haedis me sequestra,
statuens in parte dextra.

 

Confutatis maledictis,
flammis acribus addictis,
voca me cum benedictis.

 

Oro supplex et acclinis,
cor contritum quasi cinis,
gere curam mei finis.

 

Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus.
Pie Jesu Domine,
dona eis requiem!
Amen!

Sequenza
Giorno d'ira, quel giorno
distruggerà il mondo nel fuoco,
come affermano Davide e la Sibilla.


Quanto terrore ci sarà,
quando verrà il giudice,
per giudicare tutti severamente.

 

Una tromba che diffonde un suono meraviglioso
nei sepolcri di tutto il mondo,

chiamerà tutti davanti al trono.


La morte e la natura stupiranno,
quando la creatura risorgerà,

per rispondere al giudice.


Verrà aperto il libro,
nel quale tutto è contenuto,

in base al quale il mondo sarà giudicato.


Non appena il giudice sarà seduto,
apparirà cio che è nascosto,

nulla resterà ingiudicato.


E io che sono misero che dirò,
chi chiamerò in mia difesa,
se a mala pena il giusto è tranquillo?

 

Re di tremenda maestà,
tu che salvi per tua grazia,
salva me, o fonte di pietà.

 

Ricordati, o Gesù pietoso,
che sono il motivo della tua via,
non perdermi, quel giorno.

 

Ti sedesti stanco di cercarmi,
mi hai salvato morendo in croce;
fa' che tanta fatica non sia inutile.

 

O giudice che punisci giustamente,
donaci la remissione dei peccati
prima del giorno del giudizio.

 

Piango in quanto colpevole,
il mio volto arrossisce per la colpa:
risparmia chi ti supplica, o Dio.

 

Tu che hai assolto Maria Maddalena,
e hai esaudito il ladrone,
hai dato speranza anche a me.

 

Le mie preghiere non sono degne,
ma tu, buono, fa benignamente,
che io non bruci nel fuoco eterno.

 

Dammi un posto tra gli agnelli,
allontanami dai capretti,
ponendomi alla tua destra.

 

Confusi i maledetti,
gettati nelle vive fiamme,
chiama me tra i benedetti.

 

Prego supplice e prostrato,
il cuore contrito come cenere,
abbi cura della mia sorte.

 

Giorno di lacrime, quel giorno,
quando risorgerà dal fuoco
l'uomo reo per essere giudicato.
Ma tu risparmialo, o Dio.
Pietoso Signore Gesù,
dona loro requie!
Amen!

Offertorio

Domine Jesu Christe! Rex gloriae!
Libera animas omnium fidelium defunctorum
de poenis inferni et de profundo lacu!
Libera eas de ore leonis,
ne absorbeat eas Tartarus,
ne cadant in obscurum:
sed signifer sanctus Michael
repraesentet eas in lucem sanctam,
quam olim Abrahae promisisti,
et semini ejus.

 

Hostias et preces tibi, Domine,
laudis offerimus.
Tu suscipe pro animabus illis,
quarum hodie memoriam facimus:
fac eas, Domine, de morte transire ad vitam,
quam olim Abrahae promisisti,
et semini ejus.

 

Offertorio

Signore Gesù Cristo! Re di gloria!
Libera le anime di tutti i fedeli defunti
dalle pene dell'inferno e dalla fossa profonda!
Liberale dalla bocca dei leoni,
affinché non vengano inghiottite dal Tartaro,
affinché non cadano nell'oscurità:
ma l'alfiere san Michele
le porti nella luce santa,
che un tempo hai promesso ad Abramo
e alla sua stirpe.

 

A te, o Signore, offerte e preghiere
ti offriamo con lodi.
Tu ricevile in favore di quelle anime,
delle quali oggi facciamo memoria:
falle, o Signore, passare dalla morte alla vita,
che un tempo hai promesso ad Abramo
e alla sua stirpe.

 

Sanctus

Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth!
Pleni sunt coeli et terra gloria tua.
Osanna in excelsis.

Sanctus

Santo, santo, santo il Signore Dio dell'Universo!
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell'alto dei cieli.

Benedictus

Benedictus, qui venit in nomine Domini.
Osanna in excelsis.

Benedictus

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto dei cieli.

Agnus Dei

Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi,
dona eis requiem sempiternam.

Agnus Dei

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro il riposo.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona loro il riposo eterno.

Communio

Lux aeterna luceat eis, Domine,
cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es.

