Suites a
Violoncello Solo
senza Basso
composées
par
Sr. J. S. Bach
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MOZART
Antifona K 86
Primo viaggio in Italia Secondo viaggio in Italia Terzo viaggio in Italia
ARGOMENTI La fuga
Antifona K 86 Quaerite primum regnum Dei
Prova che Mozart sostenne per entrare nell'Accademia Filarmonica di Bologna, consistente ne comporre un mottetto nello stile contrappuntistico severo su un tema gregoriano
Autografo mozartiano
Partitura mozartiana
Autografo dello studio di Padre Martini
Copia ufficiale di Mozart dell'autografo di Padre Martini
Copia ufficiale di Mozart
Terzo movimento Rondò Alla turca
http://www.istitutovarrone.it/documenti/10_d.doc
Noi ti abbiamo preceduto oltre la soglia che tu temi come nessun'altra. Ma ascolta come ci sentiamo liberi nel nostro canto. (Hermann Conen)
Andrea Lippi - Acheronte
Il Requiem di Mozart rappresenta una delle opere più alte dell'animo umano; un'opera senza confini, che racchiude in sé un qualcosa di assoluto. Esso spiega il suo canto e le sue grida come una luce su quei volti attoniti e atterriti nel tentativo di ricondurre ad una dimensione umana il mistero della morte. Strutturato nella forma della liturgia cattolica, non coinvolta dalla riforma luterana che prevedeva l'uso della lingua tedesca, liberato da esigenze religiose, è assurto, nell'ideale continuità culturale, a composizione di alta religiosità.
Da Mozart di Alfred Eistein ed. Ricordi:
Questa Messa fu scritta da Mozart su commissione, ma pare che gli non abbia mai conosciuto colui che gliel'aveva ordinata. Si trattò di un certo Conte Franz Walsegg zu Stuppach, musicista dilettante, che per adornarsi di piume prese a prestito, soleva fare seguire nel suo castello e nella sua cappella, opere di altri compositori che egli spacciava per sue. Avendo perduto la moglie qualche anno prima, inviò il suo amministratore Leutgeb da Mozart, incaricandolo di comporre il lavoro. Mozart lo iniziò abbozzando circa quaranta pagine della partitura, ma poi fu costretto ad interrompere il lavoro per dedicarsi alla Clemenza di Tito e al Flauto magico. Riuscì a portare a termine soltanto il Requiem e il Kyrie; le sette sezioni del Dies irae fino all'Ostias vennero semplicemente abbozzate, vennero cioè scritte in partitura e le parti per voci e il basso, con annotazioni per la strumentazione. Gli ultimi tre tempi mancano completamente. Per tema che, non consegnando il manoscritto completo, il cliente non solo non pagasse il resto della somma dovuta, ma pretendesse che gi venisse restituito il denaro versato, la vedova si rivolse a Joseph Eybler e ad altri musicisti perché completassero il lavoro, e infine a Sussmayer. Sussmayer accettò l'offerta; cominciò a copiare quello che Mozart aveva solamante abbozzato e vi inserì la strumentazione mancante nella maniera che gli parve più conforme alle intenzioni di Mozart. Secondo quanto asserì egli stesso, Sussmayr compose poi la chiusa del Lacrimosa, il Sanctus, il Benedictus e l'Agnus Dei e riprese la Fuga del Kyrie colle parole "Cum Sanctis". Il lavoro così completato venne poi... consegnato al cliente. Kostanze sostenne la propria versione della disonesta faccenda il più a lungo possibile, finché l'onesto Sussmayer non chiarì la situazione in una lettera (8 febbraio 1800) a Breitkopf & Hartel.
Lettera di Franz Xaver Süssmayr (1766 Schwanenstadt, September 17 1803 Vienna) all'editore Breitkopf & Härtel 8 febbraio 1800.
