10.4.1. LA FESTA DI SAN MATTEO

Un intreccio tra fede e cultura, tra tradizioni religiose e civili, tra attese e speranze, tra memoria e futuro: tutto questo è per Salerno e la sua provincia la festa dell’Apostolo Evangelista S. Matteo.
Forse non tutti sanno che a Salerno la festa di S. Matteo viene celebrata due volte l’anno: il 21 settembre e il 6 maggio, giorno dell’anniversario della Traslazione delle reliquie.
Si narra che a Pelagia, madre del monaco Atanasio, l’Apostolo Matteo rivelò in sogno il luogo del suo sepolcro, nei pressi dell’antica Velia, tra i fiumi Fiumariello e Alento. Il figlio Atanasio, su richiesta della madre, individuò il posto e dopo un accurato scavo rinvenne il corpo del Santo che depositò, a sua volta in un sudario presso la sua cella nel Cenobio di Casalicchio (oggi Casalvelino). Spinto dal desiderio di una ricompensa in danaro tentò per ben due volte di portare le reliquie verso l’Oriente, ma entrambe le volte fu respinto dall’improvviso insorgere di furiose tempeste.

Impaurito perché convinto che tutto ciò si era verificato per volontà divina, abbandonò l’idea della ricompensa costruendo invece un arcosolio ove depositò il corpo del Santo. La notizia non tardò ad arrivare al vescovo di Capaccio, che ordinò al monaco di consegnargli le reliquie, che furono portate nella cattedrale di Capaccio Santa Maria del Granato.
Fu il principe Gisulfo I a disporre che le reliquie fossero portate a Salerno il 6 maggio 954, e custodite nella cattedrale dedicata alla Madonna e che da allora fu intitolata a S. Matteo.
In passato l’anniversario della Traslazione era una celebrazione molto importante in onore della quale tutte le parrocchie di Salerno preparavano dei grandi trofei di fiori, raffiguranti i simboli della propria chiesa. Durante la notte tra il 5-6 maggio, al suono delle campane, i trofei venivano portati in processione fino al Duomo, ove il giorno seguente veniva celebrata una messa speciale con la benedizione dell’intera cittadinanza; purtroppo oggi la festa non ha più l’eco di un tempo anche se è stata parzialmente ripristinata.
Il 21 agosto, con “l’alzata del panno”, un quadro su tela raffigurante S. Matteo sullo sfondo del porto con sotto la scritta: “Salerno è mia : io la difendo”, si da inizio ai festeggiameni religiosi, che si svolgono nella cattedrale, in onore del Santo Patrono.

  Figura 10. 32. San Matteo

Il 21 settembre, giorno più importante e più atteso dai salernitani, si svolge la festa vera e propria in onore di S. Matteo, con una processione che attraversa il centro storico, percorre Corso Vittorio Emanuele, scende per Via Velia, per poi sfilare lungo Via Roma fino alla chiesa dell’Annunziata, e rientrare infine, su Via Mercanti, fino al Duomo. Aprono la processione le tre statue d’argento dei Santi Martiri Salernitani, Anthes, Gaio e Fortunato, simpaticamente definiti dal popolo come le “tre sorelle” di S. Matteo, per i loro volti dai lineamenti dolci ed i capelli lunghi. I tre giovani Santi, che vegliano sulla città insieme all’Evangelista, furono condannati a morte durante una delle persecuzioni ordinate dall’imperatore Diocleziano, poiché Fortunato aveva pubblicamente rifiutato di adorare Priapo anche a nome di Gaio e Anthes.

Figura 10. 33. La processione nell'atrio del Duomo

 Le spoglie dei Santi Martiri sono custodite nell’abside centrale della Cripta del Duomo, dove è conservata anche la colonna di marmo sulla quale furono decapitati.
Segue poi la preziosissima statua, risalente al 1742, di Gregorio VII, papa morto a Salerno nel 1085 durante il suo esilio, di cui si conservano, in un’urna di onice sull’altare destro del Duomo, le sue reliquie dal 1985.
Più indietro, sorretta dalla “paranza” composta dai facchini del mercato sfila la statua più pesante, il busto ligneo di S. Giuseppe, risalente al tempo della Scuola Medica Salernitana, protettore della corporazione salernitana degli artifices.
Infine la magnifica statua d’argento di S. Matteo scortata da un drappello di finanzieri, riccamente adornata di fiori, trasportata dai lavoratori del porto che, di generazione in generazione si tramandano questo privilegio.
A S. Matteo è dedicata la Cripta del Duomo, al centro della quale si erge il doppio altare centrale dominato dalla particolare statua dell’Apostolo Evangelista che è bifronte, caratteristica questa, che permette ai fedeli di ammirare il volto del Santo da entrambi i lati.

Figura 10. 34. Momenti della processione

I punti salienti della processione sono rappresentati dalle soste della statua dell’Apostolo, lungo il percorso e dalle benedizioni che il Vescovo distribuisce.
La prima benedizione è rivolta alla sede della Guardia di Finanza, di cui S. Matteo è Patrono nazionale, essendo stato gabelliere prima della conversione.
All’altezza del palazzo della Provincia, la statua viene fatta ruotare verso il mare per una particolare benedizione a coloro che dal mare traggono il loro sostentamento: da sempre i pescatori considerano S. Matteo il loro protettore come può evincersi dalle splendide tre triglie d’argento che il Santo reca in mano come ex voto.
Ancora si sosta nell’atrio del Comune, che ostenta una splendida vetrata decorata raffigurante proprio il Santo Patrono; dopo una preghiera viene benedetto l’edificio simbolo dell’intera città.
Il ritorno per Via Mercanti culmina con la corsa finale verso il Duomo. In questo caratteristico momento i portatori esprimono la gioia con cui, nonostante la fatica del cammino, portano in trionfo la statua del loro Patrono, che addirittura fanno ruotare più volte in cima alle scale della cattedrale per benedire e salutare i numerosi fedeli accorsi in questo giorno di solenni festeggiamenti.
Attrattiva della festa è la tradizionale “remata di S. Matteo” che si svolge la mattina del 21 nello specchio d’acqua antistante il Lungomare Trieste, e a cui partecipano i sei equipaggi composti dalle “paranze” che nella processione trasportano i Santi.
In occasione delle celebrazioni si ingaggiano concerti bandistici di fama nazionale e internazionale che si esibiscono in genere a Piazza Amendola.
Per antica usanza, la festa ha termine dopo lo splendido spettacolo di fuochi pirotecnici di mezzanotte, sparati da un pontone a mare di fronte il lungomare. Il classico colpo finale pone ufficialmente fine ai festeggiamenti in onore del Santo Patrono.