Comunione

Splenda ad essi la luce perpetua, Signore,
con i tuoi santi in eterno, poiché tu sei pietoso.

 

 

 

INTROITUS

 

Nella messa da morto è rappresentato dal Requiem ed appartiene al Proprio della messa.

 

L'Introito fa parte dell'apertura della celebrazione della Messa, in particolar modo si riferisce all'antifona parlata o cantata all'inizio della celebrazione.

 

 

 

 

REQUIEM

 

Antifona

Requiem aeternam dona eis, Domine,

et lux perpetua luceat eis.

 

Salmo

Te decet hymnus, Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Jerusalem;
exaudi orationem meam,
ad te omnis caro veniet.

 

Antifona

Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.

 

I due versetti del requem sono ripresi dal salmo 64 (65) dal libro dei salmi

 

 

http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/l4.htm#cd

 

 SALMO 64 (65) Salmi - Antiqua Vulgata

 

64 1 in finem psalmus David canticum Hieremiae et Aggei de verbo peregrinationis quando incipiebant proficisci
2 te decet hymnus Deus in Sion et tibi reddetur votum in Hierusalem
3 exaudi orationem ad te omnis caro veniet
4 verba iniquorum praevaluerunt super nos et impietatibus nostris tu propitiaberis
5 beatus quem elegisti et adsumpsisti inhabitabit in atriis tuis replebimur in bonis domus tuae sanctum est templum tuum
6 mirabile in aequitate exaudi nos Deus salutaris noster spes omnium finium terrae et in mari longe
7 praeparans montes in virtute tua accinctus potentia
8 qui conturbas profundum maris sonum fluctuum eius turbabuntur gentes
9 et timebunt qui inhabitant terminos a signis tuis exitus matutini et vespere delectabis
10 visitasti terram et inebriasti eam multiplicasti locupletare eam flumen Dei repletum est aquis parasti cibum illorum quoniam ita est praeparatio eius
11 rivos eius inebria multiplica genimina eius in stillicidiis eius laetabitur germinans 12 benedices coronae anni benignitatis tuae et campi tui replebuntur ubertate 13 pinguescent speciosa deserti et exultatione colles accingentur 14 induti sunt arietes ovium et valles abundabunt frumento clamabunt etenim hymnum dicent

 

 

 

http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/eir.htm#biu

 

Salmo 65 Inno di ringraziamento


65 1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. Canto.
2 A te si deve lode, o Dio, in Sion; a te si sciolga il voto in Gerusalemme.
3 A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale.
4 Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati.
5 Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atrii. Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio.
6 Con i prodigi della tua giustizia, tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, speranza dei confini della terra e dei mari lontani.
7 Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza.
8 Tu fai tacere il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, tu plachi il tumulto dei popoli.
9 Gli abitanti degli estremi confini stupiscono davanti ai tuoi prodigi: di gioia fai gridare la terra, le soglie dell'oriente e dell'occidente.
10 Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu fai crescere il frumento per gli uomini. Così prepari la terra:
11 Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.
12 Coroni l'anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l'abbondanza.
13 Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza.
14 I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di grano; tutto canta e grida di gioia.

 

 

 

 

Partitura autografa Requiem  Österreichische Nationalbibliothek Vienna

 

 

 

Originale Mozart

 

 

 

 

KYRIE

 

Collegato direttamente al requiem

 

Kyrie eleison,
Christe eleison,
Kyrie eleison.

 

Fuga basata sul soggetto dell'esposizione dato al Kyrie eleison ed il controsoggetto al Christe eleison

 

Esposizione
Voci Batt. 1-4 (49-52) 4-8 (52-56) 8-11 (56-59) 11- (59-63)
Soprano   Risposta Kyrie   Controsoggetto Christe
Alto Controsoggetto Christe   Soggetto Kyrie  
Tenore   Controsoggetto Christe   Risposta Kyrie
Basso Soggetto Kyrie   Controsoggetto Christe  

 

 

 

 

 

SEQUENZA

 

 

DIES IRAE

 

La squenza Dies irae è attribuita a Tommaso da Celano

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_da_Celano

Tommaso da Celano (Celano, circa 1200 – Val dei Varri, circa 1270) è stato un religioso e musicista italiano.

Così chiamato dal nome del paese natale: Celano in Abruzzo. Reso celebre per essere considerato il probabile autore dell'inno Dies irae e per aver composto due vitae di san Francesco d'Assisi, una vita di santa Chiara, e almeno due lodi del Poverello. È inoltre venerato come beato vox populi.