Miei signori! la vostra gentile lettera del 24 gennaio mi ha procurato il più grande piacere, (...) Per il "Requiem" [Introito] col "Kyrie", il "Dies irae" [Sequenza] e il "Domine Jesu Christe" [Offertorio] Mozar ha portato a termine completamente le quattro parti vocali e il basso numerato; ma per l'orchestrazione solo di tanto in tantone ha indicato il motivo. Nel "Dies irae" [Sequenza] l'ultimo verso messo in musica era "qua resurget ex favilla" [judicandus homo reus]; per il resto il suo lavoro per il resto il suo lavoro era nello stesso satato delle sezioni precedenti. Io ho ultimato. Io ho ultimato completamente il "Dies irae"a partire da l verso "judicandus homo reus", eccetera. il "Sanctus", il "Benedictus" e "L'Agnus Dei" sono tutti costruiti ex novo da me: mi sono permesso soltanto, per conferire per conferire all'opera maggiore uniformità, di ripetere la fuga del "Kyrie", al verso "Cum sanctis", eccetera. (...)
Struttura dell'opera
I. Introitus
Nella messa da morto è rappresentato dal Requiem ed appartiene al Proprio della messa.
L'Introito fa parte dell'apertura della celebrazione della Messa, in particolar modo si riferisce all'antifona parlata o cantata all'inizio della celebrazione.
Antifona Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.
Salmo
Te decet hymnus, Deus, in Sion,
Antifona
Requiem aeternam dona eis, Domine,
I due versetti del requem sono ripresi dal salmo 64 (65) dal libro dei salmi
http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/l4.htm#cd
SALMO 64 (65) Salmi - Antiqua Vulgata
64 1 in finem psalmus David canticum Hieremiae et Aggei de verbo
peregrinationis quando incipiebant proficisci
http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/eir.htm#biu
Salmo 65 Inno di ringraziamento
Partitura autografa Requiem Österreichische Nationalbibliothek Vienna
Originale Mozart
Collegato direttamente al requiem
Kyrie eleison,
Fuga basata sul soggetto dell'esposizione dato al Kyrie eleison ed il controsoggetto al Christe eleison
DIES IRAE
La squenza Dies irae è attribuita a Tommaso da Celano
http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_da_Celano
Tommaso da Celano (Celano, circa 1200 – Val dei Varri, circa 1270) è stato un
religioso e musicista italiano.
http://scuolaonline.wide.it/Pagine/C2.html
Il metro utilizzato, basato su versi isosillabici scanditi da accenti fissi, è
lontanissimo da quelli classici: la metrica quantitativa latina è stata
definitivamente superata.. Il testo è diviso in strofe di tre ottonari, che
hanno tutte, ad eccezione dell’ultima, le medesime caratteristiche: in ogni
strofa i versi presentano la stessa rima (raramente sostituita dall’assonanza);
gli accenti cadono sempre sulle sillabe dispari, conferendo al componimento un
andamento incalzante; ritmo e sintassi coincidono perfettamente (ogni strofa è
occupata da un solo periodo).
Sembra quasi che la la musica segua il testo in una espressione onomatopeica richiamandone il pianto e lo scivolare, caratterizzato da una continua spezzatura della linea melodica e dell'accompagnamento, delle lacrime.
A differenza delle altre strofe della Sequenza il Lacrimosa presenta due periodi con questa rima: a-a-b, b-c-c
Lacrimosa dies
illa,
Primo periodo ripetuto con periodo musicale a-a1
Lacrimosa dies
illa,
Lacrimosa dies
illa,
Secondo periodo con periodo musicale b-a1
Huic ergo parce, Deus.
e ripetuto
dona eis requiem!
nella forma
a1-b
Chiusa
I corni di bassetto 1 e 2 rafforzano all'ottava rispettivamente il soprano e l'Alto mentre i due fagotti raddoppiano all'ottava rispettivamente il tenore ed il basso. I primi due movimenti di battuta 1 si muovono sull'armonia di tonica con le terzine in contrattempo dei primi violini con l'appoggiatura inferiore della tonica sul primo movimento e nota di volta indiretta sul secondo. Mentre il terzo e quarto movimento si muovono sull'armonia di dominante con appoggiatura superiore della 3 sul terzo movimento e della 9 sul quarto.
Appartiene all'ordinario della messa
« In Missis Defunctorum non dicitur miserere nobis, sed ejus loco dona eis
requiem, et in tertio additur sempiternam. »
Il Communio è il canto Gregoriano cantato durante la distribuzione
dell'Eucaristia nella Messa di Rito Romano della Chiesa Cattolica. Esso è un
canto antifonale del Proprio della messa ed il canto finale del proprio. Esso è
seguito dal post-communio.
