1.2. IL PALEOLITICO (dalle origini dell'uomo all'8000 a.C.)

È presumibile che il litorale del golfo di Salerno fosse già abitato da piccoli insediamenti nel periodo più antico della preistoria umana, e cioè durante il Paleolitico (detto comunemente "età della pietra scheggiata"), nel quale la sopravvivenza era garantita esclusivamente dalla caccia e dalla raccolta dei prodotti spontanei del suolo.

Il Paleolitico inferiore e quello superiore si distinguono l'uno dall'altro sia per una progressiva specializzazione dei manufatti litici tagliati, sia per la comparsa, nel secondo, di nuovi tipi umani. Sia il Paleolitico superiore che quello inferiore sono documentati dai reperti ritrovati in grotte o ripari sotto roccia della Costiera Amalfitana (grotta La Porta e grotta del Mezzogiorno a Positano), delle zone impervie del massiccio degli Alburni (grotte di Castelcivita e di Pertosa) e del basso Cilento.

Il fatto che gli unici reperti siano stati rinvenuti in grotte e caverne ha inizialmente indotto gli studiosi a credere che gli uomini del Paleolitico fossero dei bruti cavernicoli, incapaci di costruire una qualsivoglia abitazione, e costretti perciò a vivere nei ripari naturali. In realtà, è più che probabile che i cacciatori preistorici conducessero vita nomade, spostandosi in accampamenti provvisori e capanne nelle stagioni più favorevoli.

Le sequenze stratigrafiche più complete della nostra provincia (anche se limitate alla fase più recente del Paleolitico) sono quelle di Marina di Camerota e di Palinuro. Qui la presenza dell'uomo è testimoniata anche da resti alimentari, tra i quali sono state rinvenute tracce ossee della fauna contemporanea (grotta della Cala, grotta Sepolcrale, grotta delle Ossa)..

Figura 1.1. Due amigdale (St. Germain-en-Laye)

Figura 1. 2. Cervo dipinto (Grotta di Lascaux)