Fu uno dei primi discepoli del santo di Assisi, entrando nell'Ordine francescano attorno al 1215. Nel 1221 fu mandato in Germania con Cesario di Spira per promuovervi il nuovo ordine, e nel 1223 fu nominato "custode unico" (custos unicus) della Provincia renana dell'ordine, che includeva Colonia, Magonza, Worms, e Spira. Dopo un paio d'anni tornò in Italia, dove sembra sia rimasto fino alla sua morte, forse con brevi ambasciate in Germania. Nel 1260 ottenne il suo ultimo posto, direttore spirituale di un convento di Clarisse a Tagliacozzo, ove morì attorno al 1270. Fu sepolto prima nella chiesa di San Giovanni Val dei Varri annessa al monastero clariano; oggi le sue reliquie sono custodite nella chiesa di San Francesco di Tagliacozzo.

 

 

http://scuolaonline.wide.it/Pagine/C2.html

Il metro utilizzato, basato su versi isosillabici scanditi da accenti fissi, è lontanissimo da quelli classici: la metrica quantitativa latina è stata definitivamente superata.. Il testo è diviso in strofe di tre ottonari, che hanno tutte, ad eccezione dell’ultima, le medesime caratteristiche: in ogni strofa i versi presentano la stessa rima (raramente sostituita dall’assonanza); gli accenti cadono sempre sulle sillabe dispari, conferendo al componimento un andamento incalzante; ritmo e sintassi coincidono perfettamente (ogni strofa è occupata da un solo periodo).
L’uso della rima e del verso ottonario denotano una sensibilità metrica del tutto moderna (la metrica classica latina si basava infatti sulla quantità delle sillabe anziché sull’accento, e non faceva ricorso alla rima). Il succedersi senza posa di rime e accenti sottolinea con forza la drammaticità del tema trattato: l’attesa del giorno del giudizio, del terribile momento in cui Dio dividerà i buoni dai malvagi.

 

 

 

 

TUBA MIRUM

 

 

 

 

LACRIMOSA

 

Sembra quasi che la la musica segua il testo in una espressione onomatopeica richiamandone il pianto e lo scivolare, caratterizzato da una continua spezzatura della linea melodica e dell'accompagnamento, delle lacrime.

 

A differenza delle altre strofe della Sequenza il Lacrimosa presenta due periodi con questa rima: a-a-b, b-c-c

 

Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus.
Pie Jesu Domine,
dona eis requiem!
Amen!

 

 

 

 

Primo periodo ripetuto con periodo musicale a-a1

 

Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.

 

Lacrimosa dies illa,
qua resurget ex favilla
judicandus homo reus.

 

 

Secondo periodo con periodo musicale b-a1

 

Huic ergo parce, Deus.
Pie Jesu  Jesu Domine,

 

e ripetuto

 

dona eis requiem!

 

nella forma

 

a1-b

 

 

Chiusa


Amen!

 

 

 

 

 

 

I corni di bassetto 1 e 2 rafforzano all'ottava rispettivamente il soprano e l'Alto

mentre i due fagotti raddoppiano all'ottava rispettivamente il tenore ed il basso.

I primi due movimenti di battuta 1 si muovono sull'armonia di tonica con le terzine in contrattempo dei primi violini

con l'appoggiatura inferiore  della tonica sul primo movimento e nota di volta indiretta  sul secondo.

Mentre il terzo e quarto movimento si muovono sull'armonia di dominante con appoggiatura superiore della 3 sul terzo movimento

 e della 9 sul quarto.

 

 

 

 

AGNUS DEI

 

Appartiene all'ordinario della messa

 

« In Missis Defunctorum non dicitur miserere nobis, sed ejus loco dona eis requiem, et in tertio additur sempiternam. »
Testo come nell'Ordinario della messa, con le invocazioni miserere nobis modificate in dona eis requiem, e dona nobis pacem in dona eis requiem sempiternam, dona loro la pace eterna

 

 

 

 

COMMUNIO

 

 

Communio (messa) - Wikipedia

Il Communio è il canto Gregoriano cantato durante la distribuzione dell'Eucaristia nella Messa di Rito Romano della Chiesa Cattolica. Esso è un canto antifonale del Proprio della messa ed il canto finale del proprio. Esso è seguito dal post-communio.
Generalmente il communio viene cantato in canto gregoriano, tuttavia alcuni compositori hanno scritto corali per la Messa di Requiem, il cui communio si inizia con le parole Lux Aeterna. Celebre il communio Lux Aeterna del Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart.
Il testo del communio è generalmente tratto da un salmo.