K 265/300e Variazione su Ah, vous dirai je, maman
Kyrie dal Requiem k 626
K 402 - 385e Sonata per violino e pianoforte, completata
I corsivi sono scritti in italiano. PRIMO VIAGGIO IN ITALIA (col padre, 1769-1771)
Wirgl 3 dicembre 1769 Carissima Mamma, Il mio cuore è tanto felice perché ho dei gran divertimenti, perché questo viaggio sono tanto allegro, (...) perchè il nostro cocchiere è un giovanotto così galante, che se la strada appena lo permette corre via più presto. (...) WOLFANG MOZART
(Alla sorella) Milano, 20 Gennaio 1770
(...) L'opera a Mantova è stata carina. Hanno dato il Demetrio. La prima donna canta bene, ma sotto voce e se non si vedesse a gesticolare, ma soltanto a cantare si penserebbe, non canta, Perché non può aprir la bocca; ma è tutto un mugolio (...). Il primo uomo, il musico canta bene ma ha una voce ineguale, ci chiama Caselli. (...) uno si chiama Otini non canta male, ma pesante, come tutti i tenori italiani ed è un nostro buon amico: (...)
(Alla sorella) Bologna, 24 Marzo 1770
(...) Scrivimi anche come ti piacciono i minuetti di Haydn, se sono meglio dei primi. (...) Presto ti manderò un Menuetto, che Mr. Pick ballò a teatro e che tutti a Milano ballano alle feste di ballo, perché tu veda come la gente balla adagio. In se è molto belo: Naturalmente è di Vienna, dunque certamente di Teller o di Starzer. Ha molte note, Perché? Perché è un menuetto di teatro, che va adagio: I menuetti però di Milano o gli italiani hanno molte note, vanno adagio e hanno molte battute: per es. la prima parte era di 16, la seconda di 20 e anche 24 battute. (...)
(Postscritto alla lettera del padre.) Roma, 28 Aprile 1770
Bacio mia sorella in faccia e alla mamma bacio le mani: non ho veduto ancora nessun scorpione ne ragni, (...)
(Postscritto alla lettera del padre.) Roma, 2 Maggio 1770
Ringraziando e lodando Iddio sono sano, e alla mamma bacio la mano come a mia sorella volto, naso, bocca, collo e la mia penna cattiva e il culo se è pulito.
WOLFANGO MOZART
C.S.M. (cara sorella mia) Napoli, 19 Maggio 1770
(...) Il dodicesimo minuetto di Haydn, che mi hai mandato, mi piace molto, e il basso l'hai composto impareggiabilmente bene e senza il più piccolo errore. (...) Abbiamo visto il re e la regina durante la Messa a portici nella cappella reale, e il Vesuvio l'abbiamo visto anche lui. Napoli è bella, ma è popolata come Vienna e Parigi. E fra Londra e Napoli per l'impertinenza del popolo, io non so se Napoli non sorpassi Londra, perché qui il popolo, i Lazzaroni, hanno il loro superiore o capo, che ogni mese riceve 25 ducati d'argento dal re soltanto per tenere i Lazzaroni in un certo ordine.(...)
W. M.
C.S.M. (cara sorella mia) Napoli, 5 Giugno 1770.
Oggi il Vesuvio fuma fitto. Diavolo e non ci posso andare. Oggi s'è mangiato dal signor Doll. E' un compositore tedesco e brav'uomo: E ora vi descrivo la mia giornata. Alle nove ore, a volte anche alle dieci, mi sveglio e poi andiamo fuor di casa e poi pranziamo da un trattore e dopo pranzo scriviamo e poi sortiamo e indi ceniamo, ma che cosa? Al giorno di grasso un mezzo pollo ovvero un piccolo boccone d''arrosto, al giorno di magro un piccolo pesce; e di poi andiamo a dormire. Est-ce que Vous-avez compris? E ora parliamo il nostro dialetto che sarà meglio. (...) Napoli e Roma sono due città del sonno. (...)
(Alla sorella, postscritto alla lettera del padre) Bologna, 4 Agosto 1770.
