2.4. IDROGRAFIA

Il fiume Sele in una vecchia stampa

Figura 2.17. Il fiume Sarno

La natura calcareo-dolomitica dei sistemi montuosi e le abbondanti precipitazioni rendono il territorio provinciale ricco di numerosi fiumi anche se di corso solitamente breve.
A Nord del Sele, a parte il Sarno, formatosi dall'unione, presso Striano, dei torrenti Foce, S. Marino e Palazzo, che attraversa l'intera pianura dell'Agro Nocerino-Sarnese per poi sfociare nel golfo di Castellammare di Stabia, si ricordano: l'Irno e il Fuorni che nascono rispettivamente dal monte Stella e dalle colline di Giovi per poi sfociare a Salerno e che costituiscono i limiti fisici delimitanti la Valle delle Rane, così detta dal gracidare delle rane che albergavano nelle vasche di decantazione utilizzate per rendere morbida l'argilla a Rufoli di Ogliara; il Picentino che nasce dal monte Acellica e riceve le acque che scendono dal monte Pizzi e dal Varco della Noce per sfociare dopo 5 Km nel golfo di Salerno; il Tusciano che nasce dal monte Polveracchio e riceve il canale Acque Alte Tusciane, il torrente Cornea, il torrente Isca, il torrente Rialto e il torrente Vallemonio per sfociare poi nel golfo di Salerno.
Numerosi sono i torrenti che dai monti Lattari sfociano sulla Costiera Amalfitana. Tra essi merita di essere menzionato il torrente Canneto che, scorrendo lungo l'alveo del Vallone Gravone nella riserva naturale Valle delle Ferriere, forma una meravigliosa cascata di circa 70 metri.

Figura 2.18. Fiume Tusciano Figura 2.19. Il fiume Sele alla foce

A Sud del Sele, tra i massicci montuosi, le pianure e le valli cilentane scorrono fiumi di modesta portata ma spesso impetuosi come il Calore, il Tanagro, il Bussento, l'Alento, il Mingardo, il Solofrone, il Lambro e il Fasanella.
Il Calore, che alimenta l'acquedotto pugliese, nasce dal monte Raialonga sul versante occidentale del monte Cervati. Dedicato, nell'antichità, alla dea Teti madre dell'eroe omerico Achille, il fiume Calore si presenta tortuoso e spettacolare fino a Roccadaspide, ove è possibile svolgere, sul suo corso, campionati di canoa, poi diventa più lento e regolare ed infine si immette nel Sele, ai piedi della collina di Altavilla Silentina, dopo circa 63 Km. di percorso.
Il Tanagro o fiume nero per la natura ferrosa dei minerali che contiene, nasce dal monte Serre Malombra e attraversa tutta la pianura del Vallo di Diano assumendo il nome Calore quando, nel territorio di Buonabitacolo riceve le acque dei torrenti Acquabianco, Porcile, Chiavica, Peglio e Riofreddo.
Il Bussento o Policastro, abbastanza pescoso, nasce in località l'Affondatoio sul monte Cervati. Esso alimenta il lago artificiale Sabette nel comune di Caselle in Pittari e sprofonda in una grotta inghiottitoio, "la rupe", seguendo un percorso sotterraneo di 5 Km per poi riprendere il suo corso in superficie, nel territorio di Morigerati.

Figura 2.20. Il torrente Sammaro Figura 2.21. Il torrente Fasanella

Figura 2.22. Il fiume Tanagro Figura 2.23. Il fiume Calore

L'Alento, pescoso in tutto il suo percorso, nasce dal monte Corne e,dopo aver percorso un fondovalle ampio ghiaino per oltre 30 km, sfocia in una valle alluvionale nei pressi di Marina di Ascea.
Il Mingardo, che sfocia nel mar Tirreno nei pressi di Capo Palinuro, nasce dal monte Croce di Pruno e riceve le acque del monte Faiatella, dal monte Pietra Alta e dai monti Vallivona. Attraversando gole con pareti quasi verticali dai cangianti colori, rappresenta un'attrazione di inestimabile valore ambientale.
Il Solofrone, che percorre la valle Tremonti e riceve le acque del torrente La Mola, nasce sul monte Vesole e sfocia presso Torre di S. Marco.
Il Lambro, con il suo percorso caratterizzato da salti più o meno elevati e da numerose conche, nasce dal monte d'Aniello per poi sfociare nei pressi di Capo Palinuro.
Il Fasanella, con le sue caratteristiche cascatelle, nasce nel territorio di Ottati da una caverna detta dell'Auso immettendosi poi nel torrente Pietra nei pressi del ponte chiamato "sette luci".
Numerosissimi sono poi i torrenti di una certa importanza, tra cui meritano di essere menzionati: il Sammaro, il Meandro, il Bianco e il Ripidi.
Ma il fiume principe della provincia, uno dei più considerevoli per vastità del versante tirrenico con i suoi circa 3.000 Kmq, è il Sele.

Figura 2.24. Il torrente Mingardo

Il Sele, che ha origine dal versante Sud del Monte Raialonga, con il suo percorso di circa 64 Km. arreca un grande vantaggio all'economia oltre che segnare marcatamente le connotazioni del territorio che attraversa. Riceve da sinistra il Tanagro, il Calore e il Temete e da destra i torrenti Acerra, Telegrafo, La Tenza, Trigento, Vonghia, Minuto e il Senerchia con le sue acque solfidriche e termali.
Le profonde anse che frequentemente delimitano piccole penisole, le isolette di cui è punteggiato il letto, i coni di terreno che si formano nei punti di convergenza degli affluenti e che mutano di dimensione e forma col variare della stagione, uniti alla limpidezza delle acque ancora incontaminate, conferiscono all'ambiente una varietà e una tipicità che lo rendono ecologicamente privilegiato.
Nell'area del Sele continuano a vivere animali e piante che altrove sono scomparsi, tanto che nei pressi di Persano è stata istituita un'interessante oasi che è possibile visitare.