10.5.7. I CONCERTI DI RAVELLO

Figura 10. 57. Concerto a Villa Rufolo

Quella di distinguersi è stata sempre una prerogativa di Ravello. Già dai tempi del Medioevo, quando prese le distanze dagli Amalfitani in occasione del tradimento del re normanno Roberto il Guiscardo, effettuò il primo vero tentativo di autonomia, che le fecero guadagnare l’appellativo di “Rebello”, da cui deriva oggi il suo nome.
Fuori, per vocazione, dal turismo di massa, Ravello cerca di rispettare la sua antica tradizione turistica che riserva a quanti in passato sono rimasti stregati dal fascino straordinario dei suoi luoghi.
Tra questi, Richard Wagner, che a Napoli nel maggio del 1880 per l’orchestrazione del Parsifal, durante un suo soggiorno a Ravello, rimase talmente affascinato dallo scenario suggestivamente romantico del giardino di Villa Rufolo, col suo cortile moresco, con le sue torri millenarie, con le sue terrazze mozzafiato, ricco di piante esotiche e rare e fiori dai mille colori, che ebbe l’immediata ispirazione scenica del giardino di Klingsor. Wagner diede ordine al celebre pittore russo Joukounowhy di riprodurre lo scenario, e da quel giorno, ogni qualvolta, nei teatri del mondo, va in scena il Parsifal, al secondo atto, apparirà immortalato il giardino di Ravello.
L’amore e l’entusiasmo che Ravello nutre per Wagner e per la sua arte, si tramanda di generazione in generazione. I concerti wagneriani a Villa Rufolo sono omaggio di gratitudine e di degna commemorazione per quell’insuperabile Maestro, creatore di tante bellezze musicali.
La manifestazione di Villa Rufolo, che richiama appassionati e intenditori di tutto il mondo, in questa naturale e panoramica cornice che non ha uguali al mondo, è quanto di più sublime possa godere lo spirito umano. Essa suscita una serenità che è vera elevazione dello spirito e le melodie rapiscono ed estasiano l’animo in un godimento misterioso ed indecifrabile. 
I concerti di Ravello, che spaziano dal repertorio classico-romantico a quello wagneriano sino alla musica contemporanea, si tengono da marzo a ottobre. E’ nel mese di luglio che la stagione concertistica raggiunge il suo apice, con il Festival Wagneriano, giunto alla sua XLIX edizione, diretto da Roman Vlad con la consulenza di Domenico Spetrini, e durante il quale si esibiscono artisti, musicisti, solisti ed orchestre, italiani e stranieri, tra i più famosi al mondo. Basta citare Zubin Metha, Lorin Maazel, Valere Gergiev, Benny Golson, i tenori Josè Carreras e Placido Domingo, i solisti di Salisburgo, i solisti di fiato di Parma, l’orchestra del Maijnski di S. Pietroburgo, la Royal Philarmonic Orchestra di Londra, l’orchestra del teatro S. Carlo di Napoli, per rendersi conto della valenza artistica che ha ormai assunto tale manifestazione.

Ravello città della musica, ove una perfetta osmosi tra cultura e paesaggio rende l’evento unico e particolarmente magico, è il fortunato slogan che mette in competizione la città di Ravello con Spoleto, Taormina, Salisburgo e Bayreuth in quanto una delle più prestigiose capitali europee dell’arte. E’ un’orgogliosa dichiarazione di identità e lo sarà ulteriormente di qui a qualche anno, quando l’auditorium di 5000 posti potrà consentire l’ideazione e la realizzazione di eventi da mondovisione lungo tutto l’arco dell’anno.

  Figura 10. 58. Concerto di musica da camera