10.2.2. LA DISFIDA DEI PISTONIERI A CAVA DE' TIRRENI

Cava dei Tirreni, già cittadina fiorente nel medioevo, protetta dal Papa, temuta dai vicini e privilegiata dai re, è l’unica città meridionale ad avere, ancora intatto, il borgo medioevale con i suoi caratteristici portici.
In questo scenario, tra l’ultimo fine settimana di giugno e la prima decade di luglio, si celebra una tradizionale sagra d’armi, “La Disfida dei Pistonieri”, legata a due episodi storici del XV e del XVII secolo che ricordano la fedeltà alle istituzioni e la fede religiosa del popolo cavese.
Il primo episodio rievoca una memorabile battaglia, sostenuta nella notte del 6 luglio 1460 nella piana del Sarno, da circa 500 volontari cavesi guidati da Giosuè e Marino Longo, accorsi in aiuto al giovane re Ferdinando I d’Aragona, attaccato di sorpresa dalle truppe mercenarie di Giovanni d’Angiò.

Per questo eroico atto, il 4 settembre 1460 il re Ferdinando consegnò al sindaco di Cava Onofrio Scannapieco, recatosi a corte, una pergamena in bianco con la firma del re e il sigillo reale, ancora oggi gelosamente conservata presso l‘archivio comunale, affinché l’Università Cavese potesse iscrivervi qualsiasi concessione sovrana. I cavesi, in segno di deferenza al Sovrano, ritennero di non compilare la pergamena, pur tuttavia il re volle concedere alla città onori e privilegi straordinari.
Cava fu nominata “città fedelissima”, ebbe la facoltà di fregiarsi dello stemma delle armi aragonesi, ottenne in tutto il regno l’esenzione da ogni peso di dogana e gabella, le fu concessa la separazione della dogana di Vietri da quella di Salerno, il Foro dei Cavesi in tutte le cause, e la giurisdizione del Capitano.
Il secondo episodio, risalente al 1656, è riferibile alla tradizione, iniziata dai parroci dell’Annunziata che, dopo la funesta pestilenza del 1556 che arrecò tantissimi lutti al Regno di Napoli, decisero di portare il SS. Sacramento in corteo sul monte Castello per benedire la città sottostante e scongiurare il ritorno del terribile flagello.
In ricordo di quell’avvenimento, nell’ottava del Corpus Domini, ogni anno una processione sale in segno di giubilo, come allora, sulle cime del monte tra fuochi pirotecnici, sfilate in costume d’epoca e gli spari dei pistonieri.
Gli eroi di questi avvenimenti furono e sono i Pistonieri o Trombonieri di Cava dei Tirreni che, nella tradizionale rievocazione storica della battaglia del Sarno, hanno dato vita dal 1974 ad una vera e propria “Disfida” per aggiudicarsi la Pergamena Bianca.
I Pistonieri, perfettamente addestrati e divisi in contrade e casati, gareggiano sulla padronanza nell’uso di armi vere e proprie, i cosiddetti “pistoni”, gli antichi archibugi del peso di circa 20 chilogrammi, in uso a Cava fin dalla prima metà del Cinquecento, tramandati gelosamente da padre in figlio e caricati a salve. E’ una gara che dura un anno, una preparazione che impegna un’intera contrada: si preparano le polveri da sparo, si lucidano le canne delle armi, si riparano i costumi, si lavora per la coreografia.
Al corteo storico in costume rinascimentale, partecipano le varie contrade ognuna con il proprio stemma e e il proprio gonfalone. Ciascun gruppo rappresentante la contrada è costituito da Regi Capitani, Portavessilli, suonatori di chiarine, tamburini, timpani imperiali, rullanti e da circa 50 pistonieri.
Al corteo partecipano anche i celebri e spettacolari Sbandieratori Cavesi eredi degli alfieri quattrocenteschi dell’Università Cavese.

Figura 10. 4. La consegna della pergamena bianca
Figura 10. 5. Sfilata dei trombonieri

Figura 10. 6. La disfida