Ora il mio violino son messe tutte le corde nuove e suono tutti i giorni; ma questo lo dico solo perché la mamma voleva sapere se suono il violino? (...) Intanto ho già composto 4 sinfonie italiane oltre le Arie, di cui ne ho già scritte certo 5 o 6 e anche un mottetto. (...) L'Italia è una terra del sonno! Addormentata sempre! Addio sta bene !.....
Bologna, 21 Agosto 1770
Anch'io sono ancor vivo e anche molto allegro. Oggi mi venne voglia d'andar su l'asino, in Italia è d'uso e ho pensato: anch'io devo provarlo. Abbiamo l'onore di frequentare un certo domenicano tenuto per santo: Io veramente non lo credo troppo; a colazione, subito dopo una tazza di cioccolata, prende spesso un buon bicchier di vino forte spagnolo. Io stesso ho avuto l'onore di pranzare con questo santo, che dopo aver bevuto bene, prese ancora un bicchiere colmo di vino forte, due buoni spicchi di melone, pesce, pere cinque tazze di caffè, un piatto pieno di garofani, [spezie] due piatti colmi di panna al limone, Parrebbe davvero che lo facesse apposta, ma non lo credo, sarebbe troppo, eppoi mangia sempre molto anche a merenda...
(A Thomas Linley) Bologna, 10 Settembre 1770.
(...) Il disegno di mio padre fu di prender la strada di Loreto per Bologna, di passar per Firenze, Livorno, e Genua, a Milano e per conseguenza di farli una sorpresa, arrivando a Fiorenza all'improvviso. Ma avendo avuto il mio Padre la disgrazia di farse una Schiacciatura forte alla gamba, essendo caduto il cavallo di stanga della sedia di Posto, la quale ferita non solmente lo necessitò di stare tre settimane nel Letto, ma lo fermò 7 settimane a Bologna, (...)
(Alla sorella) Bologna, 22 Settembre 1770.
(...) I 6 menuetti di Haydn mi piacciono più dei primi 12; abbaimo dovuti suonarli molte volte alla Contessa e si vorrebbe poter introdurre in Italia i gusto del Menuetto tedesco, perché i loro menuetti durano quasi quanto un'intera sinfonia: (...)
C.W. MOZART
(Alla sorella, postscritto alla lettera del padre) Bologna, 6 Ottobre 1770.
Abbiamo ricevuto troppo tardi questa lettera, ma non conta, perché le poste italiane vanno tanto irregolari. (...) Ho sentito e veduto la gran festa di S. Petronio a Bologna; era bella, ma lunga e le trombe han dovuto venir da Lucca per fare la strombettata d'avanguardia; ma hanno suonato malissimo. Addio.
WOLF. MOZART
Milano, 27 Ottobre 1770.
Carissima sorella, (...) Tu sai che sono un gran chiaccherone e come tale ti ho lasciato. Ora non parlo che a segni, perché il figlio di casa è sordomuto dalla nascita.
Venezia, 20 Febbraio 1771.
Di al sig. Joannes (...), e lui deve ritornar presto a Venezia appunto per farsi dare l'attaca, [gioco veneziano per cui paga pegno che si lascia gettar per terra] cioè farsi buttar per terra e batter il sedere per diventare un vero veneziano: volevano farlo anche a me, le femmine si son messe insieme per riuscirci, ma non sono state capaci di farmi andare a terra.
FINE DEL PRIMO VIAGGIO IN ITALIA
SECONDO VIAGGIO IN ITALIA (col padre, 1771)
Verona, 31 Agosto 1771
Amatissima sorella, Non ho dormito per più di mezzora, perchè il dormire dopo il mangiare non mi piace. (...)
(Alla madre e alla sorella) Milano, 30 Settembre 1771
Perché non crediate che sono malato scrivo queste due righe... In piazza del Duomo ho visto impiccare quattro individui: qui impiccano come a Lione
FINE DEL SECONDO VIAGGIO IN ITALIA
TERZO VIAGGIO IN ITALIA (col padre, 1772-1773)
(Alla sorella) Bolzano, 28 Ottobre 1772.
(...) Bolzano questo buco di porci.
