3.5. L’AGRO NOCERINO: NUCERIA

La fondazione di Nuceria, alla fine del VII sec. a.C., fu il coronamento di una plurisecolare sequenza di relazioni culturali ed economiche, come ci è documentato da un'inscrizione su un vaso di bucchero rinvenuto a Nocera, che le genti della Valle del Sarno stabilirono con popolazioni più progredite approdate in Campania, quali gli Opici ed i Pelasgi.
In rapporto dapprima conflittuale tra greci ed indigeni, si aprì ben presto agli scambi culturali e commerciali che apportarono ad entrambi notevoli vantaggi e un gran benessere. In questo clima di crescita economica e culturale, favorito dalla presenza greca, si fa sentire nell'agro-nocerino anche l'influsso degli Etruschi che si erano stabiliti nell'entroterra campano già nel IX secolo a.C. fondando la città di Capua. Nuceria esercitò sugli abitanti della Valle del Sarno un'attrazione così forte che per tutto il VI secolo a.C. si assistette ad un processo inarrestabile di inurbanizzazione, che, di fatto spopolò i vecchi insediamenti di S. Marzano, S. Valentino Torio e Striano. Entro le mura di Nuceria il ceto politicamente egemone è etrusco, mentre la maggior parte della popolazione è costituita dagli Opici e Sarrasti.

Tuttavia i Nocerini, al di là dell'appartenenza etnica, seppero cogliere l'opportunità di confrontarsi con queste superiori civiltà senza rinunciare alla propria identità nazionale, compiendo un'arditissima operazione culturale: si impadronirono dell'alfabeto etrusco, lo modificarono per adottarlo al proprio modo di esprimersi e lo adoperarono per scrivere nella lingua dei padri, creando così l'alfabeto di Nuceria. Così, essendo riusciti a tutelare la loro fisionomia di popolo, i Sarrasti di Nuceria approfittano del declino della potenza etrusca per coalizzaarsi con i Sanniti e , rinnovando antichi vincoli di sangue, danno vita al popolo dei Campani proiettando Nuceria a capo di una Confederazione Sannitica comprendendo anche Pompei, Stabia, Ercolano e Sorrento.

Figura 3.18. Basilica Paleocristiana

In quanto capitale la città emette moneta propria e diviene sede del supremo magistrato confederale, il meddix tuticus.
La città di Nuceria, adagiata ai piedi del monte Albino, è racchiusa in un perimetro di forma rettangolare di Km 4,5 e con una superficie di 120 ha.
Le mura di cinta a doppia cortina, di cui è conservato un lungo tratto in località Pareti, avevano imponenti torri, uno delle quali è visibile sul lato meridionale e ben conservato. 
Poco lontano da questo tratto di mura, sempre in località Pareti, è stato di recente individuato un sontuoso teatro, che chiudendo la strada assiale da Nord a Sud era immediatamente visibile da chiunque fosse entrato in città dalla Porta Romana.
L'edificio, che già nel II secolo a.C. aveva un diametro di 76 m., fu ampliato in età augustea fino a raggiungere le dimensioni del teatro di Napoli, che era il più grande della Campania antica. Divenuto simbolo del potere economico e politico dei Nocerini, il teatro fu ricoperto di marmi preziosi, tutti lavorati con grande maestria da marmorari greci, già attivi a Roma nella edificazione del foro di Augusto.
Al teatro era affiancata una palestra da cui proviene la statua di Athena donata alla città dall'imperatore Otone.
Un altro monumento importante di Nuceria era l'anfiteatro del I secolo a.C., la cui esistenza è documentata anche da iscrizioni rinvenute a Pompei. Era situato nei pressi della Porta Romana ed è completamente sepolto da più strati alluvionali e inglobato nelle case moderne sovrapposte.
Nella zona orientale della città è collocato il Battisterio paleocristiano di S.Maria Maggiore o della Rotonda del VI secolo d.C. che, sin da quando fu edificato continua a rappresentare un irrinunciabile punto di riferimento culturale per tutta la popolazione dell'Agro-Nocerino.