 

 

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VARIAZIONI

 

 K 265/300e Variazione su Ah, vous dirai je, maman

 

 

 

 

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FUGHE

 

Kyrie dal Requiem k 626

 

 

K 402 - 385e  Sonata per violino e pianoforte, completata
da Maximilian Stadler.

 

 

 

 

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EPISTOLARIO

I corsivi sono scritti in italiano.

PRIMO VIAGGIO IN ITALIA

(col padre, 1769-1771)

 

 

Wirgl 3 dicembre 1769

Carissima Mamma,

Il mio cuore è tanto felice perché ho dei gran divertimenti, perché questo viaggio sono tanto allegro, (...) perchè il nostro cocchiere è un giovanotto così galante, che se la strada appena lo permette corre via più presto. (...)

WOLFANG MOZART

 

 

 

(Alla sorella)

Milano, 20 Gennaio 1770

 

(...) L'opera a Mantova è stata carina. Hanno dato il Demetrio. La prima donna canta bene, ma sotto voce e se non si vedesse a gesticolare, ma soltanto a cantare si penserebbe, non canta, Perché non può aprir la bocca; ma è tutto un mugolio (...).  Il primo uomo, il musico canta bene ma ha una voce ineguale, ci chiama Caselli. (...)  uno si chiama Otini non canta male, ma pesante, come tutti i tenori italiani ed è un nostro buon amico: (...)

 

 

 

(Alla sorella)

Bologna, 24 Marzo 1770

 

(...) Scrivimi anche come ti piacciono i minuetti di Haydn, se sono meglio dei primi. (...) Presto ti manderò un Menuetto, che Mr. Pick ballò a teatro e che tutti a Milano ballano alle feste di ballo, perché tu veda come la gente balla adagio. In se è molto belo: Naturalmente è di Vienna, dunque certamente di Teller o di Starzer. Ha molte note, Perché? Perché è un menuetto di teatro, che va adagio: I menuetti però di Milano o gli italiani hanno molte note, vanno adagio e hanno molte battute: per es. la prima parte era di 16, la seconda di 20 e anche 24 battute. (...)

 

(Postscritto alla lettera del padre.)

Roma, 28 Aprile 1770

 

Bacio mia sorella in faccia e alla mamma bacio le mani: non ho veduto ancora nessun scorpione ne ragni, (...)

 

 

 

(Postscritto alla lettera del padre.)

Roma, 2 Maggio 1770

 

Ringraziando e lodando Iddio sono sano, e alla mamma bacio la mano come a mia sorella volto, naso, bocca, collo e la mia penna cattiva e il culo se è pulito.

 

WOLFANGO MOZART

 

 

 

C.S.M. (cara sorella mia)

Napoli, 19 Maggio 1770

 

(...) Il dodicesimo minuetto di Haydn, che mi hai mandato, mi piace molto, e il basso l'hai composto impareggiabilmente bene e senza il più piccolo errore. (...) Abbiamo visto il re e la regina durante la Messa a portici nella cappella reale, e il Vesuvio l'abbiamo visto anche lui. Napoli è bella, ma è popolata come Vienna e Parigi. E fra Londra e Napoli per l'impertinenza del popolo, io non so se Napoli non sorpassi Londra, perché qui il popolo, i Lazzaroni, hanno il loro superiore o capo, che ogni mese riceve 25 ducati d'argento dal re soltanto per tenere i Lazzaroni in un certo ordine.(...)

 

W. M.

 

 

C.S.M. (cara sorella mia)

Napoli, 5 Giugno 1770.

 

Oggi il Vesuvio fuma fitto. Diavolo e non ci posso andare. Oggi s'è mangiato dal signor Doll. E' un compositore tedesco e brav'uomo: E ora vi descrivo la mia giornata. Alle nove ore, a volte anche alle dieci, mi sveglio e poi andiamo fuor di casa e poi pranziamo da un trattore e dopo pranzo scriviamo e poi sortiamo e indi ceniamo, ma che cosa? Al giorno di grasso un mezzo pollo ovvero un piccolo boccone d''arrosto, al giorno di magro un piccolo pesce;  e di poi andiamo a dormire. Est-ce que Vous-avez compris? E ora parliamo il nostro dialetto che sarà meglio. (...) Napoli e Roma sono due città del sonno. (...)

