3.7. EBOLI

Sede fin dall'età del bronzo di un abitato sulla collina del Montedoro, Eboli rappresenta per l'età preromana uno snodo, la cui importanza varia a seconda delle epoche storiche, al confine di aree culturali diverse, collocato allo sbocco tra la valle del Tusciano e la via Ofanto-Sele.
Il carattere prevalente dell'insediamento è quello della cultura Villanoviana, il che dimostra il rapporto privilegiato con Pontecagnano: il principale centro etrusco della piana. Eboli si apre, comunque, pure all'insediamento di gruppi misti provenienti dall'entroterra della Valle del Sele portatori di una cultura diversa, come viene rilevato negli ornamenti di corredi funerari femminili che fanno presupporre tali processi di infiltrazione.
La fondazione di Poseidonia che preclude a Pontecagnano il controllo della direttrice Sele - Ofanto e la contemporanea importanza assunta dal centro etrusco di Fratte lungo lo sbocco dell'itinerario ofantino, producono gravi danni all'economia ed al commercio di Eboli, come riscontrabile dai corredi funerari di quel periodo che presentano vasi di bucchero di produzione locale ma con scarsa ceramica di importazione greca.
In questo quadro politico si distinguono comunque, a partire dalla seconda metà del VI secolo a.C. isolate sepolture di personaggi di spicco con abbondanti corredi di ceramica corinzia e attica che probabilmente stanno ad indicare nell'insediamento esistenza di gerarchie interne.

Figura 3.21. Anfora a figure rosse

Figura 3.22. Neck Anfora

Nel corso del V secolo a.C., l'insediamento perde ulteriore vitalità come prova la netta contrazione delle necropoli, infatti i corredi funerari ritrovati, pur presentando alcuni segni di una certa condizione di vita, non registrano segni di accumulazione di ricchezza né qualità di oggetti preziosi.
Solo verso la metà del IV secolo a.C., quando i sanniti e i lucani assumono il predominio politico sulle colonie costiere, il sito appare marcato da sostanziali segni di trasformazione. Si moltiplica la documentazione proveniente dalle necropoli; le sepolture, riunite in gruppi alternati da ampi spazi, gravitano intorno ad una o più sepolture emergenti determinate dalla qualità e dal tipo dei corredi funerari. Tale disposizione sembra ribaltare nelle necropoli una sorta di organizzazione sociale per gruppi familiari dove i maschi adulti sono connotati da una forte componente militare con lance, cinturoni, speroni, armature e armi che esprime un'ideologia funeraria incentrata prevalentemente sull'attività guerriera. A questi elementi si accompagna, lungo i lati del corpo, l'intero complesso di vasi a figure rosse da mensa e da vino, provenienti dalla vicina Paestum. Le sepolture femminile sono caratterizzate soprattutto dalla presenza di oggetti di ornamento come fibule in bronzo o argento ed anelli, mentre il corredo ceramico è in genere composto dall'hyokia, il vaso per contenere l'acqua a figure rosse e dal complesso skyphos.
Quando traspare dalla lettura del contesti funerari tradisce la cultura del popolo ebolitano basata su un'organizzazione sociale legata al possesso della terra, con una struttura militare gerarchizzata.
L'insieme delle testimonianze e dei reperti archeologici ritrovati accomuna Eboli, per più di un elemento, ai vicini centri della Lucania come Atena Lucana e Teggiano, non solo nella composizione dei corredi funerari ma anche per l'uso generalizzato della tomba a fossa in luogo di quella dipinta adottata a Paestum e in Campania.
La città di Eboli resta comunque il centro privilegiato da cui vengono importate ceramiche figurate e da cui derivano le statuette votive raffiguranti dee sedute e offerenti con porcellino, che segnano le manifestazioni esteriori di culti, nate da recuperi ottocenteschi, che delineano un orizzonte devozionale simile a quello degli altri centri della Campania meridionale e della Lucania.