9.7.4. IL POMODORO CORBARINO "A PIENNOLO"

Nel dialetto napoletano “piennolo” significa pendolo, altre denominazioni sono “spunziello” e “nzerta”, tutte stanno ad indicare quelle splendide architetture rosseggianti realizzate dai contadini della penisola amalfitana coi pomodorini locali conservati “a filo” e penzolanti dalle volte bianche e dagli archi delle case. Le bacche sono di forma tondeggiante dal colore rosso intenso, di piccole dimensioni (circa 3 cm. Di diametro) che presentano un lieve pizzo verso l’apice. La polpa è abbastanza consistente.
E’ coltivato con la denominazione di Corbarino nelle aree collinari del Valico di Chiunzi comprese nei comuni di Cvorbara e S. Egidio del Monte Albino, e sui terrazzamenti collinari dei monti Lattari, prevalentemente nei comuni di Furore, Conca dei Marini e nelle frazioni alte di Amalfi e Ravello.
Le eccellenti caratteristiche organolettiche del pomodorino a piennolo sono determinate dall’ambiente di produzione (a circa 250 m. sul livello del mare), dalla tecnica colturale (allevamento a capanno mediante pertiche di sostegno) e dal tipo di conservazione a filo.
L’elevata escursione termica, tipica delle colline marine, favorisce l’intenso arrossamento, mentre la coltivazione in terreni asciutti di origine vulcanica conferisce notevole consistenza ed elevata sapidità ai frutti. Una sapidità che si concentra e si affina nel lungo periodo di conservazione e di lenta disidratazione, favorita da una buccia particolarmente dura e resistente.
Il pomodorino ama i connubi più o meno intriganti, perciò si accompagna volentieri all’origano, al basilico, e in maniera un po’ abusata in questi ultimi tempi, alla rucola con cui si ottiene un’ottima pizza. In questi accoppiamenti riesce, in ogni modo, a farla da padrone senza farsi mai sopraffare.

Figura 9. 36. Pomodorini di Corbara