La musica
tradizionale popolare, articolata su modelli originali molto
antichi tramandati oralmente di generazione in generazione,
costituisce ancora oggi una realtà nella vita sociale di
moltissimi italiani.
Gli strumenti musicali usati dagli antichi detentori di questo
vero e proprio linguaggio culturale, sono costruiti secondo
tecniche rimaste praticamente immutate rispetto a da quelle in uso
centinaia di anni fa, mentre alcuni strumenti, di origine
relativamente più recente e di più facile uso (l’organetto),
vengono utilizzati per sostituire quelli più difficili da
reperire, anche per la scarsità di artigiani costruttori.
La tammorra, un grosso tamburo a cornice posto su un telaio
circolare di legno sul quale sono fissati, a coppie, dischetti di
metallo detti “licere”, è lo strumento musicale tradizionale dei
paesi della Campania, in particolar modo di quelli vesuviani, che
accompagna canti e balli tradizionali, usata da sola o con altri
strumenti a percussione quali le castagnette, impugnate in genere
da danzatori.
La forma musicale, ad andamento essenzialmente binario,
proveniente dalla tammorra, prende il nome di “tammorriata” o
anche “canzone ‘ncopp o tammurro”; a tale struttura ritmica
corrisponde una particolare scansione metrica di versi, di undici
sillabe, che durante il canto subisce però modifiche sia nel
numero delle sillabe che nell’organizzazione.
Proprio per dare lustro all’antica tradizione delle tammorriate,
nel mese di aprile si svolge a Pagani il Festival delle Tradizioni
Popolari.
Il Festival, giunto alla sua IV edizione, sta riscuotendo consensi
sia di pubblico che di critica, tanto da porsi all’attenzione dei
più importanti quotidiani locali e nazionali.
Nella splendida cornice della Villa Comunale di Pagani lo scorso
anno si sono esibiti, con grande successo di pubblico, le paranze
di Maiori, Terzino, Giugliano, Montemarano, Pagani, Monti Lattari
e San Giovanni a Teduccio, oltre alla Nuova compagnia di canto
popolare di Giovanni Mauriello.
La giornata finale ha visto la partecipazione di gruppi
provenienti da due dei paesi più affascinanti del mondo: il
Messico e Cuba. Dal primo sono giunti i Mariachi, che hanno fatto
esplodere la loro fantasia musicale e coreografica davanti ad un
pubblico entusiasta che ha accompagnato con applausi ritmati
alcune delle canzoni messicane più famose come Paloma e la
Chucaraca oltre ad altre meno conosciute ma altrettanto
trascinanti. Sul palco sono poi saliti i Tropic Show di Andreas
Roman, che hanno deliziato gli spettatori con tipiche sonorità
cubane, comprese quelle portate alla ribalta internazionale da
Compay Segundo.
Sia ai Mariachi che ai componenti della band di Andreas Roman, il
sindaco di Pagani e l’assessore al Turismo hanno consegnato il
Crest del Comune e il cd riproducente il suono delle tammorre che,
in città echeggia quale primaria forma di espressione musicale.
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