2.2. GEOLOGIA E MORFOLOGIA DEL TERRITORIO

Il territorio provinciale presenta un aspetto geologico e morfologico molto vario e complesso. Le rocce che costituiscono le formazioni montuose della nostra provincia si sono formate milioni di anni fa, probabilmente nell'arco di tempo che va dal Triassico al Cretaceo Superiore, nel fondo del Mar della Tetide che separava il continente africano da quello eurasiatico, il cui lentissimo avvicinamento ha costretto i sedimenti stratificati ad inclinarsi, a comprimersi e a contorcersi, pur conservando il loro aspetto ben riconoscibile nelle falesie e nelle gole in fondo alle quali ora scorrono i torrenti.
Il gruppo dei monti Picentini, che si presenta nella sua ossatura con una potente serie di terreni mesozoici, costituisce nella sua struttura generale un apparato unitario e ben delimitabile rispetto al paesaggio collinare circostante.

Figura 2.5. I Monti Alburni

Figura 2.6. Il Monte Cervati

Quest'ultimo si presenta distinto in due gruppi separati tra loro da imponenti scarpate e da profonde valli: nel primo gruppo, quello a Sud della Valle del Sabato, prevalgono le formazioni di natura dolomitica che danno luogo a rilievi più articolati e incisi da profonde valli, come quelle del monte Accellica e dei monti Mai; nell'altro gruppo, che comprende il resto del massiccio, prevalgono rocce calcaree del Giurassico e del Cretaceo che danno luogo a rilievi con fianchi a profilo rettilineo raramente tagliati da forre, come il monte Cervialto, il monte Terminio e il monte Polveracchio.

Le caratteristiche litologiche dei monti Picentini, unite a quelle stratificate e tettoniche, con terreni calcarei permeabili limitati in basso da quelli dolomitici, sono favorevoli a formazioni di enormi falde acquifere sotterranee. Si possono giustificare così le grosse produttività idriche del monte Cervialto che alimenta l'acquedotto pugliese, le sorgenti del Calore, del Sabato e del Picentino sul monte Acellica e le sorgenti dell'Ausino che alimentano la città di Salerno.

Figura 2.7. Le pendici del Monte Motola

Figura 2.8. Il Monte Gelbison

Figura 2.9. Alle pendici del Monte Cervati. Sul fondo il Motola

Anche il Cilento, dal punto di vista geo-morfologico, può essere distinto in due diverse zone.
Nella zona comprendente gli Alburni, il monte Cocuzzo, il monte Cerasuolo, il monte Motola e il massiccio del Cervati, le rocce, che compongono il tipico paesaggio dell'Appennino meridionale, sono in prevalenza calcaree, con grandi pareti a strapiombo, con pinnacoli e guglie di pietra chiara e stratificata e dossi dai profili arrotondati che dominano vaste plaghe ad argille e marne. I corsi d'acqua, incidendo le rocce chiare e compatte, formano gole rupestri di intensa e orrida bellezza.
La zona comprendente il monte Stella ed il monte Gelbison presenta rocce fittamente stratificate di colore che vanno dal bruno al grigio-nero, con frequenti venature candide dovute ad intrusioni di calcite a sfoglie compatte e friabili. E' il tipico flysch (terreno che scivola) del Cilento derivante dalla composizione di vari sedimenti di varia origine e natura.
Un'eccezione particolare è costituita dal monte Bulgheria, ove il calcare dolomitico ritorna prepotentemente ad innalzarsi sulle ondulate pendici che lo circondano per precipitare ripide verso il mare.