A
pochi chilometri da Salerno, a ridosso di Pompei ed Ercolano,
patria del pomodoro e sede di vecchi pastifici artigianali, Pagani
custodisce l’antica tradizione popolare della Madonna delle
Galline, che rievoca l’antica venerazione di Demetra, divinità
protettrice della natura e delle messi.
Un culto del tutto originale, molto antico e collegato a quello
delle “Sette Madonne Sorelle”, caratterizzato dai temi della
madre, del sesso e della morte, e che si celebra la prima domenica
dopo Pasqua.
La tradizione popolare racconta che nel 1503 alcune galline,
razzolando nello stesso luogo ove oggi sorge il Santuario, fecero
emergere dal terreno una tavoletta su cui era dipinta l’immagine
di Santa Maria del Carmelo. Nel tempo la tavoletta fu poi
sostituita da una tela attribuita ad Andrea Sabatini da Salerno.
Nei giorni della festa il Santuario si riempie di volatili di ogni
genere: oche, anatre, colombe, tortore e soprattutto galline di
ogni razza che vengono donate alla Congregazione e da questa poi
vendute ai fedeli e ai visitatori del Santuario.
Il sabato sera è dedicato alla veglia tra suoni, canti e balli
fino al mattino, mentre le donne anziane, come vuole la
tradizione, preparano il succulento pranzo della domenica
costituito da pasta di casa, condita dall’inconfondibile ragù
napoletano, e dai carciofi arrostiti sulle braci.
La Madonna “esce”, in processione alle nove del mattino e rientra
al tramonto; la processione, con nacchere, tammorre e putipù,
attraversa le vie del paese e le stradine di campagna fra botti di
petardi, petali di fiori e coperte ricamate stese a fare da
cornice al passaggio della Madonna. In ogni angolo di strada, in
ogni cortile, i fedeli offrono doni: pane, denaro e volatili di
ogni genere.
Caratteristiche e piene di fascino le danze che esplodono in
espressioni artistiche ritmiche e musicali che legano in maniera
originale e spettacolare i temi della vita, della morte, della
fertilità e della fecondità, con sonorità e movenze mediterranee
che rivivono a Pagani nei ritmi travolgenti delle tammorriate, ove
i temi sacri e quelli profani convivono con sorprendente armonia e
spontaneità. |