 

 

(Alla sorella, postscritto alla lettera del padre)

Bologna, 4 Agosto 1770.

 

Ora il mio violino son messe tutte le corde nuove e suono tutti i giorni; ma questo lo dico solo perché la mamma voleva sapere se suono il violino? (...) Intanto ho già composto 4 sinfonie italiane oltre le Arie, di cui ne ho già scritte certo 5 o 6 e anche un mottetto. (...) L'Italia è una terra del sonno! Addormentata sempre! Addio sta bene !.....

 

 

 

Bologna, 21 Agosto 1770

 

Anch'io sono ancor vivo e anche molto allegro. Oggi mi venne voglia d'andar su l'asino, in Italia è d'uso e ho pensato: anch'io devo provarlo. Abbiamo l'onore di frequentare un certo domenicano tenuto per santo: Io veramente non lo credo troppo; a colazione, subito dopo una tazza di cioccolata, prende spesso un buon bicchier di vino forte spagnolo. Io stesso ho avuto l'onore di pranzare con questo santo, che dopo aver bevuto bene, prese ancora un bicchiere colmo di vino forte, due buoni spicchi di melone, pesce, pere cinque tazze di caffè, un piatto pieno di garofani, [spezie] due piatti colmi di panna al limone, Parrebbe davvero che lo facesse apposta, ma non lo credo, sarebbe troppo, eppoi mangia sempre molto anche a merenda...

 

 

(A Thomas Linley)

Bologna, 10 Settembre 1770.

 

(...) Il disegno di mio padre fu di prender la strada di Loreto per Bologna, di passar per Firenze, Livorno, e Genua, a Milano e per conseguenza di farli una sorpresa, arrivando a Fiorenza all'improvviso. Ma avendo avuto il mio Padre la disgrazia di farse una Schiacciatura forte alla gamba, essendo caduto il cavallo di stanga  della sedia di Posto, la quale ferita non solmente lo necessitò di stare tre settimane nel Letto, ma lo fermò 7 settimane a Bologna, (...)

 

 

 (Alla sorella)

Bologna, 22 Settembre 1770.

 

(...) I 6 menuetti di Haydn mi piacciono più dei primi 12; abbaimo dovuti suonarli molte volte alla Contessa e si vorrebbe poter introdurre in Italia i gusto del Menuetto tedesco, perché i loro menuetti durano quasi quanto un'intera sinfonia: (...)

 

C.W. MOZART

 

 

(Alla sorella, postscritto alla lettera del padre)

Bologna, 6 Ottobre 1770.

 

Abbiamo ricevuto troppo tardi questa lettera, ma non conta, perché le poste italiane vanno tanto irregolari. (...) Ho sentito e veduto la gran festa di S. Petronio a Bologna; era bella, ma lunga e le trombe han dovuto venir da Lucca per fare la strombettata d'avanguardia; ma hanno suonato malissimo. Addio.

 

WOLF. MOZART

 

Milano, 27 Ottobre 1770.

 

Carissima sorella,

(...) Tu sai che sono un gran chiaccherone e come tale ti ho lasciato. Ora non parlo che a segni, perché il figlio di casa è sordomuto dalla nascita.

 

 

Venezia, 20 Febbraio 1771.

 

Di al sig. Joannes (...), e lui deve ritornar presto a Venezia appunto per farsi dare l'attaca, [gioco veneziano per cui paga pegno che si lascia gettar per terra] cioè farsi buttar per terra e batter il sedere per diventare un vero veneziano: volevano farlo anche a me, le femmine si son messe insieme per riuscirci, ma non sono state capaci di farmi andare a terra.

 

 

FINE DEL PRIMO VIAGGIO IN ITALIA

 

 

 

 

 

 

SECONDO VIAGGIO IN ITALIA

(col padre, 1771)

 

Verona, 31 Agosto 1771

 

Amatissima sorella,

Non ho dormito per più di mezzora, perchè il dormire dopo il mangiare non mi piace. (...)

 

 

(Alla madre e alla sorella)

Milano, 30 Settembre 1771

 

Perché non crediate che sono malato scrivo queste due righe... In piazza del Duomo ho visto impiccare quattro individui: qui impiccano come a Lione

 

 

FINE DEL SECONDO VIAGGIO IN ITALIA

 

 

 

 

 

TERZO VIAGGIO IN ITALIA

(col padre, 1772-1773)

 

 

(Alla sorella)

Bolzano, 28 Ottobre 1772.

