4.3. IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PAESTUM

Inaugurato il 27 novembre del 1952, il Museo Archeologico Nazionale di Paestum, tra i più importanti musei archeologici d'Italia, illustra con la varietà dei reperti non solo la storia della città ma anche quella delle pianure e delle colline circostanti su cui Poseidonia-Paestum estese la sua attività civile e politica. Inizialmente era costituito da un'unica sala, nell'aspetto architettonico esterno di scuola picentiniana, costruita sulle dimensioni della struttura che riproduceva il primo Thesauros del Santuario di Hera. Successivamente fu ampliato con nuovi ambienti intorno ad un giardino interno e con vetrate verso l'esterno. In questa nuova struttura i materiali sono stati disposti secondo un percorso incentrato su alcuni punti principali: sale dei santuari, pitture lucane e sala del Tuffatore.

Figura 4.8. Anfora attica a figure rosse

Figura 4.9. Anfora attica a figure nere

Figura 4.10. Statuetta di Eileithya

Una sezione importante del museo, due grandi sale, è costituita dall'insieme delle decorazioni architettoniche e scultoree degli scavi dell'Heraion di Foce Sele, il più importante santuario extra-urbano della Magna Grecia con il suo gemello di Hera Lacinia a Crotone, scoperto nel 1934 e attribuito dagli antichi a Giasone e ai suoi Argonauti.
Si tratta di ben 42 metope di scultura arcaica appartenenti al fregio del Tempio Maggiore databili 580-570 a.C. e di altre 36 scolpite forse tra il 510 e il 500 a.C., le prime con i rilievi completi in tutti i dettagli, le seconde con figure di cui sono distinguibili solo i contorni esterni.
Spiccano tra esse quelle che riproducono una danza sacra di fanciulle, le imprese di Ercole, la Centauromachia, l'Orestea, Ulisse e il pavido Euristeo.
La stessa scioltezza e fluidità narrativa che caratterizza i reperti dell'ambiente pestano è presente nella statua di Hera seduta in trono, di Zeus, di Eileithya e in tante altre statuine femminili in terracotta policroma del 500 a.C. circa.

Figura 4.11. Statuette femminili di terracotta

Figura 4.12. Metopa

Altri materiali arcaici di notevole valore sono i vasi di bronzo pieni di miele con spiedi ed un'anfora attica a figure nere ritrovati in un piccolo Sacello ipogeico, un edificio senza accessi e con tetto spiovente, in cui i vasi si disponevano lungo le pareti e con una iscrizione esterna dedicata a una ninfa, che ha incoraggiato le più strane teorie sul significato culturale dell'edificio.
L'uso delle tombe dipinte si affermò a Paestum in modo assai diffuso nel IV sec. a.C., durante il dominio lucano. A quest'epoca risale la ricchissima raccolta di pitture funerarie del museo, di cui è esposta, per ragioni di spazio, solo una parte. Si tratta di lastre affrescate: le più antiche sono decorate solo nella parte centrale, con fasce, corone, bende o rami; le altre con vere e proprie scene figurate di guerrieri a cavallo con elmi e corazza per le tombe maschili, e con elementi decorativi per quelle femminili. Non mancano anfore attiche figurate e vasi di specie diverse.

Figura 4.13. Tomba del tuffatore: lastra di copertura

Figura 4.14. Tomba del tuffatore: lastra lato est Figura 4.15. Tomba del tuffatore: lastra lato ovest

Una sala del museo è dedicata alla famosa tomba del Tuffatore, del V secolo a.C, unica testimonianza di pittura funeraria a Poseidonia. È una sepoltura a lastroni simile alle migliaia di tombe rinvenute intorno a Paestum, il solo elemento che la distingue dalle altre è il fatto di essere completamente affrescata nelle cinque pareti interne, compresa la lastra di copertura. Sulla lastra di copertura è dipinto un uomo nudo che dall'alto di un trampolino si slancia in uno specchio d'acqua azzurrina. Questa elegante raffigurazione, che ha dato il nome alla tomba, vuole forse simbolicamente rappresentare il passaggio dalla vita alla morte.
Su uno dei lastroni laterali appare un rito con conviviale con due personaggi impegnati in una scena d'amore; sul secondo una scena di banchetto funebre con cantori e suonatori; sul terzo appare un efebo nudo nell'atto di versare del vino; sull'ultimo un uomo con mantello e bastone e un efebo danzante preceduto da una fanciulla vestita di bianco.


Figura 4.16. Tomba del tuffatore: lastre lati nord e sud