(Alla sorella) Milano, 5 Dicembre 1772 . (...) Qui ho imparato un gioco nuovo, si chiama il Mercante in fiera, appena a casa lo giocheremo. (...)
(Alla sorella postscritto) Milano, 18 Dicembre 1772
(...) Approposito. Sai già la histori accaduta qui? Ebbene te la voglio raccontare. Oggi lasciammo il Conte Firmian per venire a casa e entrati nella nostra strada aprimmo la nostra porta di casa; e che pensi tu che sia successo? - Entrammo. Addio, polmoncino mio. Ti bacio, fegato mio, e resto, come sempre, stomaco mio, il tuo indegno fratello (frater)
WOLFANGO:
Ti prego, mia cara sorella, mi prude, grattami.
FINE DEL TERZO VIAGGIO IN ITALIA
VIENNA E MONACO (col padre) Vienna ( Estate e Autunno 1773) Monaco ( Carnevale 1774-1775)
Augusta, 14 Otobre 1777.
(...) Si riempì la bocca di un certo Graf (compositeur ma soltanto di flauto). [Friedrich Hartmann Graf] (...) Dopo molti complimenten producirte un concert a due flauti; io dovetti suonare il primo violino. Il concerto è coaì: non va per niente all'orecchio; affettato; marcia spesso su per i toni pesante e grosso; u tutto questo senza nessun pezzo di bravura. Quando finì lo lodai molto, poveretto, lo meritava davvero. Il poveruomo deve aver durato fatica abbastanza e avrà anche abbastanza studiato. (...)
(Al padre Martini a Bologna) Salisburgo, 4 Settembre 1776
Molto Reverendo Padre Maestro Padrone mio Stimatissimo. La Venerazione, la Stima ed il Rispetto che porto verso la di lei degnissima persona, mi spinse di incomodarla con la presente e di mandargli un debole Pezzo di mia musica, rimettendola alla di lei maestrale Giudicatura. Scrissi l'anno scorso il Carnovale una p buffa (La finta Giardiniera) a Monaco di Baviera. Poche giorni avanti la mia partenza di là desiderava S. A. Elettorale di sentire qualche mia Musica in contrapunto: ero adunque obligato di scriver questo Motteto in fretta per dar Tempo a copiar il Spartito per Sua Altezza ed a cavar le Parti per poter produrlo la prossima domenica sotto la Messa grande in tempo di Offertorio:
Il padre Martini così rispose:
Bologna, li 18 Xbre 1776. Unito alla sua gentiliss. pervenutami da Trento ho ricevuto il Motto [Offertorio e Misericordia Domini, mandato nel 1775, scritto 1775] Con piacere l'ho considerato dal ppio al fine, e Le dico con tutta sincerità che mi piace singolarmente in trovando in esso tutto ptto che richiede la Musica Moderna, buona armonia, matura ondulazione, moderato movimento de Violini, modulazione delli passi naturali, e buona condotta, me ne rallegro e godo che d'acchè ebbi il piacere di sentirla in Bologna nel cembalo ora siasi di molto avanzata nel comporre...
da Alfred Eistein "Mozart" pag 153-154
(...) Mozart si era dedicato alla vecchia polifonia più severa durante la sua visita a Bologna a Padre Gimbattista Martini, (...) Gli esercizi impostigli da Padre Martini avevano lo scopo di facilitare l'ammissione di Mozart all famosa Accademia Filarmonica di Bologna, il 10 ottobre 1770. Era assai difficile essere ammessi. Si dava al candidato un brano di canto gregoriano (nel caso di Mozart si trattò di una melodia antifonaria) per il quale, rinchiuso in una stanzetta, egli doveva comporre tre voci superiori in stile osservato. Mozart fallì completamente. Tutte le vanterie di Leopold riguardo alla meravigliosa soluzione del problema da parte di Wolfang non sono che menzogne. Negli archivi dell'Accademia Filarmonica e del Liceo Musicale di Bologna si conservano i tre documenti relativi: il lavoro di Mozart esegiuto nella solitudine della stanzetta, le correzioni di padre Martini e la copia di Mozart, corretta, che fu poi presentata alla giuria. Malgrado l'assistenza del buon Padre, il verdetto non fu certo entusiastico: "Nel termine di meno di un'ora (Leopold parla sempre di mezzora) ha esso Sr Mozart portato il suo esperimento, il quale riguardo alle circostanze di esso lui è giudicato sufficiente".