 

(...) Bolzano questo buco di porci.

 

 

(Alla sorella)

Milano, 5 Dicembre 1772

.

(...) Qui ho imparato un  gioco nuovo, si chiama il Mercante in fiera, appena a casa lo giocheremo. (...)

 

 

(Alla sorella postscritto)

Milano, 18 Dicembre 1772

 

(...) Approposito. Sai già la histori accaduta qui? Ebbene te la voglio raccontare. Oggi lasciammo il Conte Firmian per venire a casa e entrati nella nostra strada aprimmo la nostra porta di casa; e che pensi tu che sia successo? - Entrammo. Addio, polmoncino mio. Ti bacio, fegato mio, e resto, come sempre, stomaco mio, il tuo indegno fratello (frater)

 

WOLFANGO:

 

Ti prego, mia cara sorella, mi prude, grattami.

 

 

FINE DEL TERZO VIAGGIO IN ITALIA

 

 

 

 

 

VIENNA E MONACO

(col padre)

Vienna ( Estate e Autunno 1773)

Monaco ( Carnevale 1774-1775)

 

 

Augusta, 14 Otobre 1777.

 

(...) Si riempì la bocca di un certo Graf (compositeur ma soltanto di flauto). [Friedrich Hartmann Graf] (...) Dopo molti complimenten producirte un concert a due flauti; io dovetti suonare il primo violino. Il concerto è coaì: non va per niente all'orecchio; affettato; marcia spesso su per i toni pesante e grosso; u tutto questo senza nessun pezzo di bravura. Quando finì lo lodai molto, poveretto, lo meritava davvero. Il poveruomo deve aver durato fatica abbastanza e avrà anche abbastanza studiato. (...)

 

 

(Al padre Martini a Bologna)

Salisburgo, 4 Settembre 1776

 

Molto Reverendo Padre Maestro Padrone mio Stimatissimo.

La Venerazione, la Stima ed il Rispetto che porto verso la di lei degnissima persona, mi spinse di incomodarla con la presente e di mandargli un debole Pezzo di mia musica, rimettendola alla di lei maestrale Giudicatura. Scrissi l'anno scorso  il Carnovale una p buffa (La finta Giardiniera) a Monaco di Baviera. Poche giorni avanti la mia partenza di là desiderava S. A. Elettorale di sentire qualche mia Musica in contrapunto: ero adunque obligato di scriver questo Motteto in fretta per dar Tempo a copiar il Spartito per Sua Altezza ed a cavar le Parti per poter produrlo la prossima domenica sotto la Messa grande in tempo di Offertorio:

 

 

 

 

Il padre Martini così rispose:

 

Bologna, li 18 Xbre 1776.

Unito alla sua gentiliss. pervenutami da Trento ho ricevuto il Motto [Offertorio e Misericordia Domini, mandato nel 1775, scritto 1775] Con piacere l'ho considerato dal ppio al fine, e Le dico con tutta sincerità che mi piace singolarmente in trovando in esso tutto ptto che richiede la Musica Moderna, buona armonia, matura ondulazione, moderato movimento de Violini, modulazione delli passi naturali, e buona condotta, me ne rallegro e godo che d'acchè ebbi il piacere di sentirla in Bologna nel cembalo ora siasi di molto avanzata nel comporre...

 

 

da Alfred Eistein "Mozart" pag 153-154

 

 

(...) Mozart si era dedicato alla vecchia polifonia più severa durante la sua visita a Bologna a Padre Gimbattista Martini, (...) Gli esercizi impostigli da Padre Martini avevano lo scopo di facilitare l'ammissione di Mozart all famosa Accademia Filarmonica di Bologna, il 10 ottobre 1770. Era assai difficile essere ammessi. Si dava al candidato un brano di canto gregoriano (nel caso di Mozart si trattò di una melodia antifonaria) per il quale, rinchiuso in una stanzetta, egli doveva comporre tre voci superiori in stile osservato. Mozart fallì completamente. Tutte le vanterie di Leopold riguardo alla meravigliosa soluzione del problema da parte di Wolfang non sono che menzogne. Negli archivi dell'Accademia Filarmonica e del Liceo Musicale di Bologna si conservano i tre documenti relativi: il lavoro di Mozart esegiuto nella solitudine della stanzetta, le correzioni di padre Martini e la copia di Mozart, corretta, che fu poi presentata alla giuria. Malgrado l'assistenza del buon Padre, il verdetto non fu certo entusiastico: "Nel termine di meno di un'ora (Leopold parla sempre di mezzora) ha esso Sr Mozart portato il suo esperimento, il quale riguardo alle circostanze di esso lui è giudicato sufficiente". 

