1.12. PERIODO LONGOBARDO (646-1077)

La caduta dell'Impero Romano, le distruzioni provocate dalla lunga guerra Gotica, le malattie endemiche, l'abbandono e lo spopolamento delle campagne, arrecarono alla nostra provincia, un tempo opulenta, miseria e desolazione.
A tanta rovina tentarono di porre rimedio i Longobardi (forse così chiamati a causa delle loro lunghe barbe), che già dal 568-569, sotto la guida del re Alboino, avevano attraversato le Alpi Giulie e occupato gran parte delle città del Nord, giungendo fino a Benevento, che rappresentò per loro il caposaldo per una successiva espansione nel Sud.
I Longobardi, alla ricerca di uno sbocco al mare, penetrarono nel nostro territorio attraverso le valli fluviali interne, che potevano essere controllate tramite un sistema difensivo articolato in rocche, castelli e città fortificate. Tale sistema di fortificazione permise loro di scendere il corso del Sele e invadere la pianura fino al mare, occupando nel 646, per opera di Rodoaldo di Benevento, la città di Salerno, che divenne così il porto principale del potente Ducato di Benevento.
Fu Arechi II, quindicesimo Duca di Benevento, che assunse successivamente il titolo di Principe dopo la caduta del Regno Longobardo dell'Italia settentrionale, a rendere la città tra le più nobili d'Italia per il nuovo assetto urbanistico che le diede: fu perciò detto dai cronisti del tempo "il costruttore di Salerno". Egli fortificò le mura e il castello della città, fece costruire il palazzo Arechi e la cappella Palatina (meglio conosciuta con il nome di S. Pietro a Corte) e, avendo deciso di risiedere a Salerno, vi trasferì la sede della Corte e di governo. Sua moglie Adelperga formò a Salerno una corte fastosissima, creando un'accademia di uomini eminenti in ogni campo del sapere.
L'idea che la civiltà urbana altomedioevale fosse bloccata a uno stadio di sviluppo caotico e semi-barbarico, è smentita dal progressivo ammorbidirsi dell'isolamento dei cavalieri longobardi (presto diventati un corpo sociale attivamente impegnato nell'amministrazione dei latifondi), e dal tramutarsi delle incursioni arabe in più pacifiche e redditizie transazioni commerciali. Al contrario la cultura urbana altomedioevale sviluppò in Campania (anche grazie al retaggio dell'ordinata giurisdizione fiscale bizantina) un elevato concetto di città. Lo testimoniano i centri urbani di Benevento, Salerno e Capaccio Vecchia, che potevano vantare indipendenza e autonomia, e i nuovi centri abitati che ebbero vita con la diaspora signorile e la colonizzazione monastica che caratterizzò le aree interne del nostro territorio.
Ma il progressivo ritiro sulle cime delle montagne, e la progressiva specializzazione della istituzione feudale in una visione territoriale angusta, determinò alla lunga una situazione di generale isolamento degli abitanti a discapito dello stesso sviluppo del nucleo urbano.

Figura 1. 16. Croce longobarda

Figura 1. 17. S. Pietro a Corte

Tali insediamenti, col tempo, finirono col soccombere; e coloro che per primi osarono ridiscendere al piano divennero incontrastati fondatori di dinastie.