10.5.14. LA FESTA DEL CIUCCIO DI FUOCO AD ACIGLIANO

Durante il giorno di ferragosto ad Acigliano, una frazione del comune di Mercato S. Severino, la vita dell’antico borgo è allietata da un’importante manifestazione denominata “Festa do ciucce e fuoche”, un evento dal forte contenuto simbolico e di grande coinvolgimento popolare.
La manifestazione che chiude la festa di S. Magno, consiste nel trascinare lungo il corso del paese un asino di cartapesta bardato di fuochi d’artificio. L’animale è cavalcato da uno o più personaggi, sempre di cartapesta, che cambiano identità di anno in anno, impersonando sempre personaggi celebri del momento.
La sera di ferragosto il Ciuccio viene esposto in piazza all’attenzione dei curiosi e dei turisti e a mezzanotte prende il via la sfilata. Il ciuccio, assicurato ad una base provvista di ruote, corre agevolmente sull’asfalto trascinato da due uomini, mentre un corteo di ragazzini insegue festante il corteo.

Durante il tragitto l’animale è illuminato da bengala accesi lungo il corpo; il percorso, limitato a qualche centinaio di metri, si conclude quando i fuochi d’artificio si sono del tutto spenti.
Si tramanda che in passato esistesse una fiera rivalità tra Acigliano e Pandola e che tale rivalità sia alla base del famoso “ciuccio di fuoco”. Si racconta, infatti, che molti anni addietro alcuni mercanti di animali provenienti dall’avellinese, nel condurre degli asini sulla piazza di S. Severino, si videro morire, per motivi ignoti, una delle bestie nei pressi di Acigliano. La presenza del cadavere fece balenare negli aciglianesi l’idea di farsi beffa dei nemici pandolesi; legata una corda al collo dello sventurato animale lo trascinarono fino alle prime case di Pandola dove l’abbandonarono in disprezzo degli odiati vicini.

Figura 10. 64. Festa del ciuccio di fuoco