 

(pag 44)

 

 

 

 

 

 

PRIMO ED ULTIMO GRANDE VIAGGIO

MONACO-AUGUSTA-MANNHEIN-PARIGI

(con la madre)

 

 

(alla cugina ad Augusta)

 

Mannhaeim, 5 Novembre 1777

 

Dilettissima ciginetta, cuginina!

 

(...) Ora le auguro buona notte, caghi a letto tonando; dorma bene; stiri il culo fino alla bocca; (...)

 

 

 

Mannhein, 22 Novembre 1777, sera o piuttosto nocte temporis Puncto accurat battute le 10 ore.

 

Mon trés cher pére,

(...) ero da Cannabich, dove Wendling provava un Concert e io gli accordavo gl'istromenti. Oggi alle sei c'è stata la Galla Accademie; ebbi il piacere di sentire Franz al violino in un Concerto (lui ha una sorella di Madama Cannabich). Mi piace molto; Lei sa che io sono un grande amatore di difficoltà: Lui suona deooe cose difficili, ma non si conosce che lo siano; si penserebbe di poter fare altrettanto, e questa è la sua vera arte. Ha anche un bel suono rotondo; non manca nessuna nota; si sente tutto; è tutto marquirt; ha un bello staccato, un'arcata regolare in alto come in basso; e il trillo doppio non l'ho mai sentito come da lui. Insomma per me, anche se non è un mago, è un solido serio violinista. (...)

 

 

Parigi, 9 Luglio 1778.

 

Monsieur, Mon très cher père,

(...) Il 15 agosto per l'Assunta si darà la sinfonia col nuovo Andante eseguito per la seconda volta: La sinfonia è in re e l'Andante in sol. Qui non si può dire D e G.

 

 

 

(Ad Aloysia Weber, a Mannhein)

 

Parigi, 30 Luglio 1778.

Carissima Amica,

 

 

Kaisersheim, 23 Dicembre 1778

 

Ma très chère cousine!

(...) mi rincresce non poterla alloggiare, perché non sono alla locanda, ma ...sì, dove? lo vorrei sapere; ora scherzi a parte (...) dunque venga di certo, altrimenti c'è un concerto ed io stesso verrò la sua alta persona a complimentare e a lei il di dietro bollare , le sue mani baciare, e col mio posteriore bombardare, e lei abbracciare, davanti e dietro criticare e di quel devo a lei ne pagherò meno che un cappello (...)

 

 

MONACO (BAVIERA)

(Novembre 1780-Gennaio 1781)

 

 

 

SALZBURG

(Gennaio 1779 - Ottobre 1780)

 

 

(Alla cugina "Basle" a Augusta)

 

 

 

 

VIENNA

(17 Marzo 1780 - 5 Settembre 1791)

Mozart abbandona Salzburg.

L'opera "La fuga dal serraglio

Suo matrimonio con Costanza Weber

 

 

Vienna 10 Aprile 1782

 

A propos, quando mi spedisce il Rondeau vorrei pregarla di mandarmi anche le sei fughe di Haendel e le Toccate, e le fughe di Eberlin. Ogni domenica il 12 vado dal Barone van Swieten e là non si suona che Haendel e Bach. Faccio appunto una colezione di fuche, tanto di Sabastian, quanto di Haendel, che ora mi mancano... Saprà già che il Bach inglese è morto. [Johann Cristian Bach] 

 

 

Vienna, 20 Aprile 1782

 

Carissima sorella!

(…) Ti mando un preludio e una fuga a tre voci; ecco perché non ti ho risposto subito; non ho potuto finir prima di scrivere: si fa tanta fatica a scriver queste piccole note. (…) E’ proprio per la mia Costanza che questa fuga è venuto al mondo… Essa non vuol sentire che delle fughe e specialmente quelle di Haendel e di Bach, e sentendomele suonar spesso a memoria, mi chiese se io non ne avevo mai scritta nessuna; quando le dissi di no, allora mi rimproverò di non voler comporre le cose più artistiche e più belle della musica e non cessò di pregarmi di comporgliene una. Ho scritto appositamente Andante maestoso perché non si suoni presto; se la fuga non si suona adagio non si può sentir chiaro e distinto il tema e non è di nessun effetto. (…) Così ti prego di non mancare alla promessa e non lasciarla vedere a nessuno. Imparala a memoria e suonala. Non si può ripetere tanto facilmente una fuga… 