(pag 44)
PRIMO ED ULTIMO GRANDE VIAGGIO MONACO-AUGUSTA-MANNHEIN-PARIGI (con la madre)
(alla cugina ad Augusta)
Mannhaeim, 5 Novembre 1777
Dilettissima ciginetta, cuginina!
(...) Ora le auguro buona notte, caghi a letto tonando; dorma bene; stiri il culo fino alla bocca; (...)
Mannhein, 22 Novembre 1777, sera o piuttosto nocte temporis Puncto accurat battute le 10 ore.
Mon trés cher pére, (...) ero da Cannabich, dove Wendling provava un Concert e io gli accordavo gl'istromenti. Oggi alle sei c'è stata la Galla Accademie; ebbi il piacere di sentire Franz al violino in un Concerto (lui ha una sorella di Madama Cannabich). Mi piace molto; Lei sa che io sono un grande amatore di difficoltà: Lui suona deooe cose difficili, ma non si conosce che lo siano; si penserebbe di poter fare altrettanto, e questa è la sua vera arte. Ha anche un bel suono rotondo; non manca nessuna nota; si sente tutto; è tutto marquirt; ha un bello staccato, un'arcata regolare in alto come in basso; e il trillo doppio non l'ho mai sentito come da lui. Insomma per me, anche se non è un mago, è un solido serio violinista. (...)
Parigi, 9 Luglio 1778.
Monsieur, Mon très cher père, (...) Il 15 agosto per l'Assunta si darà la sinfonia col nuovo Andante eseguito per la seconda volta: La sinfonia è in re e l'Andante in sol. Qui non si può dire D e G.
(Ad Aloysia Weber, a Mannhein)
Parigi, 30 Luglio 1778. Carissima Amica,
Kaisersheim, 23 Dicembre 1778
Ma très chère cousine! (...) mi rincresce non poterla alloggiare, perché non sono alla locanda, ma ...sì, dove? lo vorrei sapere; ora scherzi a parte (...) dunque venga di certo, altrimenti c'è un concerto ed io stesso verrò la sua alta persona a complimentare e a lei il di dietro bollare , le sue mani baciare, e col mio posteriore bombardare, e lei abbracciare, davanti e dietro criticare e di quel devo a lei ne pagherò meno che un cappello (...)
MONACO (BAVIERA) (Novembre 1780-Gennaio 1781)
SALZBURG (Gennaio 1779 - Ottobre 1780)
(Alla cugina "Basle" a Augusta)
VIENNA (17 Marzo 1780 - 5 Settembre 1791) Mozart abbandona Salzburg. L'opera "La fuga dal serraglio Suo matrimonio con Costanza Weber
Vienna 10 Aprile 1782
A propos, quando mi spedisce il Rondeau vorrei pregarla di mandarmi anche le sei fughe di Haendel e le Toccate, e le fughe di Eberlin. Ogni domenica il 12 vado dal Barone van Swieten e là non si suona che Haendel e Bach. Faccio appunto una colezione di fuche, tanto di Sabastian, quanto di Haendel, che ora mi mancano... Saprà già che il Bach inglese è morto. [Johann Cristian Bach]
Carissima sorella! (…) Ti mando un preludio e una fuga a tre voci; ecco perché non ti ho risposto subito; non ho potuto finir prima di scrivere: si fa tanta fatica a scriver queste piccole note. (…) E’ proprio per la mia Costanza che questa fuga è venuto al mondo… Essa non vuol sentire che delle fughe e specialmente quelle di Haendel e di Bach, e sentendomele suonar spesso a memoria, mi chiese se io non ne avevo mai scritta nessuna; quando le dissi di no, allora mi rimproverò di non voler comporre le cose più artistiche e più belle della musica e non cessò di pregarmi di comporgliene una. Ho scritto appositamente Andante maestoso perché non si suoni presto; se la fuga non si suona adagio non si può sentir chiaro e distinto il tema e non è di nessun effetto. (…) Così ti prego di non mancare alla promessa e non lasciarla vedere a nessuno. Imparala a memoria e suonala. Non si può ripetere tanto facilmente una fuga…
da Alfred Eistein "Mozart" pag 160 (nella traduzione in mio possesso questo testo non risulta)
"...Se papà non ha ancora fatto copiare quei pezzi di Eberlin, tanto meglio, poiché nel frattempo, mi sono capitati fra le mani e mi sono reso conto che la mia memoria mi aveva tradito e che sono purtroppo troppo banali per meritare un posto accanto a Haendel e Bach. Con tutto il rispetto per la sua composizione a quattro voci, devo dire che le sue fughe per pianoforte non sono altro che lunghi esercizi privi d'ispirazione..."
