7.2. PARCO NAZIONALE DEL CILENTO E VALLO DI DIANO

Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, secondo parco italiano per dimensione, rappresenta uno dei più importanti complessi biogeografici dell'Italia meridionale. La sua peculiare posizione, la sua costa, i suoi corsi d'acqua e i suoi massicci montuosi, conferiscono al territorio una notevole varietà e complessità di ambienti.
E' il Parco mediterraneo per eccellenza per il suo essere crocevia millenario di popoli e di civiltà, per le sue rare specie botaniche in via di estinzione, per la presenza del lupo appenninico, dell'aquila, della tartaruga marina, per le grotte carsiche, per le antiche fortificazioni normanne, per le splendide opere d'arte, per le antiche città come Paestum e Velia e per gli splendidi borghi medioevali.
Il Parco Nazionale del Cilento rappresenta un patrimonio di inestimabile valore, tale da essere ufficialmente candidato, unico Parco mediterraneo, ad essere incluso, come "Bene Misto" nella esclusiva lista dei Beni dell'UNESCO, e tale da aver già ricevuto il più prestigioso riconoscimento che un territorio possa avere: la immissione nel programma MAV (Man and Biosfere) come "Riserva di Biosfera", affinché ne sia garantita la conservazione, permettendo al tempo stesso, alle popolazioni che vivono in questi ambiti, uno sviluppo in equilibrio con l'ambiente naturale.

  Figura 7. 1. Primula Palinuri

Ubicato all'estremità meridionale del Golfo di Salerno, racchiuso nel promontorio meridionale, di forma trapezoidale, denominato Cilento, il Parco si estende su una superficie di circa 215.000 ettari delimitato a Nord dal corso del Sele, ad Est dal Vallo di Diano, a Sud dal Golfo di Salerno e ad Ovest dal Mar Tirreno. Nel Parco sono compresi 86 comuni, di cui molti sulla costa, e 7 Comunità Montane sparse su un territorio molto variegato.
La costa, tipicamente mediterranea, articolata e frastagliata con insenature e promontori dai ripidi pendii, con le sue torri di guardia, con le sue baie e grotte marine che, secondo il mito, lo stesso Nettuno scelse per suo asilo e dimora per la sua corte di sirene, è lambita da un mare cangiante, a seconda delle ore del giorno, dal verde, all’azzurro ardesia: paesaggio sublime e incontaminato in cui i vecchi paesi si integrano completamente con la natura.

Figura 7. 2. Gli Alburni

L'interno del parco è caratterizzato da sistemi montuosi aspri e selvaggi con picchi alti e ripidi, pianori calcarei, boschi di faggio, impetuosi torrenti: a Nord il complesso montuoso degli Alburni, ad Est i monti Cocuzzo, Motola, Cervati e Centaurino, al centro della parte meridionale del Parco il monte Gelbison o Monte Sacro, all'estremo Sud il monte Bulgheria la cui sommità offre la vista panoramica dell'intero Golfo di Policastro e di Capo Palinuro.
Tutte le montagne sono profondamente incise da canaloni, gole, pareti ripide e scoscese, solchi prodotti dalle erosioni delle acque piovane.
Percorrere nel silenzio dell'alta montagna un bosco di faggi è un'esperienza unica e per chi ama queste escursioni la stagione opportuna è l'autunno quando l'aria è più umida e carica di odori fungini. Dopo le morbide distese dei pascoli, ancora smeraldini, ci si inoltra nella solennità dell'estesa faggeta su una coltre di foglie giallo-bruno, interrotta solo da qualche ciuffo d'erba e di funghi. Dalle compatte e alte chiome dei faggi filtra una luce che, nella lieve nebbia del mattino, dissolve in immagini sfocate il paesaggio bucolico. Il silenzio, la lieve e soffusa luce, gli alti e imponenti tronchi che si innalzano al cielo come colonnati di una severa chiesa gotica, invogliano al raccoglimento e alla meditazione.
Non è certamente un caso che questo ambiente incontaminato abbia fatto da cornice alle esperienze religiose di anacoreti in cerca di pace e di solitudine.
La flora del Parco è costituita da circa 1800 specie diverse di piante autoctone spontanee di cui circa il 10% riveste una notevole importanza fitogeografica perchè endemiche e rare.

Figura 7. 3. Betulla

 

Sulle spiagge, tra la sabbia, è ancora presente il sempre più raro Giglio marino; sulle scogliere, a diretto contatto con gli spruzzi del mare vive la Statice Salernitana; nelle fessure rocciose, lungo tutta la costa da Palinuro a Scalia non è raro vedere la Primula di Palinuro simbolo del parco, il Garofano delle rupi, la Centaurea, l'Iberide florida, e la Campanula napolentana; nella fascia mediterraneo-arida vivono la Ginestra del Cilento, il Carrubo, il Ginepro rosso e il Pino d'Aleppo. Alle quote superiori, oltre alle Betulle, l'Abete bianco e il Platano proliferano la Quercia, l'Acero, il Tiglio, l'Olmo, il Frassino e il Castagno e, ancora più in alto, il Faggio e il rarissimo Crespino dell'Etna.

Figura 7. 4. Aquila

Figura 7. 5. Gracchio corallino

La fauna del Parco è assai diversificata in virtù dell'ampia varietà di ambienti presenti nel territorio. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane è presenta l'Aquila reale e le sue prede: la Coturnice e la Lepre; il Falco pellegrino, il Lanario, il Corvo imperiale e il Gracchio corallino.
Tra i pascoli è facile osservare l'Arvicola del Savi, un piccolo roditore preda della Volpe, della Martora ed del Lupo.
Tra le foreste di faggio le specie più tipiche sono il Picchio nero, il Picchio muratore, il Ciuffolotto, l'Astore e il Ghiro.
Tra le piccole radure che si aprono nelle foreste vivono il Topo selvatico e il Topo dal collo giallo, prede preferite dal Gatto selvatico;. lungo i corsi d'acqua la Lontra, la Salamandra dagli occhiali e la comune Salamandra, il Merlo acquaiolo e il Corriere piccolo.
Tra le gole rocciose il Raso Biancone si nutre prevalentemente dei rettili che frequentano il Parco, come la Lucertola campestre, il Ramarro, il Cervone, il Biacco, la Vipera e la Natrice.