 

da Alfred Eistein "Mozart" pag 160

(nella traduzione in mio possesso questo testo non risulta)

 

"...Se papà non ha ancora fatto copiare quei pezzi di Eberlin, tanto meglio, poiché nel frattempo, mi sono capitati fra le mani e mi sono reso conto che la mia memoria mi aveva tradito e che sono purtroppo troppo banali per meritare un posto accanto a Haendel e Bach. Con tutto il rispetto per la sua composizione a quattro voci, devo dire che le sue fughe per pianoforte non sono altro che lunghi esercizi privi d'ispirazione..."

 

(Secondo Alfred Eistein fu il Barone van Swieten a far conoscere Bach a Mozart e riporta una lettera di Swieten, pag. 162, riguardante un'udienza avuta dal Re, van Swieten.

 

"Entre autre il me parla de musique et d'un grand organiste nommé Bach qui vient de faire quelque séjour à Berlin. Cet artiste est doue d'un talent supérieur a tout ce que j'ai entendu uo pu imaginer en profondeur de connoissances harmoniques et en force d'execution, cepandant ceux qui ont connu son pére, ne trouvent pas encore q'uil l'égale. Le Roi est  de cette opinion et pour me oe prouver chanta à haute voix un sujet de Fugue chromatique qu'il avait donné à ce viex Bach, qui sur le champ en fit une Fugue à quatre, puis acinq, puis enfin à huite voix obbligéés".

 

(Si tratta della visita di Bach a Federico II che porterà all'Offerta Musicale. Swiethen fa confusione quando dice: "tuttavia quelli che hanno conosciuto suo padre, non trovano ancora chi l'eguaglia")

 

 

Vienna, 16 Gennaio 1782.

 

Mon très cher père!

(...) Ora di Clementi: E' un bravo cembalista e con ciò è detto tutto. Ha molto bravura tecnica nella mano destra; i suoi passaggi speciali sono le terze; del resto non ha un briciolo né di t né di sentimento; è solo un Meccanicus. L'imperatore (dopo che noi ci fossimo fatti i complimenti) disse che si cominciasse a suonare. "La santa chiesa cattolica" disse l'imperatore, perché Clementi è romano. Egli preludiò e suonò una sonata; poi l'imperatore fece a me: "Allons su via!" Io preludiai e suonai delle variazioni; poi la Principessa mi diede delle composizioni di Paesiello (ma r di sua mano e malissimo) e dovetti suonare l'Allegro e lui l'Andante e il Rondò. Poi prendemmo un tema dalla sonata e lo sviluppammo a due pianoforti..... (...)

 

 

 

(Alla moglie)

 

Dresda, 16 aprile 1789

(undici e mezzo di notte)

Come? Ancora a Dresda? Si mia cara; ti racconterò tutto per filo e per segno. (...)  Ora devi sapere che c'era anche un certo Hassler (organista di Ehrfurt) scolaro di uno scolaro di Bach: (...) la forza di costui nell'organo è nei piedi, perché qui il Pedale va di gradi, così che non è poi una grand'arte. Nondimeno fece solo dagli accordi e delle Modulation del vecchio Sebastian Bach. (...) Cara moglie, ora ho una gran quantità di preghiere da farti:

1° ti prego di non esser triste

3° che tu non esca a piedi da sola, o meglio non andar mai fuori a piedi;

(...)

5° ti prego di aver riguardo non solo al tuo e al mio onore, ma anche all'apparenza: non esser in collera con me per questa preghiera. perciò devi amarmi ancor di più, vedi che ci tengo all'onore;

(...)

 

 

 

 

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CATALOGO TEMATICO DI MOZART

 

Verzeichnüss aller meiner Werke

 

Tradotto da: http://www.bl.uk/index.shtml

 

 

Questo manoscritto è la documentazione delle composizione di Mozart negli ultimi sette anni della sua vita, e di conseguenza è un documento di eccezionale importanza.

Da febbraio 1784 fino a dicembre 1791, compose molti dei suoi lavori più famosi, incluse le cinque opere mature, molte delle  più belle sonate per pianoforte, e le sue ultime tre grandi sinfonie, così come molti lavori minori famosi. Era un tempo turbolento della sua vita, con crisi finanziarie, tragedie  famigliari, e la sua ricerca senza successo per una posto permanente a corte.
 

 

 

 

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