7.8. OASI DI PERSANO

La diga di sbarramento, inaugurata a Persano nel 1934 e concepita per consentire all’acqua del fiume Sele di penetrare nei canali di irrigazione, ha costituito per il territorio circostante l’unica fonte di approvvigionamento idrico per l’agricoltura.
I detriti accumulatisi a monte della traversa di sbarramento, raramente asportati dal Consorzio di Bonifica Destra Sele, hanno creato, nel corso degli anni, dei veri e propri isolotti sui quali facilmente ha attecchito la vegetazione, acquatica e non, ingenerando una significativa trasformazione dell’ambiente naturale, da fluviale a lacustre.
Più recentemente l’eutrofizzazione delle acque del bacino ha dato un notevole colpo di acceleratore allo sviluppo del manto vegetale non solo sugli isolotti ma anche lungo le rive e le sponde. Infatti i fosfati usati in agricoltura, che con le piogge dilavano nel Sele fino a raggiungere grosse concentrazioni nell’invaso di Persano senza però innescare, per la continua corrente di fondo che l’attraversa, il processo di degrado dovuto all’eccessivo assorbimento di ossigeno, hanno creato un ambiente di particolare bellezza e habitat ideale di preziose varietà animali e vegetali: l’Oasi di Persano.
L’Oasi che si estende per circa 300 ha., già sottoposta ai vincoli di protezione paesaggistica e faunistica del 1977, è gestita dal 1981 direttamente dal WWF in convenzione con il Consorzio Bonifica Destra Sele.

Figura 7. 22. Una veduta dell'Oasi

L’area palustre, che accompagna su ambedue i lati il corso del fiume, è per lunga parte ricoperta da un fitto canneto, in cui la specie dominante è la Cannuccia di palude, ma abbondano anche la Tifa, lo Sparganio e il Giunco, mentre tra le specie acquatiche vanno ricordate il Patamogeto e il Millefoglie d’acqua.
Il bosco è, però, l’ambiente più importante in quanto, oltre a rappresentare un vero e proprio pezzo di antiquariato vegetale, assicura l’equilibrio idrogeologico per la sopravvivenza della Lontra; vi si trovano Salici, Pioppi bianchi e neri, Ontani neri, Ornielli e Frassini, tutte specie che hanno bisogno di grandi quantità d’acqua, oltre alla macchia mediterranea di Mirto, Lentisco, Ginestra; è presente una ridotta fascia di bosco di Querce.

Figura 7. 23. Un'orchidea

Nei canneti e nei boschi la flora è varia e multicolore ed annovera specie di ogni genere: il raro Iris giallo, le ben nove specie di Orchidee selvatiche, il Figaro, il Ciclamino, il Narciso, il Gladiolo selvatico, il Biancospino e la Ginestra.
La stagione ideale per la visita è senz’altra la primavera, quando Cannaiole e Tamburini, Gallinella d’acqua e Germani reali, Svassi e Cormorani, Folaghe e Anatre di ogni genere approdano a stormi per nidificare.

Figura 7. 24. Falco pellegrino Figura 7. 25. La Lontra, simbolo dell'Oasi

Nei mesi autunnali e invernali, l’Oasi diventa riparo per Aironi cinerini, Garzette e Martin pescatori; tra i rapaci sono ospiti il Gheppio e la Poiana, mentre nei mesi invernali fa la sua comparsa il Falco pellegrino che dalle rupi calcare dei vicini massicci, dove nidifica, cala su Persano per dare la caccia a Storni e Pavoncelle.
Nei boschi, all’imbrunire il Tasso e la Faina lasciano le tane per la faticosa ricerca di cibo, la Volpe annusa l’aria per sentire la preda e il Cinghiale si rotola nelle pozze intorno ad un abbeveratoio.
Nelle limpide acque del Sele guizzano Cavedani e Tinche, Anguille e Carpe, mentre la Lontra, diventata simbolo dell’Oasi, nuota e scodinzola padrona delle acque del fiume.