(Secondo Alfred Eistein fu il Barone van Swieten a far conoscere Bach a Mozart e riporta una lettera di Swieten, pag. 162, riguardante un'udienza avuta dal Re, van Swieten.
"Entre autre il me parla de musique et d'un grand organiste nommé Bach qui vient de faire quelque séjour à Berlin. Cet artiste est doue d'un talent supérieur a tout ce que j'ai entendu uo pu imaginer en profondeur de connoissances harmoniques et en force d'execution, cepandant ceux qui ont connu son pére, ne trouvent pas encore q'uil l'égale. Le Roi est de cette opinion et pour me oe prouver chanta à haute voix un sujet de Fugue chromatique qu'il avait donné à ce viex Bach, qui sur le champ en fit une Fugue à quatre, puis acinq, puis enfin à huite voix obbligéés".
(Si tratta della visita di Bach a Federico II che porterà all'Offerta Musicale. Swiethen fa confusione quando dice: "tuttavia quelli che hanno conosciuto suo padre, non trovano ancora chi l'eguaglia")
Vienna, 16 Gennaio 1782.
Mon très cher père! (...) Ora di Clementi: E' un bravo cembalista e con ciò è detto tutto. Ha molto bravura tecnica nella mano destra; i suoi passaggi speciali sono le terze; del resto non ha un briciolo né di t né di sentimento; è solo un Meccanicus. L'imperatore (dopo che noi ci fossimo fatti i complimenti) disse che si cominciasse a suonare. "La santa chiesa cattolica" disse l'imperatore, perché Clementi è romano. Egli preludiò e suonò una sonata; poi l'imperatore fece a me: "Allons su via!" Io preludiai e suonai delle variazioni; poi la Principessa mi diede delle composizioni di Paesiello (ma r di sua mano e malissimo) e dovetti suonare l'Allegro e lui l'Andante e il Rondò. Poi prendemmo un tema dalla sonata e lo sviluppammo a due pianoforti..... (...)
(Alla moglie)
Dresda, 16 aprile 1789 (undici e mezzo di notte) Come? Ancora a Dresda? Si mia cara; ti racconterò tutto per filo e per segno. (...) Ora devi sapere che c'era anche un certo Hassler (organista di Ehrfurt) scolaro di uno scolaro di Bach: (...) la forza di costui nell'organo è nei piedi, perché qui il Pedale va di gradi, così che non è poi una grand'arte. Nondimeno fece solo dagli accordi e delle Modulation del vecchio Sebastian Bach. (...) Cara moglie, ora ho una gran quantità di preghiere da farti: 1° ti prego di non esser triste 3° che tu non esca a piedi da sola, o meglio non andar mai fuori a piedi; (...) 5° ti prego di aver riguardo non solo al tuo e al mio onore, ma anche all'apparenza: non esser in collera con me per questa preghiera. perciò devi amarmi ancor di più, vedi che ci tengo all'onore; (...)
Verzeichnüss aller meiner Werke
Tradotto da: http://www.bl.uk/index.shtml
Questo manoscritto è la documentazione delle composizione di Mozart negli ultimi sette anni della sua vita, e di conseguenza è un documento di eccezionale importanza. Da febbraio 1784 fino a dicembre
1791, compose molti dei suoi lavori più famosi, incluse le cinque opere
mature, molte delle più belle sonate per pianoforte, e le sue ultime tre
grandi sinfonie, così come molti lavori minori famosi. Era un tempo turbolento
della sua vita, con crisi finanziarie, tragedie famigliari, e la sua ricerca
senza successo per una posto permanente a corte.
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