5.13. LA BASILICA PONTIFICIA SANTA MARIA DE GULIA
A CASTELLABATE

Ai piedi del castello, ai margini del borgo antico, a dominare per largo giro d'orizzonte il mare, sorge la Basilica romana, elevata a Basilica Pontificia minore con lettera Apostolica del 2 agosto 1988, dedicata a Santa Maria de Gulia, da "agulia" il nome medioevale dell'aquila, perché il colle, sul quale essa sorge, sembra un'aquila posante con l'austero rostro rivolto verso destra.
La Basilica, oggi Duomo di Castellabate, risale alla prima metà del XII secolo, voluta dal Beato Simeone Abate della Badia di Cava, cofondatore di Castellabate e successore di Costabile Gentilcore, fondatore del borgo.

Figura 5. 55. Campanile del Duomo Figura 5. 56. Trittico

Eretta inizialmente a due navate, secondo lo stile romanico cavese, la Basilica subì la prima trasformazione nel XV secolo con l'aggiunta, al suo lato sinistro, di cappelle gentilizie, i cui nudi pilastri e archi di ingresso, nel secolo successivo, furono rivestiti di pietra arenaria locale. Nello stesso secolo fu arricchita di transetto e abside, come testimoniano le monofore gotiche riapparse nel corso dei lavori di restauro.
Alla fine del XVIII secolo la Basilica, rimaneggiata con sovrastrutture barocche, subì la distruzione del caratteristico porticato e di preziosi affreschi, di cui restano solo poche tracce.
Oggi, dopo i lavori di restauro, la Basilica, con l'annessa torre campanaria, ha ripreso in gran parte il suo volto originario, conservando dell'epoca barocca la facciata principale, il transetto e l'abside.
La Basilica, articolata su tre navate con presbiterio absidato e copertura a cupola conta ben 23 cappelle variamente dedicate (all'abate Michele De Tarsia, (la più antica), a S. Bernardino, a Santa Sofia, a S. Antonio, a Santa Maria della Pietà, al Salvatore, a S. Lorenzo, a Santa Maria del Carmine, a S. Pietro in Vincolis, a S. Giacomo, alla Santissima Trinità, a S. Leonardo, a Santa Caterina, a S. Giovanni Battista, a S. Bartolomeo, all'Ascensione, a Santa Maria delle Grazie, a S. Francesco, a Santa Lucia, a S. Pietro e Paolo, a S. Martino, a Santa Margherita e a S. Nicola).

Da sottolineare, in questo ambiente, la sistemazione del coro dal sobrio impianto architettonico, con i suoi 19 stalli ad un solo ordine e, sulla stessa parete di fondo, in alto, il polittico di Pavanino da Palermo, e una tempera su tavola del 1472 raffigurante la Vergine con Bambino, S. Pietro Apostolo, S. Giovanni Evangelista e, in alto, la Crocifissione tra l'Angelo Annunciante e l'Annunciata.
E' necessario ricordare altre opere conservate nella cattedrale. Su una colonnina di spoglio, di origine romana, è posta un'interessante acquasantiera con un poligono esterno di 13 pannelli lavorati a bassorilievo, che presentano decorazioni floreali e figurazioni simboliche come il drago, l'aquila, la palma e la croce.
Tra i dipinti conservati nella chiesa è da segnalare una bella tavola con S. Michele Arcangelo, il capo delle milizie celesti che ha nella sua mano una lancia la cui punta trafigge il corpo di un'ammaliatrice figura femminile celeste con le ali,provocante nell'opulenza delle sue nudità, a simboleggiare una delle funzioni riservate a S. Michele, quella di vincitore dell'idolatria e dell'eresia: un'opera che doveva essere un continuo monito ai fedeli, in una società dove troppe erano le sollecitazioni esterne e permeate di ascendenze paganeggianti e magiche.

Figura 5. 57. L'Arcangelo Michele

In fondo alla navata sinistra il catino è decorato da un mosaico, realizzato nel 1964 da artisti fiorentini, che presenta al centro la Vergine con Bambino con ai lati il protettore di Castellabate, S. Costabile sotto veste di bambino e come Abate della Trinità di Cava.
Nell'altare si trova il busto in rame di S. Costabile realizzato nel 1662 dall'argentiere napoletano Treglia e offerto dai fedeli in occasione della peste del 1665.
Sempre sulla navata sinistra, in corrispondenza con la prima arcata, vi è uno splendido Crocifisso con Mater Christi del XVII secolo; in corrispondenza della seconda arcata una tela della seconda metà del XVIII secolo raffigura Santa Caterina di Alessandria accanto a un imponente confessionale ligneo della fine del XVIII secolo.
Nella navata destra, subito dopo l'ingresso, un'interessante tavola dalla vivace policromia di rossi e azzurri, degli ultimi anni del XVI secolo o degli inizi del XVII, rappresenta la Madonna con Bambino tra S. Agostino e S. Francesco di Paola.
All'altezza della prima arcata è collocato un dipinto ad olio del XVII secolo realizzato su tavola con la Madonna del Carmelo attorniata da S. Francesco di Assisi, S. Antonio da Padova, S. Rocco e Maria Maddalena. Nel vano sottoposto una statua lignea del XVI secolo raffigura la Vergine con Bambino, di notevole fattura, con una bella policromia e una precisa doratura delle vesti, arricchita da una decorazione sia dipinta che incisa.
In corrispondenza della seconda arcata si trova una tavola dipinta ad olio del XVII secolo raffigurante S. Martino che offre il suo mantello a un povero.
Nelle pareti laterali del presbiterio, sono disposte una di fronte all'altra, due grandi tele raffiguranti S. Nicola e S. Lorenzo, dipinte nel 1798 dall'artista avellinese Antonio De Mita.
Sul sacrato, situata ortogonalmente rispetto alla chiesa madre, la chiesa del Rosario, fu realizzata nella seconda metà del XVI secolo. L'interno è ad unica navata rettangolare coperta a volta a cassettoni ottagonali; attualmente è utilizzata quale deposito di arredi sacri, statue lignee di santi e tele. L'altare è realizzato ad intarsio fiorentino e nelle pale d'altare è rappresentata la Madonna del Rosario